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MSC Magnifica - 13-20-Luglio 2015 - Mediterraneo Orientale - Grecia-Turchia-Croazia

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Sì, in effetti credo possa essere stato un problema tecnico soggettivo dovuto alla linea o alla necessità di "scaricare" fisicamente nella cache del computer le varie foto linkate (per cui, in questi casi, basta dare un semplice "refresh" - tasto F5 - per ricaricare la pagina) ed il problema si risolve da sé.
 
Bellissima Istanbul..peccato per l'attentato ricevuto.......io andai con la divina nel 2012...belle foto!

Ciao travellera.
Condivido: per me Istanbul è stata una delle mete più belle (comunque la più affascinante e "misteriosa) che abbia mai visitato in vita mia.
E grazie infinite per il tuo apprezzamento.
 
Dallo "Stradun" si diramano numerose strade secondarie che proseguono infilandosi in svariati e caratteristici vicoli minori, spesso e volentieri caratterizzati da infinite e coreografiche scalinate composte da centinaia di gradini che si inerpicano verso i vari quartieri della città.


Dallo Stradun si diramano varie strade laterali, spesso ugualmente belle e caratteristiche con la loro pavimentazione in pietra.
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Uno dei tanti piccoli budelli che intersecano gli assi cittadini principali e finiscono ai piedi di alte scalinate composte anche da diverse centinaia di gradini che portano nei quartieri più alti di Dubrovnik.
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Quello che mi colpisce dello Stradun è l'aspetto lucido quasi a specchio delle pietre di cui è rivestito il fondo stradale. Max ci spiega che in origine, la pietra non era certo così lucida, tutt'altro. Quella particolare "lavorazione" è dovuta solo ed unicamente al calpestio incessante delle persone che nei secoli hanno percorso senza soluzione di continuità la strada, consumando le pietre e rendendole in un certo qual modo, così lucide. In effetti, se si osserva con attenzione il lato della strada, ci si rende conto che solo la parte più centrale di essa è così lucida, mentre le parti meno "calpestate" sono senz'altro meno lucide.
Un'altra cosa che mi colpisce è la presenza di un buon numero di artisti di strada che sembrano quasi "attendere" i turisti appena scesi dalla nave, per intrattenerli con la loro arte o le loro curiosità.


Tra i vari artisti di strada presenti all'imbocco dello Stradun, incrociamo due giovani vestiti da pirati (un tema ricorrente da queste parti, a quanto pare... ne riparleremo a breve!! ;) ) che intrattengono il pubblico mostrando degli splendidi esemplari di "Ara" e "Cacatua", facendo loro eseguire piccoli esercizi o lasciando che i turisti scattino una foto ricordo con addosso uno di questi coloratissimi pappagalli.
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Inizia così con questo primo impatto, oserei dire così “coreografico”, la nostra visita di Dubrovnik. La giornata è splendida e davvero molto calda.
Anche la confusione in città è davvero pazzesca ed è evidente che la MAGNIFICA non deve essere la sola nave da crociera presente in zona...
Tuttavia l’ambiente è comunque davvero spettacolare e godibilissimo, al di là di tutto.
Mi guardo un po' attorno frastornato. Alle mie spalle troneggia la splendida torre dell'orologio che domina con la sua maestosa imponenza la piazza; poi il mio sguardo cade anche sulla viciniora Chiesa di San Biagio.


La splendida Torre dell'orologio, in piazza Luza o della Loggia.
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Un angolo caratteristico di Piazza Luza, il pub-ristorante "La Bodega", ricavato da una costruzione d'epoca perfettamente recuperata.
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Tuttavia, la prima cosa che mi colpisce (un po’ in negativo, lo ammetto: l’ho trovato un atteggiamento bislacco e persino un po’ fastidioso) è il fatto che nella maggior parte dei negozi in cui ci infiliamo, ci accorgiamo che non sono assolutamente accettati i pagamenti in euro. E questo è sicuramente un punto a sfavore di una città che del suo essere patrimonio culturale dell'umanità, sotto l'egida dell'UNESCO, dovrebbe fare un vanto aprendosi in qualche modo al turismo internazionale. Mentre, al contrario, questa ostinata (ed a mio modesto parere, inutile ed inspiegabile) "chiusura" non giova certo a suo favore.
In particolare, resto piuttosto infastidito da un episodio del tutto particolare in cui incorriamo, quando mia moglie si innamora letteralmente di alcune paia di orecchini realizzati apparentemente in maniera artigianale in oro e vetro, da una artigiana locale. Di fronte alla mia richiesta di poter pagare con carta di credito (quindi neanche in Euro in contanti), la negoziante, infatti, dapprima mi fa una faccia quasi schifata e poi, palesemente infastidita, mi dice in un inglese maccheronico che loro accettano in pagamento soltanto le “kune”, la moneta locale. E, di conseguenza, non prevedono né il pagamento in euro né, addirittura (ed è questa la cosa che mi ha dato ancora più fastidio, se possibile) con carta di credito. Di conseguenza, ci vediamo costretti ad uscire perciò sconsolati e un po' delusi dal negozio.

