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Giorno 102: Victoria (Seychelles)

Arriviamo in porto a Victoria, la piccola capitale delle Seychelles, quando ancora l'alba colora il cielo e le nuvole dei suoi caldi e magici colori. L'aria è calda e carica di umidità che si condensa sulle ripide montagne verdeggianti all'interno dell'isola.

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Presto il sole si fa strada e il cielo diventa di un azzurro intenso. Fa già molto caldo quando passeggiamo per il centro della cittadina ancora deserto, ammirando la gradevole architettura coloniale delle sue case.

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Accanto al Victoria Clock Tower, costruito nel 1903 per celebrare il giubileo d'argento della regina Vittoria, l'armonioso edificio che ospita ora il National Museum of History.

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Poco lontano la cattedrale anglicana di Saint Paul.

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E il tempio indù Arul Mihu Navasakthi Vinayagar testimonianza della presenza di una folta comunità indiana retaggio della colonizzazione britannica.

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Ancora più avanti raggiungiamo la cattedrale cattolica dell'Immacolata Concezione, dove si stanno radunando i primi fedeli in attesa dell'inizio della celebrazione domenicale.

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Accanto alla cattedrale il pregevole edificio di inizio Novecento, un tempo sede del convento dei frati cappuccini, immerso nel verde di un bel parco.

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Poco lontano dal centro, il Giardino Botanico di Victoria è uno dei giardini botanici più antichi dell'oceano Indiano. Fondato nel 1901, si estende su circa 6 ettari e ospita una ricca varietà di piante tropicali, inclusi alberi esotici, palme, fiori colorati e piante medicinali. È anche sede del Museo di Storia Naturale delle Seychelles, che offre una panoramica della flora e fauna delle isole. I visitatori possono esplorare sentieri ombreggiati, laghetti e serre botaniche, mentre apprendono sull'importanza della conservazione della biodiversità dell'arcipelago.

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Nel Giardino Botanico di Victoria possiamo vedere anche due autentici simboli delle isole Seychelles.

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Il primo è il "coco de mer", una palma endemica delle Seychelles, nota per avere il più grande seme di cocco del mondo. Questo frutto può pesare fino a 30 kg e ha una forma particolare. È una specie protetta e si trova principalmente nell'isola di Praslin, dove cresce naturalmente nella Vallée de Mai, un sito patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Il "coco de mer" ha una grande importanza culturale e storica nelle Seychelles ed è diventato un simbolo iconico dell'arcipelago.

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Il secondo sono le famose tartarughe giganti.

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Le tartarughe giganti delle Seychelles sono un'iconica specie di tartarughe terrestri presenti nell'arcipelago. Nota con il nome scientifico di Aldabrachelys gigantea, può pesare fino a 250 kg e vivere fino a 200 anni. Queste tartarughe derivano dalle tartarughe giganti della specie di Aldabra, che sono presenti solo sull'atollo di Aldabra, un altro sito patrimonio dell'umanità dell'UNESCO nelle Seychelles. Tuttavia, le tartarughe giganti delle Seychelles sono state ora introdotte in varie isole dell'arcipelago, dove sono diventate una delle principali attrazioni turistiche e un simbolo della conservazione della fauna selvatica.

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Lasciamo ora Victoria e iniziamo la nostra esplorazione dell'isola di Mahé, percorrendo la Sans Souci Road.

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Sans Souci Road è una strada tortuosa che si inoltra nell'interno dell'isola di Mahé. È famosa per le sue viste panoramiche mozzafiato sull'oceano e sulla vegetazione lussureggiante circostante. Lungo la strada, ci sono anche alcuni punti panoramici che offrono un'opportunità unica per ammirare la bellezza naturale dell'arcipelago.

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Uno dei belvedere più belli è presso il Mission Lodge, un luogo storico noto per la sua vista panoramica spettacolare sulla costa occidentale dell'isola e sulle piccole isole circostanti. Originariamente costruito come una scuola per gli schiavi liberati nel XIX secolo, oggi il Mission Lodge è diventato un sito turistico popolare, non solo per coloro che desiderano ammirare il paesaggio mozzafiato, ma anche per chi desidera imparare qualcosa di più sulla storia delle Seychelles in epoca coloniale e sulla dura condizione degli schiavi che lavoravano nelle piantagioni.

