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"il post diario Costa Classica - Tra il cuore e le isole blu"

Sicuramente tante cose sarebbero da approfondire.... soprattutto riguardo al perchè da diversi anni si sta cercando di scatenare questa guerra ... che in sostanza è una guerra tra "poveri".
E ti quoto ... tagli, tagli e tagli che si traducono in carenza di mezzi e di aggiornamento professionale ai quali però corrisponde un aumento sconsiderato dei compiti assegnati ... solo considerando il 2012, tra 2 spending review, obblighi di trasparenza e pubblicità e chi più ne ha più ne metta ... quasi non si sa più come andare avanti .. .
 
Se l'Italiano (ho messo la i maiuscola) fosse meno furbo, avrebbe meno leggi, avrebbe leggi più certe e vivrebbe in un mondo più easy!

Non scadrei nel qualunquismo pubblico/privato - dipendente/imprenditore - evasore parassita/contribuente con senso dello Stato.
 
Sicuramente tante cose sarebbero da approfondire.... soprattutto riguardo al perchè da diversi anni si sta cercando di scatenare questa guerra ... che in sostanza è una guerra tra "poveri".

La risposta credo sia semplice, ma andare in quel campo è andare in politica pura..

Non scadrei nel qualunquismo pubblico/privato - dipendente/imprenditore - evasore parassita/contribuente con senso dello Stato.

Infatti.. quello che volevo sottolineare con il mio intervento è che le cose sono molto diverse da come sembrano se viste in modo semplice..

Senza con questo voler negare i mali, ma non nascondendo il bene..

Un salutone!!
Manlio
 
Io direi che riguardo al lavoro pubblico pullulano i luoghi comuni, spesso creati ad arte da chi vuole distogliere l’attenzione dai veri problemi della Pubblica amministrazione, e allora via contro i fannulloni, sempre in pausa caffè o a spasso per la città, come rimedio per tutti i mali.
Io invece credo che esistono lavoratori che operano con superficialità e scarso impegno, poco preparati e senza voglia di migliorarsi. sia nel pubblico che nel privato; sono i figli di una cultura che non motiva i lavoratori ad ottenere il meglio di se stessi, ad aggiornarsi con frequenza e ad offrire una professionalità elevata.
D’altra parte non dimentichiamo che esistono numerosi altri lavoratori, pubblici e privati, che operano con coscienza, che non rubano lo stipendio e che spessissimo sono chiamati a fare i salti mortali.
Un saluto

Assolutamente d'accordo con la tua ultima frase.

Riguardo al resto mi pare che ci siano troppi esempi negativi per qualificarli come un voler distogliere l'attenzione...;)

Vero che le mie fonti sono Striscia, il Corriere e Larepubblica, vero che a volte monteranno la panna, vero che a volte le vadano a cercare con il lanternino, ma insomma..... a me pare che da decenni mostrano/scrivono di casi sempre diversi...:cool:
 
Bruno.. Ti assicuro che non è così semplice..

E come ho scritto .in risposta a tano, non nego che esistano certe persone..

Ma se le cose vanno avanti vuol dire che c'è gente sana e magari è la maggioranza..

E come ho scritto in un altro intervento sono più le volte che lavoriamo per i privati e lì paghiamo pure che quelle che loro lavorano per noi..

Ci fanno passare per fannulloni si prendono i soldi e pure il merito del lavoro..

Questo non te lo dirà nessuna Striscia.. ;)

Un salutone!!
Manlio
 
Bruno.. Ti assicuro che non è così semplice..

E come ho scritto .in risposta a tano, non nego che esistano certe persone..

Ma se le cose vanno avanti vuol dire che c'è gente sana e magari è la maggioranza..

E come ho scritto in un altro intervento sono più le volte che lavoriamo per i privati e lì paghiamo pure che quelle che loro lavorano per noi..

Ci fanno passare per fannulloni si prendono i soldi e pure il merito del lavoro..

Questo non te lo dirà nessuna Striscia.. ;)

Un salutone!!
Manlio

Ma e' chiaro, ed e' proprio per questo che ho scritto per prima la prima frase (scusa il bisticcio....). Non mi avventuro nemmeno in percentuali di buoni/cattivi.

Quello che voglio dire e' che e' preoccupante che ne vengano a galla tanti, di questi casi. Al di la' della "furbata", e' il senso di sicurezza nell'impunita' che danno, che mi fa specie.

Ed e' vero che ne' Striscia ne' quotidiani andranno nella direzione da te scritta, ma dietro ad ogni mancanza c'e' qualcuno che le segnala, stufo di queste cose ;)
 
Ma e' chiaro, ed e' proprio per questo che ho scritto per prima la prima frase (scusa il bisticcio....). Non mi avventuro nemmeno in percentuali di buoni/cattivi.

Quello che voglio dire e' che e' preoccupante che ne vengano a galla tanti, di questi casi. Al di la' della "furbata", e' il senso di sicurezza nell'impunita' che danno, che mi fa specie.

Ed e' vero che ne' Striscia ne' quotidiani andranno nella direzione da te scritta, ma dietro ad ogni mancanza c'e' qualcuno che le segnala, stufo di queste cose ;)

Verissimo ... ma dietro c'è "altro" di cui, come giustamente dice Manlio, non possiamo discutere qui.
Un saluto
 
E' chiaro che se una persona non ha la possibilità di scaricare le spese, la fattura non la chiede

Di base il ragionamento è sbagliato, ma se non hai alternative si sceglie la via più conveniente, la realtà è questa.

Se ti riferisci al "disoccupato" posso anche arrivare a comprendere; diversa è la cosa se ci si riferisce all'eventuale lavoratore "in nero".

Infatti ci sono a volte situazioni 'create' dalle leggi e dal regime fiscale..

Create perversamente e quale (illecita) risposta.

Rimboccarsi le maniche, testa bassa e pedalare. Se no ciao ciao. Se non lo fai, scordati la carriera...e non solo...rischi il posto di lavoro.
Per cui, non concordo che sia lo specchio di un paese, piuttosto di "una parte" del paese...

