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Una finestra sull'azzurro.... Liguria, negli occhi, nel cuore.

Sarò a Genova domenica 23 aprile e con gran dispiacere ho scoperto che Palazzo Reale e i Palazzi dei Rolli normalmente visitabili, la domenica sono chiusi .
Veramente un peccato perchè avendo a disposizione tutta la giornata , già pregustavo di poter visitare questi luoghi o almeno parte di essi.
Potresti visitare il Palazzo del Principe, la mattina e il pomeriggio Palazzo Spinola che apre dalle 13.30.Poi hai l'imbarazzo di scelta delle numerose Chiese, veri e propri gioielli.


Palazzo del Principe è di fronte al porto.

 
Ieri ho visto in televisione la corsa ciclistica Milano-Sanremo.
Oltre ad inquadrare più volte la Costa Smeralda in porto a Savona, la regia ha valorizzato la bella giornata e gli spettacolari scorci della riviera di ponente, tra cittadine e punti panoramici di rara bellezza.
In più, il profumo di primavera e di bella stagione che già si percepisce...
 
Ieri ho visto in televisione la corsa ciclistica Milano-Sanremo.
Oltre ad inquadrare più volte la Costa Smeralda in porto a Savona, la regia ha valorizzato la bella giornata e gli spettacolari scorci della riviera di ponente, tra cittadine e punti panoramici di rara bellezza.
In più, il profumo di primavera e di bella stagione che già si percepisce...
Infatti è passata la Milano - Sanremo e ha toccato diversi luoghi che ho fotografato e inserito in questo TD.
 
Ieri grazie al FAI ho potuto conoscere altri piccoli gioielli della mia Liguria.
A Perti frazione di Finale Ligure è stata aperta alle visite la chiesa di San Sebastiano, costruita per volere del Vescovo Del Carretto tra il 1490 e il primo decennio del 1500.
Non so praticamente nulla di storia dell'arte ma ci hanno spiegato che la prima parte costruita, l'abside ha ancora uno stile prettamente gotico mentre le navate hanno stile cinquecentesco. E proprio per questa caratteristica è una chiesa unica sul territorio.
Al suo interno è presente, sull'altare maggiore, un dipinto che raffigura San Sebastiano ed è copia del dipinto di Guido Reni conservato a Genova.

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Ci siamo poi spostati a Finalborgo dove abbiamo potuto visitare la cappella Olivieri celata all'interno della sala oggi adibita a teatro e sala congressi ma che una volta era la chiesa del complesso di Santa Caterina.
All'interno della cappella alcuni affreschi che costituiscono il ciclo di affreschi più importante della Liguria.
Raccontano diversi episodi della vita della Vergine. Sulla parete di sinistra sono andati perduti poichè nel periodo Napoleonico il complesso era stato trasformato in caserma, la cappella era diventato un dormitorio ed era stata aperta una grande finestra.
Comunque ciò che è rimasto è meraviglioso.

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Per ultimo abbiamo visitato le celle di rigore nel campanile del complesso di Santa Caterina.
Il complesso era nato per volere dei marchesi del carretto che avevano fatto costruire una prima chiesa ed un convento in cui fu accolto l'ordine Domenicano. Alla caduta del marchesato i frati furono allontanati e gli edifici vennero usati per molti anni come caserma e magazzini in particolare durante la campagna d'Italia di Napoleone. Sconfitti i Francesi i Domenicani ritornarono nel convento dove furono aggiunti nuovi edifici e chiostri e fu modificato l'assetto della chiesa: furono tolte le navate e l'abside fu spostata dalla parte opposta a quella originale. Rimasero per alcuni decenni fino a quando con l'unità di Italia fu emanata la legge Rattazzi che permetteva di requisire gli edifici religiosi se utili a fini sociali. Si racconta che il sindaco di Finalborgo per risollevare l'economia pensò di istituire un carcere al posto del convento. Fu presentato un progetto che fu accettato dal governo e il sindaco si presentò dall'abate del convento a comunicargli, di fatto, lo sfratto. Ci fu una lite e l'abate lanciò una maledizione al sindaco che nella notte morì di infarto.
Le carceri comunque furono costruite modificando l'interno del convento dove furono ricavate le celle per i detenuti. Nel campanile furono costruite le celle di rigore. La trasformazione del convento in carcere durò circa un anno e mezzo e il carcere inizio ad accogliere i detenuti nel 1865 e venne chiuso nel 1965.
Nelle celle di rigore erano detenuti soprattutto dissidenti politici e nel periodo dell'occupazione tedesca vi furono imprigionati anche alcuni partigiani. Le celle avevano dimensioni ridottissime, senza finestra, con scuri alle porte che potevano essere chiusi per lasciare i detenuti completamente al buio. Le possibilità di movimento erano ridottissime. Tutte le altre parti del carcere sono state completamente ristrutturate per accogliere le sale del museo archeologico mente le celle di rigore sono rimaste allo stato originale in quanto assolutamente non utilizzabili.

