pmanlio
Active member
Deliziosa, ti leggo ora, in parte abbiamo detto cose coincidenti, gli altri argomenti sarebbero da approfondire..
![Wink ;) ;)](https://cdn.jsdelivr.net/gh/twitter/twemoji@14.0.2/assets/72x72/1f609.png)
Un salutone!!
Manlio
Ti andrebbe di condividere sui social, assieme a noi, le tue fotografie ed i tuoi video? Clicca qui!
Sicuramente tante cose sarebbero da approfondire.... soprattutto riguardo al perchè da diversi anni si sta cercando di scatenare questa guerra ... che in sostanza è una guerra tra "poveri".
Non scadrei nel qualunquismo pubblico/privato - dipendente/imprenditore - evasore parassita/contribuente con senso dello Stato.
Io direi che riguardo al lavoro pubblico pullulano i luoghi comuni, spesso creati ad arte da chi vuole distogliere l’attenzione dai veri problemi della Pubblica amministrazione, e allora via contro i fannulloni, sempre in pausa caffè o a spasso per la città, come rimedio per tutti i mali.
Io invece credo che esistono lavoratori che operano con superficialità e scarso impegno, poco preparati e senza voglia di migliorarsi. sia nel pubblico che nel privato; sono i figli di una cultura che non motiva i lavoratori ad ottenere il meglio di se stessi, ad aggiornarsi con frequenza e ad offrire una professionalità elevata.
D’altra parte non dimentichiamo che esistono numerosi altri lavoratori, pubblici e privati, che operano con coscienza, che non rubano lo stipendio e che spessissimo sono chiamati a fare i salti mortali.
Un saluto
Bruno.. Ti assicuro che non è così semplice..
E come ho scritto .in risposta a tano, non nego che esistano certe persone..
Ma se le cose vanno avanti vuol dire che c'è gente sana e magari è la maggioranza..
E come ho scritto in un altro intervento sono più le volte che lavoriamo per i privati e lì paghiamo pure che quelle che loro lavorano per noi..
Ci fanno passare per fannulloni si prendono i soldi e pure il merito del lavoro..
Questo non te lo dirà nessuna Striscia..
Un salutone!!
Manlio
Ma e' chiaro, ed e' proprio per questo che ho scritto per prima la prima frase (scusa il bisticcio....). Non mi avventuro nemmeno in percentuali di buoni/cattivi.
Quello che voglio dire e' che e' preoccupante che ne vengano a galla tanti, di questi casi. Al di la' della "furbata", e' il senso di sicurezza nell'impunita' che danno, che mi fa specie.
Ed e' vero che ne' Striscia ne' quotidiani andranno nella direzione da te scritta, ma dietro ad ogni mancanza c'e' qualcuno che le segnala, stufo di queste cose![]()
E' chiaro che se una persona non ha la possibilità di scaricare le spese, la fattura non la chiede
Di base il ragionamento è sbagliato, ma se non hai alternative si sceglie la via più conveniente, la realtà è questa.
Infatti ci sono a volte situazioni 'create' dalle leggi e dal regime fiscale..
Rimboccarsi le maniche, testa bassa e pedalare. Se no ciao ciao. Se non lo fai, scordati la carriera...e non solo...rischi il posto di lavoro.
Per cui, non concordo che sia lo specchio di un paese, piuttosto di "una parte" del paese...
In merito a quanto sostenuto da G&R, concordo abbastanza con il ragionamento di base.
A sostegno di ciò, cito quello che accadde quando il fisco permise di scaricare, in parte, dalla denuncia dei redditi le ristrutturazioni edili. In un settore ove imperversa il nero, questo meccanismo, il documentare le spese per poter usufruire del beneficio, fece "emergere" tante cose interessanti.....![]()
La cosa più sbagliata, per combattere l'evasione fiscale, è quella di aumentare l'aliquota IVA.