In merito a quanto sostenuto da G&R, concordo abbastanza con il ragionamento di base.
A sostegno di ciò, cito quello che accadde quando il fisco permise di scaricare, in parte, dalla denuncia dei redditi le ristrutturazioni edili. In un settore ove imperversa il nero, questo meccanismo, il documentare le spese per poter usufruire del beneficio, fece "emergere" tante cose interessanti.....;)

Sulla prima parte concordo totalmente; sulla seconda, considerato il beneficio fiscale della detrazione fiscale, ma anche il frazionamento in più anni della stessa detrazione, l'effetto venne corposamente ridotto.
E mi viene da menzionare il credito di imposta per l'acquisto di beni strumentali, automatico, ed il successivo balzello di adempimenti per non vederelo recuperare. Aziende hanno investito fior di capitali e per un minuto di ritardo nell'invio di un modulo si sono viste recuperare quanto prima (per legge!!!) legittimamente fruito.

La cosa più sbagliata, per combattere l'evasione fiscale, è quella di aumentare l'aliquota IVA.

L'aumento dell'IVA é parte di una manovra utile a pareggiare i conti dello Stato tesa a rimanere entro i parametri imposti dall'Unione Europea, nulla a che vedere col contrasto all'evasione che, piuttosto, viene fatta emergere attraverso l'adozione di una serie di norme e adempimenti ad hoc, quali: soglia antiriciclaggio (€ 999,00), comunicazioni c.d. rilevanti, tracciabilità dei movimenti finanziari, indagini bancarie, acquisizione di informazioni su contratti personali e familiari (telefonia, pay tv, etc...), redditometro... Solo per citar qualcosa...

Io direi che riguardo al lavoro pubblico pullulano i luoghi comuni, spesso creati ad arte da chi vuole distogliere l’attenzione dai veri problemi della Pubblica amministrazione, e allora via contro i fannulloni, sempre in pausa caffè o a spasso per la città, come rimedio per tutti i mali.

Questo è vero; oggi, stesso ufficio pubblico, in due stanze divise da una sola parete, il diavolo e l'acqua Santa... :-(

..... esistono programmi e progetti da attuare con scadenze precise e anche da portare avanti lavorando nei giorni di riposo se è necessario, esistono inoltre precise responsabilità di ciascun dipendente che è tenuto a rispettare una quantità di disposizioni normative molto superiore a quanto è previsto per il settore privato, diciamo una giungla normativa, e se non si presta la massima attenzione le azioni possono facilmente sfociare in illeciti amministrativi.

Deliziosa, ne sono consapevole ma sai, per me che vivo in ufficio non meno di dodici ore al giorno ed anche sette giorni su sette, e che (per farla breve) si porta addosso una serie infinita di responsabilità che possono comportare di tutto e di più, responsabilità e tempi di lavoro non conciliabili con uno stato di malattia (non puoi ammalarti se sei in scadenza! Punto!), che tratta persino col proprio ginecologo per fissare la data del parto cesareo perché sotto scadenze e che torna in ufficio tre, dicasi TRE, giorni dopo aver dato alla luce un figlio, è un discorso che non regge bene.
Preferisco sostenere che vi sono ruoli professionali non opportunamente valorizzati ed altri che vengono vissuti con minore o maggiore senso di responsabilità.

E ti quoto ... tagli, tagli e tagli che si traducono in carenza di mezzi e di aggiornamento professionale ai quali però corrisponde un aumento sconsiderato dei compiti assegnati ... solo considerando il 2012, tra 2 spending review, obblighi di trasparenza e pubblicità e chi più ne ha più ne metta ... quasi non si sa più come andare avanti .. .

Mentre ad alcuni privati vengono imposti aggiornamenti ed investimenti informatici, e non solo, per stare al passo, non con i tempi, ma con gli adeguamenti normativi.
Sia chiaro, non è un attacco ai lavoratori del settore pubblico, all'interno del quale vi sono elementi censurabili ed altri pregevoli, ma certamente il privato, quanto più é contenuto più rischia di affogare.
In caso di compressione del mercato, giusto per non definirla sempre crisi, chi rischia di più il posto di lavoro? Il dipendente privato o quello pubblico?
Troppi padri e madri di famiglia ho visto licenziare e troppe aziende private chiudere o fallire in questi ultimi anni per riuscire a tacere e ripeto, a scanso di equivoci, non è un'attacco verso il dipendente del pubblico settore che, in parecchi casi, apprezzo decisamente, ne pietismo o difesa a spada tratta del lavoratore privato che, talvolta, non ha manco voglia di venderti il pane.
Ma non è esattamente la medesima cosa...
 
Ultima modifica:
Ciao Loredana, in merito ai benefici fiscali sulle ristrutturazioni edili dal lato di chi ne ha usufruito, faccio mio il tuo autorevolissimo commento (si vede che è la tua materia....e l'hai spiegato splendidamente..). La mia affermazione, nasceva da un articolo del Sole24ore di parecchio tempo fa, che evidenziava un buon incremento della base imponibile nel settore delle PMI edili grazie al fatto che documentare le spese per chi poteva usufruire del beneficio ha fatto "emergere" una parte di ciò che prima era in "nero".
Sul fisco in genere, ti quoto al 100%, e mi fermo qui, senza entrare in ulteriori dettagli, che mi rovinerebbero ulteriormente la giornata. Certi aspetti sono proprio da stato "feudale" (Loredana, parliamo del "cancro" dei crediti IVA? Immagino che potresti portare fior di esempi di tuoi clienti che...avrebbero tanto da dire ...).
Sulle tue risposte in merito a pubblico/privato, invece ti quoto al 200%. Ancor di più, quando parli di scadenze, io ho lavorato con la febbre ed anche con un braccio ingessato (ed era anche il destro). Senza se e senza ma.

Tornando al discorso pubblico / privato, ed al di là delle vostre singole situazioni (mi riferisco a Manlio e Lorena), e posto che nessuno qui ha affermato che nei privati tutti si spaccano la schiena e nel pubblico tutti sono a fare la spesa nell'orario di lavoro, dire che i due mondi viaggiano a braccetto mi sembra una forzatura della realtà.
Avete presente le differenti percentuali di assenteismo tra i due settori? (al 2010, fonte ministeriale tramite indagine INPS). Il pubblico ha un assenteismo maggiore del 20% rispetto al totale degli occupati, il "delta" più alto in Europa (ciò vuol dire che la differenza di assenteismo tra pubblico e privato è ben più del 20%, sono cifre assolutamente esorbitanti).
A me non pare di banalizzare, nè di fare qualunquismo. A me questo sembra un problema, e pure grosso.
E queste sono cifre oggettive.