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All'ultimo piano è presente una bifora ora chiusa da un vetro ma al tempo del carcere era aperta quindi queste celle erano le peggiori perchè esposte alla pioggia, al vento e al freddo.

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Non si può immaginare guardando da fuori questo campanile gli orrori che si sono vissuti là dentro
 
Oggi vi riporto a Savona, città che tutti noi conosciamo più o meno approfonditamente in quanto sede di partenze e transiti crocieristici. A volta la si guarda troppo superficialmente ed è un peccato, perché scavando a fondo si trova altro, molto altro.
Tra i suoi monumenti iconici vi è la Fortezza del Priamar, imponente ...vale la pena avventurarsi fin lassù per ammirare il panorama sul mare e sulla città....ma, non è solo questo. Il Priamar custodisce un segreto......un qualcosa che prima c'era , ora non più.... “La Cattedrale Scomparsa”.

Se n'è sentito parlare spesso e molto spesso nel mio girovagare mi sono imbattuta in elementi che mi riportavano a lei.. visitando altri siti le guide stesse mi facevano notare elementi marmorei appartenuti a lei....la mia curiosità è andata sempre più crescendo alla ricerca del suo passato... Evidentemente tutto ciò è insito nel mio DNA, che mi porta inevitabilmente a cercare, cercare e cercare...fino che ecco un evento in Savona che riguarda proprio questa misteriosa Cattedrale!


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Che doveva apparire così, a strapiombo sul mare!

L'evento/ mostra si è tenuto tra marzo e aprile negli ambienti della Curia vescovile a Savona.L’antica cattedrale fu eretta dopo l’editto dell’imperatore romano Costantino del 313 sulle rovine di templi pagani, sull’estremità rocciosa del promontorio, e distrutta nel 1595 dai genovesi. Quest’ultimi ne giustificarono la demolizione con la necessità di migliorare le difese militari della città ma probabilmente era volta a sottomettere i savonesi togliendo loro gran parte dell’identità storico culturale. Fu così sconsacrata e spogliata degli arredi sacri e delle opere d’arte, in parte portate a Genova od offerte in dono a nobili in visita a Savona. I savonesi non potevano avvicinarsi all’ormai fatiscente struttura, pena la morte. Infine fu rasa al suolo e al suo posto vennero costruiti edifici militari.


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La mostra segue un filo conduttore storico e informativo con lo scopo di far conoscere la bellezza architettonica e artistica perdutasi nell’oblio dei tempi e delle generazioni. Ciò grazie a centoventi tra pannelli e tele per una lunghezza espositiva superiore ai 100 m lineari. La parte iniziale accenna ai secolari difficili rapporti politico economici tra Savona e Genova, per passare al periodo d’oro delle cattedrali, descrivendo i loro stili costruttivi dal romanico al gotico. Viene mostrato anche lo schizzo della cattedrale rinvenuto a margine di un documento conservato nell’Archivio di Stato di Genova, unico disegno ad oggi esistente e confermato dagli scavi archeologici sull’attuale fortezza. Su di esso è basata la ricostruzione teorica della cattedrale, via via evolutasi nel tempo.


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La mostra si avvale del supporto di estratti di antiche carte con informazioni valide: di questi sono riportate integralmente o parzialmente sia copie degli originali sia gli scritti e le traduzioni delle parti interessanti la cattedrale. Tali reperti confermano quanto ingentemente abbiano speso i due papi Sisto IV e Giulio II per l’abbellimento della cattedrale.


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Un pannello dà lo spunto a parlare delle pale d’altare. Nel Tre-Quattrocento la cattedrale aveva una pala di un pittore di probabile origine savonese o dei dintorni, tanto da essere identificato come “il maestro dei Piani d’Invrea”. Si tratta di una pala a dieci scomparti attualmente conservata nella Cattedrale di Albì. In mostra vi è una riproduzione al vero. Altri oggetti di pregevole fattura sono state salvate: un prezioso bassorilievo in marmo, il crocifisso marmoreo bifacciale, oggi nella Cattedrale Nostra Signora Assunta e in passato probabilmente installato sopra la trave dell’iconostasi, molti manufatti ora suddivisi tra Museo del Tesoro, Pinacoteca Civica e altri siti. L’esposizione si conclude con alcune piantine comparative dell’estensione di Savona nel ‘500 e ai giorni nostri.

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A conclusione: una mostra ben fatta apprezzata e per il tempo in cui sono restata negli ambienti, ben frequentata da turisti sia italiani che stranieri. Spero venga riproposta , magari nei prossimi mesi estivi in cui l'afflusso turistico è maggiore.
Intanto, spero che chi legge, sia incuriosito e che si rechi sulla sommità del Priamar per toccare con mano questa storia... lassù l'immaginazione può volare immaginando di vederla risorgere lal sito archeologico in cui poter vedere le sue radici....
 
