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Costa Crociere trasferisce da Genova ad Amburgo la divisione Marine Operations

Rodolfo

Super Moderatore
In pratica l'iincontro è servito perché il Ministro desse ragione a Thamm?

Non ho capito chi siano questi 2.700 marittimi che lavorano con "noi" (Thamm) oltre i 1.000 di terra.
 

maumarti

Member
Ma noooooo.... Figurati .... Sei tu che non capisci .... ;) Grazie al ministro, adesso c'è la garanzia che Costa non dismetterà altri dipartimenti, e che crede molto nell' Italia, eccetera. I 2700 non dovrebbero essere gli altri italiani iscritti a libro paga di Costa e imbarcati sulle navi? Intanto tutto bello ma dei 161 (o quanti saranno a trasferirsi) non ho più trovato menzione dopo l' "incontro"...
 

Seafoam2

New member
Si vede la differerenza tra un paese dove la politica si impegna per il benessere nazionale, come creare posti di lavoro (Germania), ed un paese nel quale la politica è fine a se stessa (Italia).
 

Rodolfo

Super Moderatore
Ho perso per qualche giorno lo sviluppo della situazione, ma se ne scoprono sempre delle nuove. Qui un articolo sullo sviluppo delle crociere in Amburgo, con qualche richiamo alla situazione di Genova, in particolare un passo dove si parla della scelta di Carnival di provvedere alla manutenzione di TUTTE le navi Aida e Costa nella città tedesca.

Altra perdita di lavoro?

http://www.themeditelegraph.com/it/...ere-analisi-xxTEED1EoivcUkGqcsF4hO/index.html
 
F

Felix73

Guest
Ahimè...probabilmente si....
Sempre in merito alla manutenzione....Immagino che ne siano escluse le navi di Costa Asia.....almeno credo....
 

Rodolfo

Super Moderatore
In ogni caso sempre escluse dall'impiego di cantieristica italiana. Quando poi dovessero decidere di costruire altrove......... La nuova Costa potrebbe anche esserlo.
 

pmanlio

Active member
Non posso recuperare tutto il contenuto di questo post, ma alcune osservazioni vengono in mente in modo spontaneo..

Una è che Carnival si sta riorganizzando, centralizza le attività e le concentra su Amburgo, le polemiche che si sono scatenate sugli Italiani ed i loro 'vizi' sono quasi una copertura che serve a mascherare le vere intenzioni del gruppo scaricandole sul solito gioco del '' E' colpa vostra visto che.. ''.

Di queste 'colpe' ho sentito parlare ogni volta che arrivava un taglio in qualche ente o luogo di lavoro dove ero e dove sono attualmente..

Così per un ipotetico arbitrio di tre/quattro persone nella mia realtà il prezzo è stato pagato da 2300: ho sempre pensato fosse più onesto dire ''Non abbiamo fondi, dobbiamo operare dei tagli'' piuttosto che alzare il ditino ed incolpare dei lavoratori di presunte disonestà o di privilegi, cosa questa che fa semplicemente ridere visto di chi sono le bocche che pronunciano la frase ''Siete dei privilegiati e ve ne approfittate''

Sparare sui dipendenti per mascherare quella che è semplicemente una operazione di ottimizzazione delle risorse dal mio punto di vista è assolutamente una porcata, e mi scuso del termine..

Un'altra osservazione viene dall'articolo che ha postato Rodolfo:

Per capire le ragione del successo della seconda città della Germania (1,8 milioni di abitanti), che non trae certamente vantaggio dalla sua posizione geografica soprattutto per quel che riguarda i viaggi in crociera, bisogna guardare agli investimenti fatti nell’ultimo ventennio e a quelli che si appresta a fare nei prossimi anni.

A cui associo le dichiarazioni di Beppe Costa:

Senza affrontare sul serio il problema delle infrastrutture questa città rischia di restare tagliata fuori da tutto. Non è che Amburgo abbia una posizione logistica così eccezionale, o che abbia un aeroporto straordinaria, ma almeno in Germania i treni funzionano, mentre lavorare a Genova diventa sempre più difficile, per tenere la gente a Genovabisogna cercare di dare risposte e soluzioni logistiche che permettano di collegare questa città con il resto del mondo, mentre oggi facciamo fatica anche ad avere un treno per Milano

Genova in particolare ha fatto una figuraccia con la MSC, quando allo sfogo di Vago per il mancato drenaggio di una zona del porto le ''autorità'' (scritto in minuscolo perchè è così che meritano di essere considerate) hanno saputo rispondere che la colpa era di MSC che faceva navi troppo grandi..

