Eli-Ale
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12 Ottobre
- Atene-
Eccoci giunti alla nostra ultima tappa di questo intenso viaggio.
Il cuore non piange in quanto è stato tutto vissuto a pieno, ed undici giorni sono la misura giusta per non lasciare nulla di sospeso, di intentato, di non fatto.
A tratti dopo 11 giorni ho anche voglia di casa.
Del nostro ritmo. Delle nostre cose.
Ho voglia di svolgere le mie mansioni, di riprendere la nostra vita, sono di natura abitudinaria.
A tratti invece, vorrei rimanere qui. Incollarmi in questa cabina e non scendere, non tornare alla realtà.
Sentimenti contrastanti e frequenti del crocierista.
Del resto tutte le cose belle finiscono.
È noto, ed ormai alla soglia dei trent'anni ne sono consapevole e forse, è proprio questo il sale della vita.
Bando alle ciance.
Viviamoci quel che resta di questo lasso di tempo ancora da scrivere.
Qui Pireo. Qui Atene.
Siamo nuovamente su questo suolo, in questa terra, patria d'appartenenza di una donna dalle tinte forti, con una vita pazzesca e avvincente e a tratti drammatica: Maria Callas, la Divina.
Spesso mi sono affacciata curiosa nella sua vita e mi sono sentita rapita più volte dal suo amore e odio per questa terra che ci ospita.
Tra questa gente greca, a volte mi capita di scorgere i suoi tratti, i suoi lineamenti, il suo particolare naso, mi incanto e vedo in tante facce qualcosa di lei, la voce no, quella ahimè non si imita.
... Quella voce ci affascinò come un sortilegio, un prodigio che non si poteva definire in alcun modo, la si poteva soltanto ascoltare come prigionieri di un incantesimo, di un turbamento mai esplorato prima. Ma non si può rendere appieno la tempesta di emozioni che suscitava in chi l'ascoltava per la prima volta. Perché Maria è un regalo di Dio che non si può definire nel tempo: Maria c'è sempre stata e ci sarà per sempre....(Franco Zeffirelli)
Scendiamo dalla nave nelle prime ore del mattino e ci troviamo in questo immenso porto europeo: il Pireo.
Vicino alla Pacifica, sono attraccate decine di navi da sogno, mostri di felicità.
Il Pireo dista circa dieci chilometri da Atene, la capitale ellenica, nell'Attica.
Saliamo per raggiungerla sul Bus giallo fuori dal porto che per 20 euro a testa ci farà vedere tutta la città e ci permetterà di scattare grandiose foto dal suo piano superiore, allo scoperto, condotti da un' audioguida che passo passo ci parlerà di quello che stiamo vedendo.
Ci permettiamo di consigliare quest'esperienza, pratica e comoda. Giusta per il poco tempo che abbiamo a disposizione e per vedere il più possibile nella corsa da "Mission impossible" contro lo scandire del tempo.
Si puó scendere dove si vuole, come e quando lo si desidera.
Molte persone di nostra conoscenza ci avevano segnalato un'Atene di poco valore, caotica e senza bellezza assoluta.
Partiamo prevenuti e torneremo certi invece, di aver visitato un luogo stupendo in cui le sue bellezze vanno cercate e scovate tra i vicoli, lette tra le righe, ma per forza apprezzate.
Stupenda città, una metropoli accogliente e stra ricca di passato.
Atene smentisce tutte le opinioni pregresse ascoltate, le abbatte e si mostra a noi come una grandissima sorpresa.
E come ogni sorpresa inaspettata che si rispetti ci stupisce e ci lascia senza fiato.
Ci ha avvolti nei suoi tentacoli, nonostante secondo alcuni canoni non sia esteticamente bella, é sicuramente seduttiva.
Si gira la clessidra e si parte nel nostro tour...
Lasciamo il Pireo, porto di Atene fin dall'antichitá e porto più grande della Grecia e raggiungiamo nel traffico il centro di Atene che da subito si intuisce sia intriso di storia e di cultura, cuore della vita economica, sociale e spirituale del paese, nonché di smog e caos.
