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Una finestra sull'azzurro.... Liguria, negli occhi, nel cuore.

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Vicoli, nel tessuto più antico della cittadina ...non presi a caso ma per perseguire un 'obbiettivo ben preciso di visita...





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Villa Durazzo Centurione, due ville e un ampio parco seicentesco nel quale si trova un interessante giardino all’italiana con risseu, la particolare pavimentazione tipica ligure che vediamo molto bene in questa immagine. Fatta di sassolini neri con intarsi di sassi bianchi che creano un bellissimo effetto. La villa essendo posizionata su un promontorio a picco sul mare è in posizione decisamente elevata e l'ingresso dal lato giardino, ne favorisce l'accesso in questo caso, non particolarmente ripido ( rispetto ad altri punti di accesso che prevedono molti scalini) il tutto coronato da un parco secolare in cui si " nascondono" , come fossero presenze silenziose, statue raffiguranti ninfee e dei... decisamente molto romantico....



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La villa, tipica costruzione alessiana a pianta quadrata, venne edificata nel 1678 come residenza estiva della famiglia Durazzo, e nel 1821 ceduta ai principi Centurione. Nel XIX secolo la dimora subì varie modifiche ed il grande giardino venne ingentilito con fontane e marmi di gusto neoclassico. Nel 1892, in occasione delle Celebrazioni Colombiane, la villa fu temporaneamente trasformata in Grand Hotel, ospitando personalità dell’aristocrazia internazionale, quali il principe di Wied e la regina Margherita di Savoia

Nel 1919 la proprietà fu acquisita da Alfredo Chierichetti, a cui si deve la definitiva sistemazione del parco, arricchito da piante esotiche, sentieri acciottolati, statue e fioriere. I suoi eredi rivendettero infine il complesso al Comune di Santa Margherita, nel 1973.



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Gli “Appartamenti del Piano Nobile” sono aperti al pubblico e possono essere visitati durante tutto l’anno. Le sale arredate con mobili d’epoca, contengono anche una preziosa quadreria di scuola genovese dei secoli XVII e XVVIII con opere di Domenico Piola, Giovanni Andrea De Ferrari, Luciano Borzone, Giovanni Enrico Vaymer, Cornelis de Wael, Giovanni Battista Paggi.


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La chiesa di San Giacomo di Corte - nonché santuario di Nostra Signora della Lettera , è situato nel quartiere di Corte, in via San Francesco...ma vi si accede comodamente dal parco della villa. Forse in un lontano passato era la chiesa della villa....

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... attraverso il parco la notiamo tra il verde per il suo candore. Passiamo innanzi ad una struttura simile come aspetto, alla villa....


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Una storia singolare è legata a questa chiesa....

Secondo una tradizione popolare il culto religioso verso Nostra Signora della Lettera è legato ad una statua in legno che, come racconta la leggenda, fu trovata nello specchio acqueo della baia di Corte da alcuni pescatori il 20 giugno del 1783. Uno dei marinai, accortosi della figura lignea in mare, riuscì a raggiungere l'effigie e ad issarla a bordo della barca. Un'onda improvvisa però fece sì che la statua ricadde in mare, ma nuovamente fu riportata a bordo e nascosta nel fondo dell'imbarcazione.

Giunti sulla spiaggia alcuni bambini scoprirono la statua, nascosta dai marinai, richiamando così l'attenzione degli abitanti di Corte che si accordarono con i pescatori a donare la scultura alla locale chiesa di San Giacomo.

In seguito si venne a sapere che tale statua, ritraente la Vergine Maria con il Bambino Gesù sulla mano sinistra e sulla destra una lettera, non fu altro che una copia dell'immagine venerata nel maggiore santuario di Messina posta sul frontone della dogana messinese, di fronte al porto. Questa statua mariana cadde in mare a seguito di un forte terremoto che colpì l'Italia meridionale nel 1783, e le correnti marine trasportarono la scultura al largo di Santa Margherita Ligure.

Annualmente vi si celebrano i festeggiamenti patronali l'ultima domenica di luglio portando la statua in processione assieme ai tradizionali crocifissi in legno.

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L'attuale chiesa parrocchiale fu costruita nel corso del XVII secolo, ma alcune fonti storiche documentano l'edificio già a partire dall'anno 1000; essa fu soggetta inizialmente all'abbazia di San Fruttuoso, nella baia omonima.