Poi ragazzi, tutti noi siamo anche cittadini, e tutti noi possiamo giudicare l'efficienza della PA a partire dall'ufficio Anagrafe del Comune per una semplice carta d'identità (mia esperienza di Dicembre 2011) fino ai meandri ed ai labirinti degli uffici INPS che si è sorbita mia sorella per la pensione di mia madre (ex-dipendente statale).
Ora, è evidente che il grosso dei problemi non fanno capo al singolo dipendente, ma piuttosto sono problemi di processo ed organizzativi.
Lorena, è vero, c'è il taglio della spesa pubblica, fate il lavoro per quattro. Peccato che, a differenza di un'azienda media, generalmente tutto vi si ripercuote contro perchè il vero problema di base è il metodo di lavoro. Nel senso: non basta tagliare la spesa di un 20% senza porsi come obbiettivo una revisione dei processi lavorativi che implichi una maggiore efficienza. La revisione dei processi, deve essere una valutazione a monte del “taglio”, ed il “taglio” di spesa non può non prescindere da questa.
Ma siete mai stati in uno sportello delle Poste? Negli ultimi anni fanno anche da Banca, hanno incrementato i servizi...ma come lo fanno? Con gli Olivetti di 20 anni fa!!
Sabato scorso, non sono nemmeno riuscito a pagare con il bancomat (di carta di credito nemmeno se ne parla...e già questo vi sembra normale?) e non avevano nemmeno il POS che leggeva il chip elettronico!! Sono dovuto uscire per prelevare contanti.
E non voglio parlare della miariade di Enti ed Entini inutili (ma, vi ricordate le Comunità Montane? Ma, avete presente le società pubbliche di gestione dei tratti autostradali? Non so quanti amministratori delegati, dirigenti ed impiegati ci siano per chilometro……e ci sono centinaia di altri esempi…)….no comment…

Ora, per mia esperienza professionale, ho a che fare quotidianamente con le PA, l'azienda per la quale lavoro ha un giro d'affari di qualche centinaio di milioni di euro l'anno con lo Stato, ed è quotidianamente una lotta. Anche per una banalissima "certificazione" di fatturato (tempi di risposta da loro a noi 5 giorni lavorativi medi, con telefonate assurde, scortesie e solleciti, gente che non risponde al telefono o alle mail. Tempi di risposta da noi a loro, mal che vada, tre ore).
E mi sono fermato ad una cosa banalissima. Colpa dei dipendenti? colpa dell'organizzazione? Colpa di quel 20% (di più) di assenteismo in più rispetto alla media di tutti i lavoratori? Boh... ma il risultato sempre quello è....e questo risultato ci costa soldi, tanti.

In risposta a Manlio, ed in merito ai controlli: come ben sai, sono responsabile Finanza e Controllo (una delle figure più odiate..dopo il Responsabile delle Risorse Umane ovviamente..:D) di un'azienda che in Italia ha 14.000 dipendenti. Ora, posto che questa funzione quasi non esiste nelle PA, o se esiste è stata creata relativamente di recente e con mezzi informatici limitati, io monitoro produttività, ore assenteismo, infortuni etc. etc. di 14.000 dipendenti con cadenza....SETTIMANALE. Come lo faccio? Con 4 click in una tastiera di computer da parte di un mio collaboratore. Mi volete far credere che in qualche ministero a Roma qualcuno fà così?
A me risulta una rilevazione a "macchia di leopardo", mensile....con excel!!
Ma avete presente come è andata avanti l’informatizzazione nei palazzi di giustizia ed in altri uffici della PA?

Ma il nostro tessuto produttivo è fatto principalmente da piccole e medie aziende.
Al di là della particolare normativa prevista per le aziende sotto i 15 dipendenti (in merito un confronto pubblico/privato è ancor più improponibile), qui hai anche il "principale" che ti controlla dalla porta accanto. Ed ogni euro sprecato, o risparmiato, finisce direttamente nelle sue tasche. Forse questo comporta una pressione un pò differente, o no?

Sulla aleatorietà del posto di lavoro: ma scusate, ma la crisi occupazionale che stiamo vivendo (e mi riallaccio un'ulteriore volta al discorso di Loredana), viene forse dalla PA? O dal mondo privato?

Poi possiamo pure raccontarci che le PA sono dei mostri di efficienza. Io invece, dall'altra parte della barricata, come cittadino e professionista, vedo che spesso ci costano soldi, e non pochi, in termini di tempi, poca efficienza e disorganizzazione. Quindi concordo, no ai luoghi comuni, ma dico anche no alle fette di prosciutto sugli occhi. Perchè certe cose le vivo quotidianamente.

Lorena, se devo dare una chiave di lettura al nostro declino come paese, non credo che la PA sia stata la causa assoluta di tutto. Non lo credo.
Io credo che le cause siano principalmente tre: la Politica e le sue comnistioni (a destra ed a sinistra, e che indirettamente tocca la PA), in termini di costi della stessa e di "spessore morale medio", e la sua mancanza di strategia a medio/lungo termine che ha accellerato il declino economico e sociale (infrastrutture, riforme, politica energetica etc.), una involuzione/stagnazione "culturale" (che si collega al primo aspetto, e qui si ci faccio rientrare anche la classe imprenditoriale, anche in termini di "malaffare", ma anche noi cittadini), ed un eccesso nell'uso di "finanza distorsiva" la cui globalizzazione (tramite banche, derivati e titoli di stato "infetti") sta comportando ormai da anni ENORMI danni. E' evidente che quest'ultimo è un problema mondiale, ed anzi, in Italia l'impatto è stato inferiore rispetto ad altri paesi, ma avendo già un'economia malata...siamo più esposti di altri..e lo dico, con grande preoccupazione, soprattutto in prospettiva....
Come vedi, non sono tra quelli che cercano colpevoli solo negli uffici statali…ma ne ho per tutti…aziende private comprese...


Un saluto
 
Ultima modifica:
Acc.. come cresce il discorso..

A meno di scrivere temi non posso rispondere in dettaglio..