Ma il problema non è di Genova, il problema è Italiano: quali sono i motivi per cui nessuno è invogliato ad investire in Italia li sappiamo tutti, ma sono quaranta anni che facciamo finta di non saperlo..

Va tutto bene, ma se si continua a credere che la politica è il teatrino che viviamo tutti i giorni il risultato sarà che oggi se ne va Costa, prima se ne sono andati un milione di investitori e datori di lavoro e un domani se ne andrà un altro milione, ed avranno ragione a farlo..

Vorrei aggiungere altre due osservazioni, una riguarda i lavoratori che dovranno scegliere tra essere trasferiti o perdere il loro posto di lavoro..

Lode alla flessibilità che tanto piace nominare ai dirigenti, ma quando hai tua moglie o tuo marito che lavorano a Genova, quando i tuoi figli sono radicati nella città, quando i tuoi genitori magari stanno male allora la tua scelta diventa un dramma..

E' un dramma rinunciare, perchè l'Italia non offre nulla a chi esce, specie se 'maturo' e 'qualificato' dal mondo del lavoro, è un dramma accettare, perchè vuol dire distruggere una famiglia..

Possiamo fare mille discorsi e girare intorno alle questioni, ma questa è la realtà nuda e cruda, ed andrebbe capita..

Ultima considerazione, Thamm..

Ormai è qualche anno che Thamm gestisce Costa, e le cose a questo punto sono due, o è venuto a distruggere tutto o è un incapace assolutamente inadeguato a ricoprire il posto che immeritatamente (e purtroppo) ricopre..

La politica di Costa negli ultimi anni è a volte palesemente assurda, ed il capo supremo non può non essere responsabile di certe scelte..

Thamm che parla di "Vizi Italiani" dovrebbe ringraziare di operare in Italia, perchè in Germania per alcune delle cose che ha fatto sarebbe stato cacciato via a calci nel sedere..

E tra le cose ci metto anche la dichiarazione sui ''Vizi Italiani'' le ''Correnti'' ecc. ecc.

Probabilmente è tutto vero, ma in vita mia non ho mai visto un allenatore uscire dal campo e dire che è tutta colpa dei giocatori, dei loro vizi, del fatto che non si allenano..

Non esiste: l'allenatore difende i suoi e dopo, a quattro occhi, dirà le cose che ha da dire..

Thamm invece si è permesso qualcosa che si può permettere solo un dirigente Italiano, onore a lui, ha imparato prestissimo..

L'aver tirato poi fuori Schettino, gli Italiani ecc. in una azienda che è contestualizzata nel mondo, parlando nella sede di Genova, in un paese che in questo momento viene 'addestrato' da certa stampa ad odiare la Merkel ed i Tedeschi è davvero una cosa becera..

Parlare di ''Vogliamo le navi sicure'' fa pensare che oggi non lo siano, un autogoal che non si può perdonare neanche ad un fuoriclasse del livello di Maradona pensa ad un inetto (pensiero mio, di cui mi prendo la responsabilità, ma già questa dichiarazione dimostra che lo è) come Thamm..

Ultima osservazione, l'Europa per esistere deve superare i nazionalismi, altrimenti tutto andrà a catafascio..

Una multinazionale come Costa ed il suo gruppo di riferimento dovrebbe aiutare a fare questo passaggio, Thamm invece ha riportato indietro l'orologio di quaranta anni..

Ammetto che pensare ad un mondo dove Italiani, Tedeschi e Francesi vadano a braccetto è forse ancora una cosa strana.. per es. le 'alleanze' con i Tedeschi in Italia non sono mai state gradite, troppo spesso sono state artificiali e sono finite male..

Tedeschi/Austriaci, Francesi ed Inglesi si sono contesi il continente per secoli, ed oggi è difficile pensare che da qualche parte non sia rimasto uno spirito competitivo..

Francesi ed Italiani in generale non è che si abbraccino da fratelli..

Tutto questo dovrebbe essere un passato morto e sepolto, ma non lo è..

Purtroppo, o per fortuna, però il mondo è andato avanti, e va avanti in modo sempre più accelerato, e rimanere fermi a queste questioni vuol dire perdere un treno e condannarsi ad essere comparse del futuro..

