Maurizio, irrisorio? Ma scherziamo?
Posto che i marittimi, per definizione, non sono "trasferibili", visto che la loro professione è "itinerante" lavorando nelle navi....trasferire metà, e sottolineo META', del personale di sede come fai a definirlo irrisorio?
Carnival trasferisce il 50% del personale "trasferibile" di Costa in un altro paese, e tutto questo sarebbe irrisorio? Io lo definirei come stretto parente di uno "smantellamento" bello e buono tutt'altro che irrisorio!!
Faccio una doverosa premessa: Carnival, da proprietaria, ha tutto il diritto di perseguire legittimamente le sue strategie. E questa strategia, seppur dolorosa e drammatica (l’impatto è su 400/500 persone, e quindi su quasi altrettante famiglie…non poco mannaggia…), è pur sempre legittima.
I dipendenti coinvolti possono a loro volta contrastare legittimamente questa strategia che li danneggia attraverso i sindacati e in altre forme previste dalla legge.
Detto questo, mi preme riflettere su questa frase di Thamm.
.... d'altra parte in una videoconferenza, a precisa domanda, Thamm ha risposto che in Italia non c'e' futuro economico e non ci sono garanzie per un'impresa: non possiamo certo dargli torto!
Ora, dietro a questa affermazione, oltra a tanta “legittima” ipocrisia, c’è una chiara strategia comunicazionale e “giustificativa” che prende forza da un concetto “diffuso e condiviso”, che è la debolezza del nostro paese….un concetto veritiero se confrontato in generale ad esempio al contesto tedesco, ma totalmente fuori luogo nel caso di Carnival (da ora…in questo post..citerò solo Carnival…la strategia è sua…Thamm parla per conto di Carnival, non di Costa).
Parto da una considerazione: ma, carissimo Thamm… e tutto quello che ci avete raccontato fino all’altro giorno? (non parlo della sbandierata italianità a bordo…quella è aria fritta….lo capirebbe anche un bambino….è una politica di marketing per rendersi più appetibili….per mascherare meglio qualche taglio di troppo…e forse anche per contrastare l’effetto di questa pillola amara…..)
Fino a l’altro giorno, Carnival diffondeva ai quattro venti la sua voglia di assumere e di potenziare la sua struttura in Italia ( ed in parte lo ha anche fatto).
Diffondeva ai 4 venti la sua (reale) importanza per l’economia italiana in termini fiscali e di indotto e sottolineava il patrimonio “genetico” di Costa tutto avvolto nell’amato tricolore.
Aspetti più volte sottolineati anche in occasioni “istituzionali”, come l’arrivo di Concordia a Genova dopo lo storico recupero, un successo senza precedenti, un successo anche “italiano”.
Ed ora?
Riprendo la frase:
.... d'altra parte in una videoconferenza, a precisa domanda, Thamm ha risposto che in Italia non c'e' futuro economico e non ci sono garanzie per un'impresa: non possiamo certo dargli torto!
Vedo già, è nella nostra natura autolesionista d’italiani, tante teste inchinarsi ingenuamente per annuire a questa “scontata” affermazione.
Posto che il nostro paese è in declino già da qualche decennio, mi chiedo quali tipi d’incertezze l’Italia possa generare in Carnival partendo dal presupposto che:
- Nonostante l’Italianità di Costa, il suo vecchio management ITALIANO per anni ha fatto si che, grazie ad una crescita costante a due cifre, il VALORE delle azioni Carnival dal momento dell’acquisizione ad oggi si siano notevolmente apprezzate. Parliamoci chiaro: per quasi due decenni, Costa è stata il fiore all'occhiello del gruppo Carnival. Punto. E lo è stata da azienda ITALIANA, con governance ITALIANA. Ed oggi? Guardare l’ultimo bilancio Carnival please.
- Le attività produttive di Costa (le crociere) non si svolgono per gran parte in territorio Italiano. Il mercato di Costa è internazionale, e la sua forza lavoro è prettamente internazionale. I rischi per Costa nell’avere una sede in Italia, da questo punto di vista, sono praticamente NULLI.
