Tra le tante chiese sempre in Savona, vale la pena nominare questa....Nostra Signora di Castello
L’oratorio di piazza Sisto, proprio nel cuore della città, è sede della più antica confraternita di Savona fondata nel 1260 e custodisce un’opera di immenso valore storico e artistico: il polittico del Foppa, chiamato anche polittico Della Rovere perché commissionato dal cardinale Giuliano Della Rovere, futuro papa Giulio II. A realizzarlo furono Vincenzo Foppa (Brescia 1427-1516), uno dei più importanti pittori del Rinascimento in Lombardia e autore del progetto del polittico, insieme a Ludovico Brea (Nizza 1450-1523), pittore di scuola provenzale-fiamminga che completò tutta la parte destra del polittico. Il polittico fu completato nel 1490.
L’oratorio di Nostra Signora di Castello con il prezioso polittico del Foppa fa parte del patrimonio cittadino, purtroppo spesso ignorato dagli stessi savonesi. Ma ora i volontà della Confraternita si adoperano per poter tenere il più possibile aperto questo luogo a beneficio di tutti coloro che vorranno visitarlo.
Nostra Signora di Castello è aperto lunedì, mercoledì e sabato mattina dalle 10 alle 12: in questi orari è possibile visitare la chiesa e ammirare il polittico del Foppa grazie alla disponibilità dei volontari e membri della Confraternita che vi ha sede.
I volontari forniscono una guida alle opere d’arte custodite in essa custodite.
In origine l'oratorio fu costruito dietro la cattedrale di Nostra Signora di Castello, da cui né derivò l'intitolazione conservata fino ai giorni nostri. L'edificio attuale è il rifacimento (databile al 1755) di uno precedente del XVI secolo, distrutto in gran parte da un incendio. L'acquisto del terreno per la prima costruzione fu infatti portato a termine tra il 1544 e il 1563, come ricorda una iscrizione su ardesia ancora esistente in loco. Tra il 1863 e il 1895 l'oratorio fu inglobato nei nuovi edifici civili, così come lo vediamo oggi.
La struttura è a navata unica con volta a botte e presbiterio semicircolare, decorata all'interno da stucchi rococò di Giuseppe Petonti (bergamasco) dal profilo molto semplice e sobrio, restaurati nel 2008. Le pareti laterali e la facciata sono rifasciate internamente dagli stalli lignei su cui siedono i confratelli. L'altare risale al 1920 circa e ha la porta del tabernacolo in argento sbalzato. Ai suoi lati, nelle mura del presbiterio, si aprono due loggette decorate da Agostino Ratti, mentre sopra di esso si impone il grandioso polittico di Vincenzo Foppa e Ludovico Brea del 1490, sopravvissuto alla distruzione dell'antica cattedrale del Priamar. Sono presenti inoltre tre casse processionali portate a spalla durante la tradizionale processione del Venerdì Santo. La prima è La pietà di Stefano Murialdo del 1833. La seconda è La deposizione dalla croce di Filippo Martinengo e risale al 1793. La terza è Il Cristo morto sulla croce, di scuola romana della metà del Cinquecento, donato nel 1728 dai Della Rovere.