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La crisi colpirà le crociere ?

Ma Felix, e dopo non sgridarmi ;) ;), ma il titolo è "La crisi colpirà le crociere", mica "Dopo il 13 gennaio la crisi colpirà le crociere".

Che le commesse di navi siano diminuite è bene evidente che è una situazione esistente ben prima l'episodio di Concordia, ma pur sempre legata ad uno stato generalizzato di crisi economica. Costi di materie prime, di finanziamenti, di euro troppo forte, Arison più volte dichiarò che non era più conveniente pagare le costruzioni in euro e di aspettare tempi "migliori". Situazioni politiche che hanno provocato mutamenti nelle programmazioni, con costi che hanno inciso pesantemente nei bilanci delle compagnie, aumento considerevole del petrolio e di tutti i suoi derivati. Tutto ciò prima del 13 gennaio e già allora si parlava di crisi.

Poi è arrivata la mazzata di Concordia, con un lungo periodo buio, che secondo le dichiarazioni dei media, ma non solo, avrebbe potuto mettere in forse la stessa esistenza della "C".

Le voci che correvano all'interno della Compagnia e negli ambienti di riferimento, come quasi sempre succede, erano ben più pesanti, peggiori ed oscure di quelle degli organi di informazione.

Sicuramente tre quattro mesi fa regnava il pessimismo e se non il pessimismo almeno una sorta di preoccupazione, almeno da parte mia, proprio in funzione di queste voci, del calo vertiginoso di prenotazioni e aumento di cancellazioni; quali erano le notizie positive in quei giorni? Ben poche, se non nessuna.

Certamente non son preoccupato ora del fatto che il mercato si stia riprendendo, anzi, solo che mi piacerebbe capire se si tratta di una ripresa vera o di una ripresa condizionata e pilotata e/o legata a prezzi al limite del margine di profitto.

Da quello che a volte si sente, da una parte indici di prenotazioni in crescita esponenziale, dall'altra notizie di qualche nave mezza vuota: anche qui nel Forum mi sembra che qualcuno abbia postato di recente notizie di prezzi stracciati e di navi mezze vuote. Dove sta la verità?
 
Se poi ci fermiamo a riflettere, stiamo parlando di una "contrapposizione di idee" (le mie e quelle di Lorenzo specialmente) che..quasi non esiste...
... io non dò torto a Lorenzo o a Rodolfo per i concetti che hanno espresso (incentrati principalmente sui prezzi)....
In cosa differiamo? Nella chiave di lettura.
Se ho interpretato bene, per loro è il manifestarsi della crisi.
Per me, l'andamento dei prezzi (e la risposta del mercato con il riempimento delle navi) rappresenta l' "anticorpo" alla crisi. Anticorpi sviluppati da un business "strutturalmente forte" ed in crescita come quello delle crociere, anticorpi che altri settori non sono stati in grado di produrre (e la gente viene licenziata, e le aziende chiudono, e le borse crollano, tranne Carnival e pochi altri).
Quindi, per alcuni questo è un segno di debolezza, per me è esattamente il contrario, è un segno di estrema forza del settore.
Ciao Felix.
Sono perfettamente d'accordo sulla tua affermazione "estrema forza del settore".
Però, quanto potrà durare? E' questa la domanda che Lorenzo, Tano, Rodolfo ( e io...) si pongono.
Diciamo che il settore crocieristico, nei precedenti anni di "boom", con utili consistenti, ha potuto mettere fieno in cascina, investire nel marketing, in nuove navi, in tecnologia eccetera, tutto un lavoro che continua a dare i suoi frutti, nel medio-lungo termine.
I prezzi ad oggi applicati, potranno continuare a permettere questo trend? Secondo me no, perchè sono bassi, sufficienti solo a coprire le spese di gestione e a far viaggiare le navi (più o meno piene...). Quello che mi preoccupa è il fatto che, per quanto poco ne so ma che posso intuire, non si creano per le Compagnie ulteriori margini che prossimamente potrebbero permettere un aumento di qualità di servizio a bordo, costruzioni di nuove navi, refitting accurati di quelle tuttora in servizio...

E' come una squadra che disputa un campionato: se nel girone d'andata va forte, in quello di ritorno se segna il passo per infortuni o altro può comunque ambire ad arrivare in fondo prima in classifica: ma nell'industria crocieristica (...e non solo...), il campionato non finisce mai...!!!
 
