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- Colori d'autunno, il mio viaggio su Costa Firenze - ottobre 2022

Stato
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I Quattro Canti.......


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Una piazza storica dove troviamo quattro edifici molto simili tra loro con una lunga tradizione.

Il percorso di esplorazione della città per molti turisti comincia da qui. Da questo quadrivio formato da via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele. I Quattro Canti, punto di incrocio e contatto tra i quattro quartieri storici della città. Una sorta di bussola per le passeggiate che portano ad altrettante splendide chiese , la Cattedrale ad esempio e splendidi palazzi, a partire da quello dei Normanni.


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I Quattro Canti è la scenografica Piazza Vigliena, chiamata anche l'Ottagono o Teatro del Sole, ma comunemente conosciuta e chiamata da tutti Quattro Canti.
Un quadrivio di vie fulcro di un progetto di trasformazione urbanistica della Palermo spagnola.

Le quattro facciate dei cantoni, ornate di balconi, cornici, finestre e nicchie su tre ordini, è un denso apparato simbolico riproducente la quadripartizione della città. Il progetto risale al 1600.
Nel primo ordine si trovano quattro fontane con le statue delle stagioni; nelle nicchie del secondo ordine, le statue dei re spagnoli Carlo V, Filippo II,III,IV; in quelle del terzo ordine, le statue delle Sante Cristina,Ninfa, Oliva e Agata. Protettrici dei quattro retrostanti quartieri: Albergheria, Capo, Castellammare, Kalsa.
Nel coronamento finale, gli stemmi imperiali e reali. Inquadrano sulla piazza l'inizio di via Maqueda due grandi palazzi: Palazzo Merendino e al lato opposto, Palazzo Rudini.


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Poco più in là lo scrosciare dell'acqua ci porta a visitare un'altra meraviglia....

Fontana Pretoria.......la vergogna!!



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Spazio monumentale, spianato e sistemato nel 500 è quasi per intero occupato dalla grandiosa fontana Pretoria, detta anche della vergogna.
Realizzata dallo scultore Francesco Camillari per una villa fiorentina, acquistata in seguito dal Senato palermitano, smontata e ricomposta spettacolarmente qui. Il repertorio è formato da statue di divinità pagane, allegorie e teste di animali. Si dice che i religiosi della vicina chiesa di S.Giuseppe dei Teatini, si indignassero e additassero come " la fontana della vergogna", ancora oggi chiamata così.

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Qui in questa piazza c'è parecchio da vedere: sul lato meridionale il Palazzo delle Aquile, il municipio e frontalmente a lui , il cinquecentesco palazzo Buonocore; sulla sinistra si allunga il fianco della chiesa di Santa Caterina. Vi segnalo anche S.Giuseppe dei Teatini ( si entra dai quattro canti )...sono tutte chiese che ho già visitato e meritano.


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continua....
Nelle nostre visite a Palermo abbiamo sempre trovato aperti i cancelli della recinzione che circonda la fontana e ho potuto scattare foto da vicino fin nei minimi particolari. Ora invece li vedo chiusi. Devo dire che tutto sommato ritengo sia meglio così visto l'enorme numero di visitatori spesso maleducati che non rispettano il monumento costringendo i vigili urbani a continui interventi di ammonimento.
 
Le chiese di Palermo ve ne sono alcune di elevato valore artistico, basti citare la Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, comunemente detta la Martorana, in omaggio alla nobile famiglia di benefattori che diedero vita al vicino convento delle benedettine. San Cataldo, la Chiesa del Gesù o Casa Professa, ma anche alcuni Oratori e Palazzi di Palermo non lo sono da meno. Stupefacente il Palazzo della Ziza, dall'arabo Aziz, splendido esempio di arte arabo. normanna con La Cuba, un palazzo dove i re normanni trascorrevano ore di riposo al centro del vasto giardino...insomma che dire, non basta uno scalo per vedere tutto.