Tuttavia, per nostra fortuna, nel prosieguo della nostra visita saremo in un certo qual modo un po' più fortunati. Intanto perché ci imbatteremo in numerosi altri negozi in cui gli esercenti parlano un inglese fluente e persino un italiano più che accettabile. Ma che soprattutto accettano senza alcun problema la nostra “povera” e bistrattata carta di credito. Con la quale riusciremo finalmente a fare alcuni acquisti.
Ma ritorniamo alla nostra visita della città...

Iniziamo a percorrere lo Stradun ammirando lo splendore architettonico che ci circonda. Ma ad un certo punto, ci fermiamo un attimo all'ombra per rinfrescarci e discutere un po' sul da farsi al fine di ottimizzare i tempi risicatissimi che abbiamo a nostra disposizione. Decidiamo così di concentrare la nostra visita solo sulle maggiori attrazioni turistiche della città, evitando però tout-court la visita della attrazione principale della città, le mura cittadine (che pure avrebbero meritato, eccome!!!), soprattutto per non sforzare oltre il ginocchio “pericolante” di mia moglie che, per inciso, purtroppo continua a farle un male boia...

Visitiamo così la Chiesa di San Francesco, annessa al Convento Francescano dei Frati Minori che incrociamo sulla nostra destra e ci fermiamo ad ammirare estasiati il meraviglioso portale scolpito, rappresentante la Pietà con ai fianchi S. Girolamo e S. Giovanni Battista: è questo il solo pezzo rimasto della Chiesa originaria risalente alla fine del 1300, distrutta dal devastante terremoto del 1667.


Lo splendido portale scolpito con la rappresentazione della Pietà, S. Girolamo e S. Giovanni Battista, che si trova al di sopra di uno degli ingressi della Chiesa dei Francescani.
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Uno scatto fugace "rubato" alla meno peggio all'interno della Chiesa del Convento dei Francescani (dove, teoricamente, sarebbe vietato fotografare...).
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Poi, sulla sinistra dell’ingresso della Chiesa, Max ci fa notare un piccolo assembramento di persone (in linea di massima ragazzi) che sembrano divertirsi nell’essere intenti a sfidarsi in una stranissima gara. Posto ad una cinquantina di centimetri da terra, infatti, noto che c'è una pietra sporgente lievemente inclinata, raffigurante il volto di un gufo stilizzato. Ebbene, la tradizione locale vuole che se si sale in piedi sulla pietra, spalmati contro il muro (peraltro unto dal grasso delle migliaia di mani che vi si appoggiano contro a ciclo continuo), se ci si bilancia, si riesce a togliere la maglietta e si riesce a resistere in quella posizione per almeno un minuto, la propria fortuna incrementerà in maniera esponenziale...
Tutti quelli che passano in zona e sanno di questa simpatica leggenda, ci provano sistematicamente. Più per goliardia che per altro. La maggior parte, infatti, non riesce neanche a salire sulla struttura (ed io fra questi… ehm… ebbene sì, lo ammetto, non ho saputo resistere alla tentazione: ci ho provato… ma per quanto riguarda i miseri risultati, preferirei sorvolare, ecco!! :-) ).
Poi c’erano quelli che “baravano”: chi si faceva dare una spintarella per montare sulla pietra, chi si faceva tenere in posizione facendosi puntellare le spalle dai compagni, chi cascava rovinosamente a terra fra le risate generali... e c’era pure qualcuno che in effetti riusciva a salire sulla pietra. E reggeva in quella scomodissima posizione. Ma comunque per non più di pochissimi secondi, in effetti... 3 o 4, non di più!!
Purtroppo, la massa di persone presenti ad assistere alle estemporanee esibizioni dei numerosi volontari in cerca di fortuna a buon mercato, era tale che costituiva un folto capannello, la qual cosa non mi ha consentito di poter scattare una foto ravvicinata di questa curiosa "attrazione". In tal senso, per completezza di informazione, inserisco a seguire un paio di foto esplicative recuperate in Rete di questa pietra curiosa. E della altrettanto curiosa modalità in cui si dovrebbe riuscire a restare in posizione su di essa...


