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13/01/2012 -Naufragio Costa Concordia all'Isola del Giglio

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Capisco cosa intendi dire.
Ognuno di noi ha la propria sensibilita'......
Riguardo al "cosa ci devi fare", ti suggerirei di considerare che proprio poiche' ciascuno di noi ha "una propria sensibilita'", non e' infrequente che al cospetto di fatti "forti" quali ad esempio le tragedie, alcune persone possano sfogare la propria rabbia o la propria paura o la propria inadeguatezza, indirizzando a "tizio o caio" epiteti non propriamente rispettosi.
Posso comprendere che alcune di queste espressioni possano infastidirti, ma purtroppo, questo e' il mondo nel quale viviamo.
Giudico ammirevole l'impegno da te dimostrato nel ricercare nuovi dettagli, ipotizzare nuove teorie, elaborare nuove ipotesi che possano chiarire i comportamenti del Sig. Schettino.
Questa tua peculiarita' denota - a mio parere - una positiva vivacita' intellettuale ed un'inclinazione a considerare tutte le possibili (ragionevoli) opzioni. Se concordi con questa mia analisi, converrai che dovrebbe essere per te particolarmente agevole comprendere i motivi per i quali alcuni utenti del forum manifestano certe reazioni.
Che ne pensi ?
Esatto, sono portata ad analizzare e posso comprendere da cosa scaturiscono però mi spiacciono comunque. Puoi ben capire che una cosa è la ragione che ti porta a capirne il motivo, un'altra è il sentimento che è comunque di dispiacere. Un saluto
 
Una sola domanda, Deliziosa, poi basta perchè non voglio darti l'impressione di avercela con te, ma te la voglio fare per vedere se, forse, riesco a capire di più il tuo "sentire": perchè, ogni volta che qualcuno scrive un post riferendosi alle conseguenze del comportamento di schettino, cioè all'aver causata inutilmente e per una sciocca alzata d'ingegno la morte di molti passeggeri, tu salti fuori con qualcosa che poco o nulla ha a che vedere ? Sinceramente, ogni volta che leggo un tuo post ho la netta impressione che tu cerchi di sminuire la gravità del comportamento del comandante, quasi che il non aver preso il pc o il non essersi cambiato d'abito o l'essere andato a destra invece che a sinistra possano -in qualche modo- farne un uomo meno spregevole. Di conseguenza, ho anche l'impressione che non comprendi che così facendo, per me, sminuisci le morti. Un saluto, senza polemiche.
Mi era sfuggito questo post e ci tengo a chiarire il mio punto di vista su questo punto. Fermo restando che tutte le colpe rimangono su Schettino per aver portato con un azzardo temerario e incosciente la nave sugli scogli. Il discorso cambia sulla fase del dopo. Su questa fase, purtroppo, sono circolate molte notizie poi rivelatesi non vere, che hanno determinato in tutti, compresa me, dei pensieri estremamente negativi nei confronti di Schettino. Cosa si può pensare di un uomo che prende il pc, si cambia, ritira le sue carte, si imbarca o scivola sulla prima scialuppa lasciando tutti i passeggeri in balia del destino, prende un taxi e va a rifugiarsi in albergo al Giglio? Se questi fossero stati gli avvenimenti veri l'unica cosa che può venire in mente è che sia in malafede, che abbia tentato la fuga e via dicendo, un comportamento estremamente deplorevole. L'analisi successiva di questi fatti mi ha portato a capire che le cose sono andate in modo diverso, Schettino non si è imbarcato sulla prima scialuppa, non aveva con se il pc (questo elemento è importante per capire che il suo abbandono nave è avenuto in maniera rocambolesca in seguito al ribalmento della nave e non appunto in maniera organizzata), non è arrivato al molo ma su uno scoglio, non ha preso un taxi e via dicendo. Non è stato semplice capirlo perchè le notizie sono arrivate a pezzetti durante questi due mesi, (e qui mi hai anche trovata a cercare di capire come erano avvenuti certi passaggi), Ma ciò che per me conta è che stando così le cose la mia valutazione cambia, non trovo più nel suo atteggiamento malafede, o tentativo di fuga, vedo invece un uomo travolto dagli eventi, che non regge al disastro che ha causato e da pochi gioni sappiamo anche che non viene fatto risalire sulla nave proprio per questo suo stato. Da questo scaturisce anche il mio dispiacere, tutto personale, nel sentire degli insulti nei suoi confronti. Questo anche perchè credo che nessuno di noi possa affermare con certezza di essere immune per tutta la vita da un'eventuale black out mentale, tutti speriamo che mai capiti, ma si sa che può bastare un attimo perchè ciò si possa verificare. E infierirci sopra è contrario al mio DNA, non tutti lo fanno ma molti si, basta sentire alcuni commenti qui ma anche al bar, in ufficio, in palestra, in ogni luogo.... Spero di essere stata chiara. Un cordiale saluto sempre senza nessuna polemica.
 
