Honningsvåg (Norvegia) – 21 giugno
Il maltempo prosegue per gran parte della notte, soltanto verso mattino il tempo inizia a dare i primi, timidi segni di miglioramento. In piena notte la nave transita nelle vicinanze dell’Isola degli Orsi, che risulta però completamente invisibile per la scarsa visibilità e perché il transito in questa occasione non è stato molto ravvicinato.
Nel pomeriggio, verso sud, dritto di prua inizia a delinearsi l’inconfondibile profilo di Capo Nord con le sue alte scogliere.
Il nome gli fu attribuito nel 1553 dall’esploratore inglese Richard Chancellor, transitato in questi luoghi durante la ricerca del cosiddetto passaggio a nord-est. In realtà però quello che noi conosciamo come Capo Nord non è affatto il lembo di terraferma più a nord d’Europa: a poca distanza infatti, verso ovest e ben visibile da Capo Nord, il promontorio di
Knivskjellodden lo supera anche se di poco. Capo Nord si trova infatti a 71° 10' 21" latitudine nord, mentre capo
Knivskjellodden si trova a 71° 11' 08" N. A parte questo dettaglio, entrambi i capi non fanno parte della terraferma, ma sono su di un’isola, che si chiama Magerøya (che in italiano significa isola dei pascoli magri). Il primato di punto più a nord della terraferma europea dovrebbe spettare dunque a un altro capo, sconosciuto ai più, situato sulla penisola di
Nordkyn, 20 km a nord del villaggio di Mehamn: capo
Kinnarodden (71° 08′ 02″ latitudine nord). Ma tutto questo poco importa. Troppo suggestiva la ripida e imponente scogliera di Capo Nord e troppo radicata la tradizione che fa di essa un luogo mitico, una meta simbolica, perché qualche secondo di grado di latitudine in più o in meno possa fare la differenza.
Costeggiamo le scogliere di Capo Nord imboccando il vasto Porsangerfjord, quindi accostiamo verso destra aggirando in parte l’isola di Magerøya, fino a trovarci davanti all’insenatura su cui si affaccia la cittadina di Honningsvåg (dal nome stranamente dolce per questi luoghi così aspri e arcigni di: baia riparata del miele).
Gettata l’ancora, iniziano le procedure per lo sbarco con le lance; noi saremo tra gli ultimi a scendere, per via del secondo turno di cena, ma avremo il privilegio di essere a Capo Nord proprio per mezzanotte. In questa occasione ll’organizzazione della nave lascia un poco a desiderare, mostrando qualche pecca: solita trafila, soliti numerini adesivi per i pullmann, però, arrivati a terra, scopriamo che i numerini sono del tutto inutili, che il pullmann con il nostro numero è già partito da tempo e che basta mettersi a sedere sul primo pullmann che capita. Restiamo un po' perplessi... Saliamo in pullmann e facciamo il tragitto con il solo autista, senza alcun accompagnatore, senza nessuno che dica, per il ritorno, dove e a che ora sia il punto di ritrovo… al ritorno stessa situazione confusa, per fortuna che a Capo Nord è davvero difficile che qualcuno si perda, perché altrimenti…
Comunque, a parte questo piccolo inconveniente, ci inoltriamo sul desolato altopiano, popolato da numerosissime renne al pascolo, che precede Capo Nord. Lungo il tragitto sosta d’obbligo al piccolo accampamento Sami, palesemente a uso dei molti turisti che percorrono questo itinerario.
Ed ecco finalmente il Capo, con la struttura metallica che ricorda il globo terrestre immortalata in innumerevoli scatti fotografici.
Ed eccoci a mezzanotte in punto sulla terrazza del centro visitatori, che conserva ancora abbondanti tracce di neve, affacciata sul vasto Mare Glaciale Artico: il cielo purtroppo è nuvoloso; la presenza del sole di mezzanotte la possiamo soltanto intuire da un vago chiarore tra le nubi.
Poco prima delle 2 siamo di ritorno in nave. Il percorso verso Hammerfest è breve, la raggiungeremo in poche ore di navigazione. Peccato che questa navigazione avvenga durante la notte, perché il percorso, che si dipana tra la terraferma e una serie di isole, molto bello e spettacolare, è lo stesso del famoso battello postale norvegese.
Hammerfest (Norvegia) – 22 giugno
Giungiamo ad Hammerfest di primo mattino, il cielo è coperto e piove a tratti. La nave ha attraccato al molo 9 di Fuglenes, non vicinissimo al centro città. È disponibile un servizio di navetta a pagamento, ma, visto che ha smesso di piovere, decidiamo di andare a piedi per gustarci meglio il panorama. Con una tranquilla passeggiata di circa 20 minuti raggiungiamo il centro.
Hammerfest si fregia del primato di città più a nord del mondo, titolo che contende con Honningsvåg, presso Capo Nord, e con Barrow in Alaska. In realtà il problema connesso all’attribuzione di questo primato è legato a che cosa si intenda precisamente per città. In tutti e tre i casi più che di città si tratta di centri abitati che potrebbero al massimo essere dei grossi villaggi, Hammerfest è più a sud degli altri due, ma è la più popolosa con oltre 5000 abitanti… questo fatto le conferisce un certo vantaggio... certo che, nonostante tutto, 5000 abitanti sono un po’ pochi per definirla una città…
Hammerfest non offre molto ai visitatori: il padiglione per concerti all'aperto, l'
Isbjørnklubben (Antica reale società dell'orso polare) e poco altro. Approfittiamo di una breve schiarita per raggiungere il punto panoramico di Salen, in alto alle spalle del centro abitato.
La nave lascia Hammerfest a metà giornata con una gradevole navigazione tra le numerose isole che proteggono la baia, poi, giunta in mare aperto, fa rotta verso sud-ovest costeggiando a distanza la terraferma norvegese.