no!! Rossore di guance!!
Ma quanti colplimenti immeritati, le parole del diario escono così come le emozioni e le foto... la macchina è buona, ho fatto un breve corso di fotografia, ma spesso anzi quasi sempre è il paesaggio a fare tutto, soprattutto in Grecia!!!
Visto che "storia " vi appassiona inserisco la tappa di Izmir!!
4 Maggio – Izmir – scavi di Efeso
“Arrivando ad ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più, t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti” (da “Le città invisibili” - Italo Calvino)
Eccoci in Turchia per noi è la prima volta!
La nave attracca ad Izmir, che oggi rappresenta il volto sorridente della multi cultura; la città ha ospitato le civiltà romana e bizantina, vi si insediarono Genovesi e Veneziani per commerciare, poi passò in mano ai Turchi, ma Inglesi, Francesi, Italiani ed Olandesi proseguirono con i commerci. Appaiono evidenti le varie identità che vi si sono stabilite nel tempo: levantina, ebrea e cristiana. Ha un clima mite e la brezza “imbat” che d’estate soffia dal mare, annulla il caldo afoso del sole.
La colazione mattutina è accompagnata dal lento attracco al porto, dove sono presenti l’Atlantica e la Pacifica.
Le previsioni annunciano cielo nuvoloso ma ci lasciano intravedere invece grandi sprazzi di sereno.
Abbiamo prenotato l’escursione agli scavi e ci accompagnerà una guida turca, il cui nome tradotto, “Unica Santa”, lascerà scorgere, sotto la sua “divisa professionale” un carattere allegro, solare, gagliardo e, da non sottovalutare, molto paziente!
La città antica di Efeso negli anni 100-200 d.C. era la città più popolata dell’Anatolia con i suoi 200.000 abitanti. Si dice che venne visitata da Cleopatra e Marco Antonio. Qui è passato Paolo nel suo impegno per diffondere il Cristianesimo e la credenza che la Madonna e San Giovanni trascorsero il loro ultimo periodo di vita, ne hanno fatto diventare un centro religioso, oltre a rappresentare un importante patrimonio culturale della Turchia.
La storia dell’insediamento più risale al 6000. a.C. secondo la leggenda venne fondata dal figlio del re Kadros, ma sembra che la sua fondazione sia ancora più antica, ricordata nei testi Ittiti, come Apasa capitale del paese di Arzawa.
Il tempio più grande del culto di Artemide, legato al rito di Cibele, la dea madre più antica dell’Anatolia si trova ad Efeso ed era considerato nel Periodo Classico, una delle sette meraviglie del mondo .
La città di Efeso che si visita oggi (la terza Efeso) venne fondata da Lisimaco, uno dei generali di Alessandro Magno negli anni 300 a. C. ed ebbe in epoca Romana il suo periodo aureo, poi divenne invivibile a causa di inondazioni che colmarono il porto costringendo la popolazione a stabilirsi intorno alla Basilica di San Giovanni. Gli scavi della vecchia città iniziarono nel 1895 ad opera del Museo di Efeso e dell’Istituto Archeologico Austriaco.
La breve sosta tecnica prima della visita agli scavi ci farà notare, in anticipo di un giorno su Istanbul, l’allegra e tollerata commercializzazione del “falso legalizzato”. Le marche contraffatte sono tranquillamente vendute, non solo nei bazar, ma anche nei negozi ….. (vedo male tale commercio nel caso di ingresso nella Unione Europea).
Per la visita al sito, di circa due ore e trenta, siamo partiti dalla zona a monte, per poterlo percorrere tutto in discesa.
Alcune guide partono dal basso e risalgono, perdendo il colpo d’occhio della Biblioteca di Celso dall’alto, facendo faticare di più i turisti, soprattutto nella stagione calda, visto che non esiste ombra sotto la quale ripararsi dal solleone e dalla canicola estiva! Per fortuna siamo a maggio, si sta bene al sole ed anche la luce non è fastidiosa né per gli occhi né per le foto !
A destra dell ingresso a monte si trovava l’ Agorà statale con l’Odeon, che venne costruito da un ricco abitante di Efeso nel II secolo, dotato di una copertura in legno con una capacità di 1400 posti. A fianco si trovano i resti del Prytaneion, importante luogo dal punto di vista religioso con l’altare di Vesta su cui ardeva un fuoco sacro perenne.
Ci siamo soffermati quindi presso il Tempio di Domiziano, dove era presente una colossale statua consacrata al culto.
Attraverso l’accesso alla Via dei Cureti, il colpo d’occhio alla facciata della Biblioteca di Celso (considerata la terza per importanza dopo quella di Alessandria e Pergamo) è di grande impatto emotivo. La biblioteca, che si trova nell’Agorà commerciale, venne costruita dal console Giulio Aquila a nome di suo padre, le cui virtù furono simboleggiate dalle statue inserite fra le colonne della facciata (la saggezza, la virtù, il giudizio e l’esperienza).
Lungo la via dei Cureti ci siamo soffermati ai resti della Fontana di Traiano, dove era collocata una enorme statua dell’Imperatore, bagnata dall’acqua che si raccoglieva nella grande vasca, quindi presso il Tempio di Adriano. Di questo tempio, costruito da Quintilio e dedicato all’Imperatore romano, sono rimasti solo il Pronao, il Timpano, la cella sacra ed alcune scene mitologiche nei fregi veramente belle.