L'edificio è diviso a tre navate e all'interno sono presenti, oltre alla già citata statua della Madonna della Lettera scolpita nel 1766 da ignoto scultore, anche diversi cicli di affreschi del pittore Nicolò Barabino. La facciata in stile barocco ospita al centro, in una nicchia, la statua marmorea di san Giacomo.

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La lunga scalinata che lo collega al mare....


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Quindi Santa Margherita Ligure offre diversi siti e luoghi affascinanti, che meriterebbero una visita anche per i crocieristi in transito a Genova che non volessero limitarsi alla gettonata Portofino...
La stazione del treno di Santa Margherita è vicina ai bei luoghi descritti?
 
Numerose le manifestazioni in tutta la Liguria. Molto apprezzate sono le rievocazioni storiche che si svolgono nella cornice dei piccoli borghi, acquistando molta più magia essendo il borgo stesso un tuffo nel passato già di suo. Molta dovizia nei particolari in cui tutti gli abitanti dei borghi , vengono coinvolti in prima persona dai grandi ai più piccoli, che per un giorno, a volte anche per una intera settimana, vestono i panni antichi.

Atmosfere rarefatte spesso illuminate dalle sole luci delle lucerne, rendono ancora più misteriosa l'atmosfera.

Qualche scatto in libertà...


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Una domanda: queste belle manifestazioni che ravvivano le cittadine e le serate sono in programma solo in alta stagione, oppure in Liguria sono riusciti ad allungare il periodo dei soggiorni e l'accoglienza dei turisti anche durante gli altri mesi dell'anno?
 
Purtroppo, per i borghi che ho visitato io , sono solo previsti in alta stagione...penso sia comprensibile per un ovvio introito poiché i turisti accorrono in massa. Non solo per l'evento in sé ma anche per le offerte gastronomiche.
Pensiero mio...tutto gira attorno al denaro. Già rispetto agli anni passati e facendo un raffronto sulle rievocazioni viste nel corso degli anni, viene un po' meno curato l'aspetto culturale, conoscitivo del territorio nell'evolversi del tempo a favore di altri aspetti più leggeri.
Fortunatamente però alcune associazioni culturali propongono tutto l'anno, attraverso location museali, incontri, letture, approfondimenti per chi lo desidera.
 
Oggi vi porto ad Albenga ed in particolare a vedere la mostra Magiche trasparenze.

Ad Albenga importante città romana e poi medioevale c'è moltissimo da vedere: i palazzi, le sue torri, il Duomo dedicato a San Michele, il battistero, i quartieri del centro storico... ma di tutto questo vi parlerò una prossima volta.

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La città di Albinganum era una delle più importanti della Liguria in epoca romana: era dotata di un porto ed era attraversata dalla via Julia Augusta. Questo fece si che i suoi abitanti avessero buona disponibilità di denaro guadagnato con i commerci anche con terre lontane sull'altra sponda del mediterraneo.
Nella zona di levante, quella verso Alassio, era già stata scoperta una necropoli in cui erano stati trovati numerosi oggetti in vetro risalenti al primo e secondo secolo d.C. indice della ricchezza di chi lì era sepolto ma la scoperta più importante è stata fatta nel 1994 durante gli scavi per la costruzione delle fondamenta e dei garage di un palazzo lungo una delle vie principali della città. I lavori furono interrotti quando furono rinvenuti dei resti di epoca medievale e fu chiamata la sovrintendenza. l'archeologo incaricato del sopralluogo ebbe l'intuizione che sotto il materiale inerte su cui si trovavano i resti medievali ci potesse essere qualcos'altro; così fece proseguire gli scavi e furono scoperti i basamenti di 5 monumenti funebri di epoca romana che costituiscono la necropoli d'occidente. Risalgono anch'essi al I-II secolo d.C. e in due delle sepolture sono stati trovati i resti di una donna e di un uomo. Entrambi dovevano essere di alt lignaggio considerando la qualità del corredo costituito da manufatti e gioielli di qualità eccelsa.
La necropoli è visitabile 1 volta al mese grazie al Fai Giovani di Albenga che hanno ottenuto le autorizzazioni dalla Sovrintendenza, dal comune e dai condomini del palazzo sotto cui si trova.

Molti degli oggetti esposti nella sede della mostra sono stati trovati nella necropoli di levante ma i più spettacolari provengono dalla necropoli di ponente. La mostra permanente è allestita a Palazzo Oddo nel centro storico della città.
Ma iniziamo ad esplorarla....