Atene appare da subito come la vera stella splendente del mondo antico, sede della prima Democrazia al mondo e della mitologia, sede dell'Accademia di Platone e il Liceo di Aristotele, oltre che per aver dato i natali a Socrate.
Le cuffie indossate sull'autobus ci spiegano il mito che racconta di Poseidone, il Dio del mare e la sua lotta con la Dea Atena per il possesso della città.
Vinse Atena la quale dette il nome alla metropoli.
Protrettrice della città, Atena è raffigurata proprio sullo stemma e sulla bandiera della capitale.
Atene venne proclamata capitale di Grecia nel 1834 quando ancora non aveva duecento case abitabili e l'Acropoli era un cumulo di rovine, dopo poco iniziarono i lavori di restauro ed oggi, è una vera megalopoli, disseminata di monumenti e tanti tanti turisti che inondano le sue strade.
Il fulcro centrale della nostra visita è l'Acropoli.
Ci dedichiamo a lei, vi entriamo.
Il costo del biglietto, 12 euro, vale veramente la pena di essere speso.
Non ci dilungheremo sulla sua descrizione.
Nessuna parola o descrizione potrebbe renderle merito.
L'Acropoli é la parte alta della città, la Rocca contenente il Partenone, l'antico tempio di Atena, il Tempio di Atena Nike, il Santuario di Zeus e via discorrendo tra fortificazioni, costruzioni, edifici templari e statue.
Il Partenone spicca sul punto più alto della Rocca dell'Acropoli, lo vedi immenso, imponente, maestoso e ti senti una formica sotto di esso, col naso all'insù, inchinato davanti alla storia.
É perlopiù imbracato per restauri.
Lo vedi ingabbiato ed è lo stesso bello.
Pensi, che questa immensa struttura inizió ad esistere nel 447 A.C, pensi a Fidia, pensi a come fosse vivere lì a quel tempo, pensi a quante persone abbiano negli anni visitato questo luogo sacro e pensi che su questo monte dominiamo tutta la città e che il panorama è superlativo e stupefacente.
Da quassù hai Atene ai tuoi piedi, sembra di schiacciarla, vedi gli edifici moderni immersi nella calura quasi estiva e tu, dall'alto non puoi altro che stare in silenzio e guardare stupito.
Il Partenone è un tempio dorico realizzato con marmo locale. La presenza di particelle di ferro nel marmo conferisce al monumento un colore dorato al tramonto.
Dedicato alla Dea Atena, costruito per volere di Pericle che voleva promuovere l'immagine dello stato ateniese.
Il suo nome deriva dalla statua monumentale raffigurante Atena Parthénos, realizzata da Fidia, il supervisore del Partenone stesso.
Nel sesto secolo fu convertito in Chiesa cristiana dedicata alla Madonna e dopo la conquista turca, fu convertito in Moschea, successivamente in deposito di polvere da sparo.
Un generale veneziano, in seguito, per cacciare i turchi, non esitó a sparare cannonate sull'acropoli e far quasi saltare per aria il Partenone.
Molte statue sopravvissute a varie vicessitudini della storia, tra cui questa citata, sono in Inghilterra, al British
Museum.
La Grecia ne chiede da anni il rientro in Patria.
Non avendo a disposizione una guida che ci enunci ogni singolo elemento e resto archeologico che vediamo, cerchiamo di destreggiarci da soli tra tanto bello, aiutati da un libro acquistato che ci verrà in soccorso e dai ricordi scolastici di storia dell'arte.
Siamo dentro ad una delle più perfette creazioni del genere umano, non c'è dubbio, simbolo della bellezza classica.
Non ho altro da asserire sul Partenone, per chi non ci sia stato mai prima d'ora, consiglio di considerarlo con una sola parola esplicativa: L'Immenso.
Provare per credere.
Dopo tanta storia respirata decidiamo di uscire dall'Acropoli e di farci un bel giro alla Plaka, "pietra liscia", il quartiere più antico di Atene, disseminato da viuzze e vicoli, negozietti di souvenir e rioni, quartiere di vocazione turistica.