Lorenzo, Felix parte nelle sue affermazioni da una disamina dei dati forniti dalle Compagnie nei loro report trimestrali. Lui si basa, per mestiere, su questi dati per sostenere le sue conclusioni. Un conto è interpretare dei dati certi, un conto è, come faccio anche io, che non li so leggere in maniera corretta ed analitica, basarsi su sensazioni.

Come vedi anche in questo momento le indicazioni che compaiono nel nostro Forum sono contrastanti; proprio ora stiamo rispondendo che le navi viaggiano a pieno carico, ma che i prezzi sono elevati, mentre qualche giorno fa le navi sembravano viaggiare mezze vuote a prezzi stracciati, al limite o sotto il margine del profitto.

In effetti anche in questo argomento, bisognerebbe che rispettassimo una certa norma, io compreso, che parla di dati certi che accompagnano le nostre affermazioni. In realtà ciò non avviene; ripeto si parla solo per sensazioni o per sentito dire.

E' evidente che poi ciascuno di noi porta avanti le proprie convinzioni, sulla base di quello che percepiamo e delle notizie che compaiono sui media, queste ultime non sempre coerenti e spesso altalenanti.

Io spero che la ragione stia dalla parte di Felix; vedere questo mondo in crisi non sarebbe almeno per me, un aspetto piacevole, tutt'altro. Credo che quando ci leggerà, potrà rispondere e illustrarci come arriva alle sue conclusioni, positive, per il prossimo futuro.

Non credo che Felix possa essere accostato all'"altro"; lui non ha alcun interesse a "venderci" delle interpretazioni che non rispondono a verità.

In ogni caso vedremo, in fase di bilancio, come si concluderà questo 2012 che per crisi, extra crociere, e incidenti che hanno invece coinvolto il comparto in misura diretta, si sta o ...stava manifestando come un anno particolarmente difficile. Ciao Lorenzo.
 
La seconda considerazione riguarda il prezzo: giusto quello che sostieni, tanto è vero che le compagnie ci tengono particolarmente a parlare di "offerte", che per definizione hanno carattere di "temporaneità". Per cui, si tengono la porta aperta per successivi futuri rincari.

non penso a un futuro rincaro, magari meno offerte si. non dimentichiamo che per le crociere, i prezzi si stanno abbassando da vari anni. in più con una forte concorrenza nel mediterraneo, oltre alla sciagura Concordia. di solito, dopo ogni crisi le aziende più dinamiche e solide rafforzano il loro mercato. i grandi gruppi croceristi sono avvantaggiati nei confronti di una azienda tradizionalmente "immobile", non hanno bisogno di delocalizzare per essere competitivi. perciò la crisi la "combattono" in modo diverso, se intuisco bene i gruppi navali continuano a "tagliare" i servizi, non so dei carburanti, ma il petrolio con le crisi generalmente costa meno.insomma il mondo crocieristico è per antonomasia globale. questo è solo la mia intuizione, senza niente in mano.
 
Post 304 di questo stesso argomento, che comunque ti riporto


http://shippingonline.ilsecoloxix.it...stengono.shtml

Si parla di ritorno di prezzi alla normalità, con un ritorno al profitto; cosa altro può significare se non un loro adeguamento verso l'alto dopo la campagna di riduzioni ed offertemesse in campo per arginare la caduta di prenotazioni conseguente all'incidente?
 
meno male che ho gli occhiali......pero' è anche vero che da un po' di anni a questa parte i prezzi sono sempre calati, e le compagnie di crociere essendo per definizione "globale" e magari con le "spalle larghe" possono gestire la cosa con piu' dinamismo e aggredire il mercato
 
C'è gia stato un noto capo del Governo che diceva che la crisi non esisteva, poi abbiamo visto che fine abbiamo fatto....

ci son stati capi del governo che negli ultimi sessant'anni non parlavano mai di una questione così plebea come i soldi (le colpe son di tutti e non dell'ultimo arrivato) e siamo arrivati a vendere anche la Costa Crociere alle multinazionali.
Per adesso la Ferrari resiste, ma fino a quando?
Io ricordo il lusso della prima classe sulla LLoyd Triestino e lo paragono a quello che si vede oggi sulle navi : a furia di adeguarci verso il basso si è persa di vista la qualità.
Non è solo una crisi di soldi perchè le crociere a basso costo e quelle "bambini gratis" praticamente costano come una settimana al mare : è una crisi di fiducia, ovvero, potrò permettermi lo stesso tenore di vita tra sei mesi o l'anno prossimo?
Chi ha le "spalle larghe" o, come me, ha "già dato" e quindi può contare (IMU permettendo ) su una relativa tranquillità di entrate, non risente molto della crisi.
Chi era già in bilico, ovviamente, arrivata la crisi - che non è cominciata in Italia, ricordiamocelo - si trova a dover fare i conti con il rischio non solo di non andare in vacanza ma nemmeno di arrivare a fine mese.

