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Costa Magica - Islanda e Svalbard - 10/06/2010

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Roberto !!!! Complimenti per il diario e mi associo a Magellano, troppo belle le tue foto sulla navigazione !!!!

Un saluto.
 
Reykjavik (Islanda) – 14 giugno

Al mattino, alle 9, come da programma, attracchiamo nel porto di Reykjavik, al Viðey terminal. Abbiamo prenotato l’escursione alla Laguna Blu, che si svolge in mattinata. Partiamo dal porto con il pullmann e con un tragitto di circa 45 minuti raggiungiamo l’area geotermale situata presso Grindavík nella penisola di Reykjanes. La zona è molto suggestiva: si arriva in un paesaggio lunare segnato dall’attività vulcanica; piccoli specchi d’acqua di un colore azzurrognolo lattiginoso costellano il terreno roccioso, scuro e quasi privo di vegetazione; qua e là si alzano verso un cielo plumbeo dense colonne di vapore.

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Lasciato il pullmann al parcheggio, raggiungiamo l’impianto termale percorrendo un vialetto pedonale ricavato in una trincea scavata tra le rocce. Lo stabilimento è molto moderno e confortevole, dopo esserci cambiati e dopo la doccia obbligatoria (per motivi igienici) andiamo verso la piscina naturale. Il breve tratto fra l’uscita dalla struttura coperta e l’immersione nella vasca è drammatico: in costume da bagno, ancora grondanti d’acqua della doccia, veniamo investiti dalle folate di un vento teso e freddo; per fortuna sono soltanto pochi metri. Appena arrivati in acqua ci troviamo subito perfettamente a nostro agio. Le acque che devono la loro colorazione alla presenza della cyanobacteria, un’alga dalle proprietà curative, di minerali e silicati bianchi, è alla temperatura ideale di circa 38-39 gradi. La temperatura dell’aria invece raggiunge a malapena i 10 gradi.

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Rientriamo in nave per pranzo e poi di nuovo a terra per un giretto in libertà a Reykjavik. Avendo acquistato in mattinata l’escursione, possiamo usufruire gratuitamente della navetta che conduce in centro città (che altrimenti sarebbe costata 6 euro a persona). La navetta ci porta in pieno centro al Miðbakki pier, con un tragitto di poco più di 5 minuti (4 km circa).
Qui iniziamo il nostro tour a piedi in città, visitando dapprima la Hallgrímskirkja la grande e moderna chiesa luterana che sorge sulla sommità di una piccola collina, le cui strutture, ispirate alla conformazione delle colonne basaltiche tipiche del paesaggio vulcanico islandese, sono state progettate nel 1937 dall’architetto Guðjón Samúelsson e che è stata dedicata al poeta islandese del XVII secolo Hallgrímur Pétursson. Nel piazzale antistante la chiesa sorge il monumento a Leif Ericson, il capo vichingo che raggiunse il nord America cinque secoli prima di Cristoforo Colombo.

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Poi la nostra visita è proseguita toccando alcuni dei punti di interesse della capitale islandese.
Il laghetto di Tjörnin, in pieno centro città, popolato in estate da numerosissimi uccelli e utilizzato in inverno, quando è completamente gelato, come suggestiva pista di pattinaggio all’aperto.

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La Dómkirkjan, il vecchio duomo, con le sue strutture ottocentesche.

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Il semplice, piccolo ma elegante, palazzetto in pietra, risalente al 1881, che ospita il parlamento islandese (Alþingi).

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Il curioso edificio del municipio (Ráðhús Reykjavikur), circondato dall’acqua, che sorge proprio a fianco del laghetto di Tjörnin, e al cui interno, al centro di un’ampia sala vetrata affacciata sullo specchio d’acqua, si può vedere un grande modello in scala a tre dimensioni dell’Islanda.

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Ritornati in nave, lasciamo verso le 19 il porto di Reykjavik in direzione nord-ovest per raggiungere l’area dei fiordi occidentali: domani scalo a Isafjord.

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Bellissime immagini di una navigazione, immagino, emozionantissima. E che cielo nitido finalmente! I passaggi ravvicinati fra le isole sono dovuti alla rotta più breve o sono intenzionali, per la navigazione turistica?

