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COSTA FAVOLOSA / 08 Settembre 2024 / SCOZIA

Continua Kirkwall

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Mentre attracchiamo in banchina, intorno a noi campi verdi immensi e piccoli fabbricati .
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L’arrivo della nave è previsto per le 08,00, ma il nostro “Giro panoramico delle Orcadi”, partirà alle 09,30, quindi abbiamo tutto il tempo di fare una bella colazione al Ristorante Duca di Orleans, come ogni mattina.IMG_-1--(388).webp

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Non appena messa la testa fuori dalla nave, quando ancora siamo sulla passerella, troviamo ad accoglierci
una bella scritta di benvenuto, non trovata in nessun altro scalo finora. Il tempo non è splendido, ma ora non piove e promette di aprirsi.

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Saliamo sull’autobus, accolti da una guida di nazionalità italiana ma trapiantata da una decina di anni da queste parti, e tra le altre cose verremmo eruditi anche sulla vita di tutti i giorni della popolazione presente in quest'angolo di mondo isolato.

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Scorgiamo la silhouette della Favolosa che sembra adagiarsi su un bel prato verde ....
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Durante questo primo tragitto passiamo per chilometri e chilometri di territorio dedicato al pascolo di bovini e ovini, incrociando ogni tanto una distilleria. Molti campi sono coltivati esclusivamente per la produzione di birra e whiskey, bevande di cui gli scozzesi sono i maestri nella preparazione.
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I terreni verdi che incrociamo nel nostro cammino sono immensi e secondo noi, poco sfruttati rispetto alla loro potenzialità, ma ci spiegano che agli abitanti va bene così. Hanno il necessario che gli serve per vivere e non vogliono assolutamente cambiare i loro costumi e soprattutto le loro centenarie tradizioni.
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Arriviamo infine alle famose barriere fatte costruire da Churchill.
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Queste barriere artificiali sono enormi, lunghissime e sfruttate per congiungere due lembi di terra distanti tra loro.
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Ci spiegano che le isole Orcadi sono state un sito di importanza strategica durante la prima e la seconda guerra mondiale e quindi è facile vedere una serie di manufatti legati a questo periodo storico. Ci sono molte vecchie postazioni militari intorno a Scapa Flow, tra cui appunto le Churchill Barriers che sono state costruite, dai prigionieri di guerra tra cui moltissimi nostri compatrioti, per mantenere le navi navali al sicuro dai sottomarini.
Il tutto inizia quando nell’ottobre del 1939 il sottomarino U-47 della KRIEGSMARINE tedesca/nazista, dopo essersi infilato nella baia di Scapa Flow, attaccò la nave ammiraglia HMS OAK della Royal Navy affondandola in pochi minuti.
Quella fino ad allora era stata considerata come la base navale britannica più importante e sicura in zona, ma dopo questo attacco non sembrava più che lo fosse. Era perciò fondamentale per gli inglesi, impedire che un simile fatto potesse ripetersi, e questo l’approdo doveva essere bloccato ad ogni costo.
Dopo l’affondamento e la morte di molti soldati inglesi, fu proprio Winston Churchill a valutare se gli stretti a est della baia, potessero essere chiusi e così gli venne in mente di realizzare le Churchill Barriers , quattro sbarramenti anti-sommergibile, formati da blocchi di cemento o pietra, tutt’oggi visibili e che richiamano visitatori da ogni parte del mondo.

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Erano stati predisposti 2 campi di prigionia: il Campo 34 sull’isola di Burray e il Campo 60 a Lamb Holm, perché per costruire queste barriere serviva tanta forza lavoro. Gli italiani alloggiavano al “Campo 60”. Nel 1943 con l’arrivo di padre Gioacchini Giacobazzi, un cappellano militare catturato, nacque l’esigenza di realizzare un luogo di culto, che venne completato nell’immediato dopoguerra. Neanche il comandante del Campo si oppose alla costruzione, anzi aiutò i prigionieri a realizzarlo e diede loro il permesso di usare due baracche Nissen per creare la chiesa.
Arriviamo infine presso la Cappella Italiana. La suggestiva chiesetta, conosciuta come “il miracolo del campo 60, si trova sulla piccola e solitaria isola di Lamb Holm e venne realizzata tra il 1943 e il 1945 .

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La cappella italiana, sorge su un luogo evocativo e racchiude in sé una storia meravigliosa che vale la pena di essere raccontata.
Vi voglio perciò parlare ora (scusatemi se mi dilungo, ma la storia merita di essere conosciuta) di questa bellissima cappella cattolica romana costruita dai prigionieri di guerra italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo ingegnoso edificio è ospitato in un'ex capanna militare Nissen e le decorazioni e i disegni dipinti all'interno sono unici nel loro genere.