E le crociere come viaggio di nozze hanno di nuovo preso piede mentre prima era solo una cosa "da ricchi"
Quindi - secondo me - crisi relativa o meglio una presa di coscienza che non basta tirare fuori la carta di credito o fare "lo scianchèt *" (l'assegnino) : bisogna pianificare entrate e uscite e non fare il passo più lungo della gamba.
E questo vale anche per le compagnie di crociera : ben venga un aumento dei prezzi che riporti il mercato verso una qualità che negli ultimi anni è andata sempre calando.
E ben vengano i restyling (La vecchia Romantica è diventata un bijoux :-) ) che differenzino l'offerta del prodotto e la costruzione di nuove navi (quase tutte made in italy) che porta lavoro per tutti.
Quanto alla concorrenza tra compagnie di crociera, sempre secondo me che sono un ignorante, ognuno sceglie quella più adatta ai suoi gusti ed evita altre.
Ciao Lorenzo :-), abbraccione
 
Ultima modifica:
Ciao Felix.
Sono perfettamente d'accordo sulla tua affermazione "estrema forza del settore".
Però, quanto potrà durare? E' questa la domanda che Lorenzo, Tano, Rodolfo ( e io...) si pongono.
Diciamo che il settore crocieristico, nei precedenti anni di "boom", con utili consistenti, ha potuto mettere fieno in cascina, investire nel marketing, in nuove navi, in tecnologia eccetera, tutto un lavoro che continua a dare i suoi frutti, nel medio-lungo termine.
I prezzi ad oggi applicati, potranno continuare a permettere questo trend? Secondo me no, perchè sono bassi, sufficienti solo a coprire le spese di gestione e a far viaggiare le navi (più o meno piene...). Quello che mi preoccupa è il fatto che, per quanto poco ne so ma che posso intuire, non si creano per le Compagnie ulteriori margini che prossimamente potrebbero permettere un aumento di qualità di servizio a bordo, costruzioni di nuove navi, refitting accurati di quelle tuttora in servizio...

E' come una squadra che disputa un campionato: se nel girone d'andata va forte, in quello di ritorno se segna il passo per infortuni o altro può comunque ambire ad arrivare in fondo prima in classifica: ma nell'industria crocieristica (...e non solo...), il campionato non finisce mai...!!!

Ciao Gabriele, prendo spunto da questo tuo interessante post per approfondire ( e rispondere in parte anche a Rodolfo), con una chiave di lettura più analitica rispetto alla mia precedente, i numeri ufficiali del primo semestre di una grande compagnia come Carnival.
Gabriele, tu poni una questione importante e centrale, riporto testualmente: quanto potrà durare questo trend di bassi prezzi utili solo a coprire le spese di gestione?
Vero quello che affermi, a lungo andare i bassi margini non potranno creare risorse per nuovi sviluppi ed investimenti (oltre al miglioramento del servizio).
Ma tu utilizzi in maniera assolutamente appropriata una parolina "magica" che nasconde tanti significati : TREND.
Torniamo alle cifre del PRIMO SEMESTRE CARNIVAL. Che idea possiamo farci?

Se guardiamo solo il semestre, nonostante Carnival si salvi con il fatturato, dal punto di vista del margine e' una quasi debacle.
Ma le cifre vanno interpretate, ed i TREND valgono di più delle cifre stesse.
Se analizziamo solo il Q2, il trimestre più recente per intenderci, e facciamo un confronto con l'anno precedente, se ne deduce che:

- L'utile è calato di 192 milioni di dollari. Di questi, ben 145 sono dovuti al rincaro del fuel (evento al di là della crisi, evento che si è già manifestato in misura maggiore in passato, evento che si ripeterà anche in futuro quando ci sarà la ripresa, anzi, a maggior ragione si verificherà quando l'economia riprenderà a crescere).
La perdita secca si riduce quindi a 47 milioni di dollari (assolutamente sostenibile)

- Se facciamo un'analisi di redditività operativa, scopriamo che il margine operativo (quello che deriva direttamente dalle attività di bordo, dalle navi) è calato SOLO di 26 milioni di dollari.

