Manlio, Bruno, fatico a rispondervi, ho una connessione veramente lenta al forum.
Manlio, non sottovaluterei il fine propagandistico interno (quando il patatrac è avvenuto, in India si era in periodo elettorale).
Ma qualsiasi nostra azione comunicativa (e non escludo che il "risarcimento" abbia avuto questo scopo, al di la di quello che effettivamente ha poi prodotto) va a scontrarsi con la "percezione" che il tutto ha in un paese come l'India.
In che senso? Nel senso che fa molto più "presa" propagandistica la difesa da parte dello stato Indiano (o il fare finta di farlo) sulla morte di due civili da parte di uno stato straniero.
Ha dei contenuti molto più spendibili e carichi di significato rispetto ad un nostro coinvolgimento a livello comunicazionale nei confronti della popolazione indiana (molto difficile se non impossibile peraltro, e vedere in merito la reazione dell'opinione pubblica Indiana al ritorno dei marò in Italia, no comment).
Sul fare il "muso duro" concordo con te Manlio.
Sulla gestione dei precedenti, mi interessa relativamente, l’ho già scritto in passato, ogni caso fa storia a se, e se si è sbagliato in passato non vuol dire che continuare a farlo in futuro sia giustificabile.
Su cosa sarebbe successo a parti invertite, ti rispondo che per mia natura, non sono naturalmente portato alla creazioni di "miti" aventi come contenuto "eroi" ed "anti-eroi", ma piuttosto cerco di interpretare e di dare chiavi di lettura (spesso sbagliando) partendo da "vittime" e "colpevoli".
In questa storia, i primi mi sono decisamente più chiari dei secondi. Decisamente.
Attenzione, nel mio approccio critico, non è che io non guardo a "casa mia", ma dico che ci sono rapporti di "causa-effetto" (immunità funzionale ed atteggiamenti "torbidi") in cui i comportamenti dei primi (indiani) hanno condizionato il comportamenti dei secondi (noi).
Le due cose hanno peso differente, e mantengono questo differente peso nonostante le imperfezioni e gli errori nel nostro comportamento.
Tu hai dichiarato, in post precedenti, che l’Italia ha “voluto” questa situazione…non l’India (ti avevo già risposto qualche giorno fa su questo). Il mio dissenso, non personale caro amico ( e caro lo sei veramente, lo sai), si concentra su questa tua opinione, e sul percepirla in tanti tuoi post.
Ma è un contrasto di opinione, tu argomenti la tua, ed io argomento la mia, e finisce li.
Bruno, accuse ad personam? Ci mancherebbe...
Ci si confronta, e sono l'ultimo ad avere certezze in merito. Ho citato Casapound ed "Il Sole" come esempio, ma potrei dire anche "Il Giornale" ed "Il Fatto Quotidiano" per intenderci.
Vedi Bruno, io non credo che Italia vs India ci veda favoriti (non in termini calcistici evidentemente). Anzi. E purtroppo.
A mio parere non c'è proprio paragone.
Primo: noi abbiamo molti più "vincoli" internazionali (Nato e quindi USA, ed anche Europa per certi versi).
Secondo: un fronte interno molto meno unito.
Terzo: un governo a contenuto "tecnico" e non politico. Non sono cose da poco.
In più, siamo veramente piccini e piccini nei loro confronti, siamo 4 gatti, e non siamo un mercato emergente, ma in declino.
Loro, nazione emergente, demograficamente e militarmente importante, indipendente (o quasi) nello scacchiere internazionale, PIL e tecnologia in "escalation", e con un percorso democratico ed istituzionale (ma molto meno da un punto di vista sociale) già ampiamente avviato ma non ancora concluso.
E stanno costruendo in questi anni quei "valori condivisi" che trasformano una "nazione prima solo politica" in una "patria".
Processo lungo, ma che passa anche attraverso queste fasi di "orgoglio nazionale".
Il vero nodo non è il processo ai Marò. Ma il pronunciamento della Corte, che può creare un precedente "scomodo" anche per loro.
Ed infatti la Corte non si pronuncia.
Per me, gli indiani avrebbero pagato di tasca loro per far rimanere i Marò in Italia. Per me, hanno sperato fino all'ultimo di non vederli tornare. Ci hanno servito il tutto in un piatto d'argento, ed a un prezzo "congruo", ma sono convinto che quel milione di euro scarso ce lo avrebbero restituito più che volentieri e sotto-banco con i Marò in Italia. E loro ad inveire contro gli "Italiani codardi". Ma tutti a festeggiare al buio di uno scantinato. Noi e loro.
Mi sbilancio, e pericolosamente, nell’esprimere altri pareri.
Mi ha fatto piacere, molto, l’introduzione e l’appello accorato della giornalista di Report a fine anno prima della trasmissione (non proprio una che è “culturalmente” portata a prendere posizione in un contesto simile) rivolto alla classe politica Italiana TUTTA per tenere i Marò in Italia.
Mi ha fatto molto piacere il comportamento delle istituzioni Italiane ed il discorso del nostro Presidente della Repubblica (non mi era piaciuto il primo di discorso, ad avvenimenti ancora “freschi”). Mi ha commosso il discorso dei Marò al loro rientro in Italia, la fermezza delle loro frasi, la parola data, ed il loro “scomparire” dalla scena pubblica nei giorni seguenti.
Mi ha fatto molto meno piacere la “strumentalizzazione” elettorale di chi ha sfruttato la scia emotiva del loro ritorno ,di fatto “svuotando” di contenuti l’alto valore morale del loro comportamento.
Come se una competizione elettorale, per definizione “di parte”, ed il “tirarli per la giacca”, potesse in qualche modo “elevarli”.
A parte che candidarli non vuol dire “elevarli”, ma piuttosto “schierarli”. E questi ragazzi, di tutto hanno bisogno, ma non di certo essere oggetto di una lotta “di parte”. Piuttosto, hanno bisogno di un appoggio politico e diplomatico “trasversale”.
Questa non è una vicenda di Destra o di Sinistra, ma una vicenda NAZIONALE.
In merito, altrettanto sinceramente, mi sarebbe piaciuto che in queste pagine, si fosse sottolineato l’alto credo morale nel comportamento dei nostri soldati e del loro corpo di appartenenza.
In un mondo ove dignità, rispetto della parola data, e responsabilità sono ormai parole vuote e senza senso. Sostituite da protagonismo, sensazionalismo, ipocrisia ed interessi personali.
Mi sarebbe piaciuto, sarebbero bastate due parole di “orgoglio”, ma non era di certo “dovuto”.
Con il loro ritorno, e la loro conseguente dipartita in India, credo che la nostra “dignità” nazionale abbia toccato il suo massimo da tanti anni a questa parte, forse proprio da Sigonella.
Si, già mi immagino, tanti penseranno che è tutto costruito, che ci sono accordi sottobanco, che è tutta una messa in scena internazionale.
Ma a me è sembrato tutto “bello e genuino”, decisamente “vero”, e vi dirò, chi se ne frega, a me piace pensarla così.
Ma due paroline, giusto due paroline era così brutto dirle? Forse non se lo meritavano questi ragazzi?
Ed invece no, ma l’India, ma l’Italia, è colpa nostra, è colpa loro, si ma 50 anni fa..si ma i soldi…. E l’attaccamento di questi ragazzi per il nostro paese, il senso di responsabilità dimostrato, è passato in “carrozza”…nessuno a sottolineare questo, tranne qualche “ultras”…
Scusate la franchezza. Solo considerazioni personali.
Un saluto