Noi ci muoveremo subito in direzione della piazzetta dietro alla Chiesa di Santa Caterina, che vi consiglio caldamente di vederla è qualcosa di stupefacente!
All'interno del chiostro, non sempre aperto ma oggi è giorno di festività, vengono prodotti dei dolci della tradizione palermitana veramente eccezionali. Un tempo questa preparazione era fatta direttamente dalle monache , famosa la frutta della Martorana. Sono i coloratissimi pasticcini di pasta di mandorle modellati in forma di frutta ed ortaggi, derivati dall'usanza di onorare le festività d'Ognissanti e dei defunti con dolcetti augurali ispirati all'abbondanza e ai colori dell'estate. Col passare del tempo la tradizione oltre che perpetuarsi si arricchisce per ogni festività religiosa importante: a Natale le pecorelle, agnelli per Pasqua e via dicendo lasciando ampio margine alla fantasia dei maestri pasticceri. Un tempo erano le suorine della Martorana a fare tutto ciò.
Ovvio che all'interno è possibile acquistare altri prodotti dolciari, oggi è aperto e non ci lasciamo sfuggire la tentazione.

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In queste due immagini, l'interno della chiesa di Santa Caterina e il particolare dell'altare dedicato alla Santa.

In questa piazzetta esistono due capolavori da non perdere assolutamente. Eravamo già stati in visita qui, ma oggi beneficiando dell'opportunità dell'ingresso scontato del circuito museale, con solo 1 euro entriamo.


Santa Maria dell'Ammiraglio.......la Martorana.....


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Tra i monumenti dello stato arabo. normanno Santa Maria dell'Ammiraglio rappresenta il livello più bizantino, con elementi di chiara derivazione islamica. E' tra le più affascinanti chiese bizantine del Medioevo, è testimonianza della cultura religiosa e artistica orientale presente ancora oggi in Italia. La pregevole pavimentazione marmorea rispecchia fedelmente modelli bizantini.


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L'interno della chiesa antica è decorato con eccellenti mosaici eseguiti tra il 1143 e 48: uno dei migliori esempi di mosaico bizantino del periodo, non meno la porta lignea costituisce un'eccellente opera di intaglio islamico.
Il suo interno – a pianta quadrata con inscritta una croce greca divisa da quattro colonne che sorreggono la cupola – è quasi interamente decorato con mosaici che, realizzati tra il 1143 e il 1148, sono i più antichi di Sicilia insieme a quelli della Cappella Palatina. Al centro della cupola – poggiante su un tamburo poligonale – si osserva il Cristo Pantocratore a figura intera e seduto sul trono, con la mano destra benedicente e la sinistra che regge il Vangelo. I pieni poggiano sulla Terra, a forma di sgabello. Attorno a lui sono disposti quattro arcangeli, nel tamburo otto profeti con i cartigli delle profezie, nelle nicchie i quattro evangelisti. All’interno si ammirano inoltre i mosaici (posti originariamente in facciata) di Ruggero incoronato da Cristo e Giorgio d’Antiochia inginocchiato davanti alla Vergine. Le absidi sono precedute da transenne in marmo e il pavimento è originale. La Martorana subì nel corso dei secoli modifiche e aggiunte, rispetto alle quali si è comunque preservata la costruzione originaria, di cui è ben visibile il campanile. Nel corso del Seicento il portico che collegava il campanile alla chiesa venne sostituito da alcune campate, che presentano un piano di calpestìo più basso: le colonne che ne sorreggono la volta sono le otto del vecchio portico, mentre la volta fu affrescata nel 1744 con il tema della Gloria dell’ordine benedettino. Dal 1937 la chiesa è concattedrale della diocesi di Piana degli Albanesi e vi si officia il culto di rito greco-bizantino.

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Accanto vi è la Chiesa di San Cataldo, originalissima ed unica con le tre cupole rosse, rappresenta un compiuto capolavoro architettonico ,notevole esempio di eleborazione concepita da maestranze islamiche. Interamente è più piccola e completamente spoglia da ogni decoro, ma la luce che filtra dall'alto e si frantuma in raggi al suo interno la rende particolarmente mistica. Noi l'avevamo anch'essa già vista, purtroppo qui , essendo più piccola, l'entrata è contingentata e la coda non è indifferente.

Secondo il nostro programma di visita ambedue queste chiese non erano contemplate, ma le circostanze di poca affluenza dell'una ci ha permesso una deviazione sulla tabella di marcia...una deviazione che comunque ci ha fatto molto piacere. Vedere in un secondo tempo un qualcosa che ti ha particolarmente colpito in precedenza, ti permette di concentrarti su altro che, magari non hai avuto modo di osservare......provate anche voi, poi mi racconterete le vostre osservazioni.

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Nell'immagine San Cataldo


A questo punto ci dirigiamo deviando leggermente dalla strada "diritta" per addentrarci ancora una volta tra i vicoli che ci porteranno verso Casa Professa.


