pmanlio
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Per ora ho letto solo questi documenti:
Lo studio dell'Arpav prova che nella zona del porto sono presenti polveri sottili sopra la media permessa dalla legge, ma il resto è ben al di sotto della norma..
Su questo vorrei fare una osservazione, non so se la presenza delle navi sia la causa delle polveri sottili (di solito emesse da motori da autotrazione) ma se lo fosse spostare il loro ancoraggio in una rada ha poco senso, non solo non diminuisci l'inquinamento, ma lo aumenti a causa del fatto che la nave dovrà presumibilmente tenere la posizione in mare..
In porto invece si può pensare di alimentare le navi con una sorgente esterna e di risolvere il problema..
Mettere le navi in mare fuori dal porto vuol dire non poterle alimentare con una sorgente esterna e costringere altre barche ad un via vai continuo che peggiorerebbe ancor di più la situazione..
Per quanto riguarda i progetti del molo vedo poi i link che postate..
Lo studio economico del prof Tattara ha i suoi pregi ed i suoi limiti..
Intanto parte puntando direttamente l'indice sui crocieristi e sui mali che porterebbero a Venezia, per poi proseguire invece con una analisi più equilibrata..
La definizione di un numero di utenti limite per la fruizione della città prescinde da dove questi vengano, l'idea che se vengono con le navi non spendono perchè non si fermano a dormire nasconde il fatto che, a parte pochi benestanti, a Venezia non ci dorme nessuno e vanno tutti a Mestre..
Il superamento del numero limite è un problema serio, specie per una città come Venezia, che mi sembra una sorta di 'ecosistema' molto fragile..
Il punto focale dello studio è il seguente:
In pratica sappiamo che in maniera diretta il turismo navale comporta più ricavi che costi, ma non sappiamo in termini indiretti (ad es. degrado delle facciate di un palazzo dovuto all'inquinamento navale) quanto possa davvero costare..
Valutare quanto possa davvero costare è difficile, ma è una attività più da ingegneri che da Economisti (torniamo al fluidodinamico che manca) e comunque deve essere fatta anche da persone del settore, ad es. la voce:
Non l'ho neanche capita (ho letto tutto molto velocemente ndr) perchè credo che questi processi avvengano in mare, non in porto..
Un altro limite dello studio è presentare come parziali i guadagni dovuti al turismo navale, nel senso che vanno a singole persone/attività piuttosto che alla città.. vero, ma questo non vale per qualunque forma di turismo?
Personalmente invito a ragionare su alcuni fatti che possono sembrare secondari, ma non lo sono..
Se crei un caos per lo sbarco ed imbarco da Venezia evitando che le navi arrivino al porto attuale allora perdi i crocieristi che si imbarcano da Venezia, compresi quelli che dormono nella città o nei dintorni il giorno prima di salire in nave..
Non è che una compagnia possa permettersi di avere un casino ad ogni imbarco di turisti, ci perderebbe di immagine..
Se togli il passaggio dentro la città di sicuro qualche turista lo perdi, perchè quella è una delle attrattive del viaggio (può essere un bene o un male, vedi l'osservazione su quanti turisti può gestire Venezia).
Se un turista straniero arriva alla periferia di Venezia e si trova dentro un via vai di barche e barchette per poter arrivare al centro città, con traffico, rallentamenti, trasbordi ed impicci vari, qualcosa pensa..
Pensa che l'Italia, di cui Venezia è la cartina di tornasole, è una gran fregatura, costosissima (Venezia lo è), disorganizzata, piena di stranezze..
Un motivo per non tornarci più..
Sinceramente, il gioco vale la candela? Le valutazioni economiche stanno tutte in quel 'Non valutato' dello studio ora, in una città eternamente battuta dal vento e dalla salsedine viene da pensare che il contributo delle navi al degrado delle facciate degli edifici o delle statue ecc. con la conseguente manutenzione sia totalmente trascurabile, lo studio sulle emissioni mostra che, poveri sottili a parte, l'inquinamento non è elevato (vi ricordo che qualunque grande città nostrana ha il problema delle polveri sottili, e non è che se togli le navi lo hai tolto.. vedi i famosi motoscafi) ed in ogni caso si può evitare pensando di alimentare in porto le navi con una sorgente esterna.
Quindi rimane solo il termine..
vale a dire i danni portati dalle onde mosse dalla nave, quanto è elevato, quanto costa?
Appena posso vedo lo studio relativo..
Un saluto..
Manlio
ARPAV - Campagna di monitoraggio della qualità dell'aria - periodo di attuazione 5 maggio 13 giugno 2013
Università di Ca' Foscari - Facoltà di Economia - Note di lavoro - Costi e ricavi del crocierismo a venezia - prof. Giuseppe Tattara
Se mi aiuti ad inserire gli allegati lo faccio volontieri.
Lo studio dell'Arpav prova che nella zona del porto sono presenti polveri sottili sopra la media permessa dalla legge, ma il resto è ben al di sotto della norma..