I passaggi ravvicinati sono stati assolutamente intenzionali e appositamente predisposti per offrire una navigazione turistica ottimale.
Questo transito presso le isole Vestmann in particolare è stato davvero suggestivo: l'avvicinamento alle isole nella straordinaria e luminosa trasparenza della notte artica, il vulcano Eyjafiällajökull sullo sfondo, la serie di manovre effettuate dalla nave nel passaggio all'intenro del canale tra l'isola maggiore Heimaey e l'isola di Bjarnarey... veramente indimenticabile. Talmente bello da non sentire nemmeno le raffiche di vento gelido che spazzavano i ponti!
 
Bene, grazie. In effetti è una scelta molto saggia includere qualche passaggio del genere nell'itinerario. In molti casi, inoltre, su quelle isole sarebbe impossibile o inutile scendere e l'immagine migliore che se ne possa avere è proprio quella dal mare.
 
Isafjord (Islanda) – 15 giugno

Navighiamo durante la notte doppiando la lunga penisola dove sorge il vulcano Snæfellsjökull reso invisibile da uno spesso strato di nubi. Questo alto vulcano è noto perché presso il suo cratere il protagonista del romanzo “Viaggio al centro della terra” di Jules Verne trova il passaggio per iniziare il suo percorso sotterraneo. Durante la mattinata la navigazione prosegue in vista delle alte e frastagliate coste dell’Islanda occidentale, facendo infine ingresso in un ampio fiordo.

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Percorso il fiordo, la nave arriva finalmente in vista del villaggio di Isafjord, Ísafjörður in islandese, che significa fiordo di ghiaccio.

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A causa dei bassi fondali ci fermiamo all’ancora piuttosto distante dal villaggio, ci vorrà un lungo tragitto con le lance (circa 20 minuti) per scendere a terra.

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Il centro abitato è molto piccolo, ma suggestivo, conta meno di 4000 abitanti. Non abbiamo prenotato alcuna escursione, ma abbiamo in programma una semplice passeggiata tra le case del villaggio. Per prima cosa, essendo ora di pranzo, ci fermiamo in un piccolo ristorante dove mangiamo dell’ottimo pesce fresco a un prezzo veramente onesto. Poi visitiamo la parte vecchia della zona portuale con le sue caratteristiche casette ottocentesche.

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L'antico edificio in legno che ospita il piccolo museo della pesca.

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La Tjöruhúsið, l'edificio tuttora esistente più antico d'Islanda, risalente al 1743.

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All’estremità opposta del villaggio un semplice monumento nel verde ricorda gli uomini dediti a quella che storicamente è l’attività principale di questi luoghi: la pesca.

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Lo scalo è breve soltanto poche ore nel pomeriggio, è tempo di tornare a bordo. Partenza verso il nord dell’isola, prossimo scalo Akureyri.

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Eccomi puntuale a vedere l'aggiornamento del diario... Se in precedenza qualche paesaggio mi era noto, in Islanda mi è tutto nuovo e le immagini mi sono graditissime. Pur nella loro semplicità anche i villaggi e le abitazioni hanno qualcosa di magico in questi luoghi. Naturalmente i paesaggi fanno sempre da padroni nel loro ineguagliabile fascino. Soprattutto quando osservati dal Ponte...... ;-) ;-)
 
Ciao Roberto
Complimenti per il diario e le foto che sto seguendo con piacere e attenzione, soprattutto per l'Islanda dove sarò tra qualche giorno....
 
Akureyri (Islanda) – 16 giugno

Oggi ad Akureyri abbiamo in programma l’escursione “Alla scoperta delle bellezze del nord”. Il tour inizia con un rapido giro orientativo nella cittadina di Akureyri, per poi passare sul lato opposto del fiordo, dal quale si gode di una bella vista sulla città e su Magica ormeggiata in banchina.

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Dopo avere attraversato un paesaggio di basse montagne ancora in parte innevate, raggiungiamo le imponenti cascate di Godafoss, sotto un cielo ancora una volta coperto.