La Chiesa del Gesù o Casa Professa


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La Chiesa del Gesù, conosciuta come Casa Professa, è un gioiello barocco dalle forme sontuose, tipiche dello stile artistico di fine ‘500, quando ai Gesuiti giunti in città a seguito del vicerè spagnolo venne affidata la realizzazione di una chiesa che rappresentasse il potere e l’importanza dell’ordine religioso in città

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La chiesa venne edificata tra il 1564 e il 1663 su una piccola altura naturale, ricca di grotte e in prossimità del fiume Kemonia, già luogo di culto all’arrivo dei Gesuiti, che adattarono la struttura di un complesso religioso realizzando un edificio unico nel suo genere in Sicilia

L’interno della chiesa è uno dei più rappresentativi esempi della decorazione detta “a marmi mischi”, ricoperta interamente da preziosi e ricercati marmi policromi sul tono del blu e del bianco e da sculture marmoree che le conferiscono un’atmosfera di grande impatto visivo.
Nel 1943 i bombardamenti distrussero gran parte della chiesa, successivamente ricostruita e completata nel 1954

La chiesa fa parte del complesso detto Casa Professa dei Gesuiti, che comprende anche un chiostro colonnato, oggi l’atrio della Biblioteca Comunale e l’Oratorio del Sabato, riccamente decorato da stucchi bianchi realizzati da Procopio Serpotta.

Oggi non c'è visita in quanto vi sono funzioni religiose. L'avevamo già vista in passato e ve la consiglio caldamente, magari prendetevi del tempo per visitare tutto il complesso.



Altri scatti della Martorana...


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In questo scatto il particolare dell'altare eseguito tutto ad intaglio , la cortina di pizzo che è posta dietro il quadro sembra fatta di trine leggere e non di marmo ed è sorretta da due puttini ai lati. Per il tabernacolo è stato utilizzato il colore blu del lapislazzulo, quanto più costoso e pregiato ci sia abbinato all'oro.


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Particolare del pregiatissimo pavimento.

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I matronei, in uso nelle chiese bizantine da dove, nascoste dietro a serrande in ferro battuto, potevano stare le donne al riparo da occhi indiscreti. In questo caso le vicine suore benedettine.

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Posto nella stessa via per Casa Professa, vi è un sito, un oratorio molto particolare che è aperto solo in rare occasioni e alla prima domenica di ogni mese. Ve lo indico semplicemente, non l'ho visitato ma mi sono documentata sperando di riuscirci, o in uno scalo futuro o, meglio ancora, in una vacanza nell'isola.

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Oratorio della Congregazione delle Dame o del Giardinello: è una cappella delle Dame caritatevoli di nobile casato.


L'oratorio nasce per volere della Congregazione segreta delle Dame, fondata nel 1595, che si riuniva nella preghiera ma anche per aiutare e assistere i poveri. All'esterno un portale barocco in pietra con un medaglione con monogramma. Al suo interno uno scrigno dove il tempo pare si sia fermato e prima di giungere all'interno dell'oratorio vero e proprio, si attraversa un Giardinello ( da cui il nome) con ancora il pavé maiolicato ottocentesco.

Da qui il passo è breve per recarsi nel luogo dove colori, profumi e sapori di mischiano.....


Ballarò......



Mangiare a Palermo significa approfittare di una gastronomia che offre di tutto e di più, a qualunque ora del giorno e della notte, dallo street food ai ristoranti, la bontà è sempre dietro l'angolo.

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I dolci più famosi sono i cannoli, le cassate, la cuccia e la frutta Martorana. L'aspetto più interessante della cucina locale è il cibo da strada, che offre veramente molte specialità, come ad esempio: il panino con la milza le panelle , la stigghiola e le arancine !!!


Arancine...e non arancino....femmine sono a Palermo!!!!

Guai a non chiamarle con il loro nome, i palermitani si arrabbiano ..;)

Potevamo noi non approfittare??


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Il pesce poi è cucinato veramente in modo speciale, sono da provare assolutamente i crocche' a Ballarò.


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Pane e panelle: delizioso!

Due domande: per lo "street food"...ma no, siamo a Palermo, chiamiamolo più prosaicamente "cibo da strada", anche se suona meno bene...!
Dunque: è possibile a Ballarò accomodarsi da qualche parte per mangiare quelle buone cose, non so, due tavolini, due sgabelli, dove appoggiarsi anche per bere qualcosa?

