ATTENZIONE: anche in questo passaggio sarò costretto ad usare alcune foto di qualità non eccelsa, tratte dai fermo immagine del girato con la telecamera. Mi scuso di questo con tutti i lettori.
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Yildirim, poi, ci conduce all’ingresso della Sala del Tesoro, dove sono custoditi tutti gli oggetti più preziosi appartenuti ai sovrani, gioielli veramente unici al mondo che vanno dalle coppe e vasi ricoperti di oro e perle, sino a troni d’ebano ornati da smeraldi, rubini e madreperla; dal famoso pugnale Hançer con fodero d’oro ricoperto di diamanti sino ad una culla per neonati realizzata interamente in oro massiccio e pietre preziose!!!
Ma a parte questi oggetti, già di loro, di “poco conto” (si fa per dire, ovviamente...
), ci attardiamo con la bocca spalancata ad ammirare in modo particolare l’oggetto più prezioso (e più famoso!!!) della collezione: il celebre diamante a goccia “spoonmaker” (in italiano “diamante del fabbricante di cucchiai” o "Kaşıkçı Elması", in turco). Il diamante è così chiamato in quanto pare sia stato ritrovato casualmente da un povero intagliatore di cucchiai in legno. E’ attualmente considerato il quarto diamante più grande del mondo, dall’alto dei suoi 86 carati!!!!
Foto?? Non se ne parla neanche!! E' già tanto che mi abbiano fatto liberamente accedere all'interno senza chiedermi di depositare le mie apparecchiature fotografiche...
Tuttavia, non potevo esimermi dal mostrare a chi non lo conosce, questa preziosissima meraviglia. Ma... purtroppo dovremo necessariamente ricorrere a Wikipedia ed accontentarci di quel che offre la Rete!!
Il celebre diamante del "fabbricante di cucchiai" o "spoonmaker's diamond": 86 carati di pura meraviglia!!
Yildirim ci fa infine visitare alcune stanze private del sultano, non ultima, la "Sala del Trono", ove spicca un sontuoso letto/divano (non saprei come definirlo meglio) a baldacchino.
Qui stavolta, trovo un custode un po’ più comprensivo che mi permette di scattare una foto al volo col cellulare… non il massimo, ma sempre meglio che niente!!
La "Sala del Trono" in uno scatto "rubato" con il cellulare: qui il Sultano riceveva le delegazioni e gli ambasciatori in arrivo presso il Palazzo e con loro si intratteneva in colloqui riservati. Resi ancora più tali dal fatto che le mura della sala erano DOPPIE (e quindi mascheravano opportunamente i dialoghi) mentre lo sciabordio dell'acqua della fontana esterna rendeva comunque inintelleggibili i discorsi...
Alla fine, del percorso, sbuchiamo su un loggiato da cui si gode un panorama mozzafiato sul “corno d’oro”: l’occhio si perde in lontananza sul “ponte di Ataturk” e sulle navi ed i battelli che solcano il Bosforo senza soluzione di continuità.
Uno spettacolo indescrivibile...
Dall'esterno della "sala del Trono", si spunta su una terrazza da cui si gode un panorama mozzafiato sul "Corno d'Oro" e sul Bosforo.
Close-up sul "Corno d'Oro" e sul "Ponte di Ataturk" che congiunge idealmente l'Asia con l'Europa.
Usciamo dalla sala del Tesoro e troviamo Yildirim, che nel frattempo, era momentaneamente “scomparso” lasciandoci liberi di visitare autonomamente e in tutta calma questa ala del Palazzo per una ventina di minuti, che ci attende all’uscita con il suo oramai familiare sorriso gioviale. Ci chiede se ci è piaciuta la sala del Tesoro e, naturalmente, i commenti entusiasti si sprecano.
A quel punto, Yildirim ci sorprende con una prima cortesissima ed inattesa “attenzione”: ci riunisce nell’atrio antistante l’ingresso della Sala del Tesoro e regala ad ognuno di noi un piccolo amuleto in vetro.