Nella prima sala troviamo un frammento di ossidiana, il vetro che si forma in natura dalle eruzioni vulcaniche, e una descrizione di come veniva prodotto il vetro i cui componenti principali erano la sabbia e il così detto natrum (nitrato di potassio); venivano poi usati sali o ossidi di altri minerali (manganese, ferro, potassio, ecc) per ottenere vetri colorati. La tecnica per forgiare i diversi oggetti era la stessa usata ancora oggi: la soffiatura.

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Molti degli oggetti in vetro trovati a corredo dei defunti sono piccole ampolle destinate a contenere profumi, unguenti e balsami.

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I vetri più antichi hanno un colore azzurro o sono opachi a causa delle sabbie di qualità non ottimale (le sabbie migliori e, di conseguenza, i vetri più trasparenti erano quelli provenienti da Alessandria d'Egitto) ma con il passare dei secoli la produzione di vetro si fece sempre più di alta qualità arrivando a produrre oggetti con una grande trasparenza.
Oltre ad oggetti che servivano a contenere diversi materiali, con il vetro venivano prodotti anche piccoli gioielli

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La maestria degli artigiani vetrai la si può vedere in diversi oggetti realizzati secoli fa ma che sembrano dei giorni nostri come questo imbuto

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Nella tomba della donna ritrovata nella necropoli di ponente sono stati ritrovati un bracciale fatto con pietre levigate di una modernità incredibile e il frammento di una retina d'oro per acconciatura a conferma dell'alto lignaggio della persona lì sepolta

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Proseguendo nelle sale successive sono esposti ampolle, piatti, bottiglie che venivano utilizzati nelle famiglie più abbienti anche come dimostrazione di uno status sociale.

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Particolare l'oggetto con il beccuccio nella fotografia sottostante: veniva usato come dosatore per il garum (una salsa di pesce salato e di interiora di pesce che veniva utilizzata per insaporire i cibi)

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Bottiglie, piatti, vasi e bicchieri

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I due pezzi sottostanti li ho trovati semplicemente splendidi; il secondo è una olla: questi vasi panciuti venivano usati per contenere cibi ma anche per le ceneri dei defunti

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Continuo con una carrellata di immagini

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Gli oggetti molto particolari nelle due fotografie sottostanti sono bicchieri da triclinio: permettevano di bere coricati senza sversare il vino in essi contenuto

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Ed ora veniamo al pezzo forte della mostra: il Piatto Blu.
Il piatto è stato trovato in una delle sepolture della necropoli di ponente ed è il più antico vetro inciso: è stato datato tra il I e il II secolo d.C.
Questo il suo aspetto al momento del ritrovamento

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Un anonimo disco nero.... e così appare se non è attraversato dalla luce.

Ma se lo si fa attraversare dalla luce ecco cosa appare!

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Probabilmente si tratta di un oggetto che veniva utilizzato in occasione di festività dedicate a Dionisio in quanto al centro del piatto sono raffigurati una coppia di personaggi bacchici.

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Gli archeologi si sono accorti di questa particolarità del piatto quando, per controllare le operazioni di pulitura, lo hanno guardato controluce: immaginate quale grande meraviglia!
Il piatto è esposto in posizione verticale con una luce che lo illumina da dietro e quando la luce viene spenta diventa davvero un anonimo disco nero: incredibile!
 
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Ed ora veniamo al pezzo forte della mostra: il Piatto Blu.
Il piatto è stato trovato in una delle sepolture della necropoli di ponente ed è il più antico vetro inciso: è stato datato tra il I e il II secolo d.C.
Questo il suo aspetto al momento del ritrovamento

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Un anonimo disco nero.... e così appare se non è attraversato dalla luce.

Ma se lo si fa attraversare dalla luce ecco cosa appare!

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Probabilmente si tratta di un oggetto che veniva utilizzato in occasione di festività dedicate a Dionisio in quanto al centro del piatto sono raffigurati una coppia di personaggi bacchici.

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Gli archeologi si sono accorti di questa particolarità del piatto quando, per controllare le operazioni di pulitura, lo hanno guardato controluce: immaginate quale grande meraviglia!
Il piatto è esposto in posizione verticale con una luce che lo illumina da dietro e quando la luce viene spenta diventa davvero un anonimo disco nero: incredibile!
Bello Monica 😍
È una mostra permanente? Mi piacerebbe vederla.
 
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