fandelmare
New member
...intanto io mentre mi godo le splendide foto ed i commenti, medito e ricordo ! Cosa ? " Un sogno strano " .
Qualche tempo fa ho sognato di aver vinto una coppa grande e preziosa, tutta d'oro masiccio, tempestata di diamanti, smeraldi, zaffiri, topazi ecc. ecc..La stringevo a me preoccupato che non me la portassero via. Poi. tutt'a un tratto, sempre nel sogno, mi trovavo tutto solo in uno sconfinato deserto, tormentato da un sole cocente e da una sete ardente. Stringevo sempre tra le mani quella preziosa coppa ma, purtroppo, in essa non c'era acqua mentre, intorno a me solo sabbia rovente ed arsura. Allora, disperato ed arrabbiato, buttavo via quella coppa che, in breve, veniva inghiottita da un mulinello di sabbia agitata dal vento.
Che strano sogno ! Che incubo ! Ma che incubo, nella vita, affannarsi a rincorrere tante cose che poi, alla fine, si rivelano superflue, ed intanto dimenticarsi di quelle veramente necessarie. Scusate la divagazione; questa è la pagina di un mio scritto riemerso grazie alle foto di Manlio. Il deserto è una lezione di essenzialità, di durezza intesa come fierezza, quella fierezza che si osserva nello sguardo di quel giovanissimo beduino (quanta differenza con certi sguardi vuoti e un po' persi di certa adolescenza nostrana !) Il deserto è l'incedere del tempo misurato in millenni dal passo di un dromedario, un tempo così diverso da quello nostro convulso e consumato più che vissuto. Il deserto è quel silenzio che abbiamo perso, quel silenzio fratello di una solitudine che a molti può far paura perchè costringe a pensare. Grazie ancora alla tecnologia, alla maestria fotografica ed alla sensibilità dell'amico Manlio che mi ha permesso di ammirare quel mondo meraviglioso riflesso nell'occhio di un dromedario. Ciao. Fan
Qualche tempo fa ho sognato di aver vinto una coppa grande e preziosa, tutta d'oro masiccio, tempestata di diamanti, smeraldi, zaffiri, topazi ecc. ecc..La stringevo a me preoccupato che non me la portassero via. Poi. tutt'a un tratto, sempre nel sogno, mi trovavo tutto solo in uno sconfinato deserto, tormentato da un sole cocente e da una sete ardente. Stringevo sempre tra le mani quella preziosa coppa ma, purtroppo, in essa non c'era acqua mentre, intorno a me solo sabbia rovente ed arsura. Allora, disperato ed arrabbiato, buttavo via quella coppa che, in breve, veniva inghiottita da un mulinello di sabbia agitata dal vento.
Che strano sogno ! Che incubo ! Ma che incubo, nella vita, affannarsi a rincorrere tante cose che poi, alla fine, si rivelano superflue, ed intanto dimenticarsi di quelle veramente necessarie. Scusate la divagazione; questa è la pagina di un mio scritto riemerso grazie alle foto di Manlio. Il deserto è una lezione di essenzialità, di durezza intesa come fierezza, quella fierezza che si osserva nello sguardo di quel giovanissimo beduino (quanta differenza con certi sguardi vuoti e un po' persi di certa adolescenza nostrana !) Il deserto è l'incedere del tempo misurato in millenni dal passo di un dromedario, un tempo così diverso da quello nostro convulso e consumato più che vissuto. Il deserto è quel silenzio che abbiamo perso, quel silenzio fratello di una solitudine che a molti può far paura perchè costringe a pensare. Grazie ancora alla tecnologia, alla maestria fotografica ed alla sensibilità dell'amico Manlio che mi ha permesso di ammirare quel mondo meraviglioso riflesso nell'occhio di un dromedario. Ciao. Fan
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