CHIARAMENTE rispondo a parte a Sergio.. ora vorrei commentare Laura e Blueyes
Adesso intervengo
Conosco bene il museo del mare, ho perso il conto di quante volte ci sono stata, ogni volta è una grande emozione...che, permettetemi di dire, Manlio ha raccontato in modo perfetto...i miei complimenti
Sono molto contenta di aver visto il vostro entusiasmo...non faccio promozione turistica, ma pensare che qualcuno di voi adesso abbia voglia di visitarlo mi fa davvero piacere...purtroppo, nonostante sia una vera meraviglia, è poco conosciuto e un po' snobbato...ma merita davvero.
Per quel che riguarda il Galata, secondo me risente troppo della vicinanza con l'Acquario.... se non ti fermi almeno 2 giorni, visitarli entrambi è praticamente impossibile se non alla "cinese": tutti in fila e pedalare!
Forse anche l'opinione generale che si ha della struttura è totalmente difforme da quel che è nella realtà, della buona ed azzeccata pubblicità non penso farebbe male.
Sono due grandi verità, di queste a parer mio la più importante è proprio la seconda.. la pubblicità è in grado di creare fenomeni dove non esistono e di non far vedere gioielli che invece esistono..
Lo vedo a Roma con sedi di esposizione frequentatissime qualunque cosa propongano ed altre, eccezionali, che invece non hanno mai un metro di fila alla biglietteria..
In ogni caso, credo che nel nostro piccolo io e Gabriele abbiamo dato un po' di giustizia al lavoro di chi è li dentro..
Son Chioggiotto, ho il mare nelle vene e il salso tra i capelli (ah, no, è forfora ^__^ ).
Vivo a 4 metri dal mare; mio padre si è fatto 3 anni imbarcato sul Cavezzale (dice nulla Decima Mas?) e non so quanti anni di scuola Giorgio Cini, il fratello di mia madre altri 3 sull'Andromeda e mio nonno faceva su e giu con la Somalia.
Di racconti ne ho sentiti tanti, eppure il mare per me è sempre una sorpresa:
Così identico ogni giorno che nasce, così diverso nel ricordo della sera stessa.
Hai capito!! Si scoprono gli altarini!!
Mi piacerebbe sentire qualcuno di quei racconti..
Certo, la tecnologia ci ha portato a costruire di tutto...e a farlo galleggiare pure.... ma probabilmente la vera marineria, fatta di eroi che affrontano le intemperie se ne è andata.
E' giusto ricordarla e ricordare chi c'era, nel bene e nel male.
Per fortuna c'è la Storia.
La navigazione a cui siamo abituati oggi ha ben poco a che vedere con quello che si vede in quelle sale...ma forse, per certi aspetti, è più vera.
Le foto postate sulla tempesta da Manlio, ad esempio, sono quello che per secoli le navi commerciali, da guerra e i liner si sono trovati davanti...le navi da crociera di oggi, sempre nel limite del possibile, le evitano.
Nel museo la parte dedicata alla tempesta è separata da quella dedicata all'emigrazione ed è realizzata in altro modo, io però ci tenevo ad inserire questa immagine..
ripresa sul Rex in piena tempesta..
la volevo inserire perchè nessun crocierista odierno può forse capire cosa volesse dire allora per un emigrante affrontare il mare.. ho visto tante volte la gente arricciare il naso per un minimo movimento della nave e magari iniziare anche a protestare..
Pensate cosa volesse dire per una persona che veniva magari dalle montagne ritrovarsi su un gigante che balla da tutte le parti.. c'è gente che ci è morta solo di paura..
Inserire questa parte per me era importante, come lo era aggiungere la storia dello scalino, che è anche essa vera e rende anche l'altra parte del clima del viaggio..
Oggi noi siamo molto meno "navigatori" dei nostri avi.
Ma il mare è quello...
...e l'uomo ci naviga dalla notte dei tempi.
Non so dire se i marinai di oggi siano 'meno' marinai che nel passato, non ne ho idea.. mentre i passeggeri sono di sicuro diversi.. in teoria più preparati e coscienti di ciò che vuol dire salire su una nave..
In pratica, parlando ovviamente della maggioranza.. bhò..
L'emigrazione è stata una pagina importante della nostra storia, che tendiamo a dimenticare, "rivivere" il viaggio in minima parte deve far riflettere tutti quanti. In quegli anni era un "viaggio" anche spostarsi di 100 km...pensare di andare dall'altra parte dell'oceano era un vero salto nell' ignoto.
A volte bisognerebbe ricordarselo...
Esatto.. inoltre quello che ho mostrato era già un momento migliore.. a Napoli nell'Ottocento la gente partiva con i Clipper, che a volte erano vecchi e derivavano, se non lo erano proprio, da navi progettate per portare schiavi..
Certo, la tecnologia ci ha portato a costruire di tutto...e a farlo galleggiare pure.... ma probabilmente la vera marineria, fatta di eroi che affrontano le intemperie se ne è andata.
E' giusto ricordarla e ricordare chi c'era, nel bene e nel male.
Per fortuna c'è la Storia.
Io quando vedo la galea...quando penso alle caravelle di Colombo (che poi una delle tre non era una caravella
) ai viaggi che hanno fatto...ma anche solo guardando i modellini del museo...mi chiedo sinceramente come hanno fatto...e da lì nascono la "magia" e il sogno...
Uno come me, che per passione ha approfondito la storia della navigazione partendo da quella Egizia del 2500 avanti Cristo fino ad arrivare a quella di oggi, rimane veramente stupito di ciò che è stato fatto..
E lo si è pagato con tragedie immani.. le navi da guerra del mondo antico, le famose triremi, quinquiremi ecc. erano navi fragili, tanto che in una tempesta ne affondarono circa duecento.. e non è stato certo l'unico caso..
Le Caravelle (di cui qualcosa diremo nel seguito, senza approfondire sia chiaro.. ) spesso erano quasi 'monouso', perchè all'arrivo della traversata erano distrutte, praticamente ci facevi una andata ed un ritorno..
I Vascelli nel loro periodo migliore erano navi che tenevano davvero il mare, ma i Clipper del secolo successivo invece per sfidare le onde osavano troppo e tendevano anche a ribaltarsi, perchè pensati per la velocità e posti in mano di gente che a volte non aveva il senso del limite..
Quanta gente è andata li sotto nei millenni? Purtroppo tanta.. ma è gente che in qualche modo ha creato il mondo dove viviamo.. non dimentichiamolo..
Un saluto..
Manlio