La pietra "magica" rappresentante la testa di un gufo presente sulla sinistra dell'ingresso della Chiesa di San Francesco.
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Ecco qua come bisognerebbe tenersi in equilibrio (precario!!!) sulla pietra magica di Dubrovnik, se si vuole avere un bel po' di fortuna in più. Ci ho provato anch'io e il risultato è stato... ehm... diciamo qualcosa che suona più o meno come un "niente da fare, giovanotto: come fortuna, accontentati di quel poco che hai!!!". :)
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Immediatamente attaccata a fianco al Convento Francescano ed alla Chiesa di S. Francesco, c'è la Chiesa del Santo Salvatore (risalente al XV secolo).
Quest'ultima è però praticamente sempre chiusa e viene aperta solo saltuariamente in occasione di mostre temporanee o di concerti serali.


Panoramica della Chiesa dei Francescani e, sulla sinistra, la Chiesa del Santo Salvatore
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Pochi metri più avanti, proseguendo ulteriormente la nostra passeggiata, sulla sinistra ci ritroviamo davanti la Fontana di Onofrio.
Questa è una struttura molto particolare costruita nel 1444 dall’architetto napoletano Onofrio Della Cava (ecco il perché dello strano nome della fontana) sormontata da una cupola. Dalle sedici cannelle della fontana, zampilla un’acqua gelata a cui tutti i turisti attingono per rinfrescarsi una volta giunti a quel punto della loro passeggiata in città. Anche noi ci fermiamo nei pressi del monumento e ci concediamo una breve pausa, anche perché siamo oramai giunti all'estremità opposta dello Stradun.
Di fronte a noi, ci ritroviamo davanti l’ingresso della scalinata che porta sulla sommità della massiccia cinta muraria che circonda quasi interamente il centro cittadino. Il caldo è davvero opprimente e sudiamo in maniera talmente copiosa che se solo provassimo a strizzare le nostre magliette ne uscirebbe senz’altro acqua in abbondanza (e giuro che non è un'esagerazione)!! D’altra parte, da un termometro presente su un bottega artigiana della zona, rileviamo che in quel momento ci sono esattamente 41 gradi!!! Non a caso le nostre bottiglie d'acqua sono già esaurite da un po’, per cui approfittiamo ben volentieri della fontana di Onofrio per riempirle opportunamente.

Come già detto in precedenza, la tentazione di scalare le mura di cinta della città è fortissima, ma purtroppo, dobbiamo soprassedere di fronte a due o tre problemi non da poco.
Il primo, come noto, è che mia moglie non ce la fa con il ginocchio traballante che si ritrova; e, onestamente pensare di farle percorrere due chilometri di mura irregolari per la bellezza di quasi un migliaio di gradini totali da salire e scendere, sarebbe assurdo, oltreché irresponsabile (beninteso, se mai pure ce la facesse fisicamente!!).
Il secondo problema è che, comunque, l'ingresso alle mura deve essere pagato in contanti e, come rilevabile da un cartello esposto in bella vista all'ingresso, esclusivamente mediante “kune” locali (il prezzo è pari a 100 kune, vale a dire all’incirca una dozzina di euro). E, ovviamente, di pagamenti con carte di credito neanche a parlarne!!! :-( In tal senso, avendo omesso di procurarcene per tempo, purtroppo, non abbiamo kune al seguito...
Il terzo problema è dovuto all’esiguità del tempo residuo a nostra disposizione, per cui, da un rapido calcolo, realizziamo che difficilmente ce la faremmo a completare il giro turistico che ci siamo prefissati, prima del “tutti a bordo”. Per cui, consci di perderci così buona parte delle meraviglie architettoniche della città, ma nella certezza di ritornarvi quanto prima per una visita più approfondita, desistiamo a malincuore e proseguiamo la nostra passeggiata dirigendoci fino alla Porta di Pile: praticamente, l’altro ingresso fortificato cittadino (opposto alla Porta di Ploce, che si trova nei pressi del porto turistico). La Porta di Pile è dominato da una magnifica torre da dove si gode uno splendido panorama sul sottostante Golfo di Dubrovnik.


