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Costa, nuove costruzioni?

prof

Staff Member
A una recente conferenza stampa in Italia Micky Arison, numero uno della Carnival, ha detto proprio questo: sono arrivati alla centesima nave della compagnia (ovveri con le compagnie controllate), ora al periodo di espansione che abbiamo conosciuto seguirà un periodo di consolidamento. E in effetti, come dice Tano, ha poi aggiunto che più che al mercato americano adesso Carnival guarda a quello europeo.
In tutto questo a pagare saranno i Cantieri. Qui a Palermo già gli operai sono scesi in piazza più volte e rischiano di fare la fine dello stabilimento Fiat di Termini Imerese.
 

pmanlio

Active member
In tutto questo a pagare saranno i Cantieri. Qui a Palermo già gli operai sono scesi in piazza più volte e rischiano di fare la fine dello stabilimento Fiat di Termini Imerese.

Quando una tecnologia o un mondo 'esplode' è normale che porti molti posti di lavoro, ma è anche normale che ad un certo punto il mercato o satura, o comunque rallenta..

Quello che mi chiedo è come sia possibile andare avanti come nulla fosse fino a rompersi la testa quando certe cose sono prevedibili con decenni di anticipo?

Forse tra un po' emergerà la Cina, ed ai cinesi venderemo automobili, navi, prodotti di lusso (purtroppo è più logico il contrario ndr), ma alla fin fine che certe cose cambiano è prevedibile da una vita..

Quante competenze di eccellenza sono tra queste maestranze? Quante cose stupende potrebbero fare?

Il problema è che se uno prova ad anticipare delle strategie di uscita graduale da un settore tutti si oppongono, poi quando la crisi scoppia si arriva alla chiusura di stabilimenti ed al licenziamento di operai..

E' uno schema che in Italia si ripete identico da almeno mezzo secolo, ma sembra sempre una novità..

In aggiunta a questo siamo da sempre in un paese dove la merce per il 90% viaggia su gomma, ed ad ogni cambiamento del prezzo della benzina l'inflazione parte come un treno: una serie di navi medio/grandi e di bei treni che percorrano la penisola potrebbero ammazzare questo fenomeno, ed i tir potrebbero operare a livello di distribuzione locale..

Ma anche questo da noi sembra impossibile, e farebbe lavorare certi cantieri..

Un salutone (amaro)
Manlio
 
T

tano

Guest
Senza offendere nessuno, lasciando a parte le varie regioni, senza offendere l´amico Salvo, vorrei fare una riflessione.
Nel ´90 quando Fincantieri riparte s´incomincia a fare navi da crociera a Monfalcone, poi a Venezia.
La prima grande realizzazione a Genova e la Costa Fortuna nel 2003, con l´utilizzo di Palermo per il troncone di prua.
Conosco Monfalcone grazie all´amico Mate, conosco Papenburg, il cantiere Tedesco che al momento é quello che piú ordinazioni ne ha.
Monfalcone senza offendere sembra essere alla fine della seconda guerra mondiale, quello di Papenburg continuano ad ingrandirlo, due bacini che quasi entrano quattro navi, é una struttura moderna perfino hanno fatto una stuttura in cui uno puó andare quando vuole a pagamento e vedere come construiscono le navi.
La mia domanda, non era meglio potenziare Monfalcone investendo e facendola diventare una cantiere unico e moderno con la possibilitá di construire quattro navi ???
Secondo me credo che se Fincantieri avesse fatto cosí, oggi avrebbe piú comesse che Papenburg.

Un saluto.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Nemmeno io voglio offendere Tano, ma non credi di essere un pochino "ingenuo" a porre questa domanda? Credo che se fosse per Fincantieri, qualche stabilimento sarebbe già chiuso da tempo. L'Azienda, prima Italcantieri poi Fincantieri, nel tempo ha raccolto sotto la sua direzione i maggiori cantieri navali italiani, da Castellamare, a Sestri, da Cantieri Riuniti dell'Adriatico, CRDA a Breda Marghera, dal "Florio" di Palermo ad Ancona, ma per qualcuno, forse, ne avrebbe fatto o ne farebbe volentieri a meno.

