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Felix73
Guest
Scusate, ma io non riesco a vederla così. (... e quindi aggiungo l'ennesimo post su questa cosa ... )
Lo ripeto, scusandomi per il maiuscolo di prima, ma l'indulgenza che consente di alterare di 5 miglia marine una rotta dichiarata senza un reale motivo è ciò da cui è partito il danno.
L'ho capito anche io che la rotta dichiarata non è vincolante, e ci saranno pure dei motivi logici per i quali non lo sia.
Solo che andare a fare le rasette alle Scole non è un motivo logico. Ergo, ai comandanti piacerà tanto la normativa vigente che gli permette di portare le loro barche dove gli pare, ma ai parenti di chi è morto al Giglio questa normativa credo che gli piace un po' meno.
Quindi continuo a sostenere che non ci sia niente di male a ragionare su come limitare la discrezionalità di un comandante quando la eserciterebbe senza un ragionevole motivo di sicurezza, causa di forza maggiore, o quanto altro di ragionevole ci possa essere.
Io credo che l'idea di Foschi in merito al monitoraggio interno da parte della compagnia sulle rotte intraprese dai propri comandanti salvi sostanzialmente "capra e cavoli".
Nel senso che il Comandante rimane e rimarrà il vero responsabile della nave in navigazione (e a mio parere è giusto che sia così), la compagnia vigila da terra su eventuali "colpi di testa" (e questo rende i passeggeri più fiduciosi rendendoli consapevoli che sono meno esposti alle bravate di singoli individui) e la compagnia potrà chiamare in tempi brevissimi il proprio comandante indisciplinato per intimargli di fare il bravo.
Penso che la compagnia abbia il diritto e l'autorità per poterlo fare. Le navi sono un bene ed un patrimonio aziendale, e le vite umane a bordo e la salvaguardia della loro sicurezza sono un bene ben più prezioso.
Personalmente non credo che ci siano tante "teste calde" al comando delle navi da crociera, ma una garanzia in più per la tranquillità di tutti...perchè no?
Un saluto
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