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Le viste sono davvero splendide: si rimane incantati nell'ammirare la spettacolare costa sudovest dell'isola, con le sue mille baie e i promontori coperti di vegetazione.

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Percorriamo la strada costiera, che ci riserva nuovi splendidi panorami a ogni curva, fino a raggiungere Anse Royale.

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Anse Royale è una delle più belle spiagge dell'isola di Mahé. Caratterizzata da sabbia bianca finissima e acque cristalline, è un luogo ideale per nuotare, fare snorkeling e rilassarsi al sole. La baia è incorniciata da alberi di cocco e vegetazione lussureggiante, aggiungendo un tocco di bellezza naturale. Lungo la spiaggia ci sono anche lussuosi hotel, piccoli ristoranti e bar che offrono specialità locali e una vista spettacolare sull'oceano. Anse Royale è una destinazione popolare per i turisti che cercano una combinazione di paesaggi mozzafiato e comfort moderni.

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La sabbia su queste spiagge, incorniciate da una fitta vegetazione, è bianca e fine, creando una base morbida e confortevole per rilassarsi al sole o fare una passeggiata lungo la costa.

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Le acque intorno ad Anse Royale sono di un colore turchese cristallino che si mescola con il blu profondo dell'oceano. La temperatura dell'acqua è piacevole durante tutto l'anno e le onde sono generalmente calme, specialmente nelle baie più protette, ideali per nuotare e fare snorkeling in tutta sicurezza.

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Le spiagge di Anse Royale sono spesso punteggiate da imponenti formazioni di rocce di granito, che sono una caratteristica iconica delle Seychelles. Queste rocce scolpite dalla natura aggiungono un elemento scenografico unico al paesaggio costiero, creando splendide sfumature di colore e offrendo anche punti panoramici spettacolari per ammirare l'oceano e i tramonti.

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Dopo un piacevole relax in spiaggia e un bagno in mare, ritorniamo verso il porto fermandoci a visitare il Domaine de Val de Prés, un'altra interessante testimonianza del passato coloniale dell'isola.

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Il Domaine de Val des Prés è una tenuta storica che offre una combinazione affascinante di storia, cultura e bellezze naturali. In passato, la tenuta era una piantagione di cannella e vaniglia, e oggi è stata trasformata in un'attrazione turistica che offre ai visitatori l'opportunità di esplorare i suoi giardini botanici, le rovine delle antiche fabbriche e le case coloniche restaurate. È anche possibile partecipare a visite guidate per conoscere la storia e l'eredità della tenuta. Domaine de Val des Prés è una tappa interessante per coloro che desiderano immergersi nella storia delle Seychelles e godersi la bellezza della sua campagna tropicale.

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Al termine della nostra bella giornata su questa splendida isola, facciamo ritorno in nave. E ci prepariamo ad assistere allo spettacolo, altrettanto splendido, del tramonto oltre le montagne, mentre la nave esce lenta dalla baia offrendoci panorami sempre nuovi e affascinanti.

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Il profilo di queste bellissime isole si perde nel buio della notte che incombe. Ci aspetta una lunga navigazione che ci condurrà, tra cinque giorni, in Sud Africa.
 
Giorni 103, 104, 105, 106 e 107: navigazione

Lunga navigazione di cinque giorni tra le isole Seychelles e il Sud Africa, con rotte sud-occidentali, transitando nel Canale di Mozambico, tra il Madagascar a sinistra nave e le isole Comore e Mayotte a destra nave, per poi discendere, a una certa distanza, le coste africane del Mozambico.
Il meteo è stato piuttosto variabile, con alternarsi di tempo buono e passaggi nuvolosi anche consistenti. Ventoso e con mare mosso durante il passaggio nelle vicinanze del capo settentrionale del Madagascar (Cap d'Ambre o Tanjona Bobaomby) e nell'ultimo tratto prima di arrivare a Durban.
In questi cinque giorni abbiamo spostato indietro gli orologi di altre due ore, allineandoci con il fuso orario del Sud Africa, lo stesso fuso orario dell'Italia.

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Aggiungo anche due fotografie fatte durante questa navigazione. La prima è un tramonto con dei colori particolarmente suggestivi.

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La seconda un notturno sul mare con la luna che si nasconde tra le nuvole.

