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Costa Victoria - Giallo Zafferano - 11 aprile - 2 maggio 2012

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Herminia con le tue parole e le bellissime foto hai reso perfettamente l'idea di Mumbai, grazie che ci porti virtualmente con te nei tuoi viaggi...
 
Woww splendido racconto!
Leggendo e vedendo le foto ti sembra di essere presente in quei luoghi, ti sembra di percepirne i profumi, gli odori etc...

Magnifico diario Herminia !

Continua ....... grazie
 
Mi ripeto Herminia, un diario ineguagliabile e speciale come speciale sei tu.
Ti abbraccio forte e continuo a seguirti con gioia.
 
Grazie ragazze! Facciamo un altro pezzetto di strada insieme?....


I piccoli negozi e i grandi centri commerciali ti attirano con un’infinità di oggetti: rotoli di tessuti, argenterie, tappeti e cascate di gioielli, lavorati con una finezza che si trova solo in India.

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Il loro richiamo è più forte di quello delle sirene di Ulisse.
Puoi legarti stretto all’albero maestro della tua volontà e della tua determinazione, ma in ogni caso, uscirai dai negozietti, sorridente e soddisfatto con una busta di plastica piena di articoli.

Più in là, in un altro quartiere, esili colonnine di fumo dell’incenso che brucia perpetuo nei templi, ti rapiscono e ti sequestrano al cospetto degli Dèi.
Shiva ti sorride, ti ammalia Parvati, e Brahma, dalle multi facce, ti guarda da ogni angolo, con i suoi occhi di fuoco.

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fonte vishvarupa.com

In un tempio indù diventi protagonista involontario di famose saghe, di antiche storie. Percorri il “viaggio” intrapreso dal saggio Ganesh, ti imbatti nelle battaglie sostenute da Arjuna e rincorri l’amore di Krishna insieme alle sue mungitrici.
Ad un certo punto, però, mi chiedo se inebriati dal profumo delle ghirlande di gelsomino e appannati dalle nebbie prodotte dall’incenso, queste divinità riescano a vedere Mumbai per davvero e a posare la loro mano benevola e misericordiosa su di essa.


Che giardino di delizie, che frastuono!
Giungo alla conclusione che l’indiano si senta vivo solo se produce fracasso, se mangia aglio persino a colazione, se cammina scalzo e giace con indifferenza in mezzo a montagne di immondizia.
Ma non posso evitare di pensare che egli si senta vivo anche quando si raccoglie in preghiera in templi che trasudano misticismo e quando si cinge il capo a festa in occasioni di festività e matrimoni.
La cerimonia di ricongiungimento degli sposi, ad esempio, è un trionfo incalzante di trombe e tamburi. E’ un’onda di esaltanti colori che si muove all’unisono verso il luogo dei festeggiamenti.
Le donne sfoggiano gli abiti più sfarzosi, si abbelliscono con ori e argenti, indossano le scarpe più lussuose.

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Lo sposo, agghindato come un principe moghul, siede trionfante su un cavallo bianco che lo porterà verso la sua amata, e tiene fra le braccia un bambino, a voler simboleggiare una vita di coppia felice e proficua.

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Una esile ragazza mi si para davanti e mi sorride. Desidera che la immortali all’obiettivo. Colgo i particolari del broccato purpureo che l’avvolge, l’hennè delicato che decora i dorsi delle mani.

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Mi chiedo cosa debba essere la sontuosa festa di Deepavali, la più importante e la più sentita fra le celebrazioni indiane, quando, alla luce di migliaia di cerini e fiori, si celebra la vittoria del bene sul male.
 
Ultima modifica:
stupendo il sari rosso ricamato! probabilmente quello con cui si è sposata la bella fanciulla.
Avrai, spero, fatto incetta di sari
:)
 
Stupende queste immagini di festa...lontane dalle nostre tradizioni ma così gioiose (molto più dei nostri matrimoni a guardare bene)...conosco davvero poco di questo paese e della sua cultura, ma sembra veramente un mondo affascinante.
 