Quanto pesa questo calo della redditività operativa, in proporzione al volume d'affari generato?? Solo lo 0.5%
(redditività operativa Q2 2011 pari al 7,7%, redditività operativa Q2 2012 pari al 7,2%)!! Solo uno 0.5-0.6%!!
Un dato che ritengo decisamente straordinario, dato il contesto sfavorevole.

Cosa ne deduciamo? Che il primo trimestre è stato uno schifo per Carnival, nel secondo trimestre invece, nonostante la politica dei prezzi (che sono al ribasso si, ma non sono di certo prezzi di "svendita" perchè i passeggeri sono aumentati dello 0.2% ma il fatturato è calato SOLO di 80 milioni di dollari) la redditività operativa è calata solo dello 0.5%!! Ed il trend è in enorme ripresa!!
Vuol dire che ci sono ancora spazi, vuol dire che si intravede la fine del tunnel.
Da questo deriva il mio ottimismo.
L'impatto negativo, nei bilanci annuali di Carnival sicuramente ci sarà (per effetto del disastroso primo trimestre), ma tutti i macroindicatori di bilancio nel secondo trimestre sono "sani", e ci sono ancora altri due trimestri che se confermassero o superassero l'andamento del secondo, farebbero si che lo scenario cambi con forti ed ulteriori elementi di positività.
Questa la mia opinione, attendiamo Q3 e Q4, e poi aggiungeremo altre valutazioni.

Un saluto
 
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Per Carnival cosa intendi:
CCL & PLC USA?
CCL & PLC UK?
CCL & PLC USA e UK)?
Carnival Cruise Lines?

PS: la crisi non è, per me, partita tre anni fà. La crisi è partita quando i posti di lavoro statali sono diventati più di quelli privati.

PS2: il debito pubblico non è tutto a carico di Berlusconi e/o Prodi.

PS3: ma qualcuno sa i tempi di pagamento di fatture da parte della PA? E adesso da parte delle Multinazionali (e non solo) che devoni prendere i soldi dalle PA e dovrebbero ridarli alle piccole imprese Italiane?

PS4: sapete che io fra dieci giorni pagherò le tasse sulle fatture di Giugno 2012 e se andrà bene i soldi li prenderò (sempre che l' azienda intermedia tra la mia e la PA non sparisca con tutto il salvadanaio, riaprendo sotto altro nome e rimettendosi tra la PA e "noi") a Giugno 2013!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Ci sono fior di studi e di analisi che dimostrano che questa tua affermazione è tutt'altro che banale...anzi...

Ciao Fayruz

C'è gia stato un noto capo del Governo che diceva che la crisi non esisteva, poi abbiamo visto che fine abbiamo fatto....

Lorenzo, l'affermazione di Fayruz, confermo, è tutt'altro che banale.

Alla base di ogni finanziaria da parte dello Stato, c'è un modello econometrico molto complesso.
Un modello econometrico è un "sistema" di "equazioni simultanee" (centinaia di migliaia) che ha lo scopo di simulare gli scenari economici del paese a fronte delle politiche economiche adottate dai governi.
Da questa mia affermazione, si potrebbe dedurre che essendo un modello econometrico "un sistema matematico" perfetto, le simulazioni effettuate siano "perfette".

Ed invece no, niente di più sbagliato. Perchè? Perchè alcune variabili introdotte nel modello, nella realtà, possono "comportarsi diversamente".
Una di queste variabili "chiave", e di difficile determinazione "a priori", è la propensione media al consumo.
Questa misura la "voglia" di ognuno di noi di spendere in relazione a variazioni del proprio reddito.
L'importanza di questa variabile è scontata, perchè implicitamente "misura" l'impatto sul PIL (i consumi hanno effetto sul PIL) di una politica fiscale aggressiva.

Il concetto è: se io Stato dovessi aumentare le tasse di un X%, aumentando le entrate fiscali, ma rendendo tutti più poveri, come si tradurrebbe il tutto in termini di calo di PIL e quindi di minor ricchezza del paese (che in parte và quindi ad erodere le maggiori entrate fiscali conseguenti all'aumento delle tasse?)
Se la propensione al consumo è alta, l'impatto di maggiori tasse sarà limitato. Se la propensione al consumo è bassa, le maggiori entrate fiscali a seguito dell'incremento delle imposte verranno "spiazzate" da un crollo del PIL e da un crollo degli imponibili fiscali.
L'econometria misura tutto questo.

