Seafoam
New member
Ciao Seafoam.
Ho avuto modo in passato di partecipare ad alcune missioni "un po' particolari" poiche' facevo parte di un reparto di professionisti.
Anche al tempo la partecipazione era solo su base volontaria e - ti garantisco - che in caso di rifiuto non si era assolutamente "emarginati".
Per la mia esperienza ti posso assicurare che quasi tutti i partecipanti lo facevano essenzialmente per il compenso aggiuntivo previsto per queste missioni.
L'unica eccezione erano "i rambo" che, naturalmente, una volta accertata sul campo la loro "inclinazione", non venivano ovviamente convocati per la missione successiva.
Non escludo che qualcuno fosse anche mosso da ideali superiori "Dio, Patria e Famiglia" ma personalmente non ne ho conosciuti.
Un professionista e' un professionista.... deve semplicemente svolgere il proprio lavoro applicando tutti "i crismi" del caso.
Se poi vogliamo credere a concetti come l'abnegazione, l'eroismo ecc. ecc., ritengo che i veri eroi siano quei semplici cittadini che, trovandosi in situazioni critiche, dimostrino di agire disinteressatamente secondo tali principi.
Un saluto
Per quanto mi riguarda è giusto che i militari siano dei professionisti e che siano adeguatamente pagati per quello che fanno.
Oggi come oggi sono persone normali che scelgono questa professione che comunque è una professione, come lo è quella dell'avvocato, del medico, del commercialista. Ovviamente comporta rischi e responsabilità che è giusto siano contabilizzate.
Senza soldi oggi come oggi, anzi da sempre, si vive male. Inutile negarlo. Quelli che hanno fatto giuramento di povertà non indossano una divisa, ma una tonaca.
E' finito il tempo dei figli cadetti che intraprendevano la carriera militare e che davano lo stipendio come mancia al loro attendente.
Che poi quanto sopra non sia ostativo all'amor di patria ed al senso del dovere va da se...
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