Maria Cristina, magari fare incetta di quei favolosi sari.
Non facendo vita mondana, non saprei quando metterli. Si magari, durante un matrimonio o le cene di gala, ma poi resterebbero a prendere polvere nell'armadio durante il resto dell'anno.
Ne ho comprato uno molto bello un paio di anni fa su internet e lo metto solo durante le crociere., pensa te.
Diverso è il discorso con l'abito tradizionale vietnamita, Ao Dai, che metto tranquillamente anche per andare a fare la spesa
 
Herminia dal tuo racconto riesco a vedere i colori ma addirittura sentire gli odori....bellissime le immagini della festa...
 
Maria Cristina, magari fare incetta di quei favolosi sari.
Non facendo vita mondana, non saprei quando metterli. Si magari, durante un matrimonio o le cene di gala, ma poi resterebbero a prendere polvere nell'armadio durante il resto dell'anno.
Ne ho comprato uno molto bello un paio di anni fa su internet e lo metto solo durante le crociere., pensa te.
Diverso è il discorso con l'abito tradizionale vietnamita, Ao Dai, che metto tranquillamente anche per andare a fare la spesa

io li metto anche in città, quelli più semplici
e poi panjabi, tante :)
comodissime e freschissime.
Adoro questo diario, tra profumi e colori, rapisce l'anima e il cuore
sembra quasi di sentire un sitar in sottofondo
:))
 
Herminia, leggendoti ho l'impressione di star vedendo una fase di passaggio tra due mondi: per ora è forte la tradizione, la cultura e l'identità del vecchio mondo.. tra cinquanta anni? Spero che il tutto non si sia ridotto a Jeans, maglietta, matrimonio con invitati e super mangiata, con gli sposi su una Ferrari che fa bello..

Speriamo che i millenni non muoiano così..

In parte, ad es. a Roma, tanto di quello che esisteva cinquanta anni fa non c'è più, e molti neanche lo hanno capito..
E' questo il prezzo del progresso? Io spero di no, anche perchè non è vero che lo è, questo è il prezzo di una massificazione che serve solo ad un certo tipo di sistema di 'crescita'..

Ora so che se vengo in India respiro qualcosa di veramente diverso, di antico, con delle radici in cui posso vedere i principi Indiani che trattavano con Alessandro il Macedone, con i mercanti Romani, ed alla fine con Vasco de Gama, in una cultura che non ha conosciuto, come la nostra, lo 'strappo' di un Medioevo che ha davvero cambiato moltissimo..

Spero di venire lì e vedere qualcosa di vero, anche se mi dovrò sorbire lo strano miscuglio ricchezza povertà, pulizia e cattivo odore.. ma anche questo fa parte del mondo reale..

So che incontrerò il sorriso di un bambino, che nei ricami, negli ori, nell'architettura, vedrò il modo di sentire, insolitamente gentile per la nostra concezione, di un popolo millenario..

Non posso che dirti grazie!!

Invece vedo ora le poche foto di Vic.. ti ho invidiata, è vero.. dentro la 'mia' e la 'tua' Vic si ritrova l'armonia, scorre la calma, c'è un placido mare che ti carezza l'anima fuori e uno spirito che ti carezza dentro..

D'altra parte, se siamo il 'presidente' ed il 'vice' è perchè la 'sentiamo', come anima.. a bordo ci sentiamo 'accordati' con la nave..

Non è cosa da poco, pur bellissime Europa e Romantica non mi hanno fatto questo effetto..

Un po' Marina, ma non come.. 'lei'..

Lei è davvero in sintonia con il mio/tuo modo di sentire..

Un salutone!!
Manlio
 
Ora so che se vengo in India respiro qualcosa di veramente diverso, di antico, con delle radici in cui posso vedere i principi Indiani che trattavano con Alessandro il Macedone, con i mercanti Romani, ed alla fine con Vasco de Gama, in una cultura che non ha conosciuto, come la nostra, lo 'strappo' di un Medioevo che ha davvero cambiato moltissimo..

