7€ a giorno nel 2008... 13.5€ nel 2016 su tante compagnie... Io non credo che chi lavora a bordo riceve il doppio di 8 anni fa...
Sfondi una porta aperta. Concordo. Infatti lo ritengo uno dei tanti effetti del loop perverso dello storno selvaggio e non motivato.
Prendiamo ad esempio Msc. Tra i 6.5 euro del 2008 ai 7 euro del 2014, stiamo parlando di incrementi veramente minimali nell'arco di 5 anni.
Ad un certo punto Msc le rende facoltative (ma con storno motivato da disservizi...giova ricordarlo). E parte la rincorsa all'incremento. Si arriverà a 10 euro nel 2017!!
Pazzesco. Non credo sia solo un'opinione personale vedere una correlazione stretta tra questi eventi.
Royal giustifica i propri incrementi come "allineamento alla concorrenza". Ed anche Costa, anche se le ha obbligatorie, parte in quarta ed arriverà anche lei a 10 euro da Giugno 2016. Tanto lo fanno anche le altre.
Ma è normale sia così, l'effetto delle "zanzate" immotivate ed a tappeto non può che portare a questo. Le ripercussioni sono su tutti. Chi paga sempre paga anche per chi se le fa stornare senza motivazione.
Alessandra, concordo abbastanza.
Io mi "accaloro" su questo argomento perchè è parecchio tempo che sostengo questo. E mi sono anche un pò stufato di ripetere le stesse cose. Avevo pubblicato tabelle di distribuzione delle quote, comunicati e finalità.
Sostenere che le compagnie non le distribuiscano, in assenza di certezze non vuol dire esprimere un'opinione, ma piuttosto fare un'illazione. Invitare a farsele stornare senza motivazioni quando l'indicazione delle compagnie è farlo solo a fronte di disservizi, non vuol dire assumere una posizione legittima, ma vuol dire incentivare il mettere la mano nelle tasche di qualcuno, che piaccia o no, con l'aggravante dell'assenza di motivazioni se non il proprio risparmio. E nei social passano come gesti eroici, ma ci rendiamo conto? Una totale assenza di principi di rispetto e correttezza.
Ti metto un mio post di circa un paio di anni fà..... in effetti ero già un pò in......disposto anche allora
.....quello che dici è vero. Ma nel caso di compagnie crocieristiche non è così semplice.
Se io fossi un impiegato di Costa che lavora in sede a Genova, ciò che affermi sarebbe perfetto. Ma se io fossi un ragazzo filippino che lavora a bordo di una nave, non sarebbe così.
L'esempio lo abbiamo avuto con Royal nei giorni scorsi: Oasis in Olanda ha ricevuto precisa indicazione di uniformare il proprio equipaggio imbarcato alle normative sul lavoro dei Paesi bassi per il periodo in cui Oasis è in porto per il dry dock. Eppure Oasis è americana e batte bandiera panamense.
Ad esempio, per il personale imbarcato la compagnia non fa da sostituto d'imposta per conto del dipendente. Contributi e quant'altro il dipendente se li deve versare da solo.
Insomma, non è così semplice.
In merito alle quote, ho postato il link di Royal, e brevi cenni storici sul perchè esistono le quote e come queste derivino da un approccio culturale anglosassone riconducibile alle mance e consuetudinario nel mondo delle crociere...
Ho postato anche la lista di distribuzione....ma ho l'impressione che i sospettosi facciano finta di non leggere...forse perchè fa comodo tenersi i sospetti...
Però se si fa finta di niente, in primis sull'escursus storico di queste quote e del perchè esistono, è inutile fare dei ragionamenti.
Come è inutile parlarne con chi non si sforza di capire il meccanismo retributivo all'americana: basso fisso, elevato variabile (ergo quote di servizio).
E si entra nel solito loop senza uscirne.
Tutto questo, fatto salvo il sacrosanto principio della trasparenza. Sopratutto in calce al contratto, e per chi le ha obbligatorie.
Le sentenze che sono intervenute in merito infatti, non hanno mai dichiarato le quote di servizio illegittime. Piuttosto hanno condannato l'assenza dell'esplicita indicazione nel prezzo finale nel caso della loro obbligatorietà. E solo, ma vado a memoria, nel sito. C'è differenza.
un saluto