Ma Dio Santo Deliziosa, ti rendi conto che con quella spacconata è andato contro qualsiasi regola dell'andar per mare? Contro qualsiasi regola scritta e non scritta che qualsiasi navigante deve ben tener presente in ogni momento; "Safety First" si usa dire e si scrivere a caratteri cubitali sulle murate delle navi.

Ancor di più se si trasportano 4000 persone, non minerali di ferro, bambini, donne, persone fisicamente più deboli.

Ma se uno imbocca con determinazione a tutta velocità, per "gioco o comodità", una strada contromano, confidando che in quel momento non passa nessuno e poi improvvisamente si scontra con una macchina che proviene in senso opposto e distrugge una famiglia intera compresi bambini, lo giustifichiamo e cerchiamo attenuanti? Povero come poteva immaginare che dall'altra, parte a quell'ora, quello se ne andasse per la sua strada? E' stato sfortunato, bastavano pochi secondi e ce l'avrebbe fatta. E l'aveva fatto altre volte, più sfortuna di così!!

E se poi invece di soccorrere gli occupanti, in "preda allo shock" se ne va, e se ne sta a guardare la scena senza intervenire, aggravando l'esito dell'incidente, ancora cerchiamo di capirlo, mentre a terra giacciono i corpi di persone incolpevoli, motivando il suo stato come persona travolta dagli eventi ?

E' lui che se li è cercati, non "loro" che l'hanno travolto. "Montagna assassina, mare killer" ...... troppo facile; chiamiamo le cose con il loro nome. Mancato rispetto delle regole, delle indicazioni, di aspetti che tutti conosciamo ma che poi per "divertimento" sfidiamo tutti i giorni.

Io molte volte faccio fatica a capirti Deliziosa; la tua posizione è "ondivaga"; affermi una cosa e un attimo dopo l'esatto opposto. Per te sarà anche colpevole, ma mi riesce difficile comprenderlo, tant'è che un mesetto fa, tra il serio e lo scherzoso ti avevo detto che assieme alla moglie e alla ragazza moldava, eri l'unica che ancora lo difendeva, perchè questo mi appare dai tuoi discorsi.

Capire e non abbandonarsi ad accuse affrettate lo condivido, ma molte volte, e questo credo sia uno di quei casi, non mi sembra ci sia tanto da "esplorare".
 
