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Royal quote di servizio.

Penso anche io che dietro ci siano ragioni fiscali, Michele :)
Adesso non voglio entrare nel merito della politica di Costa, visto che questa è la sezione di Royal Caribbean.
Io sono dell'idea che le quote vadano pagate, non stornate: ma 10/11/12 euro o dollari che siano, al giorno per persona, sono sinceramente troppi per essere indicati sempre a parte, e secondo me il sistema attuale non soddisfa nè i clienti nè il personale di bordo, e non costituisce valore aggiunto per il servizio.
 
Ultima modifica:
Per completezza, in altri TD, e sopratutto in merito a Costa, era già stato spiegato che le quote di servizio sono INVARIANTI (non hanno impatto) in relazione al regime fiscale.
 
Per completezza, in altri TD, e sopratutto in merito a Costa, era già stato spiegato che le quote di servizio sono INVARIANTI (non hanno impatto) in relazione al regime fiscale.

Lo avrebbero se fossero invece inserite e conteggiate unitamente a tutto il resto, formando un prezzo finale omni comprensivo...
 
Può essere, ma la ragione a questo punto non sarebbe più fiscale.
In ogni caso, è un elemento superabile anche questo, perchè scorporabile facilmente ai fini del calcolo delle provvigioni tra agenzia e compagnia.
 
Dunque secondo voi perchè mantengono questa politica?
A fronte di noi tre (dico per dire) che le paghiamo, ci sono altri tre passeggeri che si fanno stornare le quote. Altri tre che prenotano in agenzia, dove magari nessuno precisa che c'è il balzello obbligatorio, e non leggono tutto il catalogo, o perchè l'hanno perso, o perchè sono senza occhiali :cool:, o perchè gli è preso il sonno prima. E una volta a bordo, per prima cosa vanno in reception a farsele togliere.
A chi giova?
All'equipaggio? Al passeggero che le paga ogni volta e da un anno all'altro se le vede aumentare fino a 13/15 euro o dollari a persona?
Considerato che in altri tipi di vacanza non esiste la quota di servizio, o se anche c'è qualcosa di simile non raggiunge certi importi, molti lo vivono con fastidio.
Poi magari vengono qua e capiscono il dietro le quinte, pensano al cameriere gentile, al resto del personale che non viene gratificato con la mancia "brevi manu", e si fanno una ragione dell'esistenza di questa prassi. Dopo un anno passato a leggere di passeggeri che considerano con naturalezza lo storno delle quote un'attività standard di inizio o fine crociera, scuotono la testa, fanno il preventivo per la prossima volta e...sorpresa: quote aumentate rispetto all'anno scorso.
Non è il massimo.
 
Può essere, ma la ragione a questo punto non sarebbe più fiscale.
In ogni caso, è un elemento superabile anche questo, perchè scorporabile facilmente ai fini del calcolo delle provvigioni tra agenzia e compagnia.

Quindi a maggior ragione non si capisce perchè non si decidano a fare davvero tariffe "tutto incluso".
 
Hermione, sai bene che in merito alla trasparenza con me sfondi una porta aperta.
La questione per me è semplice, e si chiama "pricing".

Per includerle nel prezzo, vista la natura di tale voce, perlomeno devono essere obbligatorie (come in Costa). Se no verrebbe meno il principio base di includerle nel prezzo.
Ma se Costa fossa obbligata ad inserirle nel prezzo, Msc ad esempio non lo sarebbe perchè per propria politica non le ha rese obbligatorie.
Quindi, per le stesse ragioni che tu hai descritto prima (mancanza d'informazione da parte del cliente...non sempre per colpa sua...vedi agenzie etc.), il potenziale cliente percepirebbe le crociere Costa, a parità di quota-crociera (che a questo punto non sarebbe più desumibile perchè "drogata" dalle quote di servizio), più care rispetto alla concorrenza.
Sarebbe sostanzialmente un suicidio commerciale.

