Passati i primi giorni interamente dedicati alla spiaggia ed al mare, è arrivato il momento di dare un po' di riposo alla nostra pelle arrossata e visto che di nuvole proprio non se ne parla e che alle 7 del mattino ci sono già 28 gradi decidiamo di avventurarci nella foresta pluviale!
Detto così sembra un'esperienza alla Indiana Jones, ma in realtà è tutto molto semplice, da Fajardo si arriva all'inizio della foresta in circa 25 minuti e tutta l'escursione può essere effettuata col proprio mezzo. Il mio consiglio è di farla in autonomia con la propria macchina evitando le escursioni organizzate. Infatti la strada è una sola, la Carretera 191, molto ben tenuta, ed a un certo punto è chiusa al traffico e quindi bisogna per forza fare dietrofront. La seguente cartina spiega perfettamente come è strutturata la foresta pluviale El Yunque, il cui nome deriva dall'omonimo monte col significato di "Terre Bianche" in lingua Taino. I Taino erano la prima popolazione amerindia a popolare i Caraibi ed hanno occupato la foresta per più di mille anni.
Il punto di partenza è "El Portal" ovvero un centro informazioni che si trova ai margini della foresta, più precisamente nella cosiddetta "wet forest".
El Portal è l'unica zona a pagamento della foresta (4 US$ solo per gli adulti), tutto il resto è gratuito. Un piccolo ponte di legno sospeso ed attorniato da una rigogliosa vegetazione porta alla lobby.
Qui è possibile richiedere informazioni, reperire le mappe, seguire un percorso informativo interattivo ed assistere ad un cortometraggio proiettato in un teatro. La durata è di circa 30 minuti, durante i quali la voce di Benicio del Toro, sottotitolata in inglese, racconta la storia e la composizione di El Yunque, le specie vegetali, la fauna e gli itinerari migliori. E' assolutamente da non perdere perchè darà ancora più magia ed aspettative a quello che seguirà.
Scopriamo che l'estensione della foresta è di 11mila ettari e che tutto quello che vedremo è basato su tre elementi: roccia, sole e acqua. El Yunque ha partecipato al concorso per eleggere le nuove sette meraviglie naturali del mondo e si è piazzato tra le migliori 28 finaliste. La foresta è molto antica ed esprime un qualcosa di mistico, si è sempre rialzata ad ogni uragano e l'aspetto odierno è molto simile a quello passato. Classificata dall’Unesco come riserva della Biosfera, è l’unica foresta pluviale nel sistema forestale USA. Con queste premesse risaliamo in auto, non prima di essere passati dal negozio nel quale noto che sono in vendita dei ponchos di varie taglie, anche per bambini ... ma la giornata è soleggiata con nessuna nuvola in cielo, che senso avrebbe comprarli spendendo ben 30 dollari in tutto!!
L'avvicinamento alla foresta è molto gradevole, anche se noto che il cielo azzurro ha lasciato posto alle nuvole ... che però non sembrano eccessivamente minacciose. La prima "attrazione" sono le Coca Falls, una cascata alta 85 metri che si trova propria sulla strada. Un buon antipasto ma niente di particolare.
Dopo alcuni minuti si giunge alla Yokahu Tower, uno dei tanti punti di osservazione.
Dalla cima della torre, alta 69 metri, si vede la buona parte della foresta ed in lontananza è possibile scorgere il mare.
Nel frattempo una goccia mi cade sul naso ... una sola goccia, cosa sarà mai!
Ad El Yunque vi sono vari percorsi da seguire tra cascate, laghetti, splendide specie di alberi tropicali, felci, orchidee, uccelli rari e manguste, animali che sembrano piccoli e docili ma che in realtà sono dei terribili predatori. Ovunque ci sono cartelli che avvisano di non disturbarli. Di certo non aspettatevi di incontrare molti animali nella foresta a parte uccelli e piccole lucertole.
Non sono presenti serpenti velenosi ed al massimo ci si può imbattere in Boa di 2 metri. Le temute mosche e zanzare sono state un miragio ed il nostro Autan Tropical è ancora inutilizzato (e lo sarà fino alla fine del viaggio).
La nostra avventura nella foresta consiste in una semplice camminata di 35 minuti in una tratta chiamata "La Mina Trail". Il punto di arrivo sono le cascate La Mina e il sentiero può essere preso da due punti: dal parcheggio di Big Tree o dalla stazione ranger di Palo Colorado. Decidiamo per quest'ultima perchè avevo letto che era un po' più semplice. Non faccio in tempo a spegnere la macchiana che l'aggettivo "pluviale" della foresta inizia a manifestarsi in tutta la sua potenza e capisco come sia possibile che in un anno cadano 106 miliardi di galloni di acqua piovana (605 miliardi di litri).