Si trova proprio sotto l'Acropoli stessa, basta scendere a valle, lo facciamo tramite una stradina tortuosa, silenziosa e ricca di arbusti, di macchia mediterranea.
Olivi maestosi colorano i lati del percorso.
Arrivati alla Plaka scorgiamo un gran numero di Chiese bizantine, locali caratteristici, bistrot e caffè, uomini che ai tavolini giocano a Tavli, amatissimo.
I negozi sono straripanti di turisti che si accaparrano un ricordo di questo posto rinomato e affascinante.
Adoro osservare la gente autoctona, capirli, vedere lo sbigottimento dei Giapponesi davanti ad Atene, occhi incantati verso l'alto, è un grande spettacolo e non si paga nemmeno il biglietto.
Le stradine odorano di prodotti fatti in legno d'olivo, prodotti locali si alternano a sapori gastronomici invitanti.
Acquisteremo un porta candela simil ortodosso, in vetro celeste, con una leggera catena per essere appeso, ed una stupenda casina tipica greca, azzurra e bianca che si illumina al suo interno, estremamente kitsch, lo ammetto, ma irrinunciabile.
Dalla Plaka si puó raggiungere anche il famoso mercatino delle pulci, il mercato di Monastiraki, al quale possiamo solamente affacciarci dovendo avere l'orologio sempre bello in vista.
C'è poi il mercato centrale del pesce e delle carni, negozi di spezie, di formaggi e intere botteghe invase da olive, grandi, succose, stuzzicanti, appetibili.
Atene è una città viva, brulicante, attiva, allegra.
I problemi economici che la Grecia attraversa in questi anni si conoscono bene, ma nonostante ció la cittá a primo acchito non dimostra le sue ferite.
Giungiamo in Piazza Sintagma, piazza centrale di Atene, punto di snodo della *metropolitana, ci dicono comoda e funzionale.
Questa piazza è comodissima per il visitatore che puó capire dove sia, è il punto di riferimento giusto per muoversi nella città, per orientarsi.
Da qui si snodano le vie dell'Atene moderna, la via centrale, via Ermou, la quale è ricca di negozi alla moda e marchi internazionali, quelli che si trovano pure nelle grandi città italiane.
Pranzeremo attorno alla piazza in un fast food noto, rimpizzati di calorie, della serie facciamoci male, rinunceremo alla locale mousaka, pastitsio o souvlaki, abbiamo già dato, e per smaltire, si fa per dire, via ancora in movimento, alla ricerca di vicoli e cose da vedere.
Paese che vai, McDonalds che trovi.
Sempre da Piazza Sintagma, attraversandola, si giunge in un nano secondo al Parlamento, vicino al quale si trova il rinomato Hotel Grande Bretagne, costruito nell'ottocento proprio per accogliere i capi di Stato, tutt'ora usato anche per questo scopo.
Il parlamento è immerso nel verde dei Giardini Nazionali, ben tenuti e accoglienti, alla base di questo si trova il monumento al milite ignoto greco sorvegliato dagli" Evzones", le guardie d'onore con il loro costume tradizionale greco con pompon sulle scarpe e berretto rosso, che eseguono una stranissima marcia.
Imperdibile vedere il famoso cambio della guardia per poter scattare una foto ricordo singolare e insolita.
Il mio taccuino d'appunti di viaggio prevede di vedere ancora decine e decine di cose, ma non abbiamo questa possibilità e a malincuore bisogna dirigersi verso il Pireo, verso la strada del ritorno.
Oltrettutto, alle nostre spalle, intravediamo l'arrivo di alcuni cortei di protesta, come tanti in queste settimane ad Atene, megafoni e uomini incappucciati urlano e inneggiano.
Ovviamente non capiamo nulla, ma vediamo transenne, polizia e manifestanti.
Capiamo di essere nell'occhio del ciclone. Meglio rientrare verso il Pireo.
Torniamo verso la nave con il nostro bus costretto nel traffico ormai paralizzato proprio per la protesta che è in atto.
Sirene di ambulanze e di polizia si alternano.
I Greci non amano la fretta e sono votati alla tranquillità, lo si sa, ma nel traffico, alla guida, la situazione è tremenda. Caos.