Per non esserlo ci vogliono meno Thamm e più Europa..

Un saluto (amaro)
Manlio
 

maumarti

Member
Non posso recuperare tutto il contenuto di questo post, ma alcune osservazioni vengono in mente in modo spontaneo..

Una è che Carnival si sta riorganizzando, centralizza le attività e le concentra su Amburgo, le polemiche che si sono scatenate sugli Italiani ed i loro 'vizi' sono quasi una copertura che serve a mascherare le vere intenzioni del gruppo scaricandole sul solito gioco del '' E' colpa vostra visto che.. ''.

Di queste 'colpe' ho sentito parlare ogni volta che arrivava un taglio in qualche ente o luogo di lavoro dove ero e dove sono attualmente..

Così per un ipotetico arbitrio di tre/quattro persone nella mia realtà il prezzo è stato pagato da 2300: ho sempre pensato fosse più onesto dire ''Non abbiamo fondi, dobbiamo operare dei tagli'' piuttosto che alzare il ditino ed incolpare dei lavoratori di presunte disonestà o di privilegi, cosa questa che fa semplicemente ridere visto di chi sono le bocche che pronunciano la frase ''Siete dei privilegiati e ve ne approfittate''

Sparare sui dipendenti per mascherare quella che è semplicemente una operazione di ottimizzazione delle risorse dal mio punto di vista è assolutamente una porcata, e mi scuso del termine..

Un'altra osservazione viene dall'articolo che ha postato Rodolfo:



A cui associo le dichiarazioni di Beppe Costa:



Genova in particolare ha fatto una figuraccia con la MSC, quando allo sfogo di Vago per il mancato drenaggio di una zona del porto le ''autorità'' (scritto in minuscolo perchè è così che meritano di essere considerate) hanno saputo rispondere che la colpa era di MSC che faceva navi troppo grandi..

Ma il problema non è di Genova, il problema è Italiano: quali sono i motivi per cui nessuno è invogliato ad investire in Italia li sappiamo tutti, ma sono quaranta anni che facciamo finta di non saperlo..

Va tutto bene, ma se si continua a credere che la politica è il teatrino che viviamo tutti i giorni il risultato sarà che oggi se ne va Costa, prima se ne sono andati un milione di investitori e datori di lavoro e un domani se ne andrà un altro milione, ed avranno ragione a farlo..

Vorrei aggiungere altre due osservazioni, una riguarda i lavoratori che dovranno scegliere tra essere trasferiti o perdere il loro posto di lavoro..

Lode alla flessibilità che tanto piace nominare ai dirigenti, ma quando hai tua moglie o tuo marito che lavorano a Genova, quando i tuoi figli sono radicati nella città, quando i tuoi genitori magari stanno male allora la tua scelta diventa un dramma..

E' un dramma rinunciare, perchè l'Italia non offre nulla a chi esce, specie se 'maturo' e 'qualificato' dal mondo del lavoro, è un dramma accettare, perchè vuol dire distruggere una famiglia..

Possiamo fare mille discorsi e girare intorno alle questioni, ma questa è la realtà nuda e cruda, ed andrebbe capita..

Ultima considerazione, Thamm..

Ormai è qualche anno che Thamm gestisce Costa, e le cose a questo punto sono due, o è venuto a distruggere tutto o è un incapace assolutamente inadeguato a ricoprire il posto che immeritatamente (e purtroppo) ricopre..

La politica di Costa negli ultimi anni è a volte palesemente assurda, ed il capo supremo non può non essere responsabile di certe scelte..

Thamm che parla di "Vizi Italiani" dovrebbe ringraziare di operare in Italia, perchè in Germania per alcune delle cose che ha fatto sarebbe stato cacciato via a calci nel sedere..

E tra le cose ci metto anche la dichiarazione sui ''Vizi Italiani'' le ''Correnti'' ecc. ecc.

Probabilmente è tutto vero, ma in vita mia non ho mai visto un allenatore uscire dal campo e dire che è tutta colpa dei giocatori, dei loro vizi, del fatto che non si allenano..

Non esiste: l'allenatore difende i suoi e dopo, a quattro occhi, dirà le cose che ha da dire..

Thamm invece si è permesso qualcosa che si può permettere solo un dirigente Italiano, onore a lui, ha imparato prestissimo..