Io direi che riguardo al lavoro pubblico pullulano i luoghi comuni, spesso creati ad arte da chi vuole distogliere l’attenzione dai veri problemi della Pubblica amministrazione, e allora via contro i fannulloni, sempre in pausa caffè o a spasso per la città, come rimedio per tutti i mali.
..... esistono programmi e progetti da attuare con scadenze precise e anche da portare avanti lavorando nei giorni di riposo se è necessario, esistono inoltre precise responsabilità di ciascun dipendente che è tenuto a rispettare una quantità di disposizioni normative molto superiore a quanto è previsto per il settore privato, diciamo una giungla normativa, e se non si presta la massima attenzione le azioni possono facilmente sfociare in illeciti amministrativi.
E ti quoto ... tagli, tagli e tagli che si traducono in carenza di mezzi e di aggiornamento professionale ai quali però corrisponde un aumento sconsiderato dei compiti assegnati ... solo considerando il 2012, tra 2 spending review, obblighi di trasparenza e pubblicità e chi più ne ha più ne metta ... quasi non si sa più come andare avanti .. .
Acc.. come cresce il discorso..
Con questo non solo capirete benissimo che per loro dodici ore di lavoro continuato, ovviamente senza straordinari, sono il minimo sindacale, ma anche che per chi riceve il lavoro magari è pensabile che la risposta sia arrivata in ritardo..
La vita che ha descritto Loredana io l'ho vissuta per almeno otto anni, otto anni senza forum o diari di viaggi per esser chiari.. per fortuna con qualche viaggio..
Il mio lavoro ha giustificato l'ingresso di diversi soldi in ente, ed anche gli stipendi di qualcuno che è fuori.. personalmente mi è costato l'utilizzo intensivo della automobile (che sarebbe ancora nuovissima se avessi fatto normale orario di lavoro) ed una marea di soldi e ferie perse (circa venti/trenta giorni l'anno)..
nel privato questo si traduce in problemi (le colpe degli errori ecc.) ma anche in soldi..
Nel pubblico in 'colpe'.. Colpa tua di questo (che neanche sai cosa sia), colpa tua di quest'altro (idem)
Numero promozioni? Zero? Numero premi produzione? Uno, dato praticamente a tutti (Ottocento Euro in tredici anni), stipendio?
Il mio stipendio è praticamente fermo da undici anni (bella prova, non faccio nulla, voglio pure i soldi?) ed è tra la metà ed un terzo dei miei ex tesisti..
Va da se che i miei ex tesisti, nel privato, rischiano il posto di lavoro, ma va altrettanto da se che ogni scelta ha i suoi pro ed i suoi contro..
Tornando a noi, nel pubblico c'è poi un problema che nel privato esiste, ma è meno grave..
Se un precario dice ad un privato ''Ciao, io me ne vado..'' il privato potrà giudicare se sia o non sia il caso di tenerlo, e quindi se contrattare o no un nuovo stipendio..
Nel pubblico il più bravo dei lavoratori può o non può essere assunto solo se il governo decide di prenderlo..
E se decide di prenderlo lo prende insieme ad altre trecentomila numeri, bravi o non bravi..
E questo è un dramma, qualcosa che 'cancella' la persona, che è meno 'sicuro' di qualsiasi privato, che è addirittura violento nei confronti della stessa..
Forse il problema di un luogo comune e' che il settore pubblico e' piu' sott'occhio? O forse dal fatto che lo stipendio non sudato nel privato esce dalle tasche del proprietario (o degli azionisti) mentre quello del pubblico esce dalle tasche di ognuno.
Fermo restando il fatto che le pecore nere e bianche ci sono ovunque, indipendentemente dalle frontiere....
Ciao Lorena e ciao a tutti, sono di fretta ma ho letto illink che hai pubblicato.
Attenzione, l'indicazione di 1.6 giorni in più è fuorviante, perchè è per malattia singola. infatti si precisa che nella PA, ci si assenta per periodi più corti, però più frequenti. Non è quindi un indicatore di assenteismo totale.