Niente da rilevare di altro se non che in questa città ci siamo proprio sentiti bene, si respira proprio del buono e del bello.
"Quando parliamo della Grecia quale antesignana della cultura europea, intendiamo riferirci proprio a quella parte della Grecia rappresentata dalle città marittime e soprattutto di Atene, in quanto in essa il genio della gente ellenica raggiunse il più alto grado di perfezione." William Boyd
.....Se becco quelli che mi avevano detto che Atene era davvero brutta..... !!!!!!!!!!! ;-)
Anche oggi imparo una nuova cosa.
Tutto è soggettivo.
La bellezza è soggettiva.
Lo è ancora di più l'aria che si respira, l'atmosfera che fa bello un posto piuttosto che non .
Questa è davvero solo un opinione personale.
Noi vi possiamo solo dare la nostra opinione: Atene è bella dietro la facciata. Nella vita che anima le strade, nella sua energia che si libera, nel suo carattere placido ed anarchico.
E poi, la luce. La luce di Atene con il suo cielo terso e i suoi monumenti bianchi risplende nell'anima. É una città contrasto.
Al rientro in nave, scorgiamo lo stadio Panathinaikó e sembra di toccarlo, vi passiamo vicinissimi.
Serata italiana in sala questa sera a concludere la felice giornata.
Canti nazionali e spirito patriottico aleggiano nell'aria anche tra chi, come i ragazzi dell'equipaggio hanno davvero poco o nulla di italico, ma si sa, tutto il mondo è paese....
Staje luntana da stu core,
a te volo cu 'o penziero:
niente voglio e niente spero
ca tenerte sempe a fianco a me!
Si' sicura 'e chist'ammore
comm'i' so' sicuro 'e te...
Oje vita, oje vita mia...
oje core 'e chistu core...
si' stata 'o primmo ammore...
e 'o primmo e ll'ùrdemo sarraje pe' me!
Tra un coro e un canto, già si sente l'Italia vicina....
E domani Italia ti rivedremo davvero.
Domani tutta navigazione fino a giungere a te.
Che sia un bel ritorno......
- Atene-
Eccoci giunti alla nostra ultima tappa di questo intenso viaggio.
Il cuore non piange in quanto è stato tutto vissuto a pieno, ed undici giorni sono la misura giusta per non lasciare nulla di sospeso, di intentato, di non fatto.
A tratti dopo 11 giorni ho anche voglia di casa.
Del nostro ritmo. Delle nostre cose.
Ho voglia di svolgere le mie mansioni, di riprendere la nostra vita, sono di natura abitudinaria.
A tratti invece, vorrei rimanere qui. Incollarmi in questa cabina e non scendere, non tornare alla realtà.
Sentimenti contrastanti e frequenti del crocierista.
Del resto tutte le cose belle finiscono.
È noto, ed ormai alla soglia dei trent'anni ne sono consapevole e forse, è proprio questo il sale della vita.
Bando alle ciance.
Viviamoci quel che resta di questo lasso di tempo ancora da scrivere.
Qui Pireo. Qui Atene.
Siamo nuovamente su questo suolo, in questa terra, patria d'appartenenza di una donna dalle tinte forti, con una vita pazzesca e avvincente e a tratti drammatica: Maria Callas, la Divina.
Spesso mi sono affacciata curiosa nella sua vita e mi sono sentita rapita più volte dal suo amore e odio per questa terra che ci ospita.
Tra questa gente greca, a volte mi capita di scorgere i suoi tratti, i suoi lineamenti, il suo particolare naso, mi incanto e vedo in tante facce qualcosa di lei, la voce no, quella ahimè non si imita.
... Quella voce ci affascinò come un sortilegio, un prodigio che non si poteva definire in alcun modo, la si poteva soltanto ascoltare come prigionieri di un incantesimo, di un turbamento mai esplorato prima. Ma non si può rendere appieno la tempesta di emozioni che suscitava in chi l'ascoltava per la prima volta. Perché Maria è un regalo di Dio che non si può definire nel tempo: Maria c'è sempre stata e ci sarà per sempre....(Franco Zeffirelli)
Scendiamo dalla nave nelle prime ore del mattino e ci troviamo in questo immenso porto europeo: il Pireo.