Guarda cosa sta succedendo per Sestri in questi giorni; "Ribaltamento" ( ingrandimento del cantiere verso il mare per aumentare la capacità produttiva) , trasformazione del cantiere alle sole grandi manutenzioni e ristrutturazioni, ma le correnti sono diverse e le soluzioni non sembrano proprio dietro l'angolo.

Ma pensi sia facile chiudere un Cantiere e lasciare a casa centinaia di lavoratori. Credo anche io che i vertici dell'Azienda si organizzerebbero sulla immagine di Papenburg, dove sono stati investiti ingentissimi capitali.

E ti sei dimenticato di dire che le quattro navi, le costruiscono al coperto, anche per far fronte alle differenti condizioni meteo delle nostre latitudini. Razionalizzare significa abbattere i costi e diventare più competitivi.

Secondo il mio modestissimo parere, costruire una Favolosa a Palermo, costerebbe di più che non costruirla a Venezia o Monfalcone, per la vicinanza delle numerose ditte fornitrici, nate e sviluppatesi nel tempo, nell'immediato retroterra dei due cantieri.

Ed è forse uno dei motivi che nelle pieghe delle dichiarazioni dell'Azienda, i cantieri dedicati alla costruzione delle grandi navi da crociera siano Monfalcone e Marghera.
 

amartoni

New member
Mi auguro che al più presto Fincantieri riceva nuovi ordini.
Ma la concorrenza è fortissima, adesso più che mai. A parte Mayer Werft tutti i grandi cantieri europei sono messi malissimo: in Finlandia non hanno più ordini ed hanno perso il loro cliente di riferimento (RCCL); in Francia, una volta terminata Divina, saranno di nuovo fermi, con, per di più, la nave di Gheddafi da sbolognare al primo che passa (e che credo NON sarà Aponte). Entrambi questi cantieri sono disposti a tutto pur di accaparrarsi un ordine, e, per quanto riguarda i cantieri di Saint Nazaire, la classe politica è molto disposta ad aiutarli. Qui è diverso... i cantieri sono statali, abbiamo i nostri sindacati..., è più difficile.
Quindi non sarei per nulla stupito se Anison decidesse di far costruire le due navi a Saint Nazaire o a Turku, o anche a Papenburg, visto che ha già iniziato a collaborare con i tedeschi con le due Disney...
 

Rodolfo

Super Moderatore
Antonio, non so se Papenburg, in questo momento ha la capacità di recepire nuovi ordini, se non con consegne a venire distanziate nel tempo. Fincantieri probabilmente sarebbe avvantaggiata dal punto di vista dei tempi, sempre che Arison opti ancora per l'ennesima variante di Destiny o delle nuove Princess.
 
I

Italian Cruiser

Guest
Personalmente sono dell'idea che alla fine il nuovo ordine andrà a Fincantieri... il rapporto con Carnival è più che consolidato. E non credo che per Costa sia stato elaborato un nuovo progetto... prevedo infatti 2 Carnival Dream rivisitate.

Riguardo all'espansione di Carnival in Europa... a scanso di possibili equivoci... è da interpretarsi con quella del Gruppo... ossia attraverso le controllate Costa, Princess ed Holland America. Il prodotto di Carnival Cruises, interamente strutturato sull'Americano medio, non è molto appetibile per il crocierista europeo. Andrebbe rivisto... con il rischio di creare una pericolosa sovrapposizione con Costa... le 2 compagnie sono già sin troppo simili nello stile. Ed a Carnival chi glielo fa fare ?
 
T

tano

Guest
Rodolfo ma perche in Germania per le construzioni di navi da Crociera in questo momento esiste solo Papenburg e i Tedeschi si sono concentrati solo in quel cantiere ? Hanno chiuso altri, infatti giá nel ´96 dopo Victoria chiusero Bremer Vulkan.
Secondo me, mi sembra , In Italia sempre per questi benedetti Governi - Sindacati bisogna dare lavoro a tutti, quando c´é lavoro si investe ma non in modo razzionale, capita un momento di crisi come questo, si rischia di lasciare senza lavoro anche coloro che avevano i primi contratti. Cioé secondo me si sono aperti nuovi stabilimenti per una questione politica che al primo problema rischiano o vengono chiusi lasciando tanti lavoratori in strada.
In poche parole secondo me era meglio che Fincantieri avesse diviso da un primo momento i vari settori.
Sestri Ponente ha construito navi dal 2003 al 2012 e poi ? Neanche Monfalcone che storicamente é il cantiere numero uno in Italia ha la sicurezza di continuare a fare navi.
Io credo che se la concentrazione di capitali fosse stata in gran parte solo a Monfalcone, oggi sarebbe superiore a Papenburg.