Quei polpi sul bancone con la testa dritta sembrano vivi, lo erano davvero???
 
Che spettacolo la Martorana!
I mosaici dorati e il Cristo Pantocrato ricordano gli interni del duomo di Monreale, chissà se le due opere sono legate nel periodo di costruzione o negli autori...

Le chiese che ci hai mostrato e descritto, sono vicine tra loro, da poter raggiungere con un unico giro a piedi o occorre utilizzare taxi o mezzi pubblici?
 
Si Gabriele, è possibile.
Sono attrezzati molto bene, infatti se vedi, ho messo giusto una foto di un angolo dove sono stati allestiti dei tavolini. Più di un esercente ho notato che si è attrezzato così, altri invece hanno il banco dinnanzi al proprio locale. I polpi, no sono cotti.

Avevo visitato in un altro scalo il mercato del Capo, anch'esso un mercato storico di Palermo, ma questo l'ho trovato più vivace. Il mercato del Capo si trova se non erro nella parte araba della città. Mi manca quello della Vucciria...al prossimo scalo!
Comunque in quella giornata era l'unico modo di pranzare a Palermo. Un delirio di persone e i ristoranti erano tutti pieni, complice la bella giornata....28°! Da non credere ad ottobre e in più giornata festiva.
 
Che spettacolo la Martorana!
I mosaici dorati e il Cristo Pantocrato ricordano gli interni del duomo di Monreale, chissà se le due opere sono legate nel periodo di costruzione o negli autori...

Le chiese che ci hai mostrato e descritto, sono vicine tra loro, da poter raggiungere con un unico giro a piedi o occorre utilizzare taxi o mezzi pubblici?
Raggiungibili a piedi !
Noi tutto a piedi abbiamo fatto. Sono vicine sia la Martorana che San Cataldo che è subito accanto, santa Caterina di fronte e San Giuseppe dei Teatini a pochi metri. Casa Professa, circa 10 minuti tra loro.

Però ne ho ancora una da mostrarvi, appena riesco.

Palermo ha veramente una moltitudine di cose interessanti da mostrare e a settembre, solitamente così mi ha riferito un'amica palermitana, c'è la consueta manifestazione " La via dei tesori " , dove i siti più rappresentativi vengono aperti per visite guidate al pubblico, molti siti in formula gratuita.
 
Che spettacolo la Martorana!
I mosaici dorati e il Cristo Pantocrato ricordano gli interni del duomo di Monreale, chissà se le due opere sono legate nel periodo di costruzione o negli autori...

Le chiese che ci hai mostrato e descritto, sono vicine tra loro, da poter raggiungere con un unico giro a piedi o occorre utilizzare taxi o mezzi pubblici?
E' forse la passeggiata più bella di tutto il centro storico di Palermo. La Martorana dista circa 2,5 km dal terminal. Otto giorni fa siamo addirittura riusciti a schivare la pioggia sempre incombente arrivando lì dopo essere passati da Piazza San Domenico con la grande chiesa, La Vucciria, via Roma, Quattro canti e Fontana Pretoria, per poi scendere alla marina attraverso i tanti vicoletti caratteristici e meno turisticizzati.
 

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Eravamo rimasti a Ballarò.....

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Il mercato storico di Ballarò si trova nel cuore dell'antico centro di Palermo, nelle vicinanze della Stazione Centrale e del Palazzo Reale ed è il luogo che esprime meglio l’anima multiculturale di Palermo. Una passeggiata a Ballarò è d’obbligo , non solo per chi vuole provare il famoso cibo di strada palermitano.
Nel medioevo era il mercato delle carni pregiate, del pesce e delle spezie che arrivavano dal Deccan, trasportate dalle carovane che accedevano alla città proprio da Ballarò, costruito nella zona vicina alla moschea, sul modello dei suq arabi. Ballarò è il più antico dei quattro mercati storici (gli altri sono Vucciria, Capo, Lattarini) e quello che ha resistito meglio al tempo, mantenendo il carattere dinamico e colorito di un mercato popolare, di giorno animato dalle bancarelle e la sera frequentato dai giovani universitari che si ritrovano nelle taverne per l’aperitivo.
Si sviluppa lungo l’asse che parte dai bastioni di Corso Tukory e arriva a via Vittorio Emanuele e via Maqueda, in una zona ricca di monumenti e chiese particolarmente importanti e suggestive. Negli ultimi anni il mercato si è arricchito della presenza delle comunità straniere, che hanno integrato le loro attività commerciali a quelle dei palermitani, imparando da loro la tecnica di vendita dell’abbanniata, il caratteristico richiamo dei venditori che cercano di attirare l’attenzione dei passanti.