The Italian Chapel, è tutto ciò che resta oggi del campo 60, nel quale, durante la II guerra mondiale, Churchill, spedì, appunto, migliaia di soldati italiani catturati in Libia tra il 1940 e il 1941.

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I prigionieri italiani lavorarono senza sosta, giorno dopo giorno, nel loro tempo libero, per unire le due baracche Nissen in un unico edificio, usando solo rottami, scarti e pochissimo cemento. Fu così che presero vita croci, porta candele, lampade e lucernari in ferro battuto, che ancora oggi si trovano all’interno della cappella Italiana.
Usando le loro conoscenze precedentemente acquisite, fecero una piccola gettata di cemento per posarvi sopra le baracche e in seguito rivestirono le pareti interne con del legno, che ricoprirono con dei pannelli di gesso che un prigioniero, Domenico Chioccheti decorò con l’aiuto dell’amico Giovanni Pennisi, artista del campo 34, venuto appositamente. Il risultato fu un vero e proprio capolavoro e i due riuscirono a creare l’effetto di una vera navata di mattoni.

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Il Chiocchetti usando solamente dell’argilla, un calco in gesso e del cemento, tutto proveniente dal cantiere delle barriere in costruzione, creò l’altare, che venne dipinto di bianco e posto su un piano rialzato. Realizzò inoltre l’affresco che si trova ancora sopra l’altare e che incanta ancora oggi tutti i visitatori della Italian Chapel, una strepitosa Madonna col Bambino, ispirandosi all’immaginetta sacra regalatagli dalla madre prima di lasciare il suo paese per andare in guerra.

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Sulle finestre ai lati dell’altare Chiocchetti dipinse due figure, un San Francesco d’Assisi e una Santa Caterina da Siena, entrambe rivolte verso la Madonna col bambino, incorniciati da decori a “trompe l’oeil” che danno l’impressione di essere davanti a vere nicchie scavate nella parete che in realtà è piana.
Al centro del soffitto dipinse una splendida colomba bianca, raffigurante lo Spirito Santo, circondato da un cielo stellato e i simboli dei quattro evangelisti.

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Nel frattempo Giuseppe Palumbi, altro prigioniero di guerra, nella vita da civile abile artigiano del ferro, eseguì in soli quattro mesi l’imponente cancellata divisoria dell’abside, in ferro battuto. Realizzarono le lampade del soffitto con barattoli di carne di manzo in scatola e ottennero la fonte battesimale da una carcassa di automobile, rivestita da uno strato di cemento.

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Ci viene infine mostrato un cuore impresso nel pavimento della cappella sotto al cancello in ferro. La storia narra che Palumbi, l’artigiano del ferro, s’innamorò di una ragazza dell’isola, Fiona, di appena 20 anni, lui conosceva l’inglese e un po’ alla volta i due si avvicinarono sentimentalmente. Ma la loro storia finì con la fine della guerra, quando Palumbi tornò in Italia dalla sua famiglia e alla donna a cui si era promesso prima di partire per la guerra.

Prima però portò a termine il suo cancello in ferro battuto e lo mostrò alla donna. Davanti alle porte le disse di non guardare in alto verso gli affreschi, ma in basso dove le ringhiere si univano dentro a un piccolo cuore. Fu un ultimo regalo, un messaggio solo per lei, ci teneva a farle capire , con quel particolare, che lui andava via, ma il suo cuore comunque sarebbe rimasto lì.

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Infine nell’agosto del 1943 venne inaugurato di fronte alla Cappella italiana, il monumento ai prigionieri di guerra italiani, con una scultura raffigurante San Giorgio che trafigge il drago, realizzata con uno scheletro di filo spinato ricoperto di cemento da Domenico Chiocchetti. L’opera simboleggiava il trionfo della pace e la sconfitta delle guerre.

Ripartiamo con il nostro pullman, orgogliosi del lavoro fatto in condizioni critiche dai nostri compatrioti, sicuri di aver onorato, con questa visita, il tanto lavoro da loro fatto.
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La prossima tappa della nostra escursione, saranno le famose pietre di Stenness , un monumento archeologico.
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Esse formano un enorme cerchio di pietre del neolitico di cui non si conosce bene l’uso che se ne faceva allora. Le pietre di questo sito, sono tavole piatte, spesse circa 30 cm. All'inizio era composto da dodici pietre che formavano un'ellisse di circa 32 metri di diametro, su di una piattaforma di 44 metri di diametro circondato da un fosso. Il fosso è scavato nella roccia e raggiunge i 2 metri di profondità e 7 di larghezza, con una singola entrata sul lato settentrionale.
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Chissà che antichi riti si saranno svolti, nell'antichità, tra queste pietre. Neanche la guida ha saputo dircelo con certezza. Le ipotesi vanno dalle cerimonie religiose, ai segnali per gli alieni, da un orologio ad un segnale visibile dal cielo. Boh.
 