Le Terme di Scolastica, signora romana che viveva ad Efeso della quale si narrano trascorsi ambigui e misteriosi, presentano in piccolo la classica divisione in vari ambienti presenti nelle terme romane
Dall’altra parte della strada si possono ammirare resti di mosaici e muri ricoperti di marmo facenti parte delle cosiddette “Case del pendio” appartenenti ai ricchi di Efeso.
Proprio di fronte alla Biblioteca di Celso all’incrocio con la Via del Marmo si trova la Casa dell’amore, le cui indicazioni sul pavimento della strada principale, (un piede sinistro ad indicare la direzione, un cuore ed il volto di donna ad indicare il resto), ad uso dei marinati e di tutti gli interessati, tutt’ora sono oggetto di “foto-ricordo” e risatine!!
Proseguiamo per la Via del Marmo e dopo i resti sulla sinistra dell’Agorà commerciale, arriviamo al grande Teatro. Costruito in epoca ellenistica sfruttando il pendio naturale della collina, con una capacità contenitiva di 24.000 persone, fu poi ricostruito al tempo dell’Imperatore Claudio e concluso nel periodo di Traiano, usato spesso per le lotte fra i gladiatori ed ora per eventi musicali e spettacoli estivi
Di fronte al teatro si staglia la Via del Porto, detta anche Via Arcadiana, costeggiata da colonne e dedicata all’Imperatore Arcadio, dove si svolgevano le principali cerimonie.
Nel sito la calma e la tranquillità che abbiamo vissuto nelle due isole, pur fra le più modaiole delle Cicladi, è veramente da dimenticare!
Frotte di pullman all’ingresso del sito, sia dei crocieristi, sia dei gruppi che normalmente in questo periodo di temperature sopportabili percorrono, in lungo ed in largo, i luoghi turistici della Turchia, riversando sull’area centinaia di persone!
Se si riesce a cancellare tutto il mondo esterno, se ci si concentra su questo luogo, su quello che è stato ed ha rappresentato, su queste vie dai nomi importanti, percorse da tante persone, ecco che antiche voci fanno a contraltare alle spiegazioni della nostra guida.
Le voci non solo dei personaggi famosi delle varie epoche legati ad Efeso, come Artemidoro, Eraclito, Apell., Chersifrone, ma voci familiari, di quella enorme massa di gente comune che viveva la città, così come noi, oggi, viviamo le nostre!
Per me è come percorrere qualcosa che, abitando a Roma, fortunatamente sono abituata a “calpestare” ogni giorno!
La sensazione è senza dubbio animata dal fatto che Roma ed Efeso, benché distanti più di 1500 chilometri, pur tenuto conto dei collegamenti dell’epoca, avevano i medesimi modelli culturali che venivano replicati ove possibile, in tutte le parti dell’Impero, soprattutto ad Efeso che divenne la capitale della provincia dell’Asia! Nel 2009 a Roma c’è stato un convegno proprio sulle affinità dei modelli culturali e sulle pitture delle due città nei primi secoli dopo Cristo!
Non mi sento in terra straniera, percorro queste strade, tocco questi ciottoli, ammiro i resti delle colonne, dei capitelli, delle statue, non mi danno più fastidio le centinaia di persone intorno e mi riempio di gioia!
Tutto quello che mi circonda lo riconosco come il mio patrimonio originario e mi sento a casa!
Il varco che conduce fuori dal sito ci riporta veramente alla realtà, fatta di fotografi locali che ti hanno seguito fra gli scavi (segnalati dalla guida) per fotografarti, dai quali volentieri acquistiamo due foto, al finto zafferano, che di zafferano ha solo il colore, ma che comunque acquisto per usarlo come decorazione sulle pietanze, insaporite però da quello “italico” vero, da tutto un corollario di soggetti umani, più o meno particolari che, ormai, in ogni luogo turistico sono entrati a far parte dell’indotto!
Rientriamo in pullman con il sospiro di chi avrebbe voluto restare ancora ma felici per aver percorso quegli antichi passaggi!
Lungo la strada del ritorno, dopo una sosta di 10 minuti in un negozio di specialità dolciarie e souvenir, la guida ci offre volentieri consigli per la giornata di “Istanbul fai da te” mentre, nell’avvicinarsi al porto un fortunale si abbatte sulla città!
Rientriamo in nave, chi ha preferito la visita ad Izmir, non sembra molto soddisfatto, chi invece, spinto da un fervore religioso ha voluto unire ad Efeso anche la casa della Vergine Maria, ha sacrificato una parte di Efeso, ma lo spirito ne avrà giovato.
Nonostante il tempo, da bravi ottimisti pranziamo sulla terrazza di poppa con specialità messicane, il buffet all’interno è troppo buio per i miei gusti, poi ci godiamo l’uscita dal golfo di Izmir.
L’ottimismo ha la meglio, il tempo migliora, ma usciti dal Golfo arriva un forte vento!
L’Atlantica, partita subito dopo di noi, con grandi strombazzamenti di sirene, ci supererà durante il percorso e la ritroveremo il giorno successivo ad Istanbul.
Nel pomeriggio dopo un po’ di sole con la “ventazza”, mi lascio convincere a provare una manicure con smalti semipermanenti, poi mi butto su palestra e bagno turco, saltando ovviamente lo spettacolo pre-cena! Solita assistenza con mano sulla spalla al Socio nei suoi rendez-vous al Casinò, poi, dopo la serata di ballo al Salone Tango e qualche dolcetto, iniziamo a scorgere l’ingresso nello stretto dei Dardanelli, fantastico!
Ci prepariamo ad affrontare l’approccio con Istanbul !