D'altro canto, non renderle obbligatorie e quindi stornabili, visto l'andazzo, rende più competitive le compagnie (forum docet).
Chi ci rimette? I dipendenti. E solo loro. Perchè per le compagnie è solo una "partita di giro". E perchè il cliente se le fa stornare.
Perchè aumentano se per le compagnie è solo una partita di giro?
Perchè nel frattempo i dipendenti vedrebbero le loro entrate diminuite (visto che i clienti se le fanno stornare). Avere dipendenti troppo scontenti non gioverebbe di certo alla compagnia.
Tu mi dirai: allora perchè non aumentare lo stipendio a compensazione? No, perchè per la compagnia non sarebbe più una partita di giro, ma inciderebbe sui bilanci come minor utile.
Ed ecco che ai dipendenti scontenti gli si da il contentino dell'aumento delle quote con la speranza che compensino le mancate entrate di chi se le fa stornare.
Risultato? Un circolo perverso in cui ci rimette il dipendente, ma anche il cliente che pur avendo la facoltà di farsele stornare, onestamente non lo fa perchè non ha riscontrato "anomalie" nel servizio.
Non solo. La compagnia che, per me correttamente visto il contesto, le tiene obbligatorie, può tranquillamente aumentarle anche lei, pur tenendosi su livelli inferiori rispetto alle altre compagnie (perchè ha la certezza delle entrate dovuta all'obbligatorietà) perchè si può sempre dire: NCL di quote fà pagare 13 euro mentre Costa solo 10 (esempio).
E via fino al prossimo giro....
 
Felix, mi sembra che la tua sia una analisi perfetta.
Quello che a me dispiace è che appunto, ad un certo punto, o si penalizzano i dipendenti o penalizziamo "eccessivamente le nostre tasche per problemi di marketing e concorrenza interna tra le compagnie.
Vero che non ci ordina il medico di andare in vacanza, tanto meno in crociera, e nemmeno di scegliere Costa o Royal invece che NCL o MSC, ma se per assurdo tutti smettessimo di farlo o riducessimo i nostri viaggi della metà, non ci rimetterebbe sempre la compagnia, e poi i suoi dipendenti, col calo di prenotazioni? Altro che mancata integrazione: quanti perderebbero il posto?
La mia ovviamente è solo una provocazione, e tanto per discuterne, logico che non è che siano le quote di servizio da sole a farci decidere se prenotare e con chi, ma la mia percezione da profana è che questo meccanismo stia iniziando a mostrare segni di debolezza.
 
Ultima modifica:
Infatti credo sia poco realistico aspettarsi che siano le compagnie a uniformarsi tutte insieme alla logica delle quote obbligatorie o già incluse nel prezzo, per le motivazioni che ha spiegato bene Felix.
A questo punto, sempre da profana mi chiedo: esiste un ente, un organo "super partes" che abbia la facoltà di disciplinare definitivamente questo sistema in base a regole valide per tutte le compagnie? La sanzione in merito alla dubbia trasparenza sui prezzi abbiamo visto che serve tanto quanto, spesso risulta più conveniente pagare una multa che non stravolgere il meccanismo di applicazione delle quote.
Le compagnie potrebbero poi continuare a farsi concorrenza con l'offerta che propongono: chi con le bevande incluse, chi con la durata delle soste, chi con l'intrattenimento a bordo e così via.
 
Quindi a maggior ragione non si capisce perchè non si decidano a fare davvero tariffe "tutto incluso".

A mio parere, per i motivi che ho esposto poco sopra Fernando.

....ma la mia percezione da profana è che questo meccanismo stia iniziando a mostrare segni di debolezza.

Concordo. La debolezza è dimostrata dagli incrementi a due cifre percentuali (fuori da ogni logica, diciamoci la verità) sopratutto nelle compagnie che non le hanno rese obbligatorie.
E più aumentano in maniera sconsiderata, più si discostano da meri incrementi "inflazionistici" (2/5% al massimo potrebbe starci, mentre qui parliamo di 15,20,30 ed oltre punti % in pochissimi anni), più tali incrementi non hanno benchè minima giustificazione.
Ma se è così, sempre più persone (pensiamo alle famiglie di 4 persone ad esempio) saranno incentivate a non pagarle, autoalimentando in questa maniera queste distorsioni. Che sono il VERO motivo di questi incrementi. In un loop che è veramente diabolico.
 
Ultima modifica:
Certo. Figurati su Royal, che se non sbaglio non adotta la politica "ragazzi gratis o quasi" di altre compagnie...Ok, il servizio è ottimo, le navi meritano, e io per prima lo confermo, ma mi immagino un padre che porta la famiglia: al momento del conto deve aggiungere quasi 300 euro di quote (e ci siamo tenuti bassi) oppure "sentirsi in colpa" per aver sottratto parte della retribuzione al dipendente.
Le compagnie non sono onlus, è vero, ma neanche i passeggeri....
 