Però qualcosa lo voglio dire, parto dal famoso rimborso del 55 % sulle ristrutturazioni edilizie..

Il 55 % è una invenzione Enea, ed è una invenzione di un certo livello.. ha fatto emergere una marea di lavoro in Nero, si è pagato da solo (con l'emersione appunto), ha diminuito i consumi delle abitazioni, ha creato lavoro vero e fatto girare il mercato..

Non è poco vero?

Tutte le domande vengono spedite ad Enea, Enea le esamina, se possibile le approva, se non possibile cerca non solo di non approvare, ma di dare qualche dritta per risolvere il problema..

Parliamo di una massa immensa di pratiche..

Numero persone che se ne occupano?

Tre.. :(

Fino a pochi anni fa tre precari, oggi un precario e due posti fissi..

Ed in passato il supporto Hardware e Software per queste persone era, per motivi burocratici ecc., molto ma molto limitato..

Con questo non solo capirete benissimo che per loro dodici ore di lavoro continuato, ovviamente senza straordinari, sono il minimo sindacale, ma anche che per chi riceve il lavoro magari è pensabile che la risposta sia arrivata in ritardo..

Ed ovviamente nessuno sa che questa bellissima idea è roba nostra..

Parliamo invece dei software?

Ad es. anni fa la regione Lazio ha speso una marea di soldi per un software che serve a gestire le prenotazioni delle visite mediche ecc. ecc.

Ovviamente il software così iperpagato non è che fosse il top..

Ma la stessa regione dispone di fior di programmatori che a loro volta sono perfettamente in grado di sviluppare un loro programma.. e che hanno tutto la voglia di farlo..

Ma non lo possono fare.. :(

Nessuno discute che l'organizzazione del lavoro sia deficitaria, nessuno discute che il sistema non funziona, ma credo di aver ben specificato (se ci pensate oltre a quello che dovrei fare utilizzando il mio nome e cognome) che ci sono dei perchè, e che questi perchè prescindono da chi ci lavora..

Senza ripetermi, ma nei post precedenti altri spunti a tal proposito li ho dati..

Una cosa invece vorrei dire su scadenze ecc.

A parte che, lo ripeto, non tutto il privato è uguale (ci lavoro, lo saprò) ma qualche altra cosa va detta..

La vita che ha descritto Loredana io l'ho vissuta per almeno otto anni, otto anni senza forum o diari di viaggi per esser chiari.. per fortuna con qualche viaggio..

Il mio lavoro ha giustificato l'ingresso di diversi soldi in ente, ed anche gli stipendi di qualcuno che è fuori.. personalmente mi è costato l'utilizzo intensivo della automobile (che sarebbe ancora nuovissima se avessi fatto normale orario di lavoro) ed una marea di soldi e ferie perse (circa venti/trenta giorni l'anno)..

Anche io ho lavorato con la febbre ecc.

nel privato questo si traduce in problemi (le colpe degli errori ecc.) ma anche in soldi..

Nel pubblico in 'colpe'.. Colpa tua di questo (che neanche sai cosa sia), colpa tua di quest'altro (idem)

Numero promozioni? Zero? Numero premi produzione? Uno, dato praticamente a tutti (Ottocento Euro in tredici anni), stipendio?

Il mio stipendio è praticamente fermo da undici anni (bella prova, non faccio nulla, voglio pure i soldi? ;) ) ed è tra la metà ed un terzo dei miei ex tesisti..

Va da se che i miei ex tesisti, nel privato, rischiano il posto di lavoro, ma va altrettanto da se che ogni scelta ha i suoi pro ed i suoi contro..

Il 'contro' della sicurezza del posto è che guadagni poco..

Ma sui risultati e l'impegno del mio lavoro ci sono undici anni di premi internazionali, di pubblicazioni nei migliori congressi mondiali, di soldi e soldi portati in Enea e fuori..

Insomma, non mi sembra che un blocco di stipendio sia poi così giustificato..

Per inciso, gli attuali diari di viaggio non sono il frutto di un mio disimpegno, ma di una 'contrazione' (come la definisce Loredana.. ;) ) del lavoro..

Tornando a noi, nel pubblico c'è poi un problema che nel privato esiste, ma è meno grave..

Se un precario dice ad un privato ''Ciao, io me ne vado..'' il privato potrà giudicare se sia o non sia il caso di tenerlo, e quindi se contrattare o no un nuovo stipendio..

Nel pubblico il più bravo dei lavoratori può o non può essere assunto solo se il governo decide di prenderlo..

E se decide di prenderlo lo prende insieme ad altre trecentomila numeri, bravi o non bravi..

E questo è un dramma, qualcosa che 'cancella' la persona, che è meno 'sicuro' di qualsiasi privato, che è addirittura violento nei confronti della stessa..

Poi magari nell'anno giusto si prendono tutti, ed ecco che quelli che non hanno mai mosso un dito e quelli che il dito se lo sono mozzato per il lavoro sono tutti uguali..

Un saluto
Manlio
 
Certo che e', quantomeno, desolante.... appena visto il servizio delle Iene su due banconisti del bar/ristorante della Camera che portano fuori dal Parlamento quattro buste (con il logo della Camera dei Deputati) con derrate alimentari (cosa che e' vietatissima). Alle domande nessuno risponde, anzi due commessi, presenti a tutta la scena, fanno pure gli offesi........
 
Massimiliano, straquoto ogni singola tua parola!!!

Acc.. come cresce il discorso..

Snergie fra esperienze ;-)

Con questo non solo capirete benissimo che per loro dodici ore di lavoro continuato, ovviamente senza straordinari, sono il minimo sindacale, ma anche che per chi riceve il lavoro magari è pensabile che la risposta sia arrivata in ritardo..

Manlio, non è che non ti creda ma non posso non esprimere qualche dubbio.
Oltre le 40 ore settimanali (per quasi tutti i contratti di lavoro) è lavoro straordinario e nel pubblico generalmente deve essere autorizzato, diversamente non può essere prestato, ovvero non viene riconosciuto come prestato, inoltre il lavoratore non può trattenersi nei luoghi di lavoro oltre orario contrattuale (o straordinario se autorizzato) Dunque le cose non si conciliano.
Tu sei certo che i soggetti di cui tu parli non abbiano avuto riconosciuto un surplus retributivo per lo straordinario prestato? Hai mai visto le loro buste paga? Io credo che magari loro non abbiano voluto informarvi piuttosto, per privacy, per riservatezza etc...
Atra ipotesi è un incarico a progetto ma non si sposa con le indicazioni che hai dato.

