Nei pressi dell'ingresso del primo cortile del Palazzo Topkapi si trova la Fontana del Sultano Ahmed III fra le più imponenti della città realizzata nel 1728 sopra un'antica fonte bizantina. Si tratta di un edificio di forma quadrata con la copertura sporgente sormontata da cinque cupolette. Al centro di ognuno dei quattro lati c'è una fontana regolata da un rubinetto.
Quindi arriviamo la primo ingresso del Palazzo Imperiale costruito nel 1453 dopo la presa di Costantinopoli da parte di Maometto il Conquistatore, che vi ha abitato fino alla sua morte. Qui abitarono ben 26 dei 36 sultani dell’Impero Ottomano. Il Palazzo di Topkapi ha continuato ad essere la residenza dei sultani per quattro secoli fino al 1853, quando Sultan Abdul Mecid decise di trasferirsi nel nuovo palazzo di Dolmabahce sul Bosforo. Il vecchio palazzo è stato usato come casa per le donne dei sultani defunti, fino a quando l'harem è stato ufficialmente sciolto nel 1909. Nel 1924, Ataturk, lo ha convertito in un museo. La fase finale è stata l'apertura dell'harem al pubblico nel 1960.
La visita alla residenza dei sultani inizia con l'ingresso alla prima corte attraverso la Porta Imperiale. Sopra si trova il sigillo di Maometto con una iscrizione: "Per grazia di Dio e con la sua approvazione, sono state poste le fondamenta di questo fausto castello, e le sue parti unite saldamente insieme per fortificare la pace e la tranquillità. Possa Dio rendere eterno il Suo impero e innalzare la sua residenza al disopra delle stelle più luminose del firmamento."
Il Palazzo Topkapi è inframmezzato da 3 corti, ampi cortili abbelliti da giardini rigogliosi e fontane. La prima corte del palazzo è conosciuto anche come "il Cortile dei Giannizzeri". I giannizzeri erano i soldati a pagamento al servizio del sultano.
Oggi i Giannizzeri non esistono più ma altri soldati sono presenti a vigilare sulla sicurezza dell'edificio.
Dai giardini di questa prima corte si gode già un bel panorama sul Bosforo
Il primo cortile in realtà non è considerato come interno del palazzo ma è solo l'ingresso al palazzo stesso. In fondo alla prima corte troviamo l'ingresso di mezzo la Porta del Saluto. Questo era il vero ingresso al palazzo interno e il passaggio era consentito a piedi e solo alle persone autorizzate. La porta ha una tipica architettura militare del tempo di Maometto II con le torri ottagonali gemelle ricoperte con tetti conici. Sopra il cancello esterno troviamo il monogramma imperiale di Solimano il Magnifico e una iscrizione calligrafica dove si legge: "Non vi è alcun Dio al di fuori di Dio e Muhammad è il suo Profeta". Qui si trovano gli alloggi del corpo di guardia e dei carnefici, oltre alle celle per i detenuti in attesa di giudizio.
In realtà le iscrizioni in arabo si trovano un po' ovunque all'interno delle corti
Dalla seconda porta si irradiano cinque strade, noi percorriamo la seconda da sinistra che conduce al kubbealti o Divan un edificio dominato da una torre rettangolare e munito di ampia tettoia nel quale si svolgevano i consigli dei Visir. Si compone di tre ambienti, la sala del consiglio, l'archivio, comunicante con la sala precedente tramite una grande apertura ad arco, e l'ufficio del Gran Visir.
Qui mi concedo una foto ricordo
Più avanti visitiamo due interessanti sale che contengono delle belle collezioni, la prima di orologi antichi, la seconda una bellissima sala delle armi. All'interno, ci dice Çağatay, è vietato fotografare. Seeeeee.............con stratagemmi vari, incluso l'utilizzo in incognito della Gopro riesco a "rubare" alcuni scatti che vi propongo
Dopo la visita all'interno di questi locali Çağatay ci conduce verso l'ingresso della terza corte a cui si accede attraverso la Porta della Felicità. Questa zona era strettamente riservata agli alti funzionari del Palazzo.
