Mio cognato (settore privato) ha fatto il congedo parentale altrimenti mia sorella perdeva il lavoro... in universita' molti contratti sono di anni in anno... se va bene due.
La sua azienda ha compreso le motivazioni e lui non ha avuto ripercussioni.
Nella mia azienda e' capitato nello stabilimento in Umbria... e la cosa non e' stata apprezzata anche se la motivazione era una grave malattia della moglie. Sono cose che non capisco e non capiro' mai. Un mio diretto collega prese una settimana di ferie alla nascita del figlio... che ora ha 7 anni... lo rinfacciano ancora. Al mio capo che usciva per assistere al parto dissero che sarebbe stato meglio far nascere la bimba di sabato[emoji35] ...
Alla fine molto dipende dall'apertura mentale dei dirigenti!!!
Per contro a me non hanno fatto alcun problema quando, terrorizzata dai pregressi, ho comunicato la maternita'. Anzi Il capostabilimento ando' a comunicarlo a tutti i colleghi con gioia... e vi assicuro che non siamo parenti!
I congedi parentali dei padri sono meno diffusi ma fortunatamente, o forse sfortunatamente perche' quando avviene non e' quasi mai per volonta' ma per necessita', stanno diventando sempre piu' frequenti.
Poi si puo' valutare quante maternita' anticipate sono vere e quante fittizie... li sta alla propria coscienza, ma trovo sacrosanto che chi e' a rischio possa tutelare il bambino.
Ecco, questo è uno spaccato fedele della realtà che mi sento di quotare non al 100%, ma al 1.000%.
Succede esattamente questo, nel bene e nel male.
Maluc, ci sono leggi e norme che sono mosse da nobili intenzioni da parte del legislatore, però spesso sono totalmente scollegate alla realtà....
Io voglio però ribadire l'importanza e la centralità della persona come caratteristica "culturale". Perchè questa è a mio parere la chiave di volta.
A me è capitato e capita di lavorare con / ed in realtà europee diverse.
Ci sono contesti esteri a noi non troppo lontani, in cui si esce tutti i giorni alle 17.30, si guadagna di più a parità di ruolo, e certi problemi nemmeno si pongono.
E si scopre che, nonostante si lavori di meno e si guadagni di più, per una serie di motivi la loro produttività è comunque superiore alla nostra. E l'incidenza del costo del lavoro per unità di prodotto incide di meno.
In sintesi ed a livello macro, tutti ci guadagnano, azienda e dipendenti.
Non solo, se in qualche organizzazione aziendale si rileva che strutturalmente ed in maniera continuata si usufruisce di straordinari etc., si fa un'analisi organizzativa e di processo e se è il caso, si incrementa l'organico.
In Italia, in tante realtà aziendali, c'è un approccio tale e talmente paradossale per cui se si esce sempre alle 17.30 e se non si fanno straordinari, allora si è in sovraorganico e bisogna tagliare teste. A prescindere.
Questo si porta dietro una serie di conseguenze, tra cui proprio l'approccio verso l'assenteismo per maternità, paternità, congedo parentale etc....al di là delle tutele normative.
L'"aziendalismo" deve esistere ed è un aspetto professionale importante, ma certi aspetti legati all'individuo, ai suoi legami familiari ed alla qualità della vita in genere non possono essere messi, in un'ipotetica scala di valori, ad un gradino inferiore. Perchè alla fine tutto viene ricondotto ad una visione miope.
Il risultato è che le mamme ed i papà faticano ad essere presenti quando il loro figlio deve andare a dormire la notte. Non possono chiedere congedi od altro perchè il rischio è quello di essere considerati "non aziendalisti", guadagnano di meno rispetto ad alcuni loro colleghi europei ma lavorano di più, e le aziende si lamentano che la produttività è bassa e che l'incidenza del costo del lavoro per unità prodotta è troppo elevata con rischi di competitività verso i concorrenti esteri nei mercati internazionali.
In sintesi, tutti scontenti. E la scelta per le coppie (e le donne in particolare) si riduce a due sole opzioni: non fare figli per evitare situazioni "a rischio occupazionale" (o demansionamenti "fintamente concordati" che nascondono ricatti, esiste anche questo), oppure rendere i propri figli degli "orfani di fatto".
Ecco, mi vanno benissimo le quote rosa come "male necessario", però se dovessi scegliere...io preferirei che si lavorasse a livello "culturale" ed anche normativo affinchè possa essere interrotto il loop perverso che ho descritto prima.
Credo che il vero investimento per il nostro futuro possa essere questo.