Max mi aspettavo che qualcuno mi facesse questa osservazione; ovvero come faceva trovare un altro referente. Giusto, non era facile, ma come ha trovato lui, poteva cercare e trovare un altro Ufficiale.
Io, con il senno del poi, ma conoscendomi, son quasi sicuro non avrei reagito così, fossi stato l'Ufficiale della CP e accorgendomi per un motivo o per l'altro (perdita delle capacità cognitive, stato confusionale, volontaria non collaborazione) dell'impossibilità di un "dialogo", non avrei insistito e soprattutto non avrei utilizzato certi termini che non portavano a nulla.
So che successivamente all'intervento, molti colleghi e Superiori dell'Ufficiali hanno censurato e si son dissociati dalle modalità del suo intervento.
Ho cercato, con un po' di fatica, un giudizio, molto pesante di un Contrammiraglio che ricordavo aver letto; ve lo allego pur riconoscendo che si tratta pur sempre di considerazioni personali, anche pesanti, che sicuramente non coincideranno con quelle di altri, ma che si avvicinano abbastanza al mio modo di pensare.
http://www.tgprocida.it/wordpress/?p=4161
Rodolfo, se tu mi dovessi chiedere se il comportamento di De Falco in merito alla telefonata sia stato professionale, io ti rispondo seccamente: NO.
Su questo non ci piove.
Se fosse stato facile trovare un "sostituto" al Comandante (stiamo parlando del Comandante, con tutti gli obblighi di legge) facendosi un quadro veloce della situazione "psichica" schettiniana da un telefono la mia risposta è: non lo so, ma credo di no.
Partiamo però dal contesto e dal peccato "originale": l'"asimmetria" informativa. De Falco doveva gestire, al contrario di schettino, un'emergenza al "buio", perchè la sua fonte informativa primaria sarebbe dovuta essere schettino.
La drammaticità del tutto è apparsa evidente molto tardi, troppo tardi.
Avrebbe potuto trovare un interlocutore alternativo? Forse si. Anche se il suo interlocutore ed il gestore dell'emergenza era comunque, per ruolo, schettino.
Ma se la mancata "rottura della catena di comando" nel ponte, e se l'applicazione delle procedure di emergenza da parte dell'equipaggio e la conseguente imperfezione nella riuscita delle stesse sono comunque legate al contesto (nave abbattuta, ritardo nel far partire le procedure da PARTE DI SCHETTINO, panico dei passeggeri etc.), non vedo perchè non contestualizzare anche il fatto che l'allarme per la CP è arrivato drammaticamente in ritardo.
Ritardo che De Falco subisce. Come lo subisce l'equipaggio a bordo e gli ufficiali in plancia (anche loro a questo punto, e ben prima, avrebbero dovuto trovare un nuovo "referente", anzi, loro avevano un contatto "diretto" e fisico con schettino e con la situazione, ben più di De Falco).
Io non mi immagino De Falco eroe, per il semplice fatto che non lo è. Ma non me lo immagino neanche seduto alla sua poltrona a fumarsi un sigaro mentre ha notizia delle prime vittime (notizia non pervenuta dal comandante della nave, ma da altre fonti).
Io lo immagino attivo nel cercare di recuperare una situazione grave, sconvolto alla notizia delle prime vittime, ed "inc...ato" con chi ha prima causato tutto questo, e poi ha abbandonato la nave.
L'"inc....ura" è professionale? Risposta: no. E' umana? Con il tempo tiranno che quella notte inesorabilmente trascorreva e con il susseguirsi degli eventi, io non lo giustifico ma lo capisco.
E francamente, il torpiloquio non mi sembra la cosa più grave accaduta quella sera.
De Falco e la CP ha, forse, fatto ben altri errori che non questo, soprattutto dopo quella tragica notte (e chissà, magari anche prima).
Mia opinione ovviamente.
Un saluto