Oggi vi porto ad Albenga ed in particolare a vedere la mostra Magiche trasparenze.
Ad Albenga importante città romana e poi medioevale c'è moltissimo da vedere: i palazzi, le sue torri, il Duomo dedicato a San Michele, il battistero, i quartieri del centro storico... ma di tutto questo vi parlerò una prossima volta.
La città di Albinganum era una delle più importanti della Liguria in epoca romana: era dotata di un porto ed era attraversata dalla via Julia Augusta. Questo fece si che i suoi abitanti avessero buona disponibilità di denaro guadagnato con i commerci anche con terre lontane sull'altra sponda del mediterraneo.
Nella zona di levante, quella verso Alassio, era già stata scoperta una necropoli in cui erano stati trovati numerosi oggetti in vetro risalenti al primo e secondo secolo d.C. indice della ricchezza di chi lì era sepolto ma la scoperta più importante è stata fatta nel 1994 durante gli scavi per la costruzione delle fondamenta e dei garage di un palazzo lungo una delle vie principali della città. I lavori furono interrotti quando furono rinvenuti dei resti di epoca medievale e fu chiamata la sovrintendenza. l'archeologo incaricato del sopralluogo ebbe l'intuizione che sotto il materiale inerte su cui si trovavano i resti medievali ci potesse essere qualcos'altro; così fece proseguire gli scavi e furono scoperti i basamenti di 5 monumenti funebri di epoca romana che costituiscono la necropoli d'occidente. Risalgono anch'essi al I-II secolo d.C. e in due delle sepolture sono stati trovati i resti di una donna e di un uomo. Entrambi dovevano essere di alt lignaggio considerando la qualità del corredo costituito da manufatti e gioielli di qualità eccelsa.
La necropoli è visitabile 1 volta al mese grazie al Fai Giovani di Albenga che hanno ottenuto le autorizzazioni dalla Sovrintendenza, dal comune e dai condomini del palazzo sotto cui si trova.
Molti degli oggetti esposti nella sede della mostra sono stati trovati nella necropoli di levante ma i più spettacolari provengono dalla necropoli di ponente. La mostra permanente è allestita a Palazzo Oddo nel centro storico della città.
Ma iniziamo ad esplorarla....
Nella prima sala troviamo un frammento di ossidiana, il vetro che si forma in natura dalle eruzioni vulcaniche, e una descrizione di come veniva prodotto il vetro i cui componenti principali erano la sabbia e il così detto
natrum (nitrato di potassio); venivano poi usati sali o ossidi di altri minerali (manganese, ferro, potassio, ecc) per ottenere vetri colorati. La tecnica per forgiare i diversi oggetti era la stessa usata ancora oggi: la soffiatura.
Molti degli oggetti in vetro trovati a corredo dei defunti sono piccole ampolle destinate a contenere profumi, unguenti e balsami.
I vetri più antichi hanno un colore azzurro o sono opachi a causa delle sabbie di qualità non ottimale (le sabbie migliori e, di conseguenza, i vetri più trasparenti erano quelli provenienti da Alessandria d'Egitto) ma con il passare dei secoli la produzione di vetro si fece sempre più di alta qualità arrivando a produrre oggetti con una grande trasparenza.
Oltre ad oggetti che servivano a contenere diversi materiali, con il vetro venivano prodotti anche piccoli gioielli