Spero di venire lì e vedere qualcosa di vero, anche se mi dovrò sorbire lo strano miscuglio ricchezza povertà, pulizia e cattivo odore.. ma anche questo fa parte del mondo reale..

So che incontrerò il sorriso di un bambino, che nei ricami, negli ori, nell'architettura, vedrò il modo di sentire, insolitamente gentile per la nostra concezione, di un popolo millenario..

Caro Manlio, ho scelto di visitare l'India avvalendomi di un tour operator locale. Cio' mi ha permesso di viverla e visitarla fino in fondo, fermandomi a contemplare, osservare ed entrare in comunione con quel lontano mondo, che per fortuna rimane ancorato alle proprie tradizione e ai propri credi.
Ciononostante, pero’, cio’ che vediamo oggi e’ solo un’ombra, un ricordo della grandiosa e misteriosa Aryavarta che vide la grandezza di Alessandro.
E’ triste pensare che i giovani indu’ istruiti nelle scuole superiori e nelle migliori universita’ , imparano a memoria la filosofia occidentale, diventano i miglior ingegneri matematici e informatici del mondo ma arrivano a trasformarsi in avidi materialisti e perdono ogni rispetto per la propria religione sino ad arrivare, talvolta, al limite dell’ateismo.
E’ l’effetto del Kali Yuga, l’eta’ delle tenebre, come la descrivono gli anziani indiani.
 
Facciamo un ultimo giretto per Mumbai?


Il lungo mare dona un ampio respiro alla città. La cappa opprimente di questa bolgia dantesca sembra affluire nelle acque dell’oceano indiano, propagandosi su di esso fino a scomparire nel suo orizzonte. Certo le spiagge non sono un sogno maldiviano ma danno un aspetto diverso, più “umano” a Mumbai.

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A bordo del nostro pulmino privato percorriamo una stradina che si inerpica sulla collina che costeggia palazzi e ville che farebbero impallidire le ricche dimore occidentali. Splendide bouganville si alternano a magnifici alberi di champa o frangipane, giardini pensili signoreggiano in questi strati più alti della metropoli, concedendo all’aria più respirabilità.
Dal parco Kamala Nehru si gode di una vista insolita della città. Non si scorgono i brutali contrasti che la caratterizzano. Non sembra neppure di essere in India.

Facciamo una sosta in un bel locale, dove assaporiamo una rinfrescante bevanda al mango, non prima di essere tagliuzzati dall’aria condizionata presente al suo interno.
Dalla finestra entra un esile raggio di sole che va a tracciare di netto il nostro tavolo per poi rimbalzare sui nostri bicchieri imbrinati dal ghiaccio.
Volgo lo sguardo fuori; la giornata volge quasi al termine.
Prima di far ritorno alla nave, la nostra guida ci accompagna a visitare il vicino tempio di Sri Sri Radha Gopinath Mandir, dedicato al Signore Krishna, uno fra i più venerati e amati del pantheon induista. C’è da rimanere stupiti a sentire quante similarità esistano fra la sua vita, le sue gesta e quella di Gesù, a cominciare dai loro nomi Krishna/Cristo.
L’ora rosa incipria la facciata del tempio finemente decorata e le colonne rigonfie che ricordano molto quelle del Taj Mahal.

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Salutiamo Mumbai con tre portentosi suoni di sirena. E’ come una sveglia capace di destarci al quotidiano, di svegliarci a noi stessi.
Sul ponte più alto del Victoria mi appoggio alla balaustra e, con il mento abbandonato sulla mano e lo sguardo perso sull’orizzonte, sorrido felice, ricordando questa giornata indescrivibile.
La brezza si alza sempre più, man mano che ci allontaniamo dalla costa.
Sento ancora il sapore del mango e del cocco sul palato;
l’odore del curcuma e del curry fra i miei capelli;
i miei abiti profumano di naga champa blu, il più sublime fra gli incensi;
negli occhi ho lo sguardo ammaliante dell’India, delle sue donne, e mi sembra di udire ancora “Namastè, namastè!”, pronunciato soavemente da un devoto di Krishna che mi saluta nella sua nobile tunica giallo zafferano.
 
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