Vicino alla Pacifica, sono attraccate decine di navi da sogno, mostri di felicità.
Il Pireo dista circa dieci chilometri da Atene, la capitale ellenica, nell'Attica.
Saliamo per raggiungerla sul Bus giallo fuori dal porto che per 20 euro a testa ci farà vedere tutta la città e ci permetterà di scattare grandiose foto dal suo piano superiore, allo scoperto, condotti da un' audioguida che passo passo ci parlerà di quello che stiamo vedendo.
Ci permettiamo di consigliare quest'esperienza, pratica e comoda. Giusta per il poco tempo che abbiamo a disposizione e per vedere il più possibile nella corsa da "Mission impossible" contro lo scandire del tempo.
Si puó scendere dove si vuole, come e quando lo si desidera.
Molte persone di nostra conoscenza ci avevano segnalato un'Atene di poco valore, caotica e senza bellezza assoluta.
Partiamo prevenuti e torneremo certi invece, di aver visitato un luogo stupendo in cui le sue bellezze vanno cercate e scovate tra i vicoli, lette tra le righe, ma per forza apprezzate.
Stupenda città, una metropoli accogliente e stra ricca di passato.
Atene smentisce tutte le opinioni pregresse ascoltate, le abbatte e si mostra a noi come una grandissima sorpresa.
E come ogni sorpresa inaspettata che si rispetti ci stupisce e ci lascia senza fiato.
Ci ha avvolti nei suoi tentacoli, nonostante secondo alcuni canoni non sia esteticamente bella, é sicuramente seduttiva.
Si gira la clessidra e si parte nel nostro tour...
Lasciamo il Pireo, porto di Atene fin dall'antichitá e porto più grande della Grecia e raggiungiamo nel traffico il centro di Atene che da subito si intuisce sia intriso di storia e di cultura, cuore della vita economica, sociale e spirituale del paese, nonché di smog e caos.
Atene appare da subito come la vera stella splendente del mondo antico, sede della prima Democrazia al mondo e della mitologia, sede dell'Accademia di Platone e il Liceo di Aristotele, oltre che per aver dato i natali a Socrate.
Le cuffie indossate sull'autobus ci spiegano il mito che racconta di Poseidone, il Dio del mare e la sua lotta con la Dea Atena per il possesso della città.
Vinse Atena la quale dette il nome alla metropoli.
Protrettrice della città, Atena è raffigurata proprio sullo stemma e sulla bandiera della capitale.
Atene venne proclamata capitale di Grecia nel 1834 quando ancora non aveva duecento case abitabili e l'Acropoli era un cumulo di rovine, dopo poco iniziarono i lavori di restauro ed oggi, è una vera megalopoli, disseminata di monumenti e tanti tanti turisti che inondano le sue strade.
Il fulcro centrale della nostra visita è l'Acropoli.
Ci dedichiamo a lei, vi entriamo.
Il costo del biglietto, 12 euro, vale veramente la pena di essere speso.
Non ci dilungheremo sulla sua descrizione.
Nessuna parola o descrizione potrebbe renderle merito.
L'Acropoli é la parte alta della città, la Rocca contenente il Partenone, l'antico tempio di Atena, il Tempio di Atena Nike, il Santuario di Zeus e via discorrendo tra fortificazioni, costruzioni, edifici templari e statue.
Il Partenone spicca sul punto più alto della Rocca dell'Acropoli, lo vedi immenso, imponente, maestoso e ti senti una formica sotto di esso, col naso all'insù, inchinato davanti alla storia.
É perlopiù imbracato per restauri.
Lo vedi ingabbiato ed è lo stesso bello.
Pensi, che questa immensa struttura inizió ad esistere nel 447 A.C, pensi a Fidia, pensi a come fosse vivere lì a quel tempo, pensi a quante persone abbiano negli anni visitato questo luogo sacro e pensi che su questo monte dominiamo tutta la città e che il panorama è superlativo e stupefacente.