Non mi piace comparire nelle foto, ma purtroppo, questa è l'unica foto che mi ritrovo della Porta Pile (nelle altre compaiono gruppi ancora più numerosi!)... mi perdonerete quindi la presenza... ehm... "ingombrante" del personaggio centrale: non fateci caso, ecco!!! :-)
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Attraversiamo dunque il ponte che collega la città vecchia con la città nuova e sbuchiamo in una piazzetta.
Sulla nostra sinistra c’è un grazioso bar con terrazza a picco sul mare; sulla nostra destra invece si staglia il Forte Minceta e, sullo sfondo, il Monte Srd, caratterizzato dalla simpatica funicolare che porta i turisti fino sulla sommità del monte, da cui pare si goda un panorama mozzafiato sulla città e sul mare sottostanti.
Ad averci qualche ora in più a disposizione, anche questa non sarebbe affatto una escursione da trascurare, ma tant’è: il tempo è tiranno… :-(


Panoramica generale del Monte Srd: sulla sommità si intravede la stazione di arrivo della funivia che collega il centro cittadino con la parte alta del monte stesso. Il panorama dall'alto di esso pare sia indescrivibile!! Sulla sinistra, al centro della foto, il poderoso Forte Minceta...
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Dopo una breve pausa di riposo nella zona ritorniamo indietro e ci rituffiamo nel caotico Stradun che a quell'ora è davvero strapieno di turisti.
Stavolta però anziché riprendere lo Stradun giriamo attorno alla Fontana di Onofrio e prendiamo sulla destra, dove ci infiliamo in Ulica Od Puca: in pratica, una strada laterale che scorre parallela allo Stradun e che iniziamo a percorrere in quanto meno trafficata.
Ad un certo punto mi imbatto (per la seconda volta nel corso della giornata) in uno stranissimo negozio che sia all'esterno che all'interno, ha l'aspetto di una sorta di “covo di pirati”, ove all'interno di esso spiccano in bella vista una marea di forzieri e botti in legno, da cui fuoriescono quintali e quintali (neanche in questo caso sto esagerando, ve lo assicuro…!) di cioccolatini, dolciumi e caramelle di ogni forma, fattezza e dimensione. A norma delle regole del forum, naturalmente evito di dire il nome di questa vera e propria catena croata di negozi di dolciumi, ma, insomma, credetemi: quello è davvero il paradiso dell’inguaribile bambino-golosastro che è in me!!! :-P Tanto è vero che non riesco a resistere alla tentazione e mi infilo all'interno del negozio seguito dal buon Max (mentre nel contempo le nostre mogli ne approfittano per infilarsi a loro volta nell’ennesimo negozio di souvenir...).


Foto "rubata" all'interno del negozio: alzi la mano chi sarebbe riuscito a resistere alla tentazione...!! :-)
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Ebbene, all'interno di questo incredibile negozio, oltre ad una quantità spropositata di leccornie di ogni tipo, alla cassa ci ritroviamo davanti una bellissima ragazza dai tratti davvero incantevoli, come raramente mi è capitato di vederne: insomma, la più classica delle bellezze croate (e scordatevi Nina Moric, please…!!! :-) ). Rimango letteralmente incantato dalla sua bellezza e, sensibile come sono al fascino femminile (ebbene sì, lo ammetto: è un mio piccolo... ehm... "difettuccio", se così vogliamo chiamarlo che sta un po' passando di moda di recente!! :-) :-) ), le chiedo se posso fotografarla, ma lei molto cortesemente si rifiuta con la scusa che all'interno del negozio non è comunque possibile scattare foto. E vabbé… almeno ci ho provato!! :-)
Tuttavia, forse anche deluso da cotanto rifiuto, decido di affogare tale delusione nell’alcool... oooopppsss... macché… sono pure astemio, peraltro... no, volevo dire… nei dolciumi!!! Mi metto così a riempire una bustina di tutte quelle irresistibili leccornie, raccogliendole con una serie di palette ad hoc sparse praticamente in ogni forziere ed in ogni botte.