Continua Kirkwall.

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Risaliamo sull’autobus direzione nave. Lo spettacolo esterno è entusiasmante.
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Arriviamo infine sotto bordo ma quando siamo in prossimità della passerella da utilizzare per risalire a bordo, ci accorgiamo che lì vicino è ancora presente una navetta gratuita, che avevamo notato già stamattina dal balcone, (questi sono i particolari che ti fanno capire quando in un posto il crocierista è benvenuto o no …) e che in meno di 5 minuti ti porterà fino all’ingresso della cittadina di Kirkwall vera e propria.
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Chi ci tiene al fatto che tu ti senta il benvenuto in un posto, usa simili accortezze, e non come a Lerwick ti lascia ore e ore sotto un diluvio universale senza neanche un riparo improvvisato …

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Il viaggio dura pochissimo e in breve ci ritroviamo all'inizio della cittadina.
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Notiamo subito, sulla skyline della cittadina, l'imponente Cattedrale di San Magnus del XII secolo nel centro di Kirkwall, che al primo sguardo all'interno te la fa classificare come una delle migliori cattedrali del Regno Unito.
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La Cattedrale di San Magnus è uno storico edificio religioso in stile normanno, romanico e gotico. Dedicata a Magnus Erlendsson, conte delle Orcadi, fu fondata nel 1137 ed ampliata nel XIII, XIV e XV secolo e quindi rinnovata nel corso del XIX secolo e agli inizi del XX secolo. Si tratta della cattedrale posta più a settentrione di tutto il Regno Unito ed è definita per questo come la "luce nel nord"
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Le pareti di arenaria rosse e gialle di St. Magnus, la cattedrale più settentrionale della Gran Bretagna, torreggiano sulle stradine di Kirkwall, nelle Orcadi. Commissionata nel 1137 dal conte norreno Rognvald, la cattedrale romanica ha richiesto 300 anni per essere costruita ed è stata a lungo il cuore spirituale delle Orcadi e la sua attrazione più visitata.

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All'uscita dalla Cattedrale, ci imbattiamo in un furgone pieno zeppo di gente che probabilmente sta festeggiando un addio al celibato/nubilato. Sono tutti zozzi di qualcosa che sembra fango o sterco (dico questo per la puzza percepita), che hanno "incellofanato" una povera crista ad una croce monumentale...

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Il loro whiskey sarà pure buono, ma alla lunga può far male ;)

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Si possono visitare altri due edifici ricchi di storia nel cuore di Kirkwall: il Palazzo del Vescovo e il Palazzo del Conte, ma siamo stanchi e preferiamo fare un ultimo giro su Albert Street, per gli ultimi acquisti. Vorremmo portare in Italia, anche del buon whiskey scozzese, ma poi potrebbero esserci problemi con la dogana ad Amburgo (dove, infatti, dei nostri amici hanno dovuto lasciare lì due bottiglie da quasi 100 euro …), e noi non volendo rischiare di spedirle con la valigia, abbiamo desistito all’acquisto.
Rientriamo a bordo per una doccia calda e per iniziare a preparare i bagagli, prima di andare a cena.
Dopo aver assistito allo spettacolo “Ice & Fire” con ottimi acrobati e ballerini con cantanti, andiamo finalmente a cena.

Mangiamo anche stasera cibo eccezionale, e servito con maestria.
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La storia della chiesetta costruita dai nostri connazionali è qualcosa di meraviglioso. E' la dimostrazione che noi Italiani, anche nei momenti più bui, possiamo tirar fuori la nostra creatività e spiritualità dimostrando una straordinaria capacità di resistenza di fronte alle avversità. Quella costruzione non era solo un gesto di fede, ma anche un segno di speranza e umanità in un posto disumano come quello di un campo di prigionia.
 
Le Orcadi e Kirkwall sono luoghi molto belli e suggestivi ed e’ un grandissimo piacere arrivare accolti dall’entusiasmo, dalla gentilezza e dalla disponibilita della gente del luogo.
 
La storia della chiesetta costruita dai nostri connazionali è qualcosa di meraviglioso. E' la dimostrazione che noi Italiani, anche nei momenti più bui, possiamo tirar fuori la nostra creatività e spiritualità dimostrando una straordinaria capacità di resistenza di fronte alle avversità. Quella costruzione non era solo un gesto di fede, ma anche un segno di speranza e umanità in un posto disumano come quello di un campo di prigionia.
Ho avuto paura che la descrizione sia stata un pochino lungo, ma secondo me andava raccontata così come ce l'avevano detta a noi, per far capire bene cosa voleva significare quel luogo per i prigionieri italiani.
 
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