Per il fatto di aver avuto una posizione estremamente diversa nei confronti di Schettino (soprattutto sul post-impatto con lo scoglio), ho avuto il piacere di scambiare parecchi MP con Deliziosa in merito.
Posto che l'atteggiamento di Deliziosa non è mai stato superficiale nel reperimento delle informazioni, anzi, è stato estremamente analitico, la maggior differenza che ho riscontrato con lei è nei contenuti da "associare" alla figura di un Comandante.
Per me, un Comandante, deve essere, oltre ad un bravo marinaio, un uomo dall'alto profilo morale, con un forte senso di responsabilità, verso il suo equipaggio, verso la sua nave, e verso i suoi passeggeri. E' un ruolo chiave, e se per TUTTA la gente di mare, vale il principio che la salvaguardia delle vite umane è la priorità assoluta (e, per esperienza, posso assolutamente affermare che questo principio è insito nel DNA di chi va per mare) a costo di mettere a repentaglio la propria di vita, per il Comandante questo deve valere ancora di più.
Deliziosa da questo punto di vista è più indulgente, e, nelle fasi post-impatto, dà a Schettino un ruolo più "normale", giustificandone alcuni atteggiamenti.
Questo, unito alla sua particolare sensibilità, fà si che lei provi fastidio non per la PURA ESPOSIZIONE di critiche nei confronti di Schettino, ma per l'uso di espressioni "forti" (codardo etc etc) nei suoi confronti. Oltre al fatto di provare del fastidio verso chi riporta nei post del forum gesti di Schettino non corrispondenti al vero.
Anche io, al pari di Laura, Seafoam, Sciguetto etc. spesso ho percepito come "difesa" ad oltranza quello che Deliziosa scriveva, e questo nasceva proprio dalla "distanza" nell'attribuire maggiore "gravità" o meno al comportamento di Schettino.
E a tratti, questo atteggiamento ha procurato fastidio anche a me all'inizio, proprio perchè la mia posizione in merito è di estrema e forte condanna anche morale nei confronti del Comandante, in tutte le fasi della tragedia. Il pensare a Schettino, mi provoca rabbia.
Ecco perchè comprendo anche chi, partendo dalle mie posizioni, si sia risentito nei confronti di Deliziosa, non a livello personale evidentemente, ma per il tenore di certi commenti.
In realtà, posso affermare che, più che di "difesa ad oltranza", nel caso di Deliziosa si possa parlare di "eccesso di garantismo". E lei è in assoluta buonafede.
Semplicemente, rispetto a noi, riesce a provare "pietas" nei confronti di Schettino, in quanto essere umano che si è dimostrato fragile e travolto dagli eventi.
Io, e tanti di noi, non riusciamo a provare la stessa compassione, ma non perchè rispettiamo di più le vittime rispetto a Deliziosa, non perché siamo dei sanguinari giustizialisti e forcaioli, ma perchè diamo un contenuto "più profondo" al ruolo di Comandante, e quindi siamo più intrasigenti ed inflessibili nei suoi confronti e nei confronti delle sue gravi “mancanze”, e secondo me, lo sottolineo con forza, in maniera più che giustificata.
Ma, Deliziosa, cerca di comprendere anche chi, leggendo i tuoi post, pensa ad una "difesa" ad oltranza da parte tua. Perchè a volte, effettivamente, per come ti poni, ci si può dimenticare che anche tu condanni con forza il gesto scellerato di essere finito contro uno scoglio a quella velocità e con 4.000 anime a bordo. E con la conseguente tragica morte di 32 incolpevoli persone.
Anche tu cerca di comprendere questo.

Un caro buongiorno a tutti voi.
 
Ultima modifica:
Felix, ne avevamo anche parlato tra di noi sul fatto che Deliziosa non manifestasse nei suoi post alcuna malafede, ma solo un ragionata anche se "tirata per i capelli" ricerca di una "verità" che personalmente non riesco ad intravedere. Questo glielo riconosco, ma non riesco condividerlo.

Ciao Felix e ciao Deliziosa.
 
...non capico, ma mi adeguo ...... sulla difesa ad oltranza di deliziosa64, ma si sbaglia, e verrà smentita da alcuni dati oggettivi come

...sullo scoglio, per "seguire meglio le operazioni...." ci è arrivato con la scialuppa molto prima che la nave si ribaltasse, è accertato, fidati.

...sempre sullo scoglio era asciutto e senza uniforme, quindi durante l'emergenza ha avuto il tempo di andare in cabina e cambiarsi (o no?) .....