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Proseguiamo il nostro tour giungendo infine nell’area del lago Myvatn. Qui consumiamo un discreto pranzo in un ristorante locale, per poi proseguire le visite con l’area vulcanica degli pseudo crateri di Skútustadir.

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Ci fermiamo poi per una passeggiata tra le bizzarre conformazioni laviche di Dimmuborgir.

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Mentre il tempo, dopo un improvviso quanto breve acquazzone, volge finalmente al bello, raggiungiamo infine il campo geotermico di Námafjall, con le sue polle di fango bollente, le incrostazioni sulfuree, le fumarole, gli sbuffi di vapore.

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Ritorniamo poi ad Akureyri, con la nave che lascia il fiordo in un’atmosfera finalmente serena e trasparente, con le montagne innevate illuminate dalla calda luce della sera.

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Durante la serata, attorno alle 23, superiamo il circolo polare artico (66° 33’ 39’’ lat. nord), transitando vicino all’isoletta di Grimsey, l’unico lembo di terra islandese a nord del circolo polare.

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Navigazione – 17 giugno

La temperatura che già in Islanda era su valori piuttosto bassi diminuisce ulteriormente: fino a scendere a 1-2 gradi sopra lo zero. La navigazione procede tranquilla nonostante il vento teso e il mare mosso. Il tempo, con il trascorrere delle ore, va peggiorando, così agli ampi squarci di sereno della mattina, si sostituisce una fitta coltre di nubi, sempre più basse.
Verso le 17 giungiamo in vista dell’isola di Jan Mayen. Da lontano è ancora intuibile la presenza dell’alto vulcano Beerenberg innevato. Poi mano a mano che ci avviciniamo le nubi hanno il sopravvento e non ci permettono di abbracciare con lo sguardo l’isola nella sua interezza.

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In ogni caso è un transito ravvicinato molto suggestivo: l’isola si mostra brulla, a tratti orlata da alte scogliere, a tratti aperta in piccoli arenili di sabbia a sassi. È decisamente un luogo inospitale: non deve essere un vita facile quella dei pochi abitanti, il personale della stazione meteo norvegese, quello del centro per la radionavigazione LORAN-C e dei centri di studi sulla sismologia delle università di Bergen e Tromsø.

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Il passaggio accanto all’isola è molto ravvicinato, tanto che risulta possibile vedere con chiarezza, nonostante le condizioni di visibilità non ottimali, le tre grandi lingue glaciali che scendendo dalle pendici settentrionali del vulcano arrivano a lambire il mare.

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Navigazione – 18 giugno

Percorriamo le 570 miglia che separano Jan Mayen dall’isola di Spitsbergen nell’arcipelago delle Svalbard. Poche note meteorologiche per fare comprendere il significato della navigazione nei mari dell’estremo nord: mare mosso; temperature comprese tra +2,6° e 0°; tempo variabile, a tratti coperto; nel pomeriggio scende del nevischio portato dal vento.
 
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grazie grande fotografo....tutto molto bello ed asauriente, mi pare di capire che siamo in tanti qui ad aspettare il seguito
 
Ny Ålesund (Svalbard) – 19 giugno

Giungiamo di primo mattino nel Kongsfjord (il Fiordo del Re) immersi in uno scenario spettacolare: è una bellissima giornata di sole, il cielo è terso di un blu intenso, attorno a noi montagne ancora coperte di neve si riflettono scintillanti nell’acqua, enormi ghiacciai scendono lungo le vallate per immergere le loro lingue frastagliate, dai riflessi azzurri e verdi, nelle calme acque del fiordo. Costa Magica getta l’ancora proprio di fronte al piccolo villaggio e fervono i preparativi per lo sbarco con le lance.