Da quassù hai Atene ai tuoi piedi, sembra di schiacciarla, vedi gli edifici moderni immersi nella calura quasi estiva e tu, dall'alto non puoi altro che stare in silenzio e guardare stupito.
Il Partenone è un tempio dorico realizzato con marmo locale. La presenza di particelle di ferro nel marmo conferisce al monumento un colore dorato al tramonto.
Dedicato alla Dea Atena, costruito per volere di Pericle che voleva promuovere l'immagine dello stato ateniese.
Il suo nome deriva dalla statua monumentale raffigurante Atena Parthénos, realizzata da Fidia, il supervisore del Partenone stesso.
Nel sesto secolo fu convertito in Chiesa cristiana dedicata alla Madonna e dopo la conquista turca, fu convertito in Moschea, successivamente in deposito di polvere da sparo.
Un generale veneziano, in seguito, per cacciare i turchi, non esitó a sparare cannonate sull'acropoli e far quasi saltare per aria il Partenone.
Molte statue sopravvissute a varie vicessitudini della storia, tra cui questa citata, sono in Inghilterra, al British
Museum.
La Grecia ne chiede da anni il rientro in Patria.
Non avendo a disposizione una guida che ci enunci ogni singolo elemento e resto archeologico che vediamo, cerchiamo di destreggiarci da soli tra tanto bello, aiutati da un libro acquistato che ci verrà in soccorso e dai ricordi scolastici di storia dell'arte.
Siamo dentro ad una delle più perfette creazioni del genere umano, non c'è dubbio, simbolo della bellezza classica.
Non ho altro da asserire sul Partenone, per chi non ci sia stato mai prima d'ora, consiglio di considerarlo con una sola parola esplicativa: L'Immenso.
Provare per credere.
Dopo tanta storia respirata decidiamo di uscire dall'Acropoli e di farci un bel giro alla Plaka, "pietra liscia", il quartiere più antico di Atene, disseminato da viuzze e vicoli, negozietti di souvenir e rioni, quartiere di vocazione turistica.
Si trova proprio sotto l'Acropoli stessa, basta scendere a valle, lo facciamo tramite una stradina tortuosa, silenziosa e ricca di arbusti, di macchia mediterranea.
Olivi maestosi colorano i lati del percorso.
Arrivati alla Plaka scorgiamo un gran numero di Chiese bizantine, locali caratteristici, bistrot e caffè, uomini che ai tavolini giocano a Tavli, amatissimo.
I negozi sono straripanti di turisti che si accaparrano un ricordo di questo posto rinomato e affascinante.
Adoro osservare la gente autoctona, capirli, vedere lo sbigottimento dei Giapponesi davanti ad Atene, occhi incantati verso l'alto, è un grande spettacolo e non si paga nemmeno il biglietto.
Le stradine odorano di prodotti fatti in legno d'olivo, prodotti locali si alternano a sapori gastronomici invitanti.
Acquisteremo un porta candela simil ortodosso, in vetro celeste, con una leggera catena per essere appeso, ed una stupenda casina tipica greca, azzurra e bianca che si illumina al suo interno, estremamente kitsch, lo ammetto, ma irrinunciabile.
Dalla Plaka si puó raggiungere anche il famoso mercatino delle pulci, il mercato di Monastiraki, al quale possiamo solamente affacciarci dovendo avere l'orologio sempre bello in vista.
C'è poi il mercato centrale del pesce e delle carni, negozi di spezie, di formaggi e intere botteghe invase da olive, grandi, succose, stuzzicanti, appetibili.
Atene è una città viva, brulicante, attiva, allegra.
I problemi economici che la Grecia attraversa in questi anni si conoscono bene, ma nonostante ció la cittá a primo acchito non dimostra le sue ferite.
Giungiamo in Piazza Sintagma, piazza centrale di Atene, punto di snodo della *metropolitana, ci dicono comoda e funzionale.
Questa piazza è comodissima per il visitatore che puó capire dove sia, è il punto di riferimento giusto per muoversi nella città, per orientarsi.
Da qui si snodano le vie dell'Atene moderna, la via centrale, via Ermou, la quale è ricca di negozi alla moda e marchi internazionali, quelli che si trovano pure nelle grandi città italiane.