Allora... il cameriere imbarcato prende si e no 500eu, euro piu euro meno.. Piu quello che gli viene dalla suddivisione del totale delle quote servizio.. E' ovvio, che, in base alla legislazione, se togliessero le QDS e adeguassero gli stipendi questo adeguamento sarebbe parte integrante dello stipendio e quindi soggetto a contributi..

Detto questo, era per rispondere alla domanda, per me il sistema funziona cosi com'è..
 
E quindi, adeguando gli stipendi, e riducendo gli utili per le compagnie, i prezzi iniziali delle crociere dovrebbero alzarsi.
Per me da acquirente sarebbe meglio vedere un prezzo più elevato ma "finito" che non inizialmente basso ma a cui aggiungere la qualunque.
Soprattutto se le quote di servizio iniziano a superare i 10 euro a persona, alla fine la cifra diventa bella sostanziosa, indipendentemente da quale sia il budget di ciascuno. Inizia a essere fastidioso aggiungere mentalmente 100, 200 o 300 euro di quote, tanto più che gli extra totali che finirò per concedermi in vacanza posso calcolarli solo in linea di massima, non posso prevedere già tre mesi prima quando e dove prenderò taxi, se pranzerò a bordo o nel ristorantino tipico in giro, se farò acquisti imprevisti non di souvenir, ma per necessità. Quindi, o tirerò più il freno nei consumi a bordo, o ridurrò le quote con svantaggio per il personale, o comunque avrò speso un bel pò di più rispetto a quella che è la tariffa acquistata per una crociera "all inclusive o quasi" così come è pubblicizzata.
Naturalmente poi ognuno fa le sue valutazioni.
 
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Allora... il cameriere imbarcato prende si e no 500eu, euro piu euro meno.. Piu quello che gli viene dalla suddivisione del totale delle quote servizio.. E' ovvio, che, in base alla legislazione, se togliessero le QDS e adeguassero gli stipendi questo adeguamento sarebbe parte integrante dello stipendio e quindi soggetto a contributi..
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L'abolizione delle QDS e l'incremento degli stipendi sarebbe la soluzione che sanerebbe tutto. Il cliente non pagherebbe più le quote, ma pagherebbe una quota di crociera più elevata a copertura dei maggiori costi della compagnia.
In ogni caso, i contributi sarebbero comunque a carico del dipendente. I contratti applicati a bordo infatti, non fanno riferimento alla legislazione italiana, ma a delle normative internazionali.

Trasformare le Qds in retribuzione però, non sarebbe comunque conveniente per le compagnie, e non per una questione fiscale. La non convenienza sta nel fatto che alzerebbero l'asticella dei propri costi fissi,e questi maggiori costi diventerebbero CERTI, a fronte di un ALEATORIO incremento dei prezzi a copertura degli incrementi retributivi che sarebbe però legato anche a dinamiche esogene non totalmente controllabili, quali la domanda di mercato, il tasso di riempimento delle navi etc.
E nessuna azienda ama incrementare i propri costi fissi...perchè dovrebbe pagarli comunque a prescindere dal livello delle proprie entrate...aspetto che ad oggi non avviene perchè le qds sono per loro natura variabili...e sono a carico dei clienti....quando non vengono stornate.
 
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Il ragionamento non fa una piega.
Anzi, chiarisce definitivamente le motivazioni di queste scelte commerciali.
Perciò dico: o un ente preposto decide che è il caso di cambiare linea, imponendo altre regole a cui tutte le compagnie siano costrette ad uniformarsi; o continuerà questa spirale poco condivisibile.
 
Nuovo aumento, anche se modesto, delle quote giornaliere di servizio per passeggero: l'aumento sarà di 0,55 centesimi, per cui una cabina standard passerà da 12,95 $ a 13,50$, e la suite da 15,95 $ a 16,50 $. Questo adeguamento avviene dopo soli 10 mesi dal precedente.

In calce all'articolo viene suddivisa la spettanza per il personale relativamente alla quota base, ma, personalmente i conti non mi tornano.

http://www.cruisecritic.com/news/news.cfm?ID=6911
 
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