Il tempio di Kom Ombo ha quel qualcosa di veramente magico, sarà che appare isolato sul promontorio, sarà che ti da l'impressione che non esista null'altro attorno se non il fantastico panorama sul Nilo visto da lassù.
Come ha descritto Davide, è raggiungibile in pochi minuti....uno sguardo appena sbarcati ai locali e negozi che si affacciano sul Nilo.....
Quindi, eccoci al Tempio.
Kom Ombo, l' antica Ombos dei Greci, la Nubit o " città dell'oro" per gli antichi Egizi. Posta in posizione strategica, sovrastante un promontorio dal quale era facile sorvegliare il passaggio delle imbarcazioni, Kom Ombo divenne una località di primaria importanza per l' esercito egizio, permettendogli di acquisire una seconda piazzaforte sul corso del Nilo dopo Assuan.
La città, comunque, rimase principalmente un centro agricolo e di commercio con la Nubia, soprattutto durante il periodo in cui regnarono i Tolomei.
L' edificio dedicato a due divinità: Sobek, il dio coccodrillo, e Haroeris, Horo il vecchio, il dio falco; in questo caso Sobek è identificato con il malvagio Seth, nemico di Horo.
Questi due dèi, ostili fra loro, sono costretti ad allearsi nella lotta contro le tenebre, dualismo riscontrabile anche nella realizzazione architettonica che vede così suddivise le parti che lo compongono: due entrate, due corridoi che circondano il naos, doppi passaggi fra i vari settori dell'edificio e il sancta santorum suddiviso in due sacrari. Ciascun sacrario contiene un basamento di granito nero per la barca processionale del dio.
Nell'immagine si notano queste tacche nella pietra del pavimento, è la prova dell'esistenza di un muro, anzi due, uno per parte che isolavano le celle sacre. Nel mezzo un'intercapedine tra i due muri ed un' apertura nel pavimento ( chiusa ora da una griglia) al di sotto della quale, si apre un passaggio segreto che permetteva ai sacerdoti, in caso di pericolo grave, di accedere alla nicchia dove era custodito il tesoro del tempio, senza essere visti dal nemico. Oggi tali passaggi sono in parte ostruiti e non visitabili.
La decorazione del tempio in alcuni settori è ben conservata, denota una ideazione ed esecuzione meticolosa, opera certa di artigiani di alto livello. Esempi: le molte figure scolpite e dipinte con particolarità di elementi, così come numerose scene originali, come la raffigurazione di quelli che vengono identificati come strumenti chirurgici.....
....rappresentati in assonometria ...già loro la conoscevano!
In fondo al tempio, oltre i sacrari, piccoli ambienti di destinazione incerta, si aprono su uno stretto corridoio che circonda l'insieme delle camere interne del tempio. Al di sotto si trovano alcune cripte, che con ogni probabilità , erano destinate al deposito di arredi sacri.
Tale dualità consacra entrambi gli dèi non in maniera disgiunta, quanto piuttosto come reciprocamente integranti.
Come sapete, nel santuario era presente un gran numero di coccodrilli, tenuti in cattività e inseguito mummificati...ma perché?
Tale trattamento si giustifica nel fatto che gli Egiziani credevano che trasformare questi terribili animali in oggetti di culto li avrebbero risparmiati dalla loro ferocia.
Ma chi era Sobek....
Un dio legato all' inondazione del Nilo e alla fertilità. Simbolo del potere regale e associato a Ra nel Nuovo regno, divenendo un dio creatore. Per lo più venne rappresentato come coccodrillo il cui capo era ornato di un disco solare tra due piume di struzzo; egli appariva anche come figura maschile a testa di coccodrillo o, nei periodi più tardi, come un ariete con corpo di uomo.
La prima raffigurazione di Sobek, nel suo aspetto da coccodrillo, è comparsa su un sigillo a cilindro nel periodo Prorodinastico. Persino nei Testi delle Piramidi è citato descritto come benevolo e annientatore.
Uno dei centri del culto di Sobek era posto più a nord, nel Fayum. Il grande lago ospitava una variegata fauna acquatica tra cui i coccodrilli, e Sobek fu ovviamente scelto come principale divinità della regione in cui sorsero a lui dedicati, parecchi templi.
L' ingresso è costituito dal pilone che forma la porta monumentale, aperta in una doppia entrata per Sobek e Horo, della quale rimangono ben pochi elementi. Nella zona sud del grande cortile, nell'area destra del tempio, si trova la cappella dedicata alla dea Hathor.
Oltre il pilone si accede al grande cortile delimitato da grandi colonnati, oggi distrutti, è occupato al centro da un altare sacrificale; da qui si giunge alla prima sala ipostila, la cui doppia porta svolgeva una doppia funzione purificatrice del faraone, operata da Horo e da Thot, innanzi alle divinità titolari del tempio, Sobek è Haroeris.
La seconda sala ipostila, di dimensioni più ridotte rispetto alla precedente, presenta pareti ornate da numerosi geroglifici concernenti le regole e lo svolgimento dei riti, integrati con l'indicazione dei luoghi e date relative....tutto questo è reso possibile dall'annotazione scrupolosa su pietra del calendario. Un documento importantissimo che ci svela molto sugli usi ma soprattutto sulle conoscenze nel campo astronomico degli antichi Egizi.
Particolare del calendario.
Tre sale anticipano il sancta sanctorum: nella prima il faraone pone le basi del tempio, mentre la seconda detta " delle offerte" dà accesso al tetto. Anche questo tempio come per quello di Delfi, Dendera ed altri, aveva un tetto calpestabile.
Qui all'inizio di ogni anno, si celebrava il rito dell'Unione al disco solare, consistente nell'esporre alla luce naturale le statue divine, custodite nella terza sala, affinché assorbissero la luce solare, energia positiva.
Anche questa escursione volge al termine, lasciandoci del tempo a disposizione per poter rivedere in tranquillità il tempio, la zona attorno, il museo dei coccodrilli imbalsamati, poi....dribliamo per una strada secondaria i tanti venditori....mi fermo un'attimo per vedere ( senza fotografare) un 'incantatore di serpenti...strabiliante! È la prima volta che mi capita....ci avviamo verso l' imbarcadero, le navi sono molto di più di quelle viste appena scesi. La guida ci aveva detto di tener presente un negozio posto frontalmente alla nave, come indicazione di base per non perderci...ma....il negozio ( con scritta araba) aveva chiuso, la nave , la prima ancorata non era la nostra è quindi...cammina e cammina ci siamo ritrovati molto distanti e con più nessuna nave all'orizzonte!!!!
Panico totale!! Quando ci sentiamo chiamare....era il nostro comandante!!! Potere delle piccole navi!!!.....e finisce che ci riporta sui nostri passi riconducendoci verso l'imbarcazione. Disattenti noi, che non abbiamo pensato, nella foga di scendere a terra, di prender nota del nome della prima nave ancorata.
Ci rilassiamo a bordo, godendoci il resto della giornata, il tramonto ci concede ancora una volta di godere della luce magica di questa terra, dei suoi profumi e del canto che invoca la preghiera, è una melodia unica che riempie l'aria amplificando e aggiungendo bellezza al luogo.....
Procediamo lenti in questa luce nella navigazione verso quel territorio quella regione misteriosa chiamata Nubia......
.....il Viaggio continua...