Ed allora, quali rischi può comportare un paese come il nostro per un investitore straniero? Principalmente rischi di natura normativa e fiscale. Ma è questo il caso?
Vediamo.
- Carnival ha beneficiato (e meno male) d’ importanti agevolazioni al credito nella costruzione di nuove navi. Navi costruite da un’eccellenza mondiale nel settore, Fincantieri, azienda ITALIANA, peraltro a partecipazione STATALE. Grazie Italia.
- Costa gode di un regime fiscale decisamente agevolato in merito al reddito prodotto dalle sue navi. Questo regime fiscale, la tonnage tax, ha fatto si che la compagnia battesse ORGOGLIOSAMENTE bandiera italiana. Non solo: la tonnage tax tricolore è talmente conveniente che anche la crucca AIDA batte bandiera ITALIANA. Grazie Italia.
- Costa Crociere è uno dei migliori esempi di collaborazione per uno sviluppo condiviso tra un’azienda e le istituzioni locali. Un vero modello da seguire. Lo è stato in tante occasioni (ed in poche no….ma questo è un altro discorso).
L’unico rischio REALE, che posso comprendere e capire, è l’incertezza normativa e fiscale nel nostro paese. Oggi la tonnage tax c’è, domani non si sa. Ieri le grandi navi non potevano attraccare a Venezia, oggi si, domani no, dopodomani forse.
Peccato che per contrastare l’incertezza fiscale, basta cambiare bandiera alle navi o, al limite estremo, cambiare la sede LEGALE in un paese estero. Entrambe queste opzioni, giova sottolinearlo, non c’entrano un bel niente con lo spostamento di 500 persone. Si possono benissimo fare lasciando la gente nel loro attuale posto di lavoro.
Di seguito:
“Caro Thamm, io capisco che stai facendo il tuo mestiere, e che i tanti soldi che prendi (credo giustamente…visto il ruolo…) ti portino a raccontare ogni tanto qualche bugia….
Però, ed è un mio difetto, a me non piace tanto essere preso in giro….quindi, quando questo succede, tendo un tantino ad alterarmi….
Il tuo datore di lavoro, la Carnival, leader di mercato ed azienda con utili stratosferici ed azionisti schizzofrenici (forse è questo il vostro vero problema?), ha dato molto al mio paese. Ha creato commesse miliardarie per un’azienda Italiana con migliaia di lavoratori come Fincantieri, ha dato modo di sviluppare un indotto importante non solo nel territorio ligure ma su tutto il territorio nazionale, ed ha salvato un’azienda storica ed un brand italiano importante come la mitica “C” dal fallimento, dandole nuova linfa vitale (e finanziaria).
Però credo che ciò che critichi, vi abbia ampiamente ripagato. L’Italia è stata partner importante del vostro sviluppo. Senza considerare i milioni di crocieristi miei connazionali che sono disposti a rinunciare alla pizza gratis pur di viaggiare nelle vostre navi.
Quindi, non accetto che chi è stato spesso al vostro fianco divenga un “FALSO” alibi per una strategia che ha un solo ed un unico (e legittimo) scopo: sinergie…e quindi…SAVING DI COSTO. Punto.
Sappiamo entrambi che se anche solo la metà delle persone coinvolte non dovesse accettare il trasferimento in Germania, questo comporterebbe per voi tra gli 8,5 ed i 9 milioni di euro di risparmi su base annua.
Senza considerare chi, pur accettandolo per non perdere reddito, l’indomani sarebbe comunque nel mercato del lavoro per avere l’opportunità di ritornare in Italia…e quindi prima o poi sarebbe destinato comunque a lasciarvi….
Thamm…e dai…diciamoci le cose come stanno….non prenderci in giro…ok? “
Maurizio...sia chiaro...non per fare polemica con te...ma piuttosto per farla con Thamm...
Ma sopratutto....non prendiamo tutto quello che ci viene raccontato per oro colato...
Un salutone a tutti!