Ecco cosa diceva nel 2010 il sito della funzione pubblica:
Questo pomeriggio nella Sala Tarantelli di Palazzo Vidoni si sono conclusi i lavori del convegno "Absenteeism in the Italian Public and Private Sector: The Effects of Changes in Sick Live Compensation", al quale hanno preso parte diversi economisti ed esperti di statistica. Nell'occasione sono stati presentati i risultati della Commissione sull'assenteismo nominata dal Ministro Renato Brunetta. Al termine di due anni di attività, durante i quali si è avvalsa della collaborazione e del sostegno di diverse istituzioni (Agenzia dell'Entrate, INPS, ISTAT e Ragioneria Generale dello Stato), la Commissione ha illustrato i principali effetti ottenuti dalla Legge n. 133/2008 (e successive modifiche). Dalla loro lettura si evince in particolare che il suo impatto risulta evidente in tutti i comparti del settore pubblico e che dopo il primo anno di applicazione (che ha portato a una riduzione media delle assenze del -38%) il fenomeno sembra ormai assestarsi sia pure con oscillazioni dovute anche ai fenomeni epidemiologici.
Avvalendosi dei dati INPS, i relatori hanno inoltre sottolineato l'effetto 'moralizzatore' che la Legge n. 133/2008 ha saputo esercitare anche nel settore privato. Alcune analisi dimostrano ad esempio che gli individui occupati nel settore privato, ma con un partner impiegato nel settore pubblico, hanno ridotto la propensione ad assentarsi per malattia, pur non essendo direttamente interessati dal provvedimento.
Contributi rilevanti sono emersi anche dalle ricerche dedicate agli aspetti fisiologici ed epidemiologici che sottostanno alle assenze dal posto di lavoro. Il paper presentato da Leo Bonato e Lusine Lusinyan (Fondo Monetario Internazionale) ha poi evidenziato come in Italia l'assenza per malattia sia tra le più basse d'Europa, l'assenza nel pubblico impiego sia in media maggiore di più del 20% di quella dell'occupazione totale (questa differenza è tra le più grandi in Europa) e il tasso di assenza per malattia sia raddoppiato nel periodo 2002-2006 per poi ridursi sensibilmente.
Nel corso del convegno sono stati altresì analizzate le relazioni esistenti tra assenteismo e caratteristiche della normativa a tutela del lavoratore. La stessa Commissione ministeriale sull'assenteismo costituisce un'innovativa forma di valutazione delle politiche pubbliche e un valido esempio di sinergia da un lato tra mondo scientifico e decisore pubblico, dall'altro tra istituzioni diverse all'interno della Pubblica amministrazione. Si è così costruito nel tempo, grazie all'interazione tra scienziati e operatori, un inedito patrimonio di informazioni e professionalità. Si aprono adesso nuove prospettive di lavoro sull'esame dei fenomeni sociali e comportamentali che sottostanno all'assenteismo, potendo tra l'altro disporre di una base statistica ricca e flessibile per la futura verifica dell'impatto delle varie politiche di volta in volta attivate.
Manlio, mi spiace non approfondire degli spunti interessanti che proponi, ma sottolineo che l'Enea non è proprio l'ente pubblico che avevo in mente quando ho scritto la mia opinione. Enea non rappresenta un campione attendibile della PA.
Non ho difficoltà a dire che mi riferisco principalmente a Ministeri e Asl (personale amministrativo).
Per tutto il resto...quoto Loredana.
Ultima considerazione, pensando ai post di tutti. Un elemento certo ed incontrovertibile è comunque emerso e che ci accomuna:cari ragazzi, dipendenti pubblici e privati, liberi professionisti e commercianti, mi sa che siamo tutti nella stessa situazione...e cioè...in una pessima situazione...chi più, chi meno...purtroppo...
Un salutone!!