La vita che ha descritto Loredana io l'ho vissuta per almeno otto anni, otto anni senza forum o diari di viaggi per esser chiari.. per fortuna con qualche viaggio..

Il mio lavoro ha giustificato l'ingresso di diversi soldi in ente, ed anche gli stipendi di qualcuno che è fuori.. personalmente mi è costato l'utilizzo intensivo della automobile (che sarebbe ancora nuovissima se avessi fatto normale orario di lavoro) ed una marea di soldi e ferie perse (circa venti/trenta giorni l'anno)..

nel privato questo si traduce in problemi (le colpe degli errori ecc.) ma anche in soldi..

Nel pubblico in 'colpe'.. Colpa tua di questo (che neanche sai cosa sia), colpa tua di quest'altro (idem)

Numero promozioni? Zero? Numero premi produzione? Uno, dato praticamente a tutti (Ottocento Euro in tredici anni), stipendio?

Il mio stipendio è praticamente fermo da undici anni (bella prova, non faccio nulla, voglio pure i soldi? ;) ) ed è tra la metà ed un terzo dei miei ex tesisti..

Va da se che i miei ex tesisti, nel privato, rischiano il posto di lavoro, ma va altrettanto da se che ogni scelta ha i suoi pro ed i suoi contro..

Manlio, rischierei di scrivere un romanzo ma data l'ora e la stanchezza (sono un privato e sto ancora lavorando!!!) mi riserverò, se del caso, di approfondire successivamente.
Scrivi di aver fatto la vita che ho descritto per otto anni ma quanti anni fa? O meglio, sino a quanti anni fa?

Oggi non v'è persona di certo privato che non vorrebbe essere anche sottopagato nel pubblico pur di assicurare un tozzo di pane a se ed alla propria famiglia alla sera, e parlo di pane e non dell'auto nuova o della vacanza!!!

E della vita che nel privato il lavoratore conduce ho fornito soltanto pochi elementi....un antipasto insomma, non farmi passare al primo, secondo e dolce, perché, ti assicuro, potremmo fare indigestione.

Parli di scelta dei tuoi ex tesisti ma, ti chiedo: quanto è una scelta obbligata? Gli hanno forse proposto l'assunzione ed hanno rifiutato?

Sai qual'è, in fatto di luoghi comuni, l'altro lato della medaglia? Che si ritiene che nel privato, come tu stesso hai sostenuto: "nel privato questo si traduce in problemi (le colpe degli errori ecc.) ma anche in soldi.."
Ma di quali soldi parliamo?

Caro Manlio, le aziende private, schiacciate sino al default dalla crisi economica, non più sostentate dagli istituti bancari nemmeno per quel minimo ed indispensabile ossigeno ricavato dal ricorso al credito, licenziano, chiudono o, peggio, falliscono senza onorare manco le obbligazioni finanziarie con gli stessi dipendenti per quelle mensilità in mora, lavoratori che pertanto hanno lavorato g r a t u i t a m e n t e per mesi sperando di riuscire a percepire almeno qualche acconto (quanto ne ho viste e ne vedo).

E di quali colpe degli errori parliamo?
Parliamo di cause civili, di azioni risarcitorie poste in essere quando soldi non ve ne sono già più, talchè l'unica via d'uscita può essere l'idea del suicidio se non addirittura io fatto in se (ne abbiamo letto e visto ai tg)

Manlio, non dubito che il tuo lavoro (come quello di molti altri) abbia portato frutti a qualcun'altro piuttosto che a te ma nel privato ciò è la regola non l'eccezione.

E nel privato, se hai da spendere in hardware o software lo fai (anche indebitandoti) perché DEVI, perché nessuno ti consegnerà gratuitamente un pc non di ultima generazione ovvero un software, malgrado non perfetto sul tavolo domattina. Ripeto, lo fai perché sei obbligato da una miriade di norme e adempimenti imprescindibili o improcrastinabili.

Io conduco avanti la mia attività da 23 anni dopo essere stata, per i quattro precedenti, dipendente del privato. Ne ho viste di "compressioni di mercato", di oscillazioni, di incroci sfalsati fra domande ed offerte, ma questi ultimi due/tre anni sono troppo bui, imparagonabili a nulla a cui io abbia mai assistito.

Il lavoratore pubblico non si vede aumentato lo stipendio per anni?
Il lavoratore privato non vede manco più lo stipendio e, talora ahimè, manco il posto di lavoro ed il lavoratore autonomo non sa più come coprire le spese.... Insomma siamo alla frutta e speriamo di non dover anche essere costretti a mangiare anche l'amaro dolce!!!

Tornando a noi, nel pubblico c'è poi un problema che nel privato esiste, ma è meno grave..

Se un precario dice ad un privato ''Ciao, io me ne vado..'' il privato potrà giudicare se sia o non sia il caso di tenerlo, e quindi se contrattare o no un nuovo stipendio..

Nel pubblico il più bravo dei lavoratori può o non può essere assunto solo se il governo decide di prenderlo..

E se decide di prenderlo lo prende insieme ad altre trecentomila numeri, bravi o non bravi..

E questo è un dramma, qualcosa che 'cancella' la persona, che è meno 'sicuro' di qualsiasi privato, che è addirittura violento nei confronti della stessa..

Manlio, senza polemica, ma se oggi un dipendente del privato dice al datore "ciao, me ne vado...." gli fa una cortesia grossa quanto una casa!!! Il dipendente del privato prega la notte per non essere messo alla porta.

Che poi il dipendente del pubblico possa o non possa essere assunto solo se è cosa diversa dal punto precedente.
Li si tratta di licenziamento qui di assunzione.

