Il Museo Archeologico di Brindisi è intitolato a Francesco Ribezzo, archeologo e glottologo vissuto a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. Posto accanto alla Basilica Cattedrale San Giovanni Battista, all’ingresso si viene accolti dallo splendido Portico dei Cavalieri Templari, del XIII secolo....e dal cortiletto dei Templari, splendida oasi verde....un glicine antico ne copre interamente le pareti... chissà che meraviglia vederlo in fiore.
Il museo, istituito nel 1884, per conservare le donazioni di alcuni collezionisti, provenienti da scavi locali, ha ormai assunto il ruolo di polo culturale della città e attrae turisti nazionali ed internazionali. Il percorso espositivo è accompagnato da testi e supporti grafici che consentono la comprensione del contesto storico dei reperti esposti, in un racconto continuo e scenograficamente comunicativo che si articola in sei differenti percorsi: la sezione epigrafica, la sezione statuaria, la sezione antiquaria, la sezione preistorica, la sezione numismatica e la splendida mostra subacquea con i Bronzi di Punta del Serrone.
Cominciamo la visita con l'esposizione di manufatti, vasellame ritrovati negli scavi sul territorio...
Esempio di ceramica a figure rosse.
In Italia meridionale si sviluppa, fra la metà del V e la fine del IV secolo.a.C., un' articolata produzione di ceramiche a figure rosse convenzionalmente denominate Italiote.
Nella fase iniziale questi vasi mostrano strette affinità con quelli realizzati negli stessi anni in Attica. Il fenomeno è stato spiegato ipotizzando un trasferimento di artigiani da Atene in occidente in occasione della colonia di Thurij( 440 a.C.). È tuttavia verosimile che a determinare la nascita della ceramografia italiana non sia stato un evento storico, bensì l'esigenza di produrre in Magna Grecia manufatti, competitivi con le importazioni ateniesi in grado di soddisfare e conquistare i mercati che richiedevano massicce quantità di vasi figurati, soprattutto la Puglia e la Basilicata.
Queste ceramiche dopo il 400 a.C. dominano incontrastate ( rispetto alle attiche) nelle Necropoli dell' Italia meridionale, come segnacoli all' esterno delle sepolture o inserite nei corredi funerari; nei santuari vengono utilizzate nei riti per le offerte alle divinità; nelle abitazioni aristocratiche sottolineavano il prestigio degli ambienti con funzioni cerimoniali.
I cinque ambiti produttivi di questa ceramica detta Italiota, corrispondono a altrettanti stili denominati: lucano, apulo, campano e siciliota. Le collezioni del museo di Brindisi comprendono vasi lucani, apulei e campani.
Ritraggono tutti scene mitologiche.
Il colore predominante è il rosso delle figure e il nero dello sfondo.