ciao
 
Per il fatto di aver avuto una posizione estremamente diversa nei confronti di Schettino (soprattutto sul post-impatto con lo scoglio), ho avuto il piacere di scambiare parecchi MP con Deliziosa in merito.
Posto che l'atteggiamento di Deliziosa non è mai stato superficiale nel reperimento delle informazioni, anzi, è stato estremamente analitico, la maggior differenza che ho riscontrato con lei è nei contenuti da "associare" alla figura di un Comandante.
Per me, un Comandante, deve essere, oltre ad un bravo marinaio, un uomo dall'alto profilo morale, con un forte senso di responsabilità, verso il suo equipaggio, verso la sua nave, e verso i suoi passeggeri. E' un ruolo chiave, e se per TUTTA la gente di mare, vale il principio che la salvaguardia delle vite umane è la priorità assoluta (e, per esperienza, posso assolutamente affermare che questo principio è insito nel DNA di chi va per mare) a costo di mettere a repentaglio la propria di vita, per il Comandante questo deve valere ancora di più.
Deliziosa da questo punto di vista è più indulgente, e, nelle fasi post-impatto, dà a Schettino un ruolo più "normale", giustificandone alcuni atteggiamenti.
Questo, unito alla sua particolare sensibilità, fà si che lei provi fastidio non per la PURA ESPOSIZIONE di critiche nei confronti di Schettino, ma per l'uso di espressioni "forti" (codardo etc etc) nei suoi confronti. Oltre al fatto di provare del fastidio verso chi riporta nei post del forum gesti di Schettino non corrispondenti al vero.
Anche io, al pari di Laura, Seafoam, Sciguetto etc. spesso ho percepito come "difesa" ad oltranza quello che Deliziosa scriveva, e questo nasceva proprio dalla "distanza" nell'attribuire maggiore "gravità" o meno al comportamento di Schettino.
E a tratti, questo atteggiamento ha procurato fastidio anche a me all'inizio, proprio perchè la mia posizione in merito è di estrema e forte condanna anche morale nei confronti del Comandante, in tutte le fasi della tragedia. Il pensare a Schettino, mi provoca rabbia.
Ecco perchè comprendo anche chi, partendo dalle mie posizioni, si sia risentito nei confronti di Deliziosa, non a livello personale evidentemente, ma per il tenore di certi commenti.
In realtà, posso affermare che, più che di "difesa ad oltranza", nel caso di Deliziosa si possa parlare di "eccesso di garantismo". E lei è in assoluta buonafede.
Semplicemente, rispetto a noi, riesce a provare "pietas" nei confronti di Schettino, in quanto essere umano che si è dimostrato fragile e travolto dagli eventi.
Io, e tanti di noi, non riusciamo a provare la stessa compassione, ma non perchè rispettiamo di più le vittime rispetto a Deliziosa, non perché siamo dei sanguinari giustizialisti e forcaioli, ma perchè diamo un contenuto "più profondo" al ruolo di Comandante, e quindi siamo più intrasigenti ed inflessibili nei suoi confronti e nei confronti delle sue gravi “mancanze”, e secondo me, lo sottolineo con forza, in maniera più che giustificata.
Ma, Deliziosa, cerca di comprendere anche chi, leggendo i tuoi post, pensa ad una "difesa" ad oltranza da parte tua. Perchè a volte, effettivamente, per come ti poni, ci si può dimenticare che anche tu condanni con forza il gesto scellerrato di essere finito contro uno scoglio a quella velocità e con 4.000 anime a bordo. E con la conseguente tragica morte di 32 incolpevoli persone.
Anche tu cerca di comprendere questo.

Un caro buongiorno a tutti voi.

buongiorno a te Felix73.

Ho seguito anch'io l'evolversi della discussione e comprendo le varie posizioni.
Probabilmente daro' l'impressione di essere cinico, ma a mio parere una qualsiasi persona che svolge un mestiere deve semplicemente affrontare la propria attivita' con professionalita'.
Non entro nemmeno nel merito di quanto il Sig. Schettino (o altri suoi colleghi) siano "bravi marinai di alto profilo morale e con forte senso di responsabilita'", per me si tratta di persone che hanno liberamente scelto un "mestiere" che comporta una serie di regole, di diritti e di doveri..... come peraltro tanti altri mestieri.
Comprendo anche che per taluni la figura del comandante rappresenti qualcosa di epico e/o romantico.... per me - ripeto - si tratta banalmente di un professionista che si e' scelto il "mestiere" di "guidare" le navi.

un saluto a tutti
enrico
 
buongiorno a te Felix73.

Ho seguito anch'io l'evolversi della discussione e comprendo le varie posizioni.
Probabilmente daro' l'impressione di essere cinico, ma a mio parere una qualsiasi persona che svolge un mestiere deve semplicemente affrontare la propria attivita' con professionalita'.
Non entro nemmeno nel merito di quanto il Sig. Schettino (o altri suoi colleghi) siano "bravi marinai di alto profilo morale e con forte senso di responsabilita'", per me si tratta di persone che hanno liberamente scelto un "mestiere" che comporta una serie di regole, di diritti e di doveri..... come peraltro tanti altri mestieri.
Comprendo anche che per taluni la figura del comandante rappresenti qualcosa di epico e/o romantico.... per me - ripeto - si tratta banalmente di un professionista che si e' scelto il "mestiere" di "guidare" le navi.

un saluto a tutti
enrico

Non condivido Enrico; frequento il mondo del mare e ti posso assicurare che ci sono uomini di mare e uomini di mare. Lo stesso discorso vale per altre professioni ed è la stessa differenza che c'è tra un medico che abbraccia fino in fondo il giuramento di Ippocrate, travasando nel suo lavoro umanità e dedizione e chi, lo vediamo tutti i giorni, dalla sua attività ne trae solo una ragione di lucro a discapito di chi dovrebbe tutelare.

