Re: Costa Riviera, che fine ha fatto?
BATTESIMO PER LA 'COSTA RIVIERA' PERLA DELLA FLOTTA LIGURE
Repubblica — 24 novembre 1985 pagina 43 sezione: ECONOMIA
GENOVA - Era dal 1965, cioè dal varo della "Michelangelo", che Genova non assisteva al battesimo di un nuovo transatlantico. Ieri mattina al ponte Andrea Doria c' è stato quindi un evento "storico": la cerimonia di presentazione, con il ministro della Marina mercantile Carta, della "Costa Riviera", l' ultima nave "inventata" dai Costa quando hanno deciso di concentrare nell' attività armatoriale e soprattutto crocieristica tutti gli sforzi di ripresa e rilancio dell' azienda. La "Costa Riviera" è un riadattamento della "Guglielmo Marconi" ma è stata presentata come un gioiello di tecnologia avanzata e di altissima specializzazione nel settore crocieristico. Con un investimento di 70 miliardi è nata una nave di 31.500 tonnellate, 214 metri di lunghezza, in grado di ospitare 1200 crocieristi, dotata di "shopping center", casinò, pizzeria, piano bar, sala feste e discoteca, con "punti sport" e il "lido", i percorsi per lo jogging, i campi di basket, pallavolo, tiro al piattello, ping pong, e una grande piscina: "il massimo - dicono i dirigenti - che può essere chiesto da un turista europeo ma soprattutto americano". La "Costa Riviera" inizierà infatti il 14 dicembre una serie di crociere di sette giorni nei Caraibi, con partenza ogni sabato da Fort Lauderdale. E' gestita da una Spa di cui fanno parte al 50 per cento la "Costa Armatori" e al 50 per cento il Provveditore di bordo genovese Zerbone. Per l' antica dinastia degli armatori genovesi è l' ultima scommessa. Non più tardi di tre anni fa i Costa attuarono infatti una vera e propria "rivoluzione", trasformando l' azienda familiare (circa 150 parenti) in una vera e propria "holding", assumendo manager dall' interno e dall' estero. Nacquero quattro società operative coordinate da una capofila. Ci fu soprattutto un enorme sforzo finanziario per lanciare la "città satellite" di San Benigno, un complesso di edifici a ridosso del porto destinato a raccogliere uffici per aziende interessate all' attività marittima. I Costa alienarono gran parte del patrimonio immobiliare per trovare denaro fresco, abbandonarono il settore tessile e successivamente vendettero gli stabilimenti e il marchio dell' olio d' oliva Dante alla Unilever. Nel frattempo, l' ultimo dei "vecchi" Costa, Giacomo terzo, manifestò il suo dissenso lasciando la holding. Rimasero i giovani, Andrea alla guida della holding e Nicola a capo della Costa Armatori. Anche San Benigno (i lavori sono iniziati tra molte difficoltà) sembra rivelarsi un rischio notevole. La crisi finanziaria in un paio d' anni si è appesantita, lo stesso settore delle crociere, da sempre polo trainante, ne ha risentito. La Costa Armatori solo quest' anno dà segni di ripresa, l' anno scorso ha chiuso a fatica in pareggio, due anni fa era in deficit. Mentre San Benigno, un' operazione che costerà alla fine quasi mille miliardi, veniva lasciata alla sola "Sci" del cugino Emanuele Romanengo, Nicola Costa decideva di puntare tutto sul rilancio delle crociere, soprattutto in America. Così è nata la "Costa Riviera", una speranza in più per una delle pochissime famiglie imprenditoriali che bene o male ha rischiato e investito a Genova. - di PIERO VALENTINO
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