Un saluto.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Tano, guarda che gli stabilimenti che Fincantieri ha "ereditato", sono stabilimenti storici, non di recente apertura, alcuni addirittura che risalgono al 1800, se non a tempi precedenti nelle loro primitive origini.

Sul fatto di razionalizzare e concentrare credo possiamo essere d'accordo, sul resto un po' meno. Ciao.
 

pmanlio

Active member
Io al razionalizzare aggiungerei un criterio di uscita da certe attività: quello che voglio dire è che se un gruppo è in grado di costruire una nave allora è anche in grado di fare molte altre cose..

Attualmente ad es. assistiamo all'esplosione dei centri commerciali ed anche ad un incremento in molte parti del mondo, magari non travolgente ma sensibile, costruzione di edifici immensi come i grattacieli..

Una serie di problematiche e soluzioni tecniche che si utilizzano nel campo dell'ingegneria navale sono assolutamente rivendibili in questi campi: penso al condizionamento dei vari ambienti, alla supervisione, allo studio degli sforzi elastici ed ad altro ancora..

E molto di quello che si può imparare da quei campi è probabilmente rivendibile in quello navale..

Quello che ho portato è un esempio, ma non credo sia l'unico..

Per questo credo che in prospettiva Fincantieri potrebbe pensare ad una forma di dismissione 'controllata' di certi impianti con la possibilità di impiegare la manodopera in altri ambiti e mantenere però un reciproco vantaggioso rapporto con essi..

Altrimenti si va avanti attaccandosi alla commessa di turno e si risolve ben poco..

Un saluto
Manlio
 

Leonardo Carboni

Administrator
Staff Forum
La capacità di sopravvivenza di un'essere è nella diversificazione delle sue attività.
Sappiamo tutti della carestia che affamò l'Irlanda nel 1850 dovuta all'eccessiva monocoltura di patate e all'arrivo di un parassita che le distrusse; morirono molte persone e altrettante emigrarono negli USA.
L'errore fù di concentrare la produzione su un singolo prodotto (in verità anche il governo di Sua Maestà Britannica diede un0'aiutino in queste scelte).
La storia è piena d'esempi , dall'Irlanda all'Isola di Pasqua.
Un'esempio di industria diversificata è la coreana Hyundai : produce automobili, ma anche navi, piattaforme petrolifere, computer, macchinari edili....
http://www.hyundai.eu/a-proposito-di/hhi-it
Ma ci sono altri mille esempi dalla Toyota alla Yamaha, il difficile è modificare la mentalità di imprenditori ed operatori.
A volte mi viene il sospetto che ci sia un'atteggiamento degno del Gattopardo.
 

pmanlio

Active member
ma fincantieri non è un ramo di finmeccanica?

Si.. proprio per questo secondo me avrebbe molte possibilità di girare la loro esperienza in altri settori (ad es. il ferroviario oltre all'edilizia di livello) portando risorse in altre parti del gruppo..

Un saluto
Manlio
 

Cokj72

New member
Si.. proprio per questo secondo me avrebbe molte possibilità di girare la loro esperienza in altri settori (ad es. il ferroviario oltre all'edilizia di livello) portando risorse in altre parti del gruppo..

Un saluto
Manlio

se è cosi il gruppo già lavora con le ferrovie (credo Breda), per esempio. Come nelle costruzioni, informatica, aereospaziale, etc. etc.

Il problema è che queste aziende hanno molti impiegati di livello alto e molti operai/tecnici di livello alto, che devono essere mandati in pensione (cassa integrazione) poichè hanno degl istipendi alti e rimpiazzarli con ragazzi assunti con contratti di formazione. Ecco cos' è la crisi.
 