Noi nei TG sentiamo parlare quasi sempre di questi ultimi, e raramente di quelli che, e sono tanti per fortuna, della loro attività me hanno fatto una missione.
 
Forse e' la discussione sbagliata...... ma posto qui il link ad un articolo del Sole24 che parla di sicurezza:

http://www.ilsole24ore.com/art/noti...oncordia-sicurezza-140135.shtml?uuid=AbaCQNFF

questo e' l'articolo originale in lingua francese:

http://24o.it/links/?uri=http://www...oncordia-ou-en-est-la-securite-maritime-.html


quello che mi ha colpito dell'articolo e' la seguente affermazione:

"Nonostante l'attenzione data dall'Imo attraverso norme internazionali, non esiste corrispondenza tra i livelli di formazione e le valutazioni, cosa che potrebbe comportare differenze nella competenza degli equipaggi e degli ufficiali".

Che dire......

un saluto a tutti
enrico
 
La penso esattamente come Rodolfo.
Aspirante mozzo, l'andare per mare, al contrario della maggior parte delle professioni compresa la mia, comporta dei rischi, perchè il mare, è un "elemento potenzialmente ostile".
Le navi da crociera sono città galleggianti, con migliaia di persone a bordo, ed in quanto galleggianti, possono "affondare".
La responsabilità di tutto questo, fa capo principalmente alla figura del Comandante.
La salvaguardia di migliaia di vittime, la si persegue attraverso due modalità: con la prevenzione (vedi navigazione sicura, procedure d'emergenza etc. etc.), ed, in una fase successiva ad eventuali incidenti, con il ruolo di coordinamento dei soccorsi etc. etc. etc.
Ed è per questo che il Diritto prevede che il comandante sia l'ultimo ad abbandonare la nave. Che non è uno sfizio o un "refuso" di una legge medioevale.
Affinchè una persona possa svolgere al meglio e possa reggere sulle proprie spalle una responsabilità simile, non basta "abnegazione" professionale.
Ci vuole predisposizione mentale, e spessore morale. Ed una serie di doti innate, secondarie in altre professioni e mestieri.
E che non c'entrano niente con la figura "epica" e "romantica" di un Comandante, nessuno vuole che un Comandante debba "per forza" morire aggrappato alla ruota del timone ( se hai tempo, leggi la reazione e quello che hanno scritto alcuni marittimi frequentatori di questo forum in seguito alla vicenda della Concordia).

Un saluto
 
Ultima modifica:
Forse e' la discussione sbagliata...... ma posto qui il link ad un articolo del Sole24 che parla di sicurezza:

http://www.ilsole24ore.com/art/noti...oncordia-sicurezza-140135.shtml?uuid=AbaCQNFF

questo e' l'articolo originale in lingua francese:

http://24o.it/links/?uri=http://www...oncordia-ou-en-est-la-securite-maritime-.html


quello che mi ha colpito dell'articolo e' la seguente affermazione:

"Nonostante l'attenzione data dall'Imo attraverso norme internazionali, non esiste corrispondenza tra i livelli di formazione e le valutazioni, cosa che potrebbe comportare differenze nella competenza degli equipaggi e degli ufficiali".

Che dire......

un saluto a tutti
enrico

Nulla di nuovo Enrico, sono cose che personalmente sto ripetendo da anni nel Forum; l'ultima l'ho ribadita alcuni giorni fa proprio in questo argomento. L'80% degli incidenti navali è causato da errori umani; qui si accenna al 75%.

E l'evacuazione di una nave, prendo ad esempio una Oasis, in condizioni di forte emergenza, con mare mosso, a latitudini elevate con temperature rigide,(per ora non è il caso di questa nave) diventerebbe un inferno, anche con il più preparato degli equipaggi.

Le nuove tecnologie hanno sì portato ad una riduzione degli incidenti, anche in proporzione all'enorme aumento del traffico, ma ne hanno portato degli altri tipici proprio della nuova tecnologia e riconducibili sempre a errori di valutazione dell'uomo; non sempre sono una panacea.
 
Non condivido Enrico; frequento il mondo del mare e ti posso assicurare che ci sono uomini di mare e uomini di mare. Lo stesso discorso vale per altre professioni ed è la stessa differenza che c'è tra un medico che abbraccia fino in fondo il giuramento di Ippocrate, travasando nel suo lavoro umanità e dedizione e chi, lo vediamo tutti i giorni, dalla sua attività ne trae solo una ragione di lucro a discapito di chi dovrebbe tutelare.