Ed è proprio camminando in una traversa dei vicoli del mercato che ci imbattiamo in una chiesa. Non fatevi ingannare dall'aspetto esterno che dice poco o nulla e poco invoglia ad entrare...il suo interno vi stupirà.
Si tratta della Chiesa del Carmine Maggiore....


La Chiesa del Carmine Maggiore.....piccolo gioiello nascosto tra i banchi del mercato.....



Camminando tra la stradina affollata , tra i colori e odori delle bancarelle di Ballarò, s'intravede una cupola smaltata di maioliche, uno dei prodotti più estrosi del barocco siciliano. Appartiene alla chiesa del Carmine Maggiore, costruita dai carmelitani alla fine del XIII secolo; distrutta e ricostruita interamente nel 1627-67, su progetto di Mariano Smiriglio.
Anche se l'esterno appare semplice e trasandato, entrate...

Anche qui troviamo la gentilezza di una giovanissima addetta che ci spiega a grandi linee le bellezze della chiesa, è possibile aderire allo sconto sul costo della visita, sempre in virtù del biglietto acquistato nella visita all'oratorio di San Pietro ai Crociferi, sconto successivo per le visite di altri monumenti di interesse artistico. La visita può comprendere : la chiesa semplicemente oppure abbinata alla salita sul campanile, o la visita del chiostro dei carmelitani. La salita al campanile è alquanto scomoda e non adatta a chi ha problemi di claustrofobia in quanto un tratto è particolarmente problematico. Scegliamo quindi le altre due opzioni, ma anche per via del tempo, siamo molto distanti dal porto ed occorre a questo punto , controllare il tempo residuo per il rientro.

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La scarna facciata della Chiesa.

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La cupola


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Da un 'immagine posta all'Interno della chiesa da dove si può ammirare in maniera ravvicinata la preziosissima ed elaborata copertura.

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L'innesto della cupola al centro del transetto, vista dall'interno della chiesa.




Costruita nel 1680 sotto la direzione dei lavori di frate Angelo La Rosa religioso carmelitano, s'innalza su tre ordini: tamburo, volta e lanternino. I pilastri sono ornati da quattro statue di stucco raffiguranti Mosè, Elia, San Giovanni Battista e Giona opera di Vincenzo Messina del 1681. La parte interna o concava della volta è rivestita di stucchi ornamentali costituiti da festoni di fiori e frutta. Le quattro finestre sono ornate di putti, vasi e fiori in stucco.
La parte esterna, ricca e singolare, la rende unica nel suo genere non solo a Palermo ma, in tutta la Sicilia. Spiccano quattro coppie di colonne scanalate di pietra con capitelli dorici intramezzati dai grandi telamoni: i quattro personaggi tozzi e muscolosi in atto di reggere la cupola modellati in stucco, come il resto dei decori, da Angelo La Rosa, Andrea Surfarello e Gaspare La Farina.

La superficie convessa è rivestita da maioliche smaltate con colori che richiamano lo stile arabo. È divisa in quattro sezioni, su ogni spicchio della calotta sferica è posto in evidenza lo stemma carmelitano. In alto è sormontata da un cupolino, la palla e la croce.

La scala di accesso alla cupola posta all'esterno del chiostro....


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Il chiostro dei carmelitani...


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Segue....
 
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Internamente lo spazio è suddiviso in tre navate entro le quali si aprono diverse cappelle laterali, tutte di pregevole fattura e molto ricche in ornamenti. Di primo acchito entrando non si ha l'impressione avuta in altre chiese, nel senso che appare più " misera" rispetto a decorazioni elaborate trovate nei precedenti monumenti da noi visitati. Questo non deve scoraggiare poiché le bellezze ci sono e vanno veramente cercate nei minimi particolari. Le due cappelle poste nei transetti , a mio avviso, sono le più suggestive e stupefacenti per ricchezza ed elaborazione.

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Transetto destro, Cappella del Santissimo Crocifisso.