Ma ciò dimostra altro.
Nel privato, procede ad una assunzione equivale a far colloqui e selezioni utili a scegliere al meglio la figura professionale richiesta.
Nel pubblico un concorso porta a decidere di prendere il dipendente "insieme ad altre trecentomila numeri, bravi o non bravi"
Il che avvalora la tesi di chi sostiene che il pubblico contiene forse troppe persone incompetenti, potenzialmente (le altee duecentonovantanovemilanovecentonovantanove :-))

Ad allora come ci poniamo? Qual'è la verità?
Personalmente non ritengo sia vera nessuna rigida posizione. Vanno bene entrambe che non si incontrano peró esattamentete a metà strada tranne in qualche occasione.

Spero vorremo ulteriormente, ancorchè serenamente, approfondire la questione ma, data l'ora ed il mio lavoro di autonomo privato ancora in corso (per uno straordinario che non mi retribuirà alcunchèl) , non potevo chiarire meglio il mio punto di vista.
 
Si possono fare tanti paragoni tra pubblico e privato, ma facendo gli opportuni distinguo.
Sono tante e diverse le realtà nell’uno e nell’altro, che viene difficile paragonare un lavoratore dipendente ad un lavoratore autonomo, o un impiegato di una grossa azienda privata ad un coltivatore diretto, o ancora un dipendente comunale ad un commesso parlamentare o ad un militare.
In linea generale ci sono dei pro e dei contro in tutti i lavori.
Ciò che non va bene sono i luoghi comuni, che possono far pensare che i lavoratori pubblici in realtà non lavorino e che nessuno li può toccare, cosa che non è assolutamente vera e che offende pesantemente qualsiasi lavoratore pubblico. Su questo Manlio ha detto esattamente ciò che accade nel pubblico e dal suo post non sposterei neanche una virgola.
Poi possiamo anche elencare quali sono i problemi sia nel pubblico che nel privato …. sono tantissimi e mai risolti, quasi quasi … mi viene da pensare alle persone anziane che si incontrano e fanno a gara a chi ha più dolori.
Solo per precisare alcune cose dette anche se ci sarebbe da scrivere per ore …. :(
http://www.inps.it/docallegati/mig/...enzeStampa/BANCA_DATI_1_FEBBRAIO_2011_def.pdf
Senza voler dire che non si siano mai verificati casi assurdi, ma come dicevo “protetti”, sull’assenteismo ragioniamo anche sulla composizione dei lavoratori, per sesso, per zona di provenienza, per età ecc…. tutte componenti che non possono essere trascurate.
I malfunzionamenti poi ci sono ovunque …. ad esempio ricordiamoci che le poste o l’Enel sono privati …. Io direi che come nel privato anche nel pubblico ci sono realtà differenti e diversamente organizzate …
Per Loredana, lo straordinario funziona come dice Manlio, ora sarebbe lunga stare a spiegare tutte le regole, ma ti assicuro che se ci sono scadenze, e ci sono sempre, in ufficio si rimane e senza compenso straordinario …. al limite è consentito un eventuale recupero … ma quando ?
E tranquillamente ci si porta pure il lavoro a casa ….
E spesso, molto spesso, si va al lavoro con l’influenza …. e su questo, almeno io, ho sempre da ridire … perché uno che lavora ti risolve un problema, ma nel frattempo ti contagia altri cento colleghi … ma questo è un altro problema …
Ovviamente il tutto varia a seconda dei livelli e delle responsabilità (non sto parlando di Dirigenti comunque, loro lavorano senza orario) …. ma anche nel privato credo sia altrettanto, sempre considerando grosse aziende paragonabili ad una amministrazione pubblica grossa.
Degli stipendi sarebbe meglio non parlare, perché nella P.A. ci sono delle eccellenze, professionisti con la P maiuscola, che sono assurdamente sottopagati …. e potrà sembrare strano ma ci sono casi di dimissioni volontarie ….. o addirittura di rifiuto dell’assunzione …. anni fa ciò sarebbe apparso incredibile … oggi questi casi si stanno verificando …
Ultima cosa, la fase di recessione che stiamo attraversando sta colpendo tutti, in primis il privato che deve fare i conti con le leggi di mercato, ma il pubblico non crediamo che stia bene …. negli ultimi anni tantissimi lavoratori pubblici nella mia regione sono stati messi in mobilità e chi non ha trovato altro lavoro, entro i due anni canonici, è rimasto a casa … e le riduzioni di personale tramite accorpamenti vari sono sempre alla porta … ci sono già atti ufficiali che le prevedono ….
Ci saranno sicuramente meno spese …. ricordiamoci però “ergo” meno servizi per la collettività …
Ci sarebbero mille altre cose da dire …. ma il succo è questo “il lavoro pubblico non è quell’oasi felice che qualcuno vuole ancora farci credere” e soprattutto i lavoratori pubblici …. tranne qualche eccezione che conferma la regola …. hanno da rimboccarsi le maniche tutti i giorni, altro che passeggiare.
Un saluto
 
Forse il problema di un luogo comune e' che il settore pubblico e' piu' sott'occhio? O forse dipende dal fatto che lo stipendio non sudato nel privato esce dalle tasche del proprietario (o degli azionisti) mentre quello del pubblico esce dalle tasche di ognuno.

Fermo restando il fatto che le pecore nere e bianche ci sono ovunque, indipendentemente dalle frontiere....
 
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Forse il problema di un luogo comune e' che il settore pubblico e' piu' sott'occhio? O forse dal fatto che lo stipendio non sudato nel privato esce dalle tasche del proprietario (o degli azionisti) mentre quello del pubblico esce dalle tasche di ognuno.
Fermo restando il fatto che le pecore nere e bianche ci sono ovunque, indipendentemente dalle frontiere....

Più che sott'occhio direi che è volutamente attenzionato, non da noi che scriviamo ovviamente, capiscimi :)
E ciò ha lo scopo di allontanare l'attenzione da altri problemi ... alcuni li ha messi bene in evidenza Felix, ma ce ne sono anche altri che non si vogliono affrontare. L'unico mezzo per risollevare le sorti dell'Italia e contrastare i fannulloni senza toccare altro.
 
Vi seguo con molto interesse ed imparo come si vive nell´Italia s´é desta.