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Il tragitto questa volta è breve, soltanto pochi minuti e ci troviamo sulla piccola banchina.
Ny Ålesund è davvero minuscola, soltanto poche case e gli edifici dei centri di ricerca che hanno sede qui, tra le quali la base del CNR “Dirigibile Italia” inaugurata nel 1997. Oltre naturalmente alle tracce di quella che fino a quarant’anni fa era la ragione d’essere di questo insediamento di pionieri: le miniere di carbone. Appena sbarcati vediamo sulla nostra destra alcuni tratti di binari e una locomotiva a scartamento ridotto che un tempo trasportava sui suoi vagoni il minerale estratto nelle vicine miniere per trasportarlo a riva dove veniva imbarcato sulle navi. Avevano la stessa funzione i nastri trasportatori, ormai abbandonati e in disuso da tempo, che si vedono qua e là accanto alle case. Qui l’attività estrattiva fu florida dal 1916, quando furono aperte le prime miniere di carbone e fu fondato il primo insediamento, che si chiamava allora Brandal City, fino al 1962. Il 5 novembre di quell’anno si verificò un terribile incidente che costò la vita a 21 minatori; a seguito delle pressioni del governo norvegese, preoccupato per la pericolosità delle miniere, la compagnia Kings Bay che le gestiva fu costretta a chiudere ogni attività.

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Ma Ny Ålesund è nota anche per essere stata la base per le esplorazioni polari. Da qui nel 1926 partì Roald Amundsen (al cui ricordo è dedicato il busto bronzeo innalzato al centro del villaggio) per il suo volo verso il polo nord a bordo del dirigibile Norge. E sempre da qui partì, due anni dopo nel 1928, Umberto Nobile per la sua sfortunata spedizione a bordo del dirigibile Italia. Di quell’epoca di spedizioni pionieristiche è ancora conservato e ben visibile l’alto traliccio metallico che fungeva da attracco per i dirigibili.

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Il villaggio è veramente piccolo, conta in inverno soltanto 30 abitanti stabili, che diventano circa 200 durante la stagione estiva quando giunge qui il personale delle stazioni di ricerca. L’impatto dell’arrivo di oltre 2000 passeggeri sbarcati da Magica è ovviamente devastante, con code chilometriche per entrare nell’unico, piccolo negozio-emporio dove si trova un po’ di tutto, dagli alimentari ai souvenir per i turisti, e per entrare naturalmente nel secondo punto di attrazione il microscopico ufficio postale, che si fregia del primato di ufficio postale più a nord del mondo. Nonostante tutto però qui si respira davvero un’aria particolare, si avverte tangibile la sensazione di essere ai confini del mondo, in una terra ancora oggi di pionieri, dove ci si sente piccoli ed estranei di fronte a una natura ancora selvaggia che mostra tutta la sua potente e severa bellezza. Ci si sente veramente degli intrusi quando si è inevitabilmente attaccati dalle sterne artiche che difendono strenuamente i loro nidi, o quando ci si trova a calpestare la fragile quanto tenace vegetazione, oppure ancora quando si constata la consistenza instabile del terreno reso spugnoso dallo strato superficiale di permafrost che costringe a utilizzare delle sorte di palafitte come fondamenta per le costruzioni, o infine quando si è sopraffatti dalla struggente, violenta bellezza di questi luoghi inospitali, dove si ha l’obbligo di portare con sé un’arma quando ci si allontana, anche soltanto di poco, dal centro abitato.

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Rientriamo in nave per ammirare ancora una volta gli incredibili panorami di queste isole e per goderci poi la navigazione turistica che ci condurrà al Magdalenefjord. Purtroppo a causa della presenza di ghiaccio in alcune zone è necessaria una variazione nel programma: non sarà possibile entrare nel Lilliehöökfjorden, ma potremo visitare soltanto il Kongsfjord e il Magadalenefjord.

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Possiamo ammirare gli immensi ghiacciai che coronano il fiordo, i ghiacciai Kongsbreen e Kongsvegen, e le aguzze montagne, alte soltanto tra i 900 e i 1000 metri ma che appaiono molto più maestose della loro reale altezza, che spinsero i primi esploratori giunti qui nel XVII secolo a chiamare questa terra Spitsbergen (montagne aguzze).

