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Costa Crociere trasferisce da Genova ad Amburgo la divisione Marine Operations

Io dubito fortemente che la clientela italiana seguirà Thamm in Germania...
La clientela italiana resta in Italia!
Diciamolo forte e chiaro...
 
Esattamente.
Certo che, ed è quello che sostenevo nel mio post di ieri, fà un pò impressione leggere cosa sosteneva Thamm fino all'altro giorno in merito all'italianità di Costa ed al suo legame indissolubile con Genova, e quanto questa strategia di accentramento in Germania contrasti con quelle affermazioni. Ieri "Italia" e Genova come perno strategico e di sviluppo della compagnia, oggi, dalle frasi riportate da Maurizio, Italia e Genova "palla al piede" della compagnia. Ma per favore Thamm...

La questione a questo punto è: in considerazione del fatto che varie fonti (tra cui il post di Maurizio) parlano di un piano da 400/500 persone, queste 161 (ma non è ancora chiaro se tutte queste 161 siano coinvolte) saranno solo un primo step?
E se Carnival/Thamm dichiarassero che non verranno proposti altri trasferimenti per i dipendenti della sede di Genova oltre questi 161, voi ci credereste? Vista la facilità con la quale cambiano idea....qualche dubbio potrebbe venire....

Qualche? Qualsiasi cosa dicano, vale per oggi ma non per domani.

Devil ha riportato la notizia della fusione di Holland con Princess a costituire il nuovo Gruppo, voce che già ricorreva assieme ad un'altra di "fusione", tra Costa, Aida, P&O e Cunard.

Per carità voci, ma di questi tempi, molte, forse troppe, han trovato precisa conferma; un primo passo di operatività, Costa/Aida, sotto un unico "cappello" sembra stia per essere mosso. Stiamo vedere quali saranno i successivi.
 
Io dubito fortemente che la clientela italiana seguirà Thamm in Germania...
La clientela italiana resta in Italia!
Diciamolo forte e chiaro...

Leggo solo ora; ma non serve che la clientela segua Thamm ad Amburgo o qualsiasi altra località. A gran parte di essa poco importa da dove verranno mosse le pedine. Forse perderà qualche cliente per strada, ma ne riacquisterà degli altri.
 
Ho visto ora questo post.
Non sto a dire dell’amaro in bocca che lasciano queste decisioni.

Di per sé, queste operazioni potrebbero essere lette come il rovescio della medaglia del “mercato globale”, che magari da benefici in termini di opportunità di business ma ne toglie in termini di identità territoriale.

Davvero non mi spiego però del tutto in questo caso specifico il reale vantaggio di una tale operazione, visto che se il numero di risorse allocate potenzialmente non cambia neppure di una unità, non so se realmente la possibile differenza tra i contributi versati per i dipendenti in Italia rispetto alla Germania sia in grado di giustificare la manovra.
A meno che, come scritto da Rodolfo, puntino ad un “licenziamento volontario” di coloro che ovviamente preferiscono restare in Italia e quindi a ridurre l’organico… Ma anche in questo caso, esiste davvero una necessità di contrazione di personale in un settore tutto sommato in controtendenza rispetto alla crisi globale? E se anche fosse, immaginando un 50% di dimissionari, davvero farebbero tutto questo per liberarsi di 80 persone?
E se anche fosse la punta dell’iceberg di un’operazione destinata a rivelarsi più radicale in futuro, non cambia poi tanto rispetto alle considerazioni di cui sopra.
Sinceramente, la vera finalità della manovra non mi riesce ad essere chiara (non che abbia background specifico in questo campo, peraltro)

Chiaro che come già affermato da altri viene proprio facile dire “Perché andare a Genova se puoi andare ad Amburgo”; il che farebbe pure ridere, se non fosse che coinvolge la vita di intere famiglie.
 
Non ho detto, o per lo meno non l'avrei voluto dire se così è parso, che l'operazione mira alla riduzione del personale "coatta", ma è la sua applicazione che determinerà la scelta inevitabile di molti lavoratori di lasciare l'Azienda, specialmente tra il personale femminile.

Credo l'obiettivo sia molto più articolato e che porterà a nuove "nuove" nei prossimi mesi.
 
Ciao Maumarti, ti rispondo velocemente.
Quello dei trasferimenti in luoghi di lavoro lontani, al di là di esigenze strettamente operative, è una tecnica molto comune nel mondo aziendale per agevolare gli "esodi". Non tutti, anzi, solo una parte, saranno disponibili a cambiare vita in un altro paese.

