Ny Ålesund (Svalbard) – 19 giugno
Giungiamo di primo mattino nel Kongsfjord (il Fiordo del Re) immersi in uno scenario spettacolare: è una bellissima giornata di sole, il cielo è terso di un blu intenso, attorno a noi montagne ancora coperte di neve si riflettono scintillanti nell’acqua, enormi ghiacciai scendono lungo le vallate per immergere le loro lingue frastagliate, dai riflessi azzurri e verdi, nelle calme acque del fiordo. Costa Magica getta l’ancora proprio di fronte al piccolo villaggio e fervono i preparativi per lo sbarco con le lance.
Il tragitto questa volta è breve, soltanto pochi minuti e ci troviamo sulla piccola banchina.
Ny Ålesund è davvero minuscola, soltanto poche case e gli edifici dei centri di ricerca che hanno sede qui, tra le quali la base del CNR “Dirigibile Italia” inaugurata nel 1997. Oltre naturalmente alle tracce di quella che fino a quarant’anni fa era la ragione d’essere di questo insediamento di pionieri: le miniere di carbone. Appena sbarcati vediamo sulla nostra destra alcuni tratti di binari e una locomotiva a scartamento ridotto che un tempo trasportava sui suoi vagoni il minerale estratto nelle vicine miniere per trasportarlo a riva dove veniva imbarcato sulle navi. Avevano la stessa funzione i nastri trasportatori, ormai abbandonati e in disuso da tempo, che si vedono qua e là accanto alle case. Qui l’attività estrattiva fu florida dal 1916, quando furono aperte le prime miniere di carbone e fu fondato il primo insediamento, che si chiamava allora Brandal City, fino al 1962. Il 5 novembre di quell’anno si verificò un terribile incidente che costò la vita a 21 minatori; a seguito delle pressioni del governo norvegese, preoccupato per la pericolosità delle miniere, la compagnia Kings Bay che le gestiva fu costretta a chiudere ogni attività.
Ma Ny Ålesund è nota anche per essere stata la base per le esplorazioni polari. Da qui nel 1926 partì Roald Amundsen (al cui ricordo è dedicato il busto bronzeo innalzato al centro del villaggio) per il suo volo verso il polo nord a bordo del dirigibile Norge. E sempre da qui partì, due anni dopo nel 1928, Umberto Nobile per la sua sfortunata spedizione a bordo del dirigibile Italia. Di quell’epoca di spedizioni pionieristiche è ancora conservato e ben visibile l’alto traliccio metallico che fungeva da attracco per i dirigibili.
Il villaggio è veramente piccolo, conta in inverno soltanto 30 abitanti stabili, che diventano circa 200 durante la stagione estiva quando giunge qui il personale delle stazioni di ricerca. L’impatto dell’arrivo di oltre 2000 passeggeri sbarcati da Magica è ovviamente devastante, con code chilometriche per entrare nell’unico, piccolo negozio-emporio dove si trova un po’ di tutto, dagli alimentari ai souvenir per i turisti, e per entrare naturalmente nel secondo punto di attrazione il microscopico ufficio postale, che si fregia del primato di ufficio postale più a nord del mondo. Nonostante tutto però qui si respira davvero un’aria particolare, si avverte tangibile la sensazione di essere ai confini del mondo, in una terra ancora oggi di pionieri, dove ci si sente piccoli ed estranei di fronte a una natura ancora selvaggia che mostra tutta la sua potente e severa bellezza. Ci si sente veramente degli intrusi quando si è inevitabilmente attaccati dalle sterne artiche che difendono strenuamente i loro nidi, o quando ci si trova a calpestare la fragile quanto tenace vegetazione, oppure ancora quando si constata la consistenza instabile del terreno reso spugnoso dallo strato superficiale di permafrost che costringe a utilizzare delle sorte di palafitte come fondamenta per le costruzioni, o infine quando si è sopraffatti dalla struggente, violenta bellezza di questi luoghi inospitali, dove si ha l’obbligo di portare con sé un’arma quando ci si allontana, anche soltanto di poco, dal centro abitato.
Rientriamo in nave per ammirare ancora una volta gli incredibili panorami di queste isole e per goderci poi la navigazione turistica che ci condurrà al Magdalenefjord. Purtroppo a causa della presenza di ghiaccio in alcune zone è necessaria una variazione nel programma: non sarà possibile entrare nel Lilliehöökfjorden, ma potremo visitare soltanto il Kongsfjord e il Magadalenefjord.
Possiamo ammirare gli immensi ghiacciai che coronano il fiordo, i ghiacciai Kongsbreen e Kongsvegen, e le aguzze montagne, alte soltanto tra i 900 e i 1000 metri ma che appaiono molto più maestose della loro reale altezza, che spinsero i primi esploratori giunti qui nel XVII secolo a chiamare questa terra Spitsbergen (montagne aguzze).
La navigazione prosegue tra bellissimi panorami fino al Magdalenefjord. Arrivati nel fiordo possiamo ammirare i grandi ghiacciai Adamsbeen, Gullybreen, Brokebreen e Waggonwaybreen. Mentre a destra, entrando nel fiordo, possiamo vedere la piccola penisola sassosa dove sorgeva un tempo un piccolo villaggio fondato nel XVII secolo. La nostra crociera prevede un semplice transito in navigazione nel Magdalenefjord, ma in altri casi è previsto uno sbarco con le lance proprio nel luogo dove sorgeva l’antico villaggio.
È stata davvero una giornata indimenticabile, anche se con il passare delle ore al bel sole del mattino si è sostituito un fitto strato di nuvole. Abbiamo ormai toccato il punto più a nord del nostro viaggio, oltre il 79° parallelo nord; lasciamo il Magdalenefjord e facciamo rotta verso sud in direzione di Longyearbyen, la piccola capitale delle Svalbard.