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Che dire ….quasi mi e’ passata la voglia di fare anche io il giro del mondo. Avendo letto questo diario fin qui, sembra di esserci già stato….ovunque….Ancora complimenti per il racconto e le foto!
 
Chiedo scusa RobertoB ma non posso più tacere!

La seguo fin dall’inizio della sua superba avventura e ora sono obbligato a farle qualche domanda birichina, se me lo consente.

Ma lei non dorme mai? Oppure appartiene a quella poco nutrita schiera di viaggiatori che si levano sempre anzitempo per vedere il sorgere del sole e attendere meravigliati lo spettacolo, puntuale ma allo stesso tempo dissimile e affascinante? E la sera vanno a cena non prima di aver atteso che anche il caldo astro vada a riposare nel fondo del mare che lo accoglie fra le sue onde voluttuose?

E la notte guardare il cielo stellato perché è un sottile appagamento che alimenta l’animo e lo spirito di chi si chiede “chi siamo”, “da dove veniamo” e “dove andiamo”?

“Dormire” per me è tempo perso, ma purtroppo qualche volta bisogna soccombere e riposare.

Nel frattempo le auguro buona navigazione e che le immagini dell’alba di un nuovo giorno che vorrà dedicarci siano preludio di concreta speranza per le vicissitudini del nostro mondo.

Buon vento!
 
Chiedo scusa RobertoB ma non posso più tacere!

La seguo fin dall’inizio della sua superba avventura e ora sono obbligato a farle qualche domanda birichina, se me lo consente.

Ma lei non dorme mai? Oppure appartiene a quella poco nutrita schiera di viaggiatori che si levano sempre anzitempo per vedere il sorgere del sole e attendere meravigliati lo spettacolo, puntuale ma allo stesso tempo dissimile e affascinante? E la sera vanno a cena non prima di aver atteso che anche il caldo astro vada a riposare nel fondo del mare che lo accoglie fra le sue onde voluttuose?

E la notte guardare il cielo stellato perché è un sottile appagamento che alimenta l’animo e lo spirito di chi si chiede “chi siamo”, “da dove veniamo” e “dove andiamo”?

“Dormire” per me è tempo perso, ma purtroppo qualche volta bisogna soccombere e riposare.

Nel frattempo le auguro buona navigazione e che le immagini dell’alba di un nuovo giorno che vorrà dedicarci siano preludio di concreta speranza per le vicissitudini del nostro mondo.

Buon vento!

Ebbene, sì. Ammetto le mie colpe e mi dichiaro colpevole.
Ma vorrei spiegare quale terribile concatenazione di eventi mi ha condotto a questo punto e mi ha ridotto in questa mia miserevole condizione.
Un tempo, quando ero giovane, mi piaceva fare le ore piccole, fare tardi la sera. Il tramonto quindi era un bel momento all'ora dell'aperitivo, mentre la notte stellata era un piacevole sfondo alle mie serate. L'alba però non faceva per me. Ero quello che si definisce un "gufo".
Poi con il passare degli anni le cose sono cambiate e i ritmi della via mi hanno portato a essere sempre meno "gufo" e più "allodola".
Purtroppo ora - e già da qualche anno - mi sono trasformato in un mostruoso ibrido tra "gufo" e "allodola", che si addormenta tardi, si sveglia presto e dorme poco. Quindi, mio malgrado, non ho grossi problemi ad assistere ad albe, tramonti e notti stellate (e non...). Ma perché fotografarli?
E qui ecco la seconda colpa che devo confessare. Anzi più che una colpa una dipendenza.
Ebbene si, ammetto di soffrire di una grave forma di dipendenza: non posso fare a meno di quella immensa distesa di acqua salata, che si chiama mare.
Non posso fare a meno di osservarla, con la sua superficie scintillante sotto i raggi del sole, con le sue onde sempre diverse e sempre uguali, con i suoi riflessi, con i suoi colori. Su di me ha un effetto magnetico, non riesco a distogliere lo sguardo e mi perdo a guardare. E cerco di fissare come posso quella bellezza in immagini, illudendomi di riuscire a catturare qualcosa che non si può rinchiudere dentro una fotografia, che non si può fermare, che non si può intrappolare, perché è simbolo e immagine di libertà e di speranza, di assenza di orizzonti e di confini.
È una dipendenza grave, lo so. Una dipendenza che mi spinge a tornare spesso sulle navi per vedere scorrere quella immensa massa liquida intorno a me; e che quando sono a terra assorbe tutti i miei pensieri e mi fa inesorabilmente prenotare una nuova crociera. Non sono l'unico - so anche questo - a soffrire di questo problema. Credo che anche tra chi ci sta leggendo qui, molti si iscriverebbero con me all' "associazione crocieristi anonimi", se mai esistesse...
Ma questa non è un'attenuante e certo non alleggerisce il peso della mia colpa.
Eccomi qui, anche ora, a guardare l'orizzonte e il mare. E a chiedermi: chi sono? da quale porto di scalo vengo? quale rotta sto seguendo? quale sarà il mio porto di sbarco?
Domande esistenziali a cui non so o forse non voglio rispondere...
Dunque sì, lo confesso, ammetto tutte le mie responsabilità e i carichi che mi vengono imputati.
Sono colpevole. Non posso fare altro che appellarmi alle attenuanti generiche e confidare nella clemenza della corte...
:giggle::giggle::giggle:
 