Ultima modifica:
T

tano

Guest
Leo io sono d´accordo con questa diversificazione e a quello che voglio arrivare é , non era meglio aver investito sul prodotto crociera solo a Monfalcone ?
Poi a Marghera un altro tipo di prodotto pre esmpio specializzata in navi traghetti , a Sestri Ponente un altro, a Palermo pre esempio solo ammodernamenti.
Vedere un troncone fatto a Palermo pre esempio della Costa Fortuna per poi essere portato a Sestri Ponente, secondo me é uno strano modo di constuire paragonato ai Tedeschi o anche ai Finlandesi.
Vedere una nave fatta a Marghera o a Sestri e poi poretata per la pittura finale a Trieste o a Palermo mi chiama l´attenzione.
Come dice Rodolfo e mi scuso, é vero che sono tutti cantieri storici, peró hanno vissuto periodo d´oro con periodi molto oscuri, secondo me nel 1990 in cui Monfalcone inizió l´ascesa accompagnata da Marghera, per me era il momento di dare un cambio.

Un saluto.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Ma forse i cantieri sono troppi per una efficiente produzione industriale. E' facile dire a Sestri un altro, ad Ancona un altro, a Marghera traghetti. Ma che tipo di navi sono "un altro".

Mercantili, tipo petroliere, bulk carrier, gasiere, portacontainer ed altre unità specializzate, non se ne costruiscono più, perché nessuno può battere la cantieristica orientale in termini di rapporto qualità prezzo. Di grandi traghetti, se ne costruiscono sempre meno, ed anche questi, in parte provenienti dall'Est.

Rimangono le costruzioni militari, limitate nel numero e commissionate con il contagocce, che già hanno il loro cantiere specializzato Muggiano e Riva Trigoso, un po' di imbarcazioni per attività lavorative di nicchia come Supply Vessel, rimorchiatori che sono una fetta di mercato appannaggio di cantieristica minore altamente specializzata, come Rosetti, Neri, San Marco, Apuania e molti altri dediti alla costruzione di unità minori.

E il resto dell'Europa, non vorrei sbagliare, non se la passa tanto diversamente dall'Italia. STX Finlandia aspetta commesse governative per rinnovare la flotta dei traghetti del Baltico, e la produzione è tutta indirizzata alle navi da lavoro, assistenza piattaforme petrolifere, trivellazioni etc etc. STX France sopravvive a stento supportata dal governo, e Mayer Werft a parte, cosa altro c'è di produzione navale veramente significativa, se non per particolari costruzioni come le militari in cui ogni paese costruisce, in genere, le proprie?
 
T

tano

Guest
Quello é anche vero, Rodolfo. Alternative sul navale non é che sia rimasta tanta. solo militari, infatti Fincantieri ha avuto poco tempo fa una importante comessa sul militare.
 

Leonardo Carboni

Administrator
Staff Forum
Un troncone fatto a Palermo vuol dire far lavorare le maestranze di Palermo.
Il tuo ragionamento in linea teorica è giusto; ma questo implica una super specializzazione dei cantieri e soprattutto di tutto l'indotto che ruota intorno.
La specializzazione in un settore ha però pregi e difetti e in momenti di crisi escono solo i difetti.
In Germania è stata fatta un'operazione di concentrazione , in Italia è esattamente il contrario proprio per quella "storicità" dei cantieri di cui parlava Rodolfo.
Risultato è che costruisci il troncone a Palermo, lo mandi a verniciare a Marghera e lo assembli a Sestri... l'esempio è volutamente esagerato ma poi non molto dissimile dalla realtà.
In un periodo economico dove anche pochi centesimi di euro fanno la differenza il nostro sistema non funziona a pieno; c'è poi da dire che nel passato la manodopera italiana era a buon mercato, soprattutto se messa in relazione con i costi della manodopera del nord europa...oggi le cose sono cambiate e ci dobbiamo scontrare con la crisi economica e con i nuovi mercati asiatici.
Il discorso è veramente complesso e noi possiamo solo fare ipotesi sulla base di quanto percepiamo dagli organi d'informazione, e sicuramente è solo una parte della realtà.
Saluti
 
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