È una struttura quasi identica a quella della Cappella della Madonna del Carmine posta sul lato opposto. Sono presenti colonne tortili che riportano nella parte superiore ornamenti in stucco di fiori, fogliame e figure umane, nella parte inferiore delle scene bibliche. In alto le statue di Papa Telesforo che tiene in mano un calice e Papa Zaccaria. All'interno delle colonne tortili, Giuseppe e Giacomo Serpotta raffigurano scene della Passione di Gesù, opere del 1684. Esempio di leggiadria d'espressione e pregevole finezza d'arte. Al centro il Cristo Crocifisso scolpito in legno, poggiato su di un drappo dorato con motivi floreali, opera attribuita a Girolamo Bagnasco. Ai piedi del Crocifisso un ovale raffigurante l'Addolorata, primitiva sede della statua oggi collocata in fondo alla chiesa all'interno di una custodia lignea.


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Transetto sinistro, Cappella della Madonna del Carmine.

L'altare è costituito da coppie di colonne tortili che riportano nella parte superiore ornamenti in stucco di fiori, fogliame e figure umane, nella parte inferiore delle scene bibliche della vita della Madonna. In alto la statua di Dio Padre in mezzo a Papa Dionisio con la croce in mano e Papa Benedetto V con la tiara. Le opere in stucco eseguite dai fratelli Giuseppe e Giacomo Serpotta nel 1684. Sull'altare troneggia il dipinto raffigurante la Madonna del Carmelo con scene di vita dei Primi Carmelitani, del Monte Carmelo, dell'Approvazione della Regola, La venuta in occidente, La liberazione delle anime dai Purgatorio, opere di Tommaso De Vigilia del 1492.


Particolari delle colonne tortili....


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Un'altra cappella finemente decorata.


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L'organo.


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La sagrestia.






Continua....
 
Devo ammettere che quest'ultima visita avrebbe bisogno di più tempo e sicuramente ci ritornerò poiché altre bellezze artistiche sono presenti in questa zona che desidero vedere. Nelle immagini sé noterete, vi sono segni di infiltrazione dal tetto negli innesti della cupola, spero che la Soprintendenza o chi ne ha cura vi possa porre rimedio al più presto, sarebbe un peccato perdere tutto ciò per incuria.
Sicuramente con più tempo a disposizione andrebbero riviste una ad una le bellissime cappelle laterali e la salita al campanile è d'obbligo...magari verso l'ora del tramonto per poter godere dei colori caldi su Palermo.

Questa città è qualcosa di indescrivibile ed è lo scalo che più ho atteso...forse l'ho anche scritto all'inizio del racconto: itinerario scelto per questa possibilità.

A questo punto dobbiamo riaddentrarci nel magnifico vociare di Ballarò, nei suoi colori, profumi e anche sapori....dopo arancine, crocche' e cuoppo...spero si dica così. E dopo aver questionato con una simpaticissima palerminata doc, che nella sua lingua natale ( che dopo anni e anni di Montalbano, ho imparato a capire e a cui ho risposto :p) ....voleva la precedenza sugli acquisti delle arancine...;):p con il nostro malloppo più cannoli al seguito ( che gusteremo in nave ) , ci avviamo sulla via del rientro...a malincuore naturalmente.

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Continua...
 
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Oriana hai postato belle foto della citta' di Palermo, una curiosita' mia negli anni passati c'era un Moderatore donna col nick " Magica"
ricordo bene
 
Oriana hai postato belle foto della citta' di Palermo, una curiosita' mia negli anni passati c'era un Moderatore donna col nick " Magica"
ricordo bene
Si Costa magica, alias Loredana, è sempre moderatrice ma si occupa dei social di Crocieristi.
Il cuoppo è perfetto linguisticamente ....era col pesce fritto?
Si, molto buono. Ne esistono di altre specialità?


A Palermo per poter assaggiare tutto ciò che propongono, non so se bastano una quindicina di giorni. Ballarò poi è una vera tentazione!
 
Si Costa magica, alias Loredana, è sempre moderatrice ma si occupa dei social di Crocieristi.

Si, molto buono. Ne esistono di altre specialità?


A Palermo per poter assaggiare tutto ciò che propongono, non so se bastano una quindicina di giorni. Ballarò poi è una vera tentazione!
Quello di pesce è il più diffuso, mi fa piacere che sia piaciuto. Ce ne sono altri, pure buoni, con le verdure impastellate
 
Stato
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