Tra le tante chiese sempre in Savona, vale la pena nominare questa....Nostra Signora di Castello


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L’oratorio di piazza Sisto, proprio nel cuore della città, è sede della più antica confraternita di Savona fondata nel 1260 e custodisce un’opera di immenso valore storico e artistico: il polittico del Foppa, chiamato anche polittico Della Rovere perché commissionato dal cardinale Giuliano Della Rovere, futuro papa Giulio II. A realizzarlo furono Vincenzo Foppa (Brescia 1427-1516), uno dei più importanti pittori del Rinascimento in Lombardia e autore del progetto del polittico, insieme a Ludovico Brea (Nizza 1450-1523), pittore di scuola provenzale-fiamminga che completò tutta la parte destra del polittico. Il polittico fu completato nel 1490.

L’oratorio di Nostra Signora di Castello con il prezioso polittico del Foppa fa parte del patrimonio cittadino, purtroppo spesso ignorato dagli stessi savonesi. Ma ora i volontà della Confraternita si adoperano per poter tenere il più possibile aperto questo luogo a beneficio di tutti coloro che vorranno visitarlo.

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Nostra Signora di Castello è aperto lunedì, mercoledì e sabato mattina dalle 10 alle 12: in questi orari è possibile visitare la chiesa e ammirare il polittico del Foppa grazie alla disponibilità dei volontari e membri della Confraternita che vi ha sede.

I volontari forniscono una guida alle opere d’arte custodite in essa custodite.


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In origine l'oratorio fu costruito dietro la cattedrale di Nostra Signora di Castello, da cui né derivò l'intitolazione conservata fino ai giorni nostri. L'edificio attuale è il rifacimento (databile al 1755) di uno precedente del XVI secolo, distrutto in gran parte da un incendio. L'acquisto del terreno per la prima costruzione fu infatti portato a termine tra il 1544 e il 1563, come ricorda una iscrizione su ardesia ancora esistente in loco. Tra il 1863 e il 1895 l'oratorio fu inglobato nei nuovi edifici civili, così come lo vediamo oggi.
La struttura è a navata unica con volta a botte e presbiterio semicircolare, decorata all'interno da stucchi rococò di Giuseppe Petonti (bergamasco) dal profilo molto semplice e sobrio, restaurati nel 2008. Le pareti laterali e la facciata sono rifasciate internamente dagli stalli lignei su cui siedono i confratelli. L'altare risale al 1920 circa e ha la porta del tabernacolo in argento sbalzato. Ai suoi lati, nelle mura del presbiterio, si aprono due loggette decorate da Agostino Ratti, mentre sopra di esso si impone il grandioso polittico di Vincenzo Foppa e Ludovico Brea del 1490, sopravvissuto alla distruzione dell'antica cattedrale del Priamar. Sono presenti inoltre tre casse processionali portate a spalla durante la tradizionale processione del Venerdì Santo. La prima è La pietà di Stefano Murialdo del 1833. La seconda è La deposizione dalla croce di Filippo Martinengo e risale al 1793. La terza è Il Cristo morto sulla croce, di scuola romana della metà del Cinquecento, donato nel 1728 dai Della Rovere.

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Grazie Oriana per questo ricco reportage.
E' davvero strano che in pieno Rinascimento italiano, quando le arti e la bellezza architettonica andavano per la maggiore e venivano incoraggiate e sostenute anche economicamente, una così grande e bella opera sia stata smantellata. Peccato davvero che non sia stata preservata fino ai nostri giorni, come tante altre opere dell'epoca che possiamo ammirare in molti centri italiani.

Un grande plauso ai promotori della mostra, così dettagliata e impegnata a far conoscere con cura un' opera d'arte perduta.
 
Da genovese ma lericina di adozione (mio marito è di Lerici e al castello ci siamo sposati), vi segnalo Tellaro, piccolo borgo poco distante dove il tempo si è fermato è noto non solo per la Sagra del Polpo in agosto ma per il Natale subacqueo, tradizione decennale. Alla pomeriggio della vigilia i volontari (abitanti del paese di tutte le età’) posano lumini di cera in tutto il paese, scogliere comprese, che hanno preparato nei mesi precedenti. Alla sera viene poi acceso tutto e il paese si trasforma, illuminato solo dai lumini. Si tiene poi sulla spiaggetta un concerto gospel e a mezzanotte i subacquei portano fuori dal mare la statuetta di Gesù bambino che, con la benedizione del parroco, viene portata in processione sino alla chiesa per la messa. Queste sono alcune foto dell’ultimo Natale 270A9BA9-0D8F-4A2C-827B-CA86449AE23B.webp18D74D96-467A-41A6-92D4-745BAA16D81F.webp93E6FBC4-64B9-4262-9CA7-0ECA8C9939CB.webp101DA472-AA6D-4D06-97E2-0750AA66D65B.webp1CF379DD-64C3-4E06-9B0A-DEBF2ABC45CC.webp
 
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