Una inattesa sorpresa da parte di Yildirim, che regala ad ognuno di noi un oggetto misterioso...
E’ una minuscola spilla. Ed ha la curiosa forma di un occhio azzurro.
Yildirim ci dice che quello è il portafortuna più famoso e diffuso in tutta la Turchia. Si chiama “Occhio di Allah” e possiamo paragonarlo un po’ alla stregua del caratteristico “cornetto“ rosso, comunissimo nella tradizione napoletana e, più in generale, Campana. Sì, insomma… quell’oggetto serve in particolare a combattere il “malocchio”!!
L’ ”occhio di Allah” o “occhio blu” è infatti il più noto e diffuso portafortuna turco. E’ un amuleto in vetro che riproduce un occhio incastonato su uno sfondo blu, colore che, secondo la tradizione popolare locale, assorbe gli sguardi negativi e scaccia il male.
Yildirim ci spiega che l’occhio di Allah è diffusissimo in Turchia dove i suoi abitanti ne hanno almeno uno in casa, uno in auto e uno disegnato sui vestiti o indossato come monile o come spilla (come nel nostro caso). L’amuleto rappresenta uno dei souvenir più commercializzati e venduti in Turchia, ma è anche un segno di gratitudine ed ospitalità che, tradizionalmente, i turchi, regalano spontaneamente ai turisti per augurare loro buona fortuna.
Questa piccola attenzione della nostra guida ci commuove. E rafforza ancora di più la nostra stima nei suoi confronti.
L' "Occhio di Alah", tradizionale portafortuna turco, regalatoci a sorpresa dalla nostra guida Yildirim.
Prima di uscire dal Topkapi, Yildirim ci fa ammirare la bellezza dei giardini e la maestosità delle piante plurisecolari ivi presenti, tra cui spicca uno splendido larice (??) di ben 500 anni di età, che quasi accoglie tutti e nove i membri del nostro estemporaneo gruppo di viaggiatori, all’interno del suo tronco scavato dal tempo ed annerito da un incendio. Incendio che lo ha gravemente danneggiato (ricreando questa specie di “caverna” annerita all’interno del tronco), ma non certo ucciso.
Poi ci concediamo un’altra foto ricordo tutti assieme, davanti ad una splendida aiuola fiorita.
Qui un cortese addetto ad un chioschetto mobile si offre gentilmente di scattarcela… pardon… di “scattarcele”, giacché seduta stante si ritrova appioppate tra le mani non meno di 5 o 6 macchine fotografiche e telefoni cellulari diversi!!!...
Il ragazzo non batte ciglio e anzi, divertito, scatta foto a raffica cambiando le apparecchiature con estrema velocità. Il nostro “grazie” corale e sincero ed una vigorosa stretta di mano, gli bastano in segno di riconoscenza per il piccolo favore...
Dopodiché ci avviamo verso l’uscita.
Usciamo dal Topkapi un po’ frastornati da tutto quello che abbiamo visto.
Yildirim ci fa attraversare di nuovo il Gülhane Parkı che costeggia la parte posteriore della Basilica di Santa Sofia ed in cui sorge anche la Chiesa di Santa Irene, un tempio sconsacrato utilizzato, data la sua acustica eccellente, come sala da concerti.
Mentre passeggiamo ci fa notare che sulla destra del parco si trova una struttura molto speciale: ci dice essere la antica “Zecca Imperiale” dei Sultani. Che, in pratica, consentiva loro di stampare liberamente carta moneta.
La "Zecca Imperiale" del Topkapi.
Sulla nostra sinistra invece ci fa notare un piccolo portone, dall'aspetto semplice, ma con una scritta in oro zecchino che lo sovrasta. Ci spiega che quello era invece l'ingresso dell'ospedale/infermeria del palazzo...
Il portone di accesso alle infermerie del Topkapi.