Manlio stai facendo un grande lavoro e lo stai facendo alla grande, ti seguiamo con attenzione e per il momento possiamo solo ringraziarti, in certi momenti della lettura viene una stretta al cuore, soprattutto pensando al momento del distacco, a noi viene in mente anche il film "la leggenda del pianista sull'oceano"
Ci sei riuscito perfettamente....
L'immedesimarsi nell'emigrante...raccontare l'esperienza come se la si vivesse in prima persona...aiutato dalle foto e da quello che i nostri amici genovesi sono riusciti a ricreare all'interno del museo con tanta maestria (probabilmente, con lo stesso tuo intento Manlio...)..e la chiusura con il video...si, emotivamente coinvolgente...e realistico....non facile visto che siamo in un forum "bidimensionale" per definizione....bello.
Lo scopo dei Genovesi è sicuramente quello di cercare di riportarci li dentro, come se i protagonisti fossimo noi.. loro hanno fatto di tutto per creare quella empatia di cui parlavo..
Con un 'trucco' loro ti trasformano nel protagonista del viaggio e ti fanno parlare con altri protagonisti: nella prima versione di questa installazione l'unico punto di 'sbarco' della nave era New York, e li il protagonista, ovvero te stesso, doveva superare i test delle autorità Americane..
Ti assicuro che qualcosa provavi..
Ora hanno fatto una operazione che in termini culturali è molto ampia e bella, in quanto ti 'portano' sia in Brasile che in Argentina, e dopo a New York.. ma questa pausa 'spezza' la tua identificazione con l'emigrante (peraltro una persona realmente esistita) e quindi dopo lo 'sbarco' perdi un poco del patos che avevi..
Al posto loro scambierei le posizioni di alcuni allestimenti per ripristinare il percorso iniziale e poi fare la parte aggiuntiva (bellissima ndr).
Una nota, l'attuale ed eccezionale allestimento deriva da un percorso che il museo ha iniziato anni fa, con una mostra sui transatlantici, seguita da una sul Rex ed chiamata "La Merica" ..
Come avete visto il museo ha una ampiezza eccezionale, ma pur sempre limitata.. per questo alcuni gioielli del passato ora non sono più in esposizione.. nel complesso hanno tenuto il meglio, ma ovviamente alcune cose le hanno dovute sacrificare..
Tutto questo lavoro però non è andato buttato, il materiale che è passato per il Galata ha girato in tutta Italia: ci sono state mostre sull'emigrazione a Roma, Napoli (''Partono i bastimenti'' molto bella) ed altre città d'Italia.. si sono prodotti film, documentari, lavori..
Grazie anche a Sergio per il suo contributo
Ritengo quel contributo fondamentale per questo passaggio del diario..
e grazie a Gabriele che ha aperto la visita al museo con le foto al Raffaello, grande nave, grande stile.
Un amico, vedendo queste foto, mi ha detto: "sembra quasi che ti stessi imbarcando..."
Per il bambino, si sa, tutto è una scoperta, e una meraviglia. Lo stupore è stato proprio quello, come se fossi stato sulla banchina in attesa di partire su quella nave, per un viaggio inimitabile...
Siamo tre persone che quel bambino se lo sono custodito bene dentro di loro.. e finchè proveremo meraviglia e stupore di fronte ad un modellino, e sogneremo di poter viaggiare con esso, secondo me saremo vivi..
In questo viaggio non ci siamo certo negati queste emozioni, alcune le cercavamo, io in particolare, da quando avevamo nove/dieci anni..
Spero che pian piano ne sarà coinvolto anche chi ci legge..
Veniamo ora alla ricostruzione del viaggio degli emigranti. Anche lì l'emozione è stata notevole, pensando all'enorme contrasto tra le partenze di allora, e quelle nostre di oggi, ventunesimo secolo. Diverse motivazioni, diverso approccio, diverse aspettative. Non puoi esimerti a fare un parallelismo, e ne esci veramente turbato.
E tanto, davvero tanto.. specie se sai che al tuo ritorno in nave troverai una bella cabina, un ristorante e gli spazi per divertirti..
Tra le mostre sull'emigrazione ce ne fu una a Roma, che aveva un chiaro intento politico, e che presentava le valigie di cartone insieme al menù di prima classe del Rex, la mostra, formalmente corretta, 'suggeriva' in realtà in più punti l'idea che il normale trattamento degli emigranti fosse quello che abbiamo noi oggi e che l'emigrazione fu un grande successo Italiano nel mondo..
La mostra era tutta incentrata nel ventennio ed in pratica si riprendeva lo slogan dell'epoca.. se è vero che il regime migliorò di tanto le condizioni degli emigranti è ovviamente falso sostenere che questi mangiassero caviale tutte le sere e che andar via sia un successo della nazione..
Perdere persone di valore è solo una sconfitta per la nazione.. pensiamo per un attimo alle emigrazioni interne: hanno spogliato il Sud ma hanno creato ricchezza al centro (Roma, specie dall'Abruzzo e dalle Marche, Latina con l'opera di riqualificazione del ventennio, specie con persone provenienti dall'Emilia e dal Veneto) ed al Nord (Milano e Torino in particolare, con persone provenienti dalla Campania e dalla Calabria)..
Oggi l'emigrazione Italiana è cambiata, ma credo sia sempre una perdita di opportunità per un paese..
La nostra nazione diede un contributo elevatissimo a questo esodo, di proporzioni bibliche. Pensate che dall'anno 1876 al 1915 gli italiani espatriati furono ben 14 milioni. Già nel 1905, 250mila nostri connazionali abitavano a Buenos Aires, mentre a San Paolo del Brasile quasi la metà dei residenti (112mila su 260mila) provenivano dall'Italia. Sapete quale era la quarta città italiana come numero di abitanti nel 1910? Dopo Roma, Milano e Napoli, veniva New York. Incredibile.
Trascrivo questi dati che ho raccolto sul libro "Italia Navigazione" di A. Caterino.
Sono dati che fanno riflettere..
A breve visiteremo la 'nave' ok?
Un saluto!
Manlio
ps: Sergio ti ho letto.. non ti quoto di nuovo.. ma lo farei!!