Su questo vorrei fare una osservazione, non so se la presenza delle navi sia la causa delle polveri sottili (di solito emesse da motori da autotrazione) ma se lo fosse spostare il loro ancoraggio in una rada ha poco senso, non solo non diminuisci l'inquinamento, ma lo aumenti a causa del fatto che la nave dovrà presumibilmente tenere la posizione in mare..
In porto invece si può pensare di alimentare le navi con una sorgente esterna e di risolvere il problema..
Mettere le navi in mare fuori dal porto vuol dire non poterle alimentare con una sorgente esterna e costringere altre barche ad un via vai continuo che peggiorerebbe ancor di più la situazione..
Per quanto riguarda i progetti del molo vedo poi i link che postate..
Lo studio economico del prof Tattara ha i suoi pregi ed i suoi limiti..
Intanto parte puntando direttamente l'indice sui crocieristi e sui mali che porterebbero a Venezia, per poi proseguire invece con una analisi più equilibrata..
La definizione di un numero di utenti limite per la fruizione della città prescinde da dove questi vengano, l'idea che se vengono con le navi non spendono perchè non si fermano a dormire nasconde il fatto che, a parte pochi benestanti, a Venezia non ci dorme nessuno e vanno tutti a Mestre..
Il superamento del numero limite è un problema serio, specie per una città come Venezia, che mi sembra una sorta di 'ecosistema' molto fragile..
Il punto focale dello studio è il seguente:
Scheda: ricavi, costi, benefici in milioni€
Ricavi
Turismo 185
Spese connesse al porto 32
Altre attività portuali 73
Totale 290
Costi
Inquinamento aria 172
Inquinamento mare 13
Cambiamento climatico 93
Totale 278
Esternalità negative
Congestione turistica: non valutata
Altri inquinanti dell’aria
(diossine e metalli pesanti) :non valutata
Inquinanti dovuti ai processi di incenerimento a bordo: non valutata
Danni ai monumenti: non valutata
Alterazione della morfologia lagunare: non valutata
In pratica sappiamo che in maniera diretta il turismo navale comporta più ricavi che costi, ma non sappiamo in termini indiretti (ad es. degrado delle facciate di un palazzo dovuto all'inquinamento navale) quanto possa davvero costare..
Valutare quanto possa davvero costare è difficile, ma è una attività più da ingegneri che da Economisti (torniamo al fluidodinamico che manca) e comunque deve essere fatta anche da persone del settore, ad es. la voce:
Inquinanti dovuti ai processi di incenerimento a bordo: non valutata
Non l'ho neanche capita (ho letto tutto molto velocemente ndr) perchè credo che questi processi avvengano in mare, non in porto..
Un altro limite dello studio è presentare come parziali i guadagni dovuti al turismo navale, nel senso che vanno a singole persone/attività piuttosto che alla città.. vero, ma questo non vale per qualunque forma di turismo?
Personalmente invito a ragionare su alcuni fatti che possono sembrare secondari, ma non lo sono..
Se crei un caos per lo sbarco ed imbarco da Venezia evitando che le navi arrivino al porto attuale allora perdi i crocieristi che si imbarcano da Venezia, compresi quelli che dormono nella città o nei dintorni il giorno prima di salire in nave..
Non è che una compagnia possa permettersi di avere un casino ad ogni imbarco di turisti, ci perderebbe di immagine..
Se togli il passaggio dentro la città di sicuro qualche turista lo perdi, perchè quella è una delle attrattive del viaggio (può essere un bene o un male, vedi l'osservazione su quanti turisti può gestire Venezia).
Se un turista straniero arriva alla periferia di Venezia e si trova dentro un via vai di barche e barchette per poter arrivare al centro città, con traffico, rallentamenti, trasbordi ed impicci vari, qualcosa pensa..
Pensa che l'Italia, di cui Venezia è la cartina di tornasole, è una gran fregatura, costosissima (Venezia lo è), disorganizzata, piena di stranezze..
Un motivo per non tornarci più..
Sinceramente, il gioco vale la candela? Le valutazioni economiche stanno tutte in quel 'Non valutato' dello studio ora, in una città eternamente battuta dal vento e dalla salsedine viene da pensare che il contributo delle navi al degrado delle facciate degli edifici o delle statue ecc. con la conseguente manutenzione sia totalmente trascurabile, lo studio sulle emissioni mostra che, poveri sottili a parte, l'inquinamento non è elevato (vi ricordo che qualunque grande città nostrana ha il problema delle polveri sottili, e non è che se togli le navi lo hai tolto.. vedi i famosi motoscafi) ed in ogni caso si può evitare pensando di alimentare in porto le navi con una sorgente esterna.
Quindi rimane solo il termine..
Danni ai monumenti: non valutata
Alterazione della morfologia lagunare: non valutata
vale a dire i danni portati dalle onde mosse dalla nave, quanto è elevato, quanto costa?
Appena posso vedo lo studio relativo..
Un saluto..
Manlio