L'aver tirato poi fuori Schettino, gli Italiani ecc. in una azienda che è contestualizzata nel mondo, parlando nella sede di Genova, in un paese che in questo momento viene 'addestrato' da certa stampa ad odiare la Merkel ed i Tedeschi è davvero una cosa becera..

Parlare di ''Vogliamo le navi sicure'' fa pensare che oggi non lo siano, un autogoal che non si può perdonare neanche ad un fuoriclasse del livello di Maradona pensa ad un inetto (pensiero mio, di cui mi prendo la responsabilità, ma già questa dichiarazione dimostra che lo è) come Thamm..

Ultima osservazione, l'Europa per esistere deve superare i nazionalismi, altrimenti tutto andrà a catafascio..

Una multinazionale come Costa ed il suo gruppo di riferimento dovrebbe aiutare a fare questo passaggio, Thamm invece ha riportato indietro l'orologio di quaranta anni..

Ammetto che pensare ad un mondo dove Italiani, Tedeschi e Francesi vadano a braccetto è forse ancora una cosa strana.. per es. le 'alleanze' con i Tedeschi in Italia non sono mai state gradite, troppo spesso sono state artificiali e sono finite male..

Tedeschi/Austriaci, Francesi ed Inglesi si sono contesi il continente per secoli, ed oggi è difficile pensare che da qualche parte non sia rimasto uno spirito competitivo..

Francesi ed Italiani in generale non è che si abbraccino da fratelli..

Tutto questo dovrebbe essere un passato morto e sepolto, ma non lo è..

Purtroppo, o per fortuna, però il mondo è andato avanti, e va avanti in modo sempre più accelerato, e rimanere fermi a queste questioni vuol dire perdere un treno e condannarsi ad essere comparse del futuro..

Per non esserlo ci vogliono meno Thamm e più Europa..

Un saluto (amaro)
Manlio

Un’analisi molto lucida. Mi permetto di aggiungere un paio di considerazioni.
L’incapacità quarantennale di trattenere investitori e opportunità di crescita in questo Paese è purtroppo un dato di fatto; quello che lascia ancor più l’amaro in bocca è che nel caso specifico di Costa avevamo assistito ad una gestione piuttosto illuminata anche in fase di cessione a Carnival, con misure che in effetti hanno garantito occupazione, lavoro e investimenti per 15 anni, direi in controtendenza (positiva) rispetto a tanti altri scenari italiani. Peccato che anche questa posizione virtuosa non sia stata salvaguardata adeguatamente. Al di là delle parole, proprio come sostenuto da Beppe Costa che hai citato, solo i fatti concreti hanno il potere di influenzare le decisioni. E allora mi chiedo se davvero i “vantaggi competitivi” di Amburgo non potevano essere analizzati per capire se l’eventuale gap si sarebbe potuto colmare, e proporre quindi Genova (o comunque l’Italia) come alternativa. Ma questo non 15 giorni fa, probabilmente diversi mesi fa. “O balli, o lasci ballare”, ma se lasci ballare, poi se non piace cosa si balla non vedo come ci si possa lamentare. E forse sarebbe meglio non cadere nel solito errore secondo cui è sempre qualcun altro che deve/può agire per primo; mi chiedo quanti avrebbero potuto fare qualcosa: dai dipendenti, ai sindacati, alle autorità locali e poi eventualmente ad autorità nazionali. La valutazione di uno scenario per avanzare per tempo una controproposta era a mio avviso l’unica strada percorribile. Ammesso che sarebbe servito a qualcosa, ma almeno consentiva di dire di averci provato davvero; perché la “soddisfazione” di Lupi per l’esito dell’incontro di venerdì scorso è ovviamente aria fritta.
Ma se nessuno, a nessun livello, in questo Paese è davvero capace di fare qualcosa per condizionare a proprio favore gli esiti di determinati fenomeni, allora forse hanno ragione a portare fuori da questi confini le attività produttive: significa che siamo mediocri, e come tali è giusto che ci adeguiamo all’imposizione di chi è meno mediocre di noi. Seriamente, non basta il “capriccio” di qualche crucco per decidere che Amburgo sia meglio di altre sedi per aprire un dipartimento di eccellenza. Ci saranno state valutazione ben più ponderate, che io non conosco (se qualcuno di voi le conosce realmente, beato lui). E allora o queste valutazioni sono oggettivamente valide e incontrovertibili, e quindi trattandosi di una holding è legittimo che decida che Genova passi in “secondo piano”, oppure non sono valide (o quantomeno sarebbero opinabili o suscettibili di valutazione su alternative). E allora, purtroppo, a maggior ragione non ha senso reclamare il ruolo di Genova e dell’Italia: se neppure siamo capaci di intervenire per tempo per rivendicare l’eventuale eccellenza che intendono portarci via, non meritiamo di tenercela.
E questo non come sterile commento a cosa fatta, ma perché come il “sentore” di delocalizzazione c’era già mesi prima di questo annuncio, adesso mi pare ci sia altro “sentore” di ben più numerose ri-allocazioni. Mi auguro che da questo punto di vista i “tavoli delle trattative” che sono stati aperti dalle parti interessate non si limitino a chiedere che “per piacere non si spostino altre famiglie perché per loro sarebbe drammatico”, che sarà pure drammatico ma ai vertici delle multinazionali non gliene frega un fico secco. Un po’ più produttivo sarebbe prendere per le orecchie autorità italiane locali e nazionali chiedendo che invece di dichiararsi soddisfatti per gli investimenti che Thamm ha dichiarato a parole che farà in futuro, valutino bene se davvero infrastrutture, leggi, know-how e quant’altro necessario sia davvero competitivo su Genova e sulla nostra penisola, per evitare altre brutte sorprese. Altrimenti saremo di nuovo qui a commentare l’ennesima mossa dei “tedeschi brutti e cattivi”.