Caramelle, cioccolatini, gelees alla frutta, liquirizia, zuccherini, fruttini, "spaghetti" gommosi frizzanti alla frutta... sant'Iddio... lasciatemi qui, please!!!! :-)
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Tra le risate divertite di Max, però, la mia “bustina” diventa ben presto una enorme “bustona-formato-famiglia”, per cui quando vado alla cassa a pagare il tutto, ci arrivo ragionevolmente anche un po' preoccupato: non avendo kune al seguito e sapendo che la carta di credito non è sempre bene accetta in città, rischio di dover lasciare qui tutta la mia meritata consolazione per il due di picche rimediato dalla cassiera. E invece la bellissima ragazza che ritrovo in cassa, con mia somma gioia (e con un sorriso indescrivibile) mi dice in inglese che loro invece accettano anche gli euro!!! Ok… è ufficiale… me ne sto innamorando, ormai!!!!! :-)
Ma la mia folgorazione scompare all’istante quando sulla porta del negozio si materializza mia moglie che, notata la splendida cassiera, con le mani puntate sui fianchi inizia a battere nervosamente il piedino a terra, indirizzandomi nel contempo uno sguardo feroce!! Che mi riporta immediatamente alla cruda realtà… :-)
Con un’aria da angioletto le mostro trionfante il mega sacchetto di caramelle che ho tra le mani e lei di rimando mi chiede cosa diamine devo farci con quei quasi due chili e passa di caramelle!!! Le rispondo candidamente che sono per i nostri figli e per i vari nipotini che ci aspettano a casa…
Ehm… a dirla tutta credo che sia stato proprio in quel frangente che il mio naso deve essersi allungato fino alle colossali dimensioni attuali! Bòh…non saprei! :-) :-)
Vada come vada, scherzi a parte, il prezzo pagato per tutto quel ben di Dio, alla fine non sarà neanche tanto. Siamo attorno ai soli 25-28 euro, se non ricordo male.
Insomma, in buona sostanza, dopo aver pagato il dovuto, il "sacchettone" di caramelle finisce dritto dritto in fondo al mio zaino a spalla (naturalmente non prima di averne prelevato una manciata a caso che inizio a sgranocchiare seduta stante...!

Dopo aver lasciato il negozio dei “pirati” (e la bellissima “piratessa” locale…) io e Max ci riuniamo dunque alle nostre mogli che, nel frattempo, continuano a rovistare imperterrite all'interno dei vari negozi di souvenir e chincaglieria incrociati senza soluzione di continuità sulla loro strada. In realtà si vede palesemente che sono oramai stanche morte e, tutto quell’entrare e uscire dai negozi, piuttosto che servire a concludere "l'affare del secolo", serve a malapena a mascherare il fatto che le nostre due dolci metà sono alla disperata ricerca di un minimo di frescura, per sottrarsi al caldo opprimente della giornata. Sicché, a me e Max viene spontaneo fare un po’ il punto della situazione: concordiamo che le nostre mogli sono visibilmente affaticate; noi due invece abbiamo ancora le gambe che reggono e vogliamo continuare la nostra visita, velocizzando la cosa, per quanto possibile. Di conseguenza, decidiamo di separarci momentaneamente, dandoci appuntamento ad una mezz’ora dopo presso Piazza Gundulic o Piazza del Mercato, poco distante...
 
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Dopo aver lasciato le “ragazze” alla loro attività preferita (lo shopping…), io e Max ci incamminiamo lungo Ulica Od Puca.


Uno scorcio della via Ulica Od Puca, che scorre parallela allo Stradun.
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Quasi immediatamente, ci imbattiamo sulla nostra sinistra in una splendida Chiesa realizzata in una meravigliosa pietra bianca, il cui splendore naturale (peraltro, ancor più marcato in virtù dell'evidente opera di restauro/manutenzione a cui il monumento è stato sottoposto nel 2009) è reso ancor più abbacinante dalla intensa luce del sole del momento.


Facciata della chiesa ortodossa della Santissima Annunziata.
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La Chiesa è circondata da un'alta cancellata in ferro nero sormontato da punte di lancia in colore oro.
Decidiamo di entrare all’interno, appassionati come siamo di arte sacra, e ci ritroviamo al cospetto di una Chiesa davvero meravigliosa.
Tuttavia, notiamo subito che non c'è alcuna indicazione nè informazioni storiche di sorta, né all'esterno né una volta all'interno di essa. Ci imbattiamo però, nelle immediate adiacenze dell’ingresso, in un simpatico signore con degli enormi baffoni neri che, con tutta la cortesia di questo mondo e con un inglese accettabilissimo, si offre di fornirci tutta una serie di informazioni. Intanto ci dice che quella in cui ci ritroviamo è la Chiesa della piccola comunità ortodossa di Dubrovnik: la