Ebbene, sì. Ammetto le mie colpe e mi dichiaro colpevole.
Ma vorrei spiegare quale terribile concatenazione di eventi mi ha condotto a questo punto e mi ha ridotto in questa mia miserevole condizione.
Un tempo, quando ero giovane, mi piaceva fare le ore piccole, fare tardi la sera. Il tramonto quindi era un bel momento all'ora dell'aperitivo, mentre la notte stellata era un piacevole sfondo alle mie serate. L'alba però non faceva per me. Ero quello che si definisce un "gufo".
Poi con il passare degli anni le cose sono cambiate e i ritmi della via mi hanno portato a essere sempre meno "gufo" e più "allodola".
Purtroppo ora - e già da qualche anno - mi sono trasformato in un mostruoso ibrido tra "gufo" e "allodola", che si addormenta tardi, si sveglia presto e dorme poco. Quindi, mio malgrado, non ho grossi problemi ad assistere ad albe, tramonti e notti stellate (e non...). Ma perché fotografarli?
E qui ecco la seconda colpa che devo confessare. Anzi più che una colpa una dipendenza.
Ebbene si, ammetto di soffrire di una grave forma di dipendenza: non posso fare a meno di quella immensa distesa di acqua salata, che si chiama mare.
Non posso fare a meno di osservarla, con la sua superficie scintillante sotto i raggi del sole, con le sue onde sempre diverse e sempre uguali, con i suoi riflessi, con i suoi colori. Su di me ha un effetto magnetico, non riesco a distogliere lo sguardo e mi perdo a guardare. E cerco di fissare come posso quella bellezza in immagini, illudendomi di riuscire a catturare qualcosa che non si può rinchiudere dentro una fotografia, che non si può fermare, che non si può intrappolare, perché è simbolo e immagine di libertà e di speranza, di assenza di orizzonti e di confini.
È una dipendenza grave, lo so. Una dipendenza che mi spinge a tornare spesso sulle navi per vedere scorrere quella immensa massa liquida intorno a me; e che quando sono a terra assorbe tutti i miei pensieri e mi fa inesorabilmente prenotare una nuova crociera. Non sono l'unico - so anche questo - a soffrire di questo problema. Credo che anche tra chi ci sta leggendo qui, molti si iscriverebbero con me all' "associazione crocieristi anonimi", se mai esistesse...
Ma questa non è un'attenuante e certo non alleggerisce il peso della mia colpa.
Eccomi qui, anche ora, a guardare l'orizzonte e il mare. E a chiedermi: chi sono? da quale porto di scalo vengo? quale rotta sto seguendo? quale sarà il mio porto di sbarco?
Domande esistenziali a cui non so o forse non voglio rispondere...
Dunque sì, lo confesso, ammetto tutte le mie responsabilità e i carichi che mi vengono imputati.
Sono colpevole. Non posso fare altro che appellarmi alle attenuanti generiche e confidare nella clemenza della corte...
:giggle::giggle::giggle:
Assolto!!! ....anche perché qui dentro questa piattaforma digitale che regala sogni, saremmo tutti ugualmente, chi più chi meno, colpevoli come te ;)

Grazie per farci ancora una volta sognare!!
 