Noi nei TG sentiamo parlare quasi sempre di questi ultimi, e raramente di quelli che, e sono tanti per fortuna, della loro attività me hanno fatto una missione.

Comprendo.....
Probabilmente con le mie parole non ho reso chiara la mia idea (che vale per qualsiasi "mestiere").
Riducendo "all'osso" il mio pensiero, dico:
Chi svolge "professionalmente" il proprio mestiere, cioe' con diligenza e nel rispetto delle regole, non fa assolutamente nulla di eccezionale.... compie solo il proprio dovere.
Chi invece svolge il proprio mestiere con "approssimazione", andrebbe semplicemente emarginato.
L'essere onesti non e' una virtu', e' un dovere.
E' mia opinione che nell'attuale societa' (soprattutto italiana) si tendano a considerare come qualita' e virtu', prerogative umane che rappresentano invece semplici doveri.
Un esempio..... (un po' OT)
Dopo la morte del presidente Pertini (1990), a seguito di un sondaggio sull'opinione pubblica italiana, emerse che circa l'85% degli intervistati stimava il presidente Pertini per il semplice fatto che lo consideravano una persona onesta.
A mio giudizio questa circostanza la "dice lunga" su quali siano i criteri di giudizio dell'opinione pubblica italiana.
Tornando ai nostri giorni, potrai tu stesso notare come in tanti contesti ove si descrivono comportamenti altrove considerati come "normali e doverosi", in Italia - per magia - i medesimi vengano invece definiti come "virtuosi".
Che sia la decadenza della civilta' e dei costumi ?

ciao
enrico
 
Ogni volta che penso alla mamma di Dayana, a Dayana ed al papa sento una distruzione interna terribile !!!
Io é quello che non perdono, é quello che mi fa pensare che mi fa stare male.
É quello che non accetto !!!!
Poi quando penso che era allo Squok con una persona che conosco bene, che Michele Ghiani si era travestito da Superman per far mantenere la calma, che loro l´hanno consegnato al papá a ponte cinque rivivo il momento come se fosse mio figlio.
É quello che mi fa male di Schettino, anche lui ha una figlia, per quello chiedo chiarezza ed una confessione sincera e non aspettare la giustizia divina, anche per quella categoria di uomini eccezionali che lui ha rappresentato fino quel maledetto 13 gennaio.
Tutti possiamo sbagliare !!!!!!!!!!
Anch´io una volta mi é partita la macchina in una discesa e non si fermava con una scolaresca che saliva : Il destino ha voluto che non fosse successo niente, ma io quella scena non riesco mai a dimenticarmela.

Un saluto.

Potrà ben capire che il mio punto di vista sull’accaduto è diverso. Schettino sappiamo tutti di cosa si è macchiato e sappiamo anche che ha ammesso di fronte ai magistrati di aver portato lui la nave sullo scoglio. E’ comunque mia abitudine documentarmi, informarmi e anche riflettere prima di azzardare opinioni sulle persone. E a volte mi è solo spiaciuto vedere che altri in un clima teso e doloroso come quello che attraversiamo stiano col coltello tra i denti per partito preso commettendo gravi errori di superficialità. C’è un’aria di guerra che caratterizza alcuni commenti e in tutta questa vicenda di guerra non ne abbiamo bisogno. Su questo penso che concorderà. Un saluto

Scusate l'assenza, non sempre sono al pc. Volevo giustificare, il mio intervento su deliziosa. Se si leggono i post sopra, a me ha dato fastidio e dà sempre fastidio, quando si dicono delle cose, che a volte possono essere anche giuste, nei momenti in cui non si dovrebbe. Dopo il post di Tano che ricorda la piccola Dayana, non mi è sembrato giusto esordire con un messaggio che giralo come vuoi, passa per una difesa a spada tratta. Se l'intervento di Deliziosa fosse stato postato due pagine dopo, non sarei neanche intervenuto, sarebbe stato un'altro dei tanti, che si può leggere e commentare, in libertà. Per farvi un esempio, mi è sembrato, anche se casi diversi, come la Sig. Annunziata, durante i funerali di Lucio Dalla, lo processava sul fatto che non avesse dichiarato, il suo essere diverso. In un'altro contesto temporale lo avrei ascoltato, anche con interesse, ma in quel istante non si doveva fare assolutamente. Questo è il motivo per il quale ho scritto quel post, probabilmente ne scriverò altri, visto che ognuno può dire quello che vuole. E a proposito, mi sono informato, è la torre di Pisa a essere storta.....................;)
 