Un’ultima cosa, un po’ dura e forse antipatica. Ma ho parenti stretti negli Stati Uniti. Non voglio assolutamente dire che siano migliori, sarebbe un discorso troppo generico e superficiale. Mi limito ad un dato di fatto: le famiglie lì si spostano anche ogni 2-3 anni, se le opportunità di lavoro cambiano. E’ una cultura fatta così. E in tutte le famiglie ci sono i bambini che vanno a scuola, le nonne che hanno gli acciacchi, le amicizie consolidate e quant’altro. Dico solo una cosa: per chi lavora in una multinazionale, la parola stessa (multi-nazionale) dovrebbe far capire che probabilmente in quella azienda i confini hanno significato piuttosto “ampio”. Non sta bene? Ci sono realtà più piccole e più localizzate: invece di cogliere le opportunità che offre il mercato globale delle crociere, si può puntare allo studio di commercialista che ha clienti al massimo tra Genova e Savona. Difficilmente andrà ad aprire una sede ad Amburgo. Ma altrettanto difficilmente sarebbe in grado di reggere alla concorrenza mondiale di colossi che investono miliardi di euro per restare sul mercato. Come si dice: la botte piena e la moglie ubriaca insieme, di solito, anche no…
 

pmanlio

Active member
Maumarti, come hai scritto si doveva agire prima.. credo di poter sottolineare tutte le parole che hai messo nel tuo intervento..

Ma questo 'prima' dal mio punto di vista risale anche a quaranta anni fa..

Due anni fa potevi pensare di parlare con Costa ed elaborare una strategia per cercare di mettere un tappo ad un problema.. magari riuscivi, ma sarebbe comunque stata una mezza soluzione, un compromesso sempre debole..

E' proprio il sistema nazionale che non va, non va perchè mancano infrastrutture, non va perchè la corruzione investe tutto, non va perchè la burocrazia e le tasse ti bloccano, non va perchè i tempi di ogni cosa sono infiniti e gli amministratori della cosa pubblica, e non solo loro, palesemente inadatti, non va per le tasse ecc. ecc.

Agendo due anni fa potevi concedere delle agevolazioni alla Costa, potevi fare qualche lavoro straordinario, ma i limiti del ''Sistema Italia'' si sarebbero comunque sentiti..

In tanti anni, dal 2004, solo pochi giorni fa sono stato in grado di uscire dalla stazione di Genova Piazza Principe provenendo da Savona senza trovare la 'tradizione' delle scale mobili rotte e senza trovare lavori in corso.. dal 2004, non da due mesi fa..

Il discorso può essere allargato ad infinito, e per tutta l'Italia..

Sulle famiglie, sai, in America è davvero un altro mondo, un altro modo di pensare, un altro modo di vivere..

Certo che se lavori per una multinazionale devi aspettarti un rischio di trasferimento, ma ma va anche detto che tanto di quel lavoro si fa sui computer, e non cambia molto se si è in Italia o in Australia, per cui non pensi che ti possano trasferire dalla sera alla mattina..

