Quanta carne al fuoco (Dipi, mi sa che ti tocca aspettare ancora.. me ne scuso..
)
Voi siete troppo avanti. Addirittura riuscite a titolare le vostre foto, cosa che a me non è mai venuta in mente.
Quella "lui è lontano" è bellissima. Racconta molto per chi vuole "leggere".
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L'idea che una foto possa essere costituita solo dall'immagine, oppure dall'immagine ed un titolo, fino a giungere anche ad una immagine, un titolo, un commento, 'apre' il concetto di fotografia e lo amplia, rendendolo parte di una 'espressione artistica' globale..
Si può andare oltre, ad es. in alcuni miei diari (e non solo mie) qualcuno ha accennato alla poesia (ad es. nel ''Dialogo'' Tra la Costa Victoria e la Luna, oppure nella chiusura del diario di Costa Classica con lo show ''Io ho un sogno''), in quel caso, belle o no, le foto erano parte di un tessuto fatto di parole ed immagini..
Alcune potevano 'vivere' da sole, altre invece erano decisamente banali..
Ma necessarie o 'belle' se inserite in un tessuto più ampio..
Se mi posso permettere, raccontare (con le parole, con una macchina fotografica, con una tela, ecc...) è un dono, non si acquisisce, si può migliorare, ma non "inventare" dal niente.
Mi sbaglierò, ma è quello che penso.
A differenza di quello che si vede nel forum, avendo studiato le basi minime delle tecniche di comunicazione sono cosciente della forza della sintesi e la so applicare (non ci credereste!! Lo so, non ci credete!!
) benissimo..
Sicuramente ci sono delle tecniche per dire le cose, per trasmettere i propri stati d'animo, ma altrettanto sicuramente se non si ha una base da cui partire non si può trasmettere nulla.. solo un messaggio freddo ed artefatto..
Se invece hai questa capacità allora la puoi riversare in uno o più campi, ed anche affinarla..
Poi dietro c'è uno studio, non sembra, ma almeno io a volte peso una parola, o una sola virgola, e faccio girare un discorso intorno ad essa.. insomma, lo 'spontaneo' non è tale, ma non è un artificio, è solo un modo per valorizzare ciò che voglio dire, e se lo voglio dire lo sento dentro..
Il diario di Classica ha visto uno scambio continuo tra me e Laura, lei conosce molti dei 'trucchi' che utilizzo, per contro anche io ho preso i suoi, li abbiamo raffinati reciprocamente, ma non credo che tutto questo renda 'sintetico' il risultato.. Sia che si parli di 'Artistoidi' che si credono ciò che non sono, sia di 'Artisti' che invece 'sono', chi fa una cosa di valore difficilmente la fa di slancio in preda alla sola ispirazione, piuttosto incanala la sua idea o la sua ispirazione e la utilizza come 'combustibile' di un motore che già esiste ed è fatto di tecniche..
Ve lo immaginate Verdi che scrive una battuta e non la rivede? Oppure uno come Caravaggio che in un dipinto mette mille significati che dipinge di botto senza pensare?
Luciana e Amedeo, non sono molto d'accordo
io penso infatti che chi fotografa, o ritrae in altri modi, esprime le proprie emozioni, e non sempre le capiamo perché non siamo nella sua vita, o magari siamo meno sensibili al soggetto ritratto.
Bruno, ti sei spiegato benissimo, però, consentimi, se uno deve spiegare una foto (nel topic parliamo di foto, però penso anche a un romanzo, un racconto) perchè poi vi si possa "leggere" un'emozione, è fallito l'intento.....secondo me, questa benedetta emozione o si sente o no.
Mò chissà se mi son saputa spiegare io ;-)
La foto della ragazza che telefona, se vista da sola, senza un titolo, dice nulla? Io credo che non dica molto.. perchè però vietarmi di 'spiegarla' con il titolo?
Prendiamo alcuni esempi, metto prima la foto da sola, poi la stessa immagine con il relativo titolo..
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Il sorriso è il colore della vita..
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Verso il futuro..
(Nama Bei, Egitto - Durante la Rivoluzione)
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L'effetto è diverso vero?
Altre immagini invece sono 'autocontenute', anzi un titolo potrebbe essere non solo superfluo, ma 'disturbante'..
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Allora vi invito a pensare: perchè mettersi delle regole del tipo commento si/commento no? Perchè autolimitarsi?
Vedete ogni cosa come uno 'strumento' per comunicare emozione, ed utilizzatela con la flessibilità con cui si utilizza uno strumento, da solo o in un complesso, da solo con una sola corda oppure con tutte le sue corde..
Bruno, prendi la casa della tua infanzia: mi fai una foto della casa con un giardino, va bhè.. non mi dice nulla..
Me la fai in seppia, va bhè.. un artifizio per darmi l'idea dello storico.. nulla di più..
Me la fai in B/N, diciamo grigio chiaro, che evoca l'idea del sogno, e ci scrivi sopra ''Culla di infanzia'', oppure ''Ricordi'' o anche "Erano li i miei castelli in aria'' e credi che ElenaMaria non ti sommerga di applausi?
Pensaci..
E con questa "semplice" foto e con le parole, hai saputo farci vivere l'emozione che hai provato lì, quel giorno.
Perchè è vero, i bambini sono bambini e i loro sorrisi non hanno razza o nazionalità.
Mi viene in mente una foto di Manlio (i bambini che giocano in Egitto).
Se mi posso permettere, raccontare (con le parole, con una macchina fotografica, con una tela, ecc...) è un dono, non si acquisisce, si può migliorare, ma non "inventare" dal niente.
Mi sbaglierò, ma è quello che penso.
Certo, spiegato benissimo, ma come accade spesso quando si "discute" si è solo apparentemente su due pani distanti....
Faccio un esempio per chiarire...
fotografo la casa dove ho vissuto da bambino e che mi "emoziona" per via dei ricordi buoni o cattivi che le sono legati; a te, senza un minimo di parole, dirà poco o nulla, giusto? Ma se te lo "spiego"......
Faccio un esperimento "tecnico" sulle luci e fotografo il fuoco di un camino; non lo commento e tu ci vedi qualcosa che ti "prende".
L'emozione è dentro ognuno di noi, per come la vedo io c'è in tutto quello che facciamo, solo che a volte lo è solo per noi stessi. Ecco, forse la difficoltà sta nel provare la stessa emozione di chi scatta o fa altro.
In ogni caso, emozione o non emozione, continua a postare le tue foto
Vi racconto un fatto (sperando di essere breve).
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Amedeo, mi hai fatto volare con i ricordi.. e dopo esser volato su di essi la tua foto è diventata uno spettacolo, la ciliegina del racconto..
Quindi 'spiegarla' o 'introdurla' non mi sembra così sbagliato..
Un salutone!
Manlio