Bene, è dimostrato che in periodo di crisi finanziaria, anche chi non rischia il posto di lavoro, anche chi non vede diminuire il proprio reddito, vede diminuire comunque la propria propensione al consumo (senza valide ed effettive motivazioni).
Perchè? Perchè entra in gioco un aspetto di insicurezza sul futuro che coglie anche chi ha certezze sul proprio futuro. C'è quindi una reazione "psicologica" alla crisi che può quasi paragonarsi ad un "effetto contagio", per cui la crisi contrae i consumi anche di chi in crisi non è.

Ovviamente, la difficoltà sta nel misurare questo aspetto psicologico ed inserirlo nelle equazioni del modello econometrico.
Così però si spiegano le dichiarazioni iper-ottimistiche di quel noto capo di Governo citato da Lorenzo.
L'obbiettivo era quello di "diffondere" ottimismo per cercare di neutralizzare in parte la depressione della nostra propensione al consumo (non entro nel merito se facesse bene o male nel farlo, ma questa è la spiegazione logica della politica comunicativa di quel noto capo di governo).

Sulla base di quello che ho scritto, ecco che le affermazioni di Fayruz, assumono importanza determinante e sono tutt'altro che banali.
Mi scuso per il prolungato OT.

Un saluto

P.s.: Lorenzo, sostenere che la crisi avrà un impatto limitato nel mondo delle crociere, non equivale a dire che la crisi non esiste.
Giusto per chiarire. Io questo non l'ho mai sostenuto.

Ciao
 
Ultima modifica:
Felix, ho letto i tuoi interventi con molta attenzione, sono chiari e appropriati.
Faccio mio il tuo ottimismo, speriamo bene!

Fin qui, però, abbiamo solo accennato altri fattori importanti che riguardano specificatamente il mondo dello shipping: ad esempio, le normative fiscali dei vari Stati dove le navi sono registrate; i finanziamenti concessi alle Compagnie per la costruzione di nuove navi; le nuove norme SOLAS sulle navi più datate, che limitano il mercato dell'usato tra le Compagnie crocieristiche...ho elencato così, di getto, senza approfondire, ma sono fattori che impattano notevolmente sui bilanci, sulle plus e minusvalenze delle Compagnie. E, in tempo di crisi, diventano ancora più importanti.
 
Verissimo Gabriele.
I fattori da te elencati sono "potenziali" elementi di criticità per la marginalità delle compagnie (al pari del fuel). Fattori che esulano dalla crisi , ma fattori che se contestualizzati con la crisi possono "contribuire" ad un ulteriore debolezza dei margini.
Basti pensare a quanta enfasi in passato, da un punto di vista comunicativo, Carnival abbia dato alla vendita di Marina (con relativa minusvalenza, sebbene pesasse relativamente poco nel bilancio consolidato 2011), e, sempre in merito a Costa/Carnival, ipotizzerei che una minusvalenza la generi anche l'alienazione/demolizione di Allegra nel bilancio 2012.
Ma finchè le compagnie genereranno cash dal business, nel breve non mi preoccuperei più di tanto di cali di marginalità.
E qui mi ricollego al tuo discorso iniziale: per quanto tempo si potranno sostenere questi cali?
E' evidente che il perdurare di una situazione di sotto-marginalità nel medio/lungo periodo influenzerà anche il cash (e quindi investimenti, oneri finanziari etc.).
Ritengo però che le recenti notizie (lettura dei dati economici del report Carnival soprattutto con riferimento all'ultimo trimestre) e la conferma della SuperCosta per ottobre 2014 e voci di conferma dell' opzione per il 2015 per la SuperCosta2 (al di là dell'accesso a finanziamenti agevolati) diano un quadro della situazione economico/finanziaria che volge al "quasi-sereno" in prospettiva.
Vedremo nel proseguio dell'anno se tutto ciò verrà confermato, speriamo.

Un salutone!
 
Ultima modifica:
per le partenze da Civitavecchia (non solo RCI...) da metà Luglio ad inizio Agosto non si trovano cabine triple libere (se non Suite).
 
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