Un saluto!
Manlio
 
F

Felix73

Guest
In generale, condivido le vostre considerazioni.
Per Costa/Carnival in particolare però, tendo ad essere più "indulgente" rispetto ad altri settori che arrancano nel nostro malmesso "sistema paese".
I motivi li ho esposti qualche post fà.
Carnival da noi è stata trattata "coi guanti"... al di là dei 25 milioni di euro l'anno di risparmi in tasse grazie alla "bandiera Italiana".
 

maumarti

Member
...

In tanti anni, dal 2004, solo pochi giorni fa sono stato in grado di uscire dalla stazione di Genova Piazza Principe provenendo da Savona senza trovare la 'tradizione' delle scale mobili rotte e senza trovare lavori in corso.. dal 2004, non da due mesi fa..

Il discorso può essere allargato ad infinito, e per tutta l'Italia..

Sulle famiglie, sai, in America è davvero un altro mondo, un altro modo di pensare, un altro modo di vivere..

Certo che se lavori per una multinazionale devi aspettarti un rischio di trasferimento, ma ma va anche detto che tanto di quel lavoro si fa sui computer, e non cambia molto se si è in Italia o in Australia, per cui non pensi che ti possano trasferire dalla sera alla mattina..

Un saluto!
Manlio

Sfortunatamente l'esempio delle scale mobili è significativo... E lo è perché non è “solo un caso isolato”, ma la regola. Si farebbe presto a dire “va beh, non generalizziamo”. Quando però il fenomeno è generale, c’è poco da fare.
Quindi sono d’accordo, nel senso che una serie di misure più “robuste” e credibili non poteva nascere pochi mesi o pochi anni fa. Caso mai, se fosse accaduto qualcosa, poteva essere l’indicazione di un’inversione di tendenza, che purtroppo al momento è ancora un’utopia.

Sul piano dei trasferimenti, pur essendo dell’idea che al momento il mercato del lavoro richiede almeno in certi ambiti un’”elasticità logistica” superiore a quanto mediamente si vede nei nostri connazionali (e io stesso, proprio per cultura, non sono istintivamente così “elastico”…), sono anche d’accordo sul fatto che la richiesta di riallocazione così repentina possa essere fonte di giustificato disagio

Un saluto
 

maumarti

Member
In generale, condivido le vostre considerazioni.
Per Costa/Carnival in particolare però, tendo ad essere più "indulgente" rispetto ad altri settori che arrancano nel nostro malmesso "sistema paese".
I motivi li ho esposti qualche post fà.
Carnival da noi è stata trattata "coi guanti"... al di là dei 25 milioni di euro l'anno di risparmi in tasse grazie alla "bandiera Italiana".

E’ vero (ne abbiamo in effetti già discusso ampiamente ;) ); resta, almeno a me, la sensazione che se a maggior ragione Carnival ha ricevuto trattamenti di favore, non c’è stata l’autorevolezza (per la verità mi sembra manco ci si sia provato) per rivendicare tale trattamento.
Detto che penso non basti rivendicarlo come semplice principio, ma deve essere suffragato da dati oggettivi che dimostrino il persistere di situazioni favorevoli, perché sappiamo bene che non è con la pretesa del rispetto della “buona educazione” che si influenzano le decisioni nei massimi board di queste aziende ;)
 

Rodolfo

Super Moderatore
Ma scusate, se Costa non battesse bandiera italiana, non avrebbe ugualmente benefici economici dallo Stato di Registro? Le altre compagnie che battono bandiera di comodo lo fanno per quale motivo? Le varie agevolazioni fiscali concesse son state introdotte per rivalutare la consistenza della flotta italiana che stava quasi per scomparire, mica per aiutare Costa in particolare.

E bisogna pure stare attenti che nel frattempo nuove regole internazionali son state introdotte e che se non vengono convenientemente sottoscritte ed applicate dallo stato Italiano, potrebbe verificarsi qualche inversione di tendenza da parte degli armatori come qualcuno ha già manifestato.
 

pmanlio

Active member
Carnival da noi è stata trattata "coi guanti"... al di là dei 25 milioni di euro l'anno di risparmi in tasse grazie alla "bandiera Italiana".

Max, è un discorso che si potrebbe fare anche con la FIAT, ma alla fin fine se Carnival va via evidentemente per lei oggi quei ''guanti bianchi'' non bastano più..