Ai piedi dell'ingresso è collocata una curiosa pietra con un buco al centro, è la "Sacred Standart", dove veniva posta la bandiera dell'Impero Ottomano.
Subito dopo l'ingresso troviamo un edificio che di fatto impedisce la visuale della terza corte. Si tratta dell'Arz Odasi ossia la sala delle udienze del sultano. Si tratta di un piccolo padiglione circondato da un colonnato, sul quale poggia una copertura ad ampi spioventi.
L'interno della sala ospita un trono coperto dal baldacchino che assieme al camino in bronzo dorato è l'unico pezzo sopravvissuto ad un incendio nel 1856.
A questo punto si pone un dilemma, fare o non fare la fila per entrare nelle stanza del tesoro? Çağatay ci lascia liberi di decidere ognuno per proprio conto e ci concede 45 minuti di libertà con punto di ritrovo proprio sotto all'edificio dell'Arz Odasi. Ci informa inoltre che volendo si può mangiare nella cafeteria self service che si trova nella quarta corte più avanti.
Un paio di foto ancora poi decidiamo
Breve consulto e optiamo per il pranzo anche perchè la fila per l'ingresso al Tesoro è lunga e avremmo poi pochissimo tempo per visitare le sale interne, purtroppo il tempo è tiranno e non riusciamo a vedere tutto. Diciamo che in quel preciso momento mi sono ripromesso che sarei tornato a Istanbul per vedere le cose che mi sono perso magari con altri mezzi e maggior tempo a disposizione.
Pranziamo alla cafeteria così come fa la nostra guida ma i prezzi qua dentro non sono proprio economici, non come mangiare un kebab nei vari quartieri di Istanbul. Qui si paga anche la location con il più bel panorama sul bosforo su una bella terrazza all'interno della quarta corte.
Dopo il pranzo torniamo al nostro punto d'incontro
Quindi facciamo il percorso a ritroso uscendo dalla terza corte attraverso gli splendidi giardini
Incontriamo dei militari a cavallo
Quindi usciamo all'esterno, di fianco sulla destra l'imponente edificio di Santa Sofia
Poi visto davanti
Çağatay ci informa che c'aspetta una bella scarpinata, siamo infatti diretti al Gran Bazar a Çemberlitaş, vicino Fatih. Passiamo accanto alla moschea di Nuruosmaniye, considerata uno degli esempi più belli di architettura ottomana in stile barocco.
La visita del Gran Bazar sarà almeno per me una mezza delusione. Çağatay ci ha anche avvertiti concedendoci 35 minuti abbondanti di libertà al suo interno. Ci dice che dentro troveremo più di tremila negozi ma visti i primi dieci è come averli visti tutti. In effetti è così, si tratta di un enorme assembramento di negozi al chiuso dentro vere e proprie gallerie architettonicamente anche interessanti. I negozi invece sono deludenti, accanto a luccicanti gioiellerie si trovano negozi che vendono cinfrusaglie e cineserie. Buoni per qualche souvenir e niente più. Mia moglie compra un paio di magnetini da regalare, io tratto per un paio di magliette con la scritta Istanbul come ricordo. Facciamo giusto un paio di foto all'interno e poi torniamo da Çağatay in anticipo.
Ci mettiamo seduti sugli scalini accanto alla moschea di Nuruosmaniye in attesa degli altri a chiacchierare con Çağatay che oltre che ottima guida turistica si è dimostrata anche persona con cui conversare amichevolmente di come vive la società turca e come si pone rispetto al resto dell'Europa. Dei passi avanti fatti e di quelli ancora da fare. Parliamo anche un po' di politica e capiamo che l'attuale governo Erdogan non viene ben visto dalla maggioranza dei turchi.
Quando il gruppo è al completo Çağatay ci riconduce al porto e alla nostra nave. Alla fermata di Çemberlitaş riprendiamo il tram e sempre con la linea T1 rifacciamo il percorso inverso fino a Findikli. Tristemente si conclude la nostra visita di Istanbul, ci salutiamo amichevolmente con un abbraccio con Çağatay e rientriamo in porto. Solite procedure di sicurezza all'imbarco e torniamo alla comodità della nostra nave. La giornata è stata faticosa soprattutto per i miei suoceri.
Continua...........