Scuiguetto io credo che in Italia il settore pubblico fa quello che vuole ( non voglio generalizzare ) ed il privato é come dici tu.
Da noi non fa quello che vuole, lo statale é un lavoro che vuole fare qualsiasi piú ai giorni nostri, pre esempio 40 anni fa i Turchi erano venuti per fare i lavori piú sporchi come la raccolta dell´inmondizia, oggi é un lavoro d´oro in mano ai tedeschi.
Sono molto controllati dai loro capi, producono, ed hanno tutti i vantaggi del pubblico.
Peró quando soldi non ce ne in comune, vanno in disocupazione come qualsiasi altro lavoratore del privato.

Un saluto.
 
Ciao Lorena e ciao a tutti, sono di fretta ma ho letto illink che hai pubblicato.
Attenzione, l'indicazione di 1.6 giorni in più è fuorviante, perchè è per malattia singola. infatti si precisa che nella PA, ci si assenta per periodi più corti, però più frequenti. Non è quindi un indicatore di assenteismo totale.
Ecco cosa diceva nel 2010 il sito della funzione pubblica:

Questo pomeriggio nella Sala Tarantelli di Palazzo Vidoni si sono conclusi i lavori del convegno "Absenteeism in the Italian Public and Private Sector: The Effects of Changes in Sick Live Compensation", al quale hanno preso parte diversi economisti ed esperti di statistica. Nell'occasione sono stati presentati i risultati della Commissione sull'assenteismo nominata dal Ministro Renato Brunetta. Al termine di due anni di attività, durante i quali si è avvalsa della collaborazione e del sostegno di diverse istituzioni (Agenzia dell'Entrate, INPS, ISTAT e Ragioneria Generale dello Stato), la Commissione ha illustrato i principali effetti ottenuti dalla Legge n. 133/2008 (e successive modifiche). Dalla loro lettura si evince in particolare che il suo impatto risulta evidente in tutti i comparti del settore pubblico e che dopo il primo anno di applicazione (che ha portato a una riduzione media delle assenze del -38%) il fenomeno sembra ormai assestarsi sia pure con oscillazioni dovute anche ai fenomeni epidemiologici.

Avvalendosi dei dati INPS, i relatori hanno inoltre sottolineato l'effetto 'moralizzatore' che la Legge n. 133/2008 ha saputo esercitare anche nel settore privato. Alcune analisi dimostrano ad esempio che gli individui occupati nel settore privato, ma con un partner impiegato nel settore pubblico, hanno ridotto la propensione ad assentarsi per malattia, pur non essendo direttamente interessati dal provvedimento.

Contributi rilevanti sono emersi anche dalle ricerche dedicate agli aspetti fisiologici ed epidemiologici che sottostanno alle assenze dal posto di lavoro. Il paper presentato da Leo Bonato e Lusine Lusinyan (Fondo Monetario Internazionale) ha poi evidenziato come in Italia l'assenza per malattia sia tra le più basse d'Europa, l'assenza nel pubblico impiego sia in media maggiore di più del 20% di quella dell'occupazione totale (questa differenza è tra le più grandi in Europa) e il tasso di assenza per malattia sia raddoppiato nel periodo 2002-2006 per poi ridursi sensibilmente.

Nel corso del convegno sono stati altresì analizzate le relazioni esistenti tra assenteismo e caratteristiche della normativa a tutela del lavoratore. La stessa Commissione ministeriale sull'assenteismo costituisce un'innovativa forma di valutazione delle politiche pubbliche e un valido esempio di sinergia da un lato tra mondo scientifico e decisore pubblico, dall'altro tra istituzioni diverse all'interno della Pubblica amministrazione. Si è così costruito nel tempo, grazie all'interazione tra scienziati e operatori, un inedito patrimonio di informazioni e professionalità. Si aprono adesso nuove prospettive di lavoro sull'esame dei fenomeni sociali e comportamentali che sottostanno all'assenteismo, potendo tra l'altro disporre di una base statistica ricca e flessibile per la futura verifica dell'impatto delle varie politiche di volta in volta attivate.

Manlio, mi spiace non approfondire degli spunti interessanti che proponi, ma sottolineo che l'Enea non è proprio l'ente pubblico che avevo in mente quando ho scritto la mia opinione. Enea non rappresenta un campione attendibile della PA :D.
Non ho difficoltà a dire che mi riferisco principalmente a Ministeri e Asl (personale amministrativo).
Per tutto il resto...quoto Loredana.

Ultima considerazione, pensando ai post di tutti. Un elemento certo ed incontrovertibile è comunque emerso e che ci accomuna:cari ragazzi, dipendenti pubblici e privati, liberi professionisti e commercianti, mi sa che siamo tutti nella stessa situazione...e cioè...in una pessima situazione...chi più, chi meno...purtroppo...

Un salutone!!
 
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Posso dire una cavolata grande come una casa, anche dalla mia esperienza Argentina ?

Io credo che un popolo é felice quando tutti possono avere un lavoro, una casa, una famiglia, una macchina, uscire una sera a mangiare fuori, la domenica l´asado con i nonni, gli amici , cioé le cose esenziali che da la vita.
Secondo me non importa il modo, ogni paese ha una sua cultura che é impossibile cambiare, perció ci deve essere una politica che come punto di riferimento abbia quello che io ho detto all´inizio.
L´Euro ha incatenato questo che é la base che deve avere qualsiasi politico che governa il suo popolo.
Ed era qualcosa di prevedibile, cioé i politici Europei hanno fallito perche non hanno fatto niente , e secondo me verrano problemi, e credo che il primo paese che fará sta rivoluzione é l´Italia, che é quella che sta pagando il prezzo piú alto, perche una volta aveva una Industria ed un forte artigianato ed adesso solo le mutande sono rimaste.
Un paese che per cinquant´anni ha vissuto sempre di inflazione e svalutazione con una mentalitá capitalistica creata dalla grande evasione fiscale di tutti, non puoi imporle una moneta e regolare un mercato in cui la pressione fiscale é piú alta e poi d´improvviso voler regolare anche il rapporto tra banca e cliente.
In Argentina c´é stato un default molto criticato all´estero per coloro chea vevano i soldi tanto da parlare male del mio paese.
Ma il default ha portato respiro al popolo.
Peró per arrivare ad una decisione cosí qualcosa sará successo ed io andrei a mettere il dito nei paesi di primo mondo che sono decenni che non producono niente, vivono dalla speculazione come nababbi aspettando queste situazioni.
L´Italia se non entrava nell´euro ( impossibile ) solo tra Cirio e Parmalat avrebbe fatto un default ma probabilmente le industrie tutte continuerebbero a funzionare ed il lavoro ci sarebbe..
Attenzione di questa mia cretinata, sono d´accordo con l´Euro, ma non abbiamo avuto una classe politica Europea che prevedesse e prendesse soluzioni al problema. Hanno dato soldi inutile ( avete visto che bella la Spagna ? ) a gente irresponsabili che non hanno pensato alla produzione, come i politici solo egoisti e senza visione Europea.