Se poi leggi Rodolfo:

E bisogna pure stare attenti che nel frattempo nuove regole internazionali son state introdotte e che se non vengono convenientemente sottoscritte ed applicate dallo stato Italiano, potrebbe verificarsi qualche inversione di tendenza da parte degli armatori come qualcuno ha già manifestato.

magari i motivi si possono trovare con semplicità..

A livello personale ho una concezione dell'economia, del lavoro, dei rapporti stato/investitori totalmente diversa da quella che impera nel mondo moderno, ma in quel mondo Carnival vive, e seppur trattata con i guanti ha evidentemente visto che non gli conviene restare..

Sul piano dei trasferimenti, pur essendo dell’idea che al momento il mercato del lavoro richiede almeno in certi ambiti un’”elasticità logistica” superiore a quanto mediamente si vede nei nostri connazionali (e io stesso, proprio per cultura, non sono istintivamente così “elastico”…), sono anche d’accordo sul fatto che la richiesta di riallocazione così repentina possa essere fonte di giustificato disagio

E già..

Un saluto!
Manlio
 

Seafoam2

New member
Ho perso per qualche giorno lo sviluppo della situazione, ma se ne scoprono sempre delle nuove. Qui un articolo sullo sviluppo delle crociere in Amburgo, con qualche richiamo alla situazione di Genova, in particolare un passo dove si parla della scelta di Carnival di provvedere alla manutenzione di TUTTE le navi Aida e Costa nella città tedesca.

Altra perdita di lavoro?

http://www.themeditelegraph.com/it/...ere-analisi-xxTEED1EoivcUkGqcsF4hO/index.html


Certamente. Fincantieri e tutto l'indotto croceristico dovrebbero cominciare a preoccuparsi, secondo me.
Come ho già detto ci sono governi che lavorano per il proprio paese, per creare infrastrutture e posti di lavoro (il governo tedesco sicuramente sa del progetto di Thamm)... e ci sono governi impegnati soprattutto in scaramucce di palazzo.
 
F

Felix73

Guest
Le varie agevolazioni fiscali concesse son state introdotte per rivalutare la consistenza della flotta italiana che stava quasi per scomparire, mica per aiutare Costa in particolare.

.

Assolutamente Rodolfo. A maggior ragione, non ne ha beneficiato solo Costa. Ecco perchè in ambito navale, nei suoi risvolti fiscali, non ritengo corretto che il "sistema Italia" sia stato penalizzante fino ad ora. Cosa ben diversa rispetto ad altri settori.
Sul futuro, non saprei, vediamo che succede.

Manlio, FIAT è una situazione completamente differente. Lo spostamento di sede legale e fiscale (in due paesi differenti tra l'altro...e nessuno di questi due sono gli USA, visto che parliamo di Olanda e UK) è stato fatto anche per salvaguardare la posizione di maggioranza del capitale per la famiglia Agnelli, ed anche per ragioni fiscali a seguito della fusione con Chrysler. Senza spostare un solo impiegato o quadro dalla sua sede di Torino.
Ripeto, il contesto è totalmente differente.

Non solo, la scelta strategica di Carnival potrebbe toccare (o ha già toccato) altri "brand" non Italiani ma europei (P&O, Cunard)....a dimostrazione del fatto che l'Italia come "sistema paese" c'entra poco con tutto questo...se non nelle pretestuose giustificazioni di Thamm.
 
Ultima modifica:

pmanlio

Active member
Non solo, la scelta strategica di Carnival potrebbe toccare (o ha già toccato) altri "brand" non Italiani ma europei (P&O, Cunard)....a dimostrazione del fatto che l'Italia come "sistema paese" c'entra poco con tutto questo...se non nelle pretestuose giustificazioni di Thamm.

Max, non so quante navi e quante strutture abbiano gli altri Brand, ma Costa è di sicuro una realtà Europea molto grande, penso la più grande del gruppo Carnival..

A parte le sparate di Thamm mi sembra che le navi vanno più che bene, la manutenzione è eccellente e la logistica della compagnia sia ottima..

Ed allora non poteva essere una buona alternativa trasferire tutto da noi, in Italia?

Io non sono un esperto, ma sicuramente oggi avrei paura ad investire da noi, per mille motivi.. forse loro hanno le stesse paure..

Un saluto!
Manlio
 
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