Ciao carissimi. Eccovi qualche impressione generica.
Tempo fa avevo letto un libro, Shantaram, che tutti dovrebbero leggere prima di visitare questo paese. Il racconto di un australiano approdato a Bombay per evitare la prigione, anzi fuggito dalla prigione, ed altri guai nel suo paese. Descrisse la città così bene che quando sono arrivato mi è sembrata un “dejà vu”. Bombay, ora Mumbay, è la città simbolo dell’India,capitale economica della nazione, 20 milioni di abitanti secondo l’ultimo censimento (2010). I contrasti della nazione sono qui riassunti, la grande, dignitosissima povertà, con le immense ricchezze, l’analfabetismo con la migliore università indiana, che sforna gli ingegneri informatici ed i medici migliori al mondo, la sporcizia con l’asettica pulizia, le splendide costruzioni retaggio dell’impero inglese, con le fatiscenti baracche, i grattacieli sovrastanti le miserrime lavanderie a cielo aperto, etc.. Simboli della città sono in primis la Gateways of India, imponente monumento costruito per ricevere la prima visita dei reali inglesi ai tempi dell’impero, ma cara agli indiani soprattutto perché vi passò sotto l’ultimo soldato inglese dopo la dichiarazione d’indipendenza. Il Taj Hotel, di fronte alla Gateway, simbolo della potenza dell’India dei primi del ‘900 ed ancor oggi uno dei migliori hotel al mondo. Victoria Terminus, un universo a sé nel panorama mondiale, con 3 miliardi di persone che vi transitano ogni anno! Mumbay ovunque offre splendidi viali alberati che riparano nei mesi caldi ed umidi dal caldo infernale, campi da criket dalla terra rossa. Purtroppo gli attacchi terroristici del 2008 hanno precluso l’ingresso a molti parchi e palazzi prima aperti alle visite del pubblico, tipo l’Università e l’High Court; anche l’accesso agli hotel più prestigiosi avviene dopo accuratissimi controlli a persone ed auto. Da non mancare una passeggiata anche a Colaba, uno dei quartieri di B., specialmente lungo Colaba Causeway, paradiso del commercio di ogni genere, anche quelli meno leciti. Altro luogo di culto per gli indiani è la casa di Ghandi, artefice dell’indipendenza del paese nonché oppositore strenuo al sistema delle caste. Sistema ora non più tanto seguito dalle nuove generazioni nelle grandi città, ma ancora ampiamente in vigore nei villaggi ed in particolari regioni. Oltre il 50% dei matrimoni in India sono combinati e rispetano rigorosamente il sistema delle caste. Due luoghi particolarmente suggestivi sono le lavanderie a cielo aperto, che comunque stanno tendendo a scomparire, soppiantate dall’elettrodomestico, ed il piccolo, relativamente, spazio di foresta dove la minoranza Parsi “tumula” i morti utilizzando le Torri del Silenzio, piccole torri, 2/3 metri di altezza sulle quali vengono posati i cadaveri, divorati poi da avvoltoi opportunamente allevati e da altri rapaci e non: macabro ma suggestivo; chiaramente nessuno è ammesso allo spettacolo. Bombay negli anni 60 contava 3 milioni di ab. Ora 20 milioni, 6 milioni abitano nelle baracche e negli slums, cresce di circa 150000 abitanti all’anno. Acqua erogata per 4 ore al giorno. Ceto medio-basso intorno ai 200$ al mese, medio-alto 500/600$, agiatezza sui 1000$ al mese, ricchezza dai 2500/3000$. Costo della benzina a circa 0,64 euro al litro, quindi molto cara rispetto al loro reddito. Le maggiori religioni monoteiste convivono senza particolari contrasti con l’induismo. Stride la potenza economica con la percentuale di alfabetizzazione non molto elevato, circa il 65%. Bombay si sta espandendo verso il mare, rubando e bonificando terreno al mare. Già venne fatto ciò per costituire l’attuale città, primariamente costituita da sole isole. Anche quartieri estremamente poveri sono ora preda del boom edilizio che porta alla costruzione di nuovi grattacieli. Curiosità: le impalcature sono rigorosamente in bambù. Una dedica al cibo: riso onnipresente, nelle varie colorazioni, rosso, nero, marrone, bianco, ma ovunque buonissimo. Abbiamo pranzato, sempre rigorosamente indiano, in vari posti ma le proposte culinarie sono sempre state eccellenti, per noi forse molto o troppo speziate, anche se diversamente da stato a stato.
Per ora un saluto