E' vero, il settore è in controtendenza, ma qui la questione non è ridurre le navi ed il personale di bordo, piuttosto ridurre il personale di staff a fronte di una riorganizzazione dei processi in ottica "sinergica" tra Costa ed Aida.
Mi spiego meglio: se Costa ha un team di 100 persone nel dipartimento "marine operation" per 15 navi, con un Direttore responsabile e figure di alto livello a suo supporto oltre ad addetti più "operativi", ed Aida diametralmente, nel suo, ne ha ad esempio 80 per 10 navi, probabilmente basterebbero non 180 persone, ma 130, per gestire complessivamente 25 navi. Se solo ci soffermassimo sulle figure "apicali" (le più costose tra l'altro) di tali dipartimenti separati, già la sola "fusione" tra essi comporterebbe la "ridondanza" di queste figure...e sicuramente di altre.
Eliminando tali ridondanze, operi un saving di costo sfruttando la leva del trasferimento. Ottenendo al contempo una razionalizzazione della struttura.

Un saluto
 
Ultima modifica:
Ciao Maumarti, ti rispondo velocemente.
Quello dei trasferimenti in luoghi di lavoro lontani, al di là di esigenze strettamente operative, è una tecnica molto comune nel mondo aziendale per agevolare gli "esodi". Non tutti, anzi, solo una parte, saranno disponibili a cambiare vita in un altro paese.

E' vero, il settore è in controtendenza, ma qui la questione non è ridurre le navi ed il personale di bordo, piuttosto ridurre il personale di staff a fronte di una riorganizzazione dei processi in ottica "sinergica" tra Costa ed Aida.
Mi spiego meglio: se Costa ha un team di 100 persone nel dipartimento "marine operation" per 15 navi, con un Direttore responsabile e figure di alto livello a suo supporto oltre ad addetti più "operativi", ed Aida diametralmente, nel suo, ne ha ad esempio 80 per 10 navi, probabilmente basterebbero non 180 persone, ma 130, per gestire complessivamente 25 navi. Se solo ci soffermassimo sulle figure "apicali" (le più costose tra l'altro) di tali dipartimenti separati, già la sola "fusione" tra essi comporterebbe la "ridondanza" di queste figure...e sicuramente di altre.
Eliminando tali ridondanze, operi un saving di costo sfruttando la leva del trasferimento. Ottenendo al contempo una razionalizzazione della struttura.

Un saluto

Ciao Felix e grazie.
In effetti, descritto in questo modo un senso riesco a vedercelo.
Se così è, e al netto di eventuali nuove sfaccettature che si possano rilevare in futuro, mi sento di confermare quanto azzardato prima, cioè che, al di là del più che giustificato disappunto per dichiarazioni di fedeltà all’Italia che si rivelano piuttosto vuote all’atto pratico, si tratti di una triste conseguenza (forse neppure troppo fuori da ogni immaginazione) dei principi che regolano le multinazionali che operano su mercato globale.
Considerazione che peraltro non riduce il dispiacere per le conseguenze amare che questo può portare a intere famiglie.
Solo che lavoro anch’io per una multinazionale, che ha tra l’altro forti radici nel territorio italiano, è nata in Italia e la capogruppo continua ad essere italiana. Ma rilevo come sempre di più specie negli ultimi anni le opportunità di crescita o di cambiamento passano per la disponibilità (o per alcuni anche per il desiderio) di spostare la propria vita al di fuori dei confini del nostro Paese. Non so se e in che misura sia giusto sostenere che lavorando per una multinazionale la possibilità di trasferimenti radicali debba essere, volenti o nolenti, tenuta in conto?
 
Ciao Maumarti, ti rispondo velocemente.
Quello dei trasferimenti in luoghi di lavoro lontani, al di là di esigenze strettamente operative, è una tecnica molto comune nel mondo aziendale per agevolare gli "esodi". Non tutti, anzi, solo una parte, saranno disponibili a cambiare vita in un altro paese.

E' vero, il settore è in controtendenza, ma qui la questione non è ridurre le navi ed il personale di bordo, piuttosto ridurre il personale di staff a fronte di una riorganizzazione dei processi in ottica "sinergica" tra Costa ed Aida.
Mi spiego meglio: se Costa ha un team di 100 persone nel dipartimento "marine operation" per 15 navi, con un Direttore responsabile e figure di alto livello a suo supporto oltre ad addetti più "operativi", ed Aida diametralmente, nel suo, ne ha ad esempio 80 per 10 navi, probabilmente basterebbero non 180 persone, ma 130, per gestire complessivamente 25 navi. Se solo ci soffermassimo sulle figure "apicali" (le più costose tra l'altro) di tali dipartimenti separati, già la sola "fusione" tra essi comporterebbe la "ridondanza" di queste figure...e sicuramente di altre.
Eliminando tali ridondanze, operi un saving di costo sfruttando la leva del trasferimento. Ottenendo al contempo una razionalizzazione della struttura.

Un saluto

Concordo pienamente.
 
Credo che a Genova si respiri effettivamente una pessima aria.
E quella frase di Thamm......se vera.....suona sinistramente sibillina....