Per una decina di minuti siamo contretti in auto e non appena la morsa dell'acqua si placa un po' ci fiondiamo nell'edificio dei rangers. Fortunatamente anche qui vendevano i ponchos griffati "El Yunque" e questa volta le mie ginocchia sbattono al banco cassa. Li trattiamo con cura perchè sappiamo che ci serviranno ancora nel corso della crociera.
La discesa verso La Mina Falls è molto semplice, adatta ai bambini e con prevalenza di comodi camminatoi, soprattutto nella parte iniziale dove sono spesso presenti dei punti di riparo contro le intemperie.
Devo dire che la camminata è bella ed il luogo molto suggestivo, ma chi vuole qualcosa di meno addomesticato e più selvaggio farebbe bene a battere altri sentieri della foresta. Inoltre è assolutamente consigliato arrivare presto (il parco apre alle 6) perchè quando arrivano le escursioni organizzate, tra cui quelle delle navi, si crea un affollamento tale da privare il luogo di ogni poesia, soprattutto perchè questi sentieri non sono adatti ad essere percorsi contemporaneamente nelle due direzioni.
Praticamente tutto il trail si svolge fiancheggiando il torrente La Mina e come detto è impossibile perdersi o andare fuori dal sentiero.
Il clima nel cuore della foresta è stranissimo ... piove sempre (più o meno forte), ma tutto risplende come se ci fosse il sole. I colori sono molto belli, tutte le sfumatore del verde si fondono col blu dell'acqua delle pozze d'acqua formate dal torrente.
Alzando la testa in alto si scorge sempre una forte luminosità, come se la luce volesse entrare con la forza in questo regno incontaminato.
Ad un certo punto la foresta cambia completamente aspetto ed entrano in scena bambu, felci lussureggianti e piante dalle foglie giganti con fiori rossi e bianchi.
Dopo 35 minuti di discesa arriviamo alle cascate ...
... è possibile fare il bagno nel laghetto formato dalle stesse, l'acqua è fresca ma ci si abitua in poco tempo. Piacevole esperienza.
Il ritorno in salita è un po' meno piacevole, anche perchè inizia ad arrivare gente. Ma le bambine sono brave e con qualche sosta raggiungiamo la nostra macchina. Nel frattempo si è fatta ora di pranzo e torniamo quindi a El Portal (vale il precedente biglietto) dove c'è un buon ristorantino.
Dopo mangiato lasciamo la foresta pluviale e la pioggia per tornare sulla soleggiata costa settentrionale di Portorico. La temperatura è di 34 gradi, di nuvole nemmeno l'ombra ed il sole spacca le pietre! Lasciamo l'autostrada per la litoranea 187 fino ad arrivare a Playa Piñones, spiaggia che probabilmente non viene nemmeno citata sulle migliori guide turistiche dell'isola.
La sabbia è giallognola, il mare brutto, la vegetazione quasi inesistente ma ha il pregio di essere popolata da decine e decine di pellicani, ed è uno spettacolo vederli quando si fiondano in mare per pescare.
Questa regione si chiama Loiza ed è una delle più povere dell'isola, il degrado è decisamente avanzato, le case sono soprattutto baracche e la sporcizia impera. Un volto sicuramente diverso dell'isola che però dimostra come le condizioni di vita nelle isole dei Caraibi possano essere anche estremamente difficili. Fortunatamente la macchina non mi tradisce e non appena supero il ponte di Punta Cangrejos il panorama cambia radicalmente. Tutto è curato nei minimi dettagli, il litorale di Carolina è un gioiello ...
... non è da meno quello di Isla Verde ...
... ma è a Condado che si trova quanto di più lussuoso si possa immaginare. Lungo Avenida Ashford, la "Strip" di Portorico passiamo in rassegna tutti i migliori resort, ristoranti, grattacieli e negozi di Portorico.
Sul tardo pomeriggio, prima di tornare a Fajardo, facciamo una capatina al centro commerciale Plaza de las Americas (
http://www.plazalasamericas.com/), che si trova poco distante da Condado ma che richiede non poca destrezza per arrivarvi in auto visto l'intrico di strade ed il traffico.
Il centro è immenso e come negozi ricorda molto da vicino il Dolphin Mall di Miami, sebbene sia strutturato su 3 piani invece che su uno solo. I prezzi sono buoni, ci sono "rebajas" ovunque ma, rispetto allo scorso anno, il dollaro forte rende gli acquisti meno convenienti. Compriamo qualche capo di abbigliamento di marche americane e un paio di occhiali da sole Serengeti e poi ceniamo da Tierra del Fuego dove ordino una ottima bistecca di Angus.
Il viaggio di ritorno è allucinante, con un traffico incredibile lungo l'unica autostrada verso est. Arriviamo verso le 10, le bambine dormono già da un po' visto che oggi le abbiamo spremute abbastanza. Il giorno successivo sveglia a tarda ora e relax completo tra spiaggia e piscina ... l'unica preoccupazione sarà quella di arrivare a far sera!
Continua ...