La penso esattamente come Rodolfo.
Aspirante mozzo, l'andare per mare, al contrario della maggior parte delle professioni compresa la mia, comporta dei rischi, perchè il mare, è un "elemento potenzialmente ostile".
Le navi da crociera sono città galleggianti, con migliaia di persone a bordo, ed in quanto galleggianti, possono "affondare".
La responsabilità di tutto questo, fa capo principalmente alla figura del Comandante.
La salvaguardia di migliaia di vittime, la si persegue attraverso due modalità: con la prevenzione (vedi navigazione sicura, procedure d'emergenza etc. etc.), ed, in una fase successiva ad eventuali incidenti, con il ruolo di coordinamento dei soccorsi etc. etc. etc.
Ed è per questo che il Diritto prevede che il comandante sia l'ultimo ad abbandonare la nave. Che non è uno sfizio o un "refuso" di una legge medioevale.
Affinchè una persona possa svolgere al meglio e possa reggere sulle proprie spalle una responsabilità simile, non basta "abnegazione" professionale.
Ci vuole predisposizione mentale, e spessore morale. Ed una serie di doti innate, secondarie in altre professioni e mestieri.
E che non c'entrano niente con la figura "epica" e "romantica" di un Comandante, nessuno vuole che un Comandante debba "per forza" morire aggrappato alla ruota del timone ( se hai tempo, leggi la reazione e quello che hanno scritto alcuni marittimi frequentatori di questo forum in seguito alla vicenda della Concordia).

Un saluto

Ciao Felix73.

Comprendo le tue parole, ma purtroppo abbiamo una visione molto diversa del senso del dovere.
Quanto poi al fatto che "l'andar per mare" comporti rischi maggiori rispetto - ad esempio - al "vendere giornali", non capisco quale valenza rivesta nel discorso generale.

Un saluto
enrico
 
In che senso abbiamo una visione diversa del senso del dovere?
In merito alla valenza, partendo dal tuo ragionamento che equipara il comando come un qualsiasi altro "mestiere", dico che l'andar per mare ti può mettere in condizioni, dato il rischio, di dimostrare capacità che vanno oltre gli aspetti meramente "professionali" di altri mestieri (coraggio, capacità decisionali, rapidità e lucidità di pensiero, responsabilità di qualche migliaia di persone).
Sei tu che hai parlato di altri mestieri, io ti ho solo risposto sottolineando le peculiarità "dell'andar per mare", che non è appunto, come vendere giornali.

Ciao
 
In che senso abbiamo una visione diversa del senso del dovere?
In merito alla valenza, partendo dal tuo ragionamento che equipara il comando come un qualsiasi altro "mestiere", dico che l'andar per mare ti può mettere in condizioni, dato il rischio, di dimostrare capacità che vanno oltre gli aspetti meramente "professionali" di altri mestieri (coraggio, capacità decisionali, rapidità e lucidità di pensiero, responsabilità di qualche migliaia di persone).
Sei tu che hai parlato di altri mestieri, io ti ho solo risposto sottolineando le peculiarità "dell'andar per mare", che non è appunto, come vendere giornali.

Ciao

Ciao Felix73

Riguardo al senso del dovere......
Generalmente tutti coloro che esercitano una professione, l'hanno scelta consapevolmente e sono quindi al corrente di quali siano i loro obblighi professionali, a fronte dei quali peraltro ricevono un compenso.

In merito alla valenza......
Ciascun mestiere, come peraltro qualsiasi attivita' umana, presenta dei rischi piu' o meno grandi.
In qualsiasi mestiere, un lavoratore che adotta un atteggiamento "professionale", fa semplicemente il proprio dovere..... nulla di piu'...... per questo non comprendo il motivo per cui sia necessario ricorrere a termini com "abnegazione", "spessore morale", "predisposizione mentale" ecc. ecc.


In parole povere:
Hai scelto la tua professione ?
Bene, applica le tue capacita' (innate e/o apprese) e fa il tuo dovere.
Dimostri di non essere all'altezza del compito ?
Bene, vai a "piantar tulipani"

Molto banale e molto semplice.
Forse se cominciassimo a pensare in questo modo, le cose in italia comincerebbero a funzionare un po' meglio.