Grazie per il link Seafoam.
 
Ciao, è bello sentire le vostre opinioni. Per favore, tenete su l'argomento, la gente deve sapere e oltretutto i vostri spunti sono ottimi.
 
Se mai il naufragio ha accelerato le cose ,come ha detto qualcuno in qualche discussione su questo forum , probabilmente era una cosa pianificata da tempo e credo che Foschi abbia fatto rallentare parecchio il processo di ''unificazione'' fino al 13 gennaio 2012 , poi da li tutto è degenerato , quanto meno questo sembra quello che sia emerso dai commenti di chi ne sa più di me , poi se sbaglio correggetemi :)
 
Se mai il naufragio ha accelerato le cose ,come ha detto qualcuno in qualche discussione su questo forum , probabilmente era una cosa pianificata da tempo e credo che Foschi abbia fatto rallentare parecchio il processo di ''unificazione'' fino al 13 gennaio 2012 , poi da li tutto è degenerato , quanto meno questo sembra quello che sia emerso dai commenti di chi ne sa più di me , poi se sbaglio correggetemi :)
Sono d'accordo. Probabilmente sarebbe accaduto comunque qualcosa in tal senso. Il naufragio gli ha dato modo di cogliere un'occasione tristemente propizia, vista la sfavorevole situazione anche economica portata dall'affondamento
 
Ecco notizie più precise in merito: sono 161 i lavoratori che dovrebbero essere trasferiti, appartenenti a quattro dipartimenti ovvero Marine operation, Medical department, Hotel maintenance, Procurement tecnico (acquisti).

http://www.themeditelegraph.com/it/...nti-amburgo-mjxZLYBNKncKFJ2gHLDdrK/index.html

e il "vecchio" discorso di Thamm

http://www.themeditelegraph.com/it/...casa-nostra-QQrCA2TN1Lq5S5rK3oRLKM/index.html


Quest'articolo e' stato pubblicto oggi qui negli USA

http://www.seatrade-insider.com/new...-and-asia-to-shift-marine-ops-to-hamburg.html

E questo e' un'altro trafiletto preso da un'altra testata........
Neil Palomba è stato promosso presidente di Costa Crociere a Genova e Budhy Sin Bok, presidente di Costa in Asia, Shanghai, mentre il Gruppo Costa prevede di sviluppare un centro di marine operation ad Amburgo, che potrebbe un impatto su circa 160 posti di lavoro a Genova, secondo fonti italiane.
libera traduzione

Credetemi, il naufragio della Concordia, non c'entra proprio niente, qui e' strategia aziendale per ridurre i costi operativi e far volare le azioni.............
Guardate un po' il mercato azionario USA e fate un paragone tra il valore delle azioni CCL e quelle di RCCL - C'e una differenza di ben 33$ - Eppure meno di 18 mesi fa' erano quasi pari..........
 
Ultima modifica:
Il top management della divisione operativa diventa quindi completamente straniero. Alla faccia dell'italianità. Nella capacità di dire una cosa e farne un'altra tutto il mondo è paese evidentemente, non è una prerogativa di politici ... nostrani ...
 
Ultima modifica:
........


Credetemi, il naufragio della Concordia, non c'entra proprio niente, qui e' strategia aziendale per ridurre i costi operativi e far volare le azioni.............
Guardate un po' il mercato azionario USA e fate un paragone tra il valore delle azioni CCL e quelle di RCCL - C'e una differenza di ben 33$ - Eppure meno di 18 mesi fa' erano quasi pari..........

Non so...
Sicuramente si tratta di operazioni orientate ad avere risvolti finanziari. Ritengo comunque che se prima del naufragio Costa Crociere, a fronte di una certa leadership su determinati mercati, aveva probabilmente la forza di rivendicare una certa indipendenza del brand nei confronti della capogruppo, l’incidente ne ha indebolito probabilmente anche l’immagine oltre che l’assetto economico. E’ diventata quindi completamente vulnerabile ad un attacco che comunque non aspettavano altro che il momento giusto per sferrare.
Mi suona però anche una manovra orientata a conquistare certi ruoli di potere da parte di figure esterne alla nostra penisola... Non sono così certo che "annegare" il brand italiano di CCL in una gestione decisamente più "inquinata" sul piano della caratterizzazione geografica possa garantire un apprezzamento azionario significativo... (tutte opinioni di uno che si occupa di informatica e non di finanza, eh... quindi magari son castronerie ;) )
 
Credo che a Genova si respiri effettivamente una pessima aria.
E quella frase di Thamm......se vera.....suona sinistramente sibillina....

Grazie per il link Seafoam.

Se ti riferisci a "lavorare bene per non perdere il posto di lavoro" più che suonare sibillina suona come una minaccia.
 
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