sandra.spina
New member
Io dubito fortemente che la clientela italiana seguirà Thamm in Germania...
La clientela italiana resta in Italia!
Diciamolo forte e chiaro...
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Esattamente.
Certo che, ed è quello che sostenevo nel mio post di ieri, fà un pò impressione leggere cosa sosteneva Thamm fino all'altro giorno in merito all'italianità di Costa ed al suo legame indissolubile con Genova, e quanto questa strategia di accentramento in Germania contrasti con quelle affermazioni. Ieri "Italia" e Genova come perno strategico e di sviluppo della compagnia, oggi, dalle frasi riportate da Maurizio, Italia e Genova "palla al piede" della compagnia. Ma per favore Thamm...
La questione a questo punto è: in considerazione del fatto che varie fonti (tra cui il post di Maurizio) parlano di un piano da 400/500 persone, queste 161 (ma non è ancora chiaro se tutte queste 161 siano coinvolte) saranno solo un primo step?
E se Carnival/Thamm dichiarassero che non verranno proposti altri trasferimenti per i dipendenti della sede di Genova oltre questi 161, voi ci credereste? Vista la facilità con la quale cambiano idea....qualche dubbio potrebbe venire....
Io dubito fortemente che la clientela italiana seguirà Thamm in Germania...
La clientela italiana resta in Italia!
Diciamolo forte e chiaro...
Ciao Maumarti, ti rispondo velocemente.
Quello dei trasferimenti in luoghi di lavoro lontani, al di là di esigenze strettamente operative, è una tecnica molto comune nel mondo aziendale per agevolare gli "esodi". Non tutti, anzi, solo una parte, saranno disponibili a cambiare vita in un altro paese.
E' vero, il settore è in controtendenza, ma qui la questione non è ridurre le navi ed il personale di bordo, piuttosto ridurre il personale di staff a fronte di una riorganizzazione dei processi in ottica "sinergica" tra Costa ed Aida.
Mi spiego meglio: se Costa ha un team di 100 persone nel dipartimento "marine operation" per 15 navi, con un Direttore responsabile e figure di alto livello a suo supporto oltre ad addetti più "operativi", ed Aida diametralmente, nel suo, ne ha ad esempio 80 per 10 navi, probabilmente basterebbero non 180 persone, ma 130, per gestire complessivamente 25 navi. Se solo ci soffermassimo sulle figure "apicali" (le più costose tra l'altro) di tali dipartimenti separati, già la sola "fusione" tra essi comporterebbe la "ridondanza" di queste figure...e sicuramente di altre.
Eliminando tali ridondanze, operi un saving di costo sfruttando la leva del trasferimento. Ottenendo al contempo una razionalizzazione della struttura.
Un saluto
Ciao Maumarti, ti rispondo velocemente.
Quello dei trasferimenti in luoghi di lavoro lontani, al di là di esigenze strettamente operative, è una tecnica molto comune nel mondo aziendale per agevolare gli "esodi". Non tutti, anzi, solo una parte, saranno disponibili a cambiare vita in un altro paese.
E' vero, il settore è in controtendenza, ma qui la questione non è ridurre le navi ed il personale di bordo, piuttosto ridurre il personale di staff a fronte di una riorganizzazione dei processi in ottica "sinergica" tra Costa ed Aida.
Mi spiego meglio: se Costa ha un team di 100 persone nel dipartimento "marine operation" per 15 navi, con un Direttore responsabile e figure di alto livello a suo supporto oltre ad addetti più "operativi", ed Aida diametralmente, nel suo, ne ha ad esempio 80 per 10 navi, probabilmente basterebbero non 180 persone, ma 130, per gestire complessivamente 25 navi. Se solo ci soffermassimo sulle figure "apicali" (le più costose tra l'altro) di tali dipartimenti separati, già la sola "fusione" tra essi comporterebbe la "ridondanza" di queste figure...e sicuramente di altre.
Eliminando tali ridondanze, operi un saving di costo sfruttando la leva del trasferimento. Ottenendo al contempo una razionalizzazione della struttura.
Un saluto
Sono d'accordo. Probabilmente sarebbe accaduto comunque qualcosa in tal senso. Il naufragio gli ha dato modo di cogliere un'occasione tristemente propizia, vista la sfavorevole situazione anche economica portata dall'affondamentoSe mai il naufragio ha accelerato le cose ,come ha detto qualcuno in qualche discussione su questo forum , probabilmente era una cosa pianificata da tempo e credo che Foschi abbia fatto rallentare parecchio il processo di ''unificazione'' fino al 13 gennaio 2012 , poi da li tutto è degenerato , quanto meno questo sembra quello che sia emerso dai commenti di chi ne sa più di me , poi se sbaglio correggetemi
Ecco notizie più precise in merito: sono 161 i lavoratori che dovrebbero essere trasferiti, appartenenti a quattro dipartimenti ovvero Marine operation, Medical department, Hotel maintenance, Procurement tecnico (acquisti).
http://www.themeditelegraph.com/it/...nti-amburgo-mjxZLYBNKncKFJ2gHLDdrK/index.html
e il "vecchio" discorso di Thamm
http://www.themeditelegraph.com/it/...casa-nostra-QQrCA2TN1Lq5S5rK3oRLKM/index.html
Neil Palomba è stato promosso presidente di Costa Crociere a Genova e Budhy Sin Bok, presidente di Costa in Asia, Shanghai, mentre il Gruppo Costa prevede di sviluppare un centro di marine operation ad Amburgo, che potrebbe un impatto su circa 160 posti di lavoro a Genova, secondo fonti italiane.
libera traduzione
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Credetemi, il naufragio della Concordia, non c'entra proprio niente, qui e' strategia aziendale per ridurre i costi operativi e far volare le azioni.............
Guardate un po' il mercato azionario USA e fate un paragone tra il valore delle azioni CCL e quelle di RCCL - C'e una differenza di ben 33$ - Eppure meno di 18 mesi fa' erano quasi pari..........
Credo che a Genova si respiri effettivamente una pessima aria.
E quella frase di Thamm......se vera.....suona sinistramente sibillina....
Grazie per il link Seafoam.