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Inoltre considero sempre quanto il carico di responsabilità di un comandante di oggi sia gravoso anche in relazione al numero enorme di persone presenti a bordo; avere la responsabilità di migliaia di persone non è certo cosa da poco
Le alette scoperte non servono più a nulla e non servirebbero nemmeno a loro una volta resisi conto di come funzionano le navi di oggi.
Sai Tano, io son contrario al fatto di considerare che tutto ciò che riguarda il passato, uomini compresi, fosse migliore di quanto non lo sia adesso, e io per la mia età dovrei abbracciare quel modo di pensare.
Capitan Goffo ha detto una grande verità citando i nomi di quei famosi Comandanti di allora e manifestando l'episodio di Comandante Cosulich a manovrare la nave personalmente e con destrezza la sua nave nel Porto di New York.
Non son d'accordo sul fatto dell'esperienza da vendere agli attuali; la loro esperienza, probabilmente con le navi di oggi avrebbe scarsa importanza. Come un Comandante di oggi si troverebbe forse a disagio a manovrare una piccola nave di allora.
Quando vedo una nave di trecento metri evoluire in una pozza d'acqua, infilarsi tra altre due da trecento ed oltre, con una "spanna" libera tra le fiancate, senza l'aiuto, se non virtuale di un rimorchiatore, credo che il "manico" ci sia eccome.
Ho una foto di Queen Mary o Queen Elizabeth, non ricordo, che ormeggiava a New York con un nugolo di "tug", una dozzina; ma tutti i giorni vediamo decine e decine di manovre più complicate, e di navi ben più grandi, in spazi angusti portate a termine con assoluta efficienza e senza l'ausilio di nessuno.
Son cambiate le modalità e le tecnologie; a ciascuno e in ogni tempo la propria professionalità.
Sono ben pagati ANCHE per questo, credo. Inoltre la responsabilità è la stessa che ha un autista di autobus, ad esempio. 50 vite hanno lo stesso peso di 4000. IMHO
Su questo non son tanto d'accordo.
Ah no? Il valore della vita umana lo determini dal numero delle persone coinvolte?
Son cambiate le modalità e le tecnologie; a ciascuno e in ogni tempo la propria professionalità.
Nonostante ne abbia molto desiderio evito di avvicinare i Comandanti.Sicuramente loro sono sempre cortesi e pazienti ma credo che farebbero volentieri a meno di lunghe conversazioni con i passeggeri.In particolare evito di fermarli se li incontro solo un cenno di saluto a cui hanno sempre risposto,e di disturbarli se sono in un momento di relax al bar, e questo, ripeto, nonostante la tentazione sia forte.
Questa la sintesi del mio pensiero.
Bel post di approfondimento Manlio.
Umpire, vero, la responsabilità della vita di 50 persone è già una grossa responsabilità (anche di una). Però è anche vero che 4.000 vittime sono molto più tragiche di 50, e 50 vittime lo sono più di 10. Ma già la perdita di una vita è di per se un fatto tragico.
Quindi, ogni professionista, autista di aereo o di autobus piuttosto che comandante piuttosto che taxista, deve sempre operare al meglio affinchè possa essere evitata la perdita anche "solo" di una vita umana.
E' altresi evidente che un comandante opera in un contesto ben più complesso rispetto ad altre figure professionali.
Un saluto
Vi racconto un aneddoto curioso in proposito, ma non so se già l'ho riportato da qualche parte qui sul forum. Se è così, me ne scuso.
Ero sulla mitica Eugenio C., nel 1986. Il Comandante era Angelo Fulle, e all'epoca era frequente incontrare Comandanti e Stato Maggiore in giro per la nave (anche perchè non erano navi grandi come quelle attuali...). Dunque Fulle aveva l'abitudine di parlare con i suoi collaboratori dovuque si trovassero: per le scale, nei saloni, sul ponte all'aperto...
Io, quatto quatto, cercando di non dare nell'occhio, mi posizionavo alle loro spalle, e facendo finta di fare altro, cercavo di ascoltare quello che si dicevano e carpire informazioni.....
Una volta evidentemente il Comandante se ne accorse, ma non si spostò nè smise di parlare: continuò invece a dire quello che doveva, ma improvvisamente lo fece in strettissimo dialetto genovese...!!!
Ovviamente, non capii niente e me la presi in saccoccia.....![]()
Ovviamente, non capii niente e me la presi in saccoccia.....![]()
Vi racconto un aneddoto curioso in proposito, ma non so se già l'ho riportato da qualche parte qui sul forum. Se è così, me ne scuso.
Ero sulla mitica Eugenio C., nel 1986. Il Comandante era Angelo Fulle, e all'epoca era frequente incontrare Comandanti e Stato Maggiore in giro per la nave (anche perchè non erano navi grandi come quelle attuali...). Dunque Fulle aveva l'abitudine di parlare con i suoi collaboratori dovuque si trovassero: per le scale, nei saloni, sul ponte all'aperto...
Io, quatto quatto, cercando di non dare nell'occhio, mi posizionavo alle loro spalle, e facendo finta di fare altro, cercavo di ascoltare quello che si dicevano e carpire informazioni.....
Una volta evidentemente il Comandante se ne accorse, ma non si spostò nè smise di parlare: continuò invece a dire quello che doveva, ma improvvisamente lo fece in strettissimo dialetto genovese...!!!
Ovviamente, non capii niente e me la presi in saccoccia.....![]()
A proposito di comandanti................
http://www.ansa.it/web/notizie/rubr...ge-capitano-Costa-truffa-anziana_7535839.html
la fantasia nelle truffe non ha limiti.
Perche' noi cosa facciamo...... pensi che la lasciamo al pilota?..... Come onNe dico solo una entrava nel porto di NY con pilota si ma governava lui con carta nautica del porto aggiornatissima la navigazione fino al pier di ormeggio.
A proposito di comandanti................
http://www.ansa.it/web/notizie/rubr...ge-capitano-Costa-truffa-anziana_7535839.html
la fantasia nelle truffe non ha limiti.