Alcune considerazione in ordine sparso.
Partendo da quello che scrive il nostro amico extra-comunitario
D Monsieur Sciguetto), concordo sul fatto che sia sulla stampa Italiana che su quella Indiana (vedi times of India) siano state scritte grosse inesattezze.
Però, ci sono degli elementi che sono conclamati ed evidenti, e sono quelli che mi lasciano perplesso sulla posizione Indiana.
Nell'ordine:
- Che credibilità possiamo dare ad un'istituzione dello Stato Indiano che attira nelle proprie acque una nave straniera con un sotterfugio?
E questo non proverebbe una buona fede di base da parte dei nostri? La decisione di entrare in porto non è stata presa SOLO dal comandante, ma è stata una decisione collegiale. Ed in quella fase non c'è stata nessuna forma di coercizione da parte delle autorità Indiane (vedi dichiarazione di Frattini e di altri esponenti italiani in merito). Lo abbiamo fatto in buona fede, sbagliando. Cosa che non ha fatto la nave greca, che ERA GIA' in acque nazionali Indiane, e se ne è tornata a casa nel più assoluto silenzio, e con l'appoggio del ministero della marina mercantile greco.
Attenzione: anche le dichiarazioni di alti esponenti internazionali (vedi UE), ed anche ieri durante il G8, non ci danno torto sulla questione dell'internazionalità.
Ed è una questione spinosa anche per gli Indiani, visti gli eterni ritardi nell'esternare il proprio pronunciamento da parte dell'Alta Corte in merito alle competenze (ed anche questo, non puzza un pochino? Attulamente, non c'è nessuna data certa in merito).
Se fossero così sicuri (contiguità, acque nazionali etc.), si sarebbero già pronunciati. Il problema è che hanno troppi elementi contro.
- Sin da subito, le autorità Indiane si sono sbilanciate sulla colpevolezza dei nostri Marò. Prima di qualsiasi interrogatorio, prima di qualsiasi perizia.
Garantismo sulle indagini: in questa fase, sia l'accusa che la difesa devono essere presenti congiuntamente in tutti gli steps previsti, dall'autopsia sulle salme al prelievo delle armi, prove di sparo etc.. Questo in una procedura "garantista". Loro sin dall'inizio si sono opposti, siamo riusciti a "spuntare" la presenza dei nostri CC che hanno solo ASSISTITO ad un'unica fase della perizia balistica.
- Il nodo centrale è la giurisdizione: l'India si è arroccata sulle sue posizioni di principio, ed ha in mano i nostri marò. Questo "droga" di conseguenza tutte le fasi successive. Perchè a loro conviene, per giustificare la forzatura del diritto internazionale, puntare sulla colpevolezza dei Marò. E lo hanno fatto sin dal primo minuto. Anche senza prove. Ecco da cosa nascono i miei dubbi sulla "limpidezza" da parte loro nella ricerca della verità. Sottolineo che le mie sono solo ipotesi.
Non esprimo certezze, ma ho i miei dubbi.
Da parte nostra Idem. Appellandoci al difetto di Giurisdizione, faremo di tutto per screditare le loro procedure e la loro ricerca della verità. Ormai è solo una questione politica e diplomatica.
Sui marò: in questa fase, non posso escludere di certo al 100% che siano colpevoli o che non ci siano stati errori. Non lo escludo.
Ma prima di entrare nel merito della colpevolezza, ribadisco che il tutto è "viziato" da un difetto a monte che è quello della competenza. Per effetto di una evidente forzatura del diritto internazionale da parte Indiana.
Enrico, quattro generazioni? Si, può essere così. A onor del vero, c'è da dire che loro un percorso virtuoso lo hanno già iniziato. Da tempo.
La loro Costituzione (la più articolata al Mondo, con oltre 230 articoli mi pare) è di buon livello. Il problema vero è calarla nel sub-strato legislativo che disciplina i singoli stati (l'India è una sorta di federazione).
Perchè? Perchè è lo stato delle disuguaglianze, delle 22 lingue diverse tutte riconosciute ufficialmente. E' la nazione delle 100 religioni.
Il loro ordinamento è influenzato da questo, l'applicazione del loro ordinamento è influenzata da questo. Molte leggi non sono nè riconosciute nè applicate perchè contrastano con altre leggi "tradizionali" molto radicate nella società.
In un contesto simile, c'è quindi anche una forma di "autoritarismo" (a scapito del "garantismo") nel perseguire reati e nel giudicarli, proprio per dare l'idea ai differenti strati della popolazione che comunque ESISTE un'istituzione giudiziaria sovrana.
Non è un percorso facile, loro lo hanno intrapreso, e bisogna dargliene atto.
Un saluto