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La navigazione prosegue tra bellissimi panorami fino al Magdalenefjord. Arrivati nel fiordo possiamo ammirare i grandi ghiacciai Adamsbeen, Gullybreen, Brokebreen e Waggonwaybreen. Mentre a destra, entrando nel fiordo, possiamo vedere la piccola penisola sassosa dove sorgeva un tempo un piccolo villaggio fondato nel XVII secolo. La nostra crociera prevede un semplice transito in navigazione nel Magdalenefjord, ma in altri casi è previsto uno sbarco con le lance proprio nel luogo dove sorgeva l’antico villaggio.

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È stata davvero una giornata indimenticabile, anche se con il passare delle ore al bel sole del mattino si è sostituito un fitto strato di nuvole. Abbiamo ormai toccato il punto più a nord del nostro viaggio, oltre il 79° parallelo nord; lasciamo il Magdalenefjord e facciamo rotta verso sud in direzione di Longyearbyen, la piccola capitale delle Svalbard.
 
Ultima modifica:
Stavo per scrivere che un tempo cosi bello alle Svalbard non lo avevo mai visto, quando puntuale è arrivato il tu rammarico per le nubi presto subentrate. Ti assicuro che ti è comunque andata bene! Ny Alesund lo visitai sotto una pioggia battente e non ne conservo un buon ricordo.. Le foto sono straordinarie, colgono tutta l'essenza di questa bellissima rotta.
 
(prima di tutto chiedo scusa a Patty72 perchè per sbaglio ho modificato un suo messsaggio invece che crearne uno nuovo mio.

Adesso riposto correttamente)


Bellissime foto e bellissima crociera :-D ...mi permetto di aggiungerne qualcuna a integrazione:

Questo è il residuo sbufetto di vapore dello Eyjafjallajokull che abbiamo costeggiato prima di iniziare la navigazione turistica delle Vastman

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Foto della cascata Gullfoss e dell geyser Strokkur fatte durante l'escursione del'Anello d'Oro da Reykjavik

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Un'altra foto scattata durante la navigazione turistica lungo l'isola di Jan Mayen

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E, ovviamente, una foto della nevicata durante la navigazione verso le Svalbard

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Roberto il paesaggio ti ha certamente aiutato, ma le foto sono bellissime, e i commenti che le accompagnano, e qui il merito è tutto tuo, altrettanto ben fatti.

Mi cresce sempre più la voglia di arrivare a quelle latitudini ed oltre. Ciao.
 
Roberto il paesaggio ti ha certamente aiutato, ma le foto sono bellissime, e i commenti che le accompagnano, e qui il merito è tutto tuo, altrettanto ben fatti.

Mi cresce sempre più la voglia di arrivare a quelle latitudini ed oltre. Ciao.

Ne parlavo giusto ieri sera con Roberto...

Andando in giro per Longyearbyen mi sono fermato a guardare le offerte di un'agenzia di viaggi e escursioni locali e fra le varie cose ce n'era una alla Base Polare Barneo

Al momento ero troppo preso dalle fotografie e dal fascino del luogo per darci peso, però ieri mentre mettevo a posto le foto fatte quel giorno (fra cui ce n'è una con la bacheca di quell'agenzia) mi è tornato in mente quel particolare e ho scoperto che non è così impossibile arrivare al VERAMENTE al polo

Di articoli sulla Base Barneo ce ne sono tanti, ovviamente quasi tutti in russo o inglese, ma c'è anche questo in Italiano

http://www.azonzotravel.com/viaggi-...afico-90-gradi-di-latitudine_id_532.htm?idn=0

E mi sono pure messo a fantasticare...non sarebbe impossibile (a prescindere dal costo sicuramente esorbitante) fare un Overland al Polo mentre la nave resta alle Svalbard

la mattina del primo giorno si parte per la Base Barneo dall'aeroporto di Ny Alesund, si dorme al Polo Nord (nel senso fisico del termine) e il giorno dopo ci si reimbarca a Longyearbyen...

Io lo farei di corsa!!!
 
Roberto il paesaggio ti ha certamente aiutato, ma le foto sono bellissime, e i commenti che le accompagnano, e qui il merito è tutto tuo, altrettanto ben fatti.

Mi cresce sempre più la voglia di arrivare a quelle latitudini ed oltre. Ciao.

....anche a me.......
 
Stato
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