Pranzeremo attorno alla piazza in un fast food noto, rimpizzati di calorie, della serie facciamoci male, rinunceremo alla locale mousaka, pastitsio o souvlaki, abbiamo già dato, e per smaltire, si fa per dire, via ancora in movimento, alla ricerca di vicoli e cose da vedere.
Paese che vai, McDonalds che trovi.
Sempre da Piazza Sintagma, attraversandola, si giunge in un nano secondo al Parlamento, vicino al quale si trova il rinomato Hotel Grande Bretagne, costruito nell'ottocento proprio per accogliere i capi di Stato, tutt'ora usato anche per questo scopo.
Il parlamento è immerso nel verde dei Giardini Nazionali, ben tenuti e accoglienti, alla base di questo si trova il monumento al milite ignoto greco sorvegliato dagli" Evzones", le guardie d'onore con il loro costume tradizionale greco con pompon sulle scarpe e berretto rosso, che eseguono una stranissima marcia.
Imperdibile vedere il famoso cambio della guardia per poter scattare una foto ricordo singolare e insolita.
Il mio taccuino d'appunti di viaggio prevede di vedere ancora decine e decine di cose, ma non abbiamo questa possibilità e a malincuore bisogna dirigersi verso il Pireo, verso la strada del ritorno.
Oltrettutto, alle nostre spalle, intravediamo l'arrivo di alcuni cortei di protesta, come tanti in queste settimane ad Atene, megafoni e uomini incappucciati urlano e inneggiano.
Ovviamente non capiamo nulla, ma vediamo transenne, polizia e manifestanti.
Capiamo di essere nell'occhio del ciclone. Meglio rientrare verso il Pireo.
Torniamo verso la nave con il nostro bus costretto nel traffico ormai paralizzato proprio per la protesta che è in atto.
Sirene di ambulanze e di polizia si alternano.
I Greci non amano la fretta e sono votati alla tranquillità, lo si sa, ma nel traffico, alla guida, la situazione è tremenda. Caos.
Niente da rilevare di altro se non che in questa città ci siamo proprio sentiti bene, si respira proprio del buono e del bello.
"Quando parliamo della Grecia quale antesignana della cultura europea, intendiamo riferirci proprio a quella parte della Grecia rappresentata dalle città marittime e soprattutto di Atene, in quanto in essa il genio della gente ellenica raggiunse il più alto grado di perfezione." William Boyd
.....Se becco quelli che mi avevano detto che Atene era davvero brutta..... !!!!!!!!!!! ;-)
Anche oggi imparo una nuova cosa.
Tutto è soggettivo.
La bellezza è soggettiva.
Lo è ancora di più l'aria che si respira, l'atmosfera che fa bello un posto piuttosto che non .
Questa è davvero solo un opinione personale.
Noi vi possiamo solo dare la nostra opinione: Atene è bella dietro la facciata. Nella vita che anima le strade, nella sua energia che si libera, nel suo carattere placido ed anarchico.
E poi, la luce. La luce di Atene con il suo cielo terso e i suoi monumenti bianchi risplende nell'anima. É una città contrasto.
Al rientro in nave, scorgiamo lo stadio Panathinaikó e sembra di toccarlo, vi passiamo vicinissimi.
Serata italiana in sala questa sera a concludere la felice giornata.
Canti nazionali e spirito patriottico aleggiano nell'aria anche tra chi, come i ragazzi dell'equipaggio hanno davvero poco o nulla di italico, ma si sa, tutto il mondo è paese....
Staje luntana da stu core,
a te volo cu 'o penziero:
niente voglio e niente spero
ca tenerte sempe a fianco a me!
Si' sicura 'e chist'ammore
comm'i' so' sicuro 'e te...
Oje vita, oje vita mia...
oje core 'e chistu core...
si' stata 'o primmo ammore...
e 'o primmo e ll'ùrdemo sarraje pe' me!
Tra un coro e un canto, già si sente l'Italia vicina....
E domani Italia ti rivedremo davvero.
Domani tutta navigazione fino a giungere a te.
Che sia un bel ritorno......