Re: Ecco MSC Fantasia!
Il commento di chi ne ha curato la realizzazione.
Gli architetti di “Fantasia”. De Jorio: «Un progetto moderno, mai banale»
«Sa qual è la cosa di cui sono più orgoglioso? La mia libertà. In tutta la carriera ho firmato 90 progetti nel settore civile e 210 in quello navale. Senza mai una raccomandazione, neppure la piccola segnalazione di un amico. Anche l’incontro con Gianluigi Aponte è stato casuale. Ci siamo conosciuti a bordo di una nave Grimaldi, a Monfalcone. “Mi hanno parlato molto bene di lei”, mi disse. Mai più avrei pensato di poter essere incaricato , da lì a breve, di disegnare le sue navi ».
Giuseppe De Jorio, assieme ai figli Vittorio e Marco, è l’uomo chiamato dalla famiglia Aponte a “dare un’anima” alle navi della flotta crociere di Msc, comprese l’ultima nata, la “Fantasia”. Architetto di fama internazionale, De Jorio vive ancora oggi, a distanza di otto anni dalla prima esperienza con il mondo delle crociere Msc, la sua come una missione a favore dell’italianità. «Se mi chiede che cosa c’è dentro una nave come questa - racconta, nel suo studio di piazza della Vittoria - , le rispondo senza pensarci due volte: c’è la nostra cultura umanistica. “Fantasia” è la naturale conseguenza di un’esperienza di vita profondamente radicata in ognuno di noi. In questa nave, che è davvero una nave straordinaria, possiamo trovare l’architettura, i paesaggi, le bellezze naturali del nostro Paese. C’è, insomma, tutto il nostro patrimonio culturale».
Un lavoro «molto complesso», come spiega il figlio Marco, «concluso in due anni e mezzo, quando in realtà avremmo avuto bisogno di almeno 38 mesi. Per avere un termine di paragone, per progettare la Queen Mary sono stati necessari cinque anni. Come posso definire la “Fantasia”? Una nave di grande personalità, assolutamente moderna, di tendenza ma non banale. È una nave raffinata, concepita per soddisfare il passeggero in ogni momento e in ogni ambiente, senza cadere mai nel kitsch. Non abbiamo voluto stupire con scenografie aggressive, non era questo il nostro obiettivo e non era questa l’intenzione dell’armatore». Eleganza soft, non pacchiana. «Perché non è vero - sorride Giuseppe De Jorio - che la gente che va in crociera vuole a tutti i costi ritrovarsi a Las Vegas. Non lo vogliono né gli statunitensi, né gli europei. L’idea che una nave debba choccare i passeggeri deriva da anni di monopolio americano, ma non è assolutamente attendibile. Da questo punto di vista, penso che Aponte abbia avuto un grande merito: quello di avere riportato la persona, il cliente, al centro del progetto della nave, e non viceversa. È, banalmente, una questione di rispetto del cliente».
Per arrivare alla versione finale di “Fantasia”, De Jorio e i suoi collaboratori (un team di professionisti dell’età media di 35 anni) hanno utilizzato oltre 1.200 tavole: «La progettazione di una nave da crociera è un’attività difficilissima, a differenza di quanto sostengono molti dei miei colleghi architetti, che considerano di second’ordine, quasi di serie B, l’esperienza nel settore navale. Posso affermare, senza timore di essere smentito, che la complessità di un lavoro come questo non ha eguali nel settore civile. Per questo motivo sono orgogliosissimo del mio lavoro. E credo che anche la signora Aponte, che segue passo dopo passo la nascita delle navi Msc, possa dire lo stesso».
Francesco Ferrari
(da Shippingonline)