Un saluto.
 
Ciao Lorena e ciao a tutti, sono di fretta ma ho letto illink che hai pubblicato.
Attenzione, l'indicazione di 1.6 giorni in più è fuorviante, perchè è per malattia singola. infatti si precisa che nella PA, ci si assenta per periodi più corti, però più frequenti. Non è quindi un indicatore di assenteismo totale.
Ecco cosa diceva nel 2010 il sito della funzione pubblica:

Questo pomeriggio nella Sala Tarantelli di Palazzo Vidoni si sono conclusi i lavori del convegno "Absenteeism in the Italian Public and Private Sector: The Effects of Changes in Sick Live Compensation", al quale hanno preso parte diversi economisti ed esperti di statistica. Nell'occasione sono stati presentati i risultati della Commissione sull'assenteismo nominata dal Ministro Renato Brunetta. Al termine di due anni di attività, durante i quali si è avvalsa della collaborazione e del sostegno di diverse istituzioni (Agenzia dell'Entrate, INPS, ISTAT e Ragioneria Generale dello Stato), la Commissione ha illustrato i principali effetti ottenuti dalla Legge n. 133/2008 (e successive modifiche). Dalla loro lettura si evince in particolare che il suo impatto risulta evidente in tutti i comparti del settore pubblico e che dopo il primo anno di applicazione (che ha portato a una riduzione media delle assenze del -38%) il fenomeno sembra ormai assestarsi sia pure con oscillazioni dovute anche ai fenomeni epidemiologici.

Avvalendosi dei dati INPS, i relatori hanno inoltre sottolineato l'effetto 'moralizzatore' che la Legge n. 133/2008 ha saputo esercitare anche nel settore privato. Alcune analisi dimostrano ad esempio che gli individui occupati nel settore privato, ma con un partner impiegato nel settore pubblico, hanno ridotto la propensione ad assentarsi per malattia, pur non essendo direttamente interessati dal provvedimento.

Contributi rilevanti sono emersi anche dalle ricerche dedicate agli aspetti fisiologici ed epidemiologici che sottostanno alle assenze dal posto di lavoro. Il paper presentato da Leo Bonato e Lusine Lusinyan (Fondo Monetario Internazionale) ha poi evidenziato come in Italia l'assenza per malattia sia tra le più basse d'Europa, l'assenza nel pubblico impiego sia in media maggiore di più del 20% di quella dell'occupazione totale (questa differenza è tra le più grandi in Europa) e il tasso di assenza per malattia sia raddoppiato nel periodo 2002-2006 per poi ridursi sensibilmente.

Nel corso del convegno sono stati altresì analizzate le relazioni esistenti tra assenteismo e caratteristiche della normativa a tutela del lavoratore. La stessa Commissione ministeriale sull'assenteismo costituisce un'innovativa forma di valutazione delle politiche pubbliche e un valido esempio di sinergia da un lato tra mondo scientifico e decisore pubblico, dall'altro tra istituzioni diverse all'interno della Pubblica amministrazione. Si è così costruito nel tempo, grazie all'interazione tra scienziati e operatori, un inedito patrimonio di informazioni e professionalità. Si aprono adesso nuove prospettive di lavoro sull'esame dei fenomeni sociali e comportamentali che sottostanno all'assenteismo, potendo tra l'altro disporre di una base statistica ricca e flessibile per la futura verifica dell'impatto delle varie politiche di volta in volta attivate.

Manlio, mi spiace non approfondire degli spunti interessanti che proponi, ma sottolineo che l'Enea non è proprio l'ente pubblico che avevo in mente quando ho scritto la mia opinione. Enea non rappresenta un campione attendibile della PA :D.
Non ho difficoltà a dire che mi riferisco principalmente a Ministeri e Asl (personale amministrativo).
Per tutto il resto...quoto Loredana.

Ultima considerazione, pensando ai post di tutti. Un elemento certo ed incontrovertibile è comunque emerso e che ci accomuna:cari ragazzi, dipendenti pubblici e privati, liberi professionisti e commercianti, mi sa che siamo tutti nella stessa situazione...e cioè...in una pessima situazione...chi più, chi meno...purtroppo...

Un salutone!!

Max la tua ultima frase è sicuramente da quotare .... siamo tutti nella stessa barca ....
Riguardo all'assenteismo .... io non voglio fare a gara tra chi si assenta di più nel pubblico e nel privato, ma solo ricordare che le statistiche vanno lette bene ... a prescindere da chi vince la gara :)
I dati più veritieri li avremmo in questi anni con i certificati telematici e poi spero siano adottate le misure opportune sia nel pubblico che nel privato, se sono necessarie, e che si tenga conto delle diverse realtà, del sesso, dei luoghi di provenienza, delle età .... e di tutto ciò che può servire per adottare delle misure mirate.
Prima dei certificati telematici, io che ho lavorato anche nel settore "risorse umane", neanche ti dico come venivano inoltrati i dati sulle assenze dei dipendenti .... preferisco dimenticarmene....ti dico solo che senza mezzi i dati non ci sono .... e se non ci sono si inventano ...
Ciò che invece è importante è che il lavoro pubblico è nettamente cambiato rispetto ad anni fa, anche se pare che solo chi ci lavora lo sa ....
Ed anche vero che in quest'ultimo periodo, a causa della recessione economica, ci sono nuovi problemi .... e chissà speriamo si risolvano.

P.S Solo non mi piace la tua specifica accusa al personale Ministeri e Asl (personale amministrativo) .... io dico che bisogna sempre prima conoscere. Io posso capire i problemi che devono affrontare (non ci lavoro...ma immagino), tu invece magari neanche li immagini .... sparare a zero senza sapere ... non va mai bene... :D
Un salutone ! :)
 
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