Giorno 108: Durban (Sudafrica)

Il tempo non è dei migliori al nostro arrivo in Sudafrica. Il vento durante la notte precedente è stato abbastanza sostenuto e il cielo coperto. Qualche squarcio di azzurro nella coltre di nuvole e la luce del sole che sta sorgendo verso est, ci fa momentaneamente sperare in un miglioramento che non verrà.

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La nave attracca al Terminal Crociere Nelson Mandela di Durban, una struttura inaugurata ufficialmente nel 2019 e che funge da porta d'ingresso per le navi da crociera che visitano la regione del KwaZulu-Natal.

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Durban è una grande città, di quasi quattro milioni di abitanti, situata lungo la costa orientale del Sudafrica. Conosciuta per le sue spiagge sabbiose, il clima caldo tutto l'anno e la ricca diversità culturale, Durban è una destinazione sempre più popolare per il turismo internazionale, che ha acquistato notorietà dopo avere ospitato alcune partite del mondiale di calcio in Sudafrica qualche anno fa. La sua lunga storia è evidente nella sua architettura coloniale e nelle influenze culturali zulu, indiane e britanniche.

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L'economia di Durban è piuttosto diversificata e include settori come il turismo, il commercio, l'industria manifatturiera, i trasporti e la logistica. Il porto di Durban è il più grande e trafficato dell'Africa, svolgendo un ruolo vitale nel commercio internazionale del paese. Il turismo è un altro settore importante, attratto dalle spiagge, dai parchi naturali e dalle attrazioni culturali della città. Durban è anche un centro industriale significativo, con attività manifatturiere che vanno dalla produzione automobilistica alla lavorazione alimentare.

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Durban è anche una città pericolosa, molto pericolosa. Già da diversi anni figura nei primi posti della poco invidiabile classifica delle città con il più alto tasso di criminalità al mondo, dopo le famigerate Caracas (Venezuela) e Port Moresby (Papua Nuova Guinea). Quello della criminalità è purtroppo un problema comune a molte città del Sud Africa.

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Raggiungiamo il Victoria Street Market, un simbolo di Durban, un mercato coperto famoso per la sua vivace atmosfera e la vasta gamma di prodotti offerti. Al suo interno, i visitatori possono trovare una varietà di bancarelle che vendono tessuti, souvenir, artigianato, spezie, abbigliamento tradizionale, gioielli e molto altro ancora. Il mercato riflette la diversità culturale di Durban, con influenze africane ma anche indiane, retaggio del periodo coloniale. È un luogo popolare sia tra i turisti che tra i residenti locali, offrendo un'esperienza unica di shopping e di immersione nella cultura della città.

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Durban è anche una città difficile. In cui si tocca con mano la povertà e il degrado. L'alto tasso di disoccupazione, la miseria, la pressione migratoria da alcuni paesi vicini dalle economie disastrate, le fortissime disuguaglianze all'interno della società: conducono alla situazione che si può vedere ovunque si volga lo sguardo. L'alto tasso di criminalità e il numero record di omicidi registrato (circa 30.000 ogni anno in Sudafrica, che per l'80% restano impuniti) ne sono la triste conseguenza.

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L'Africa è anche questo. Il mondo è anche questo.
Non ci sono soltanto bei tramonti e paesaggi idilliaci. Il viaggiare è anche, a volte, prendere contatto con la realtà più dura e più cruda. Quella che ti colpisce duro, in pieno petto, lasciandoti senza fiato. Quella che vorresti distogliere lo sguardo, ma non riesci. Quella che... ti passa la voglia di fotografare...

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Riprendo a fare qualche foto solo quando arriviamo al Giardino Botanico di Durban.

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Il Giardino Botanico Nazionale di Durban è una splendida oasi verde situata nel sobborgo di Berea. Fondato nel 1849, è uno dei giardini botanici più antichi dell'Africa e copre un'area di circa 15 ettari. Il giardino ospita una vasta collezione di piante indigene e esotiche, incluse molte specie rare e in via di estinzione. I visitatori possono esplorare una serie di giardini tematici, sentieri naturali, laghetti e serre. È un luogo ideale per rilassarsi, fare una passeggiata tranquilla, osservare gli uccelli e imparare qualcosa sulla flora locale. E anche per cercare di non pensare al degrado e alla miseria vista in città.

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Stato
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