..... ma si sa...... tutti "tengono famiglia" !!

con stima, un saluto
enrico
 
Ho capito il senso del tuo discorso Aspirante.
Certo, hai ragione, condivido, anche io credo che se vivessimo in un Mondo ove vige la "regola" della moralità, dell'onestà e del senso del dovere, non ci sarebbe bisogno di "sottolineare" ed elogiare comportamenti che dovrebbero essere insiti nello svolgimento della propria attività professionale, o nella vita quotidiana in genere.

Però, calando il tutto nel ruolo di un Comandante, e, nella fattispecie, nel comportamento di Schettino, io penso che:

- nella fase ante-impatto, lui sia mancato proprio nelle caratteristiche a cui fai riferimento tu. Professionalmente, è stato un disastro. Una manovra da pazzi, senza pensare ai rischi ed alla sicurezza dei passeggeri
- Nella fase post-impatto, rientra nei suoi doveri "professionali" l'abbandono della nave per ultimo. Ma per perseguire questo "dovere" professionale, devi anche avere lo "spessore morale" ed il coraggio che ti permette di pensare in primis ai tuoi passeggeri ed alla loro salvezza. Con le maggiori difficoltà conseguenti al fatto che comunque c'è in gioco anche la tua stessa vita. E questa non è una dote richiesta in tutti i mestieri, è legata specificatamente agli aspetti professionali ed "umani" relativi al ruolo di Comandante.

Io intendevo questo. E' proprio una situazione specifica e molto particolare a mio giudizio.

Un saluto
 
Io amo......fare il gelatiere, lo faccio per passione, potrei ormai fare a meno, ma non posso.

Caro Diver, ormai sono passati piú di due mesi.
Il tempo ti fa riflettere, ti porta con il pensiero a quel momento, nascono mille immagini nella testa.
Le mie risposte sono un riflesso a qualcosa, quando scrivo non penso nel prima o nel dopo, ma quello che mi viene in quel momento a causa di qualcosa.

Un saluto.
 
Ho capito il senso del tuo discorso Aspirante.
Certo, hai ragione, condivido, anche io credo che se vivessimo in un Mondo ove vige la "regola" della moralità, dell'onestà e del senso del dovere, non ci sarebbe bisogno di "sottolineare" ed elogiare comportamenti che dovrebbero essere insiti nello svolgimento della propria attività professionale, o nella vita quotidiana in genere.

Però, calando il tutto nel ruolo di un Comandante, e, nella fattispecie, nel comportamento di Schettino, io penso che:

- nella fase ante-impatto, lui sia mancato proprio nelle caratteristiche a cui fai riferimento tu. Professionalmente, è stato un disastro. Una manovra da pazzi, senza pensare ai rischi ed alla sicurezza dei passeggeri
- Nella fase post-impatto, rientra nei suoi doveri "professionali" l'abbandono della nave per ultimo. Ma per perseguire questo "dovere" professionale, devi anche avere lo "spessore morale" ed il coraggio che ti permette di pensare in primis ai tuoi passeggeri ed alla loro salvezza. Con le maggiori difficoltà conseguenti al fatto che comunque c'è in gioco anche la tua stessa vita. E questa non è una dote richiesta in tutti i mestieri, è legata specificatamente agli aspetti professionali ed "umani" relativi al ruolo di Comandante.

Io intendevo questo. E' proprio una situazione specifica e molto particolare a mio giudizio.

Un saluto

Ciao Felix73 !

Sicuramente il "mestiere" di comandante (di qualsiasi genere) comporta/richiede delle doti molto specifiche.
Sono passati gia' parecchi anni, ma ricordo ancora le parole di un mio istruttore:
"Ricordatevi che quando vi troverete in posizione di comando, gli obblighi supereranno di gran lunga i privilegi"

Fa parte del "gioco"..... sicuramente non tutti sono dotati della forza necessaria ad affrontare situazioni "critiche", e fra questi ci metto anche coloro i quali pur avendo scelto un mestiere di "comando" si sono trovati, al cospetto dell'evento "critico", impreparati e/o inadatti.
Forse in cuor suo il Sig. Schettino riteneva sinceramente di essere adatto al compito, ma una volta calato nella situazione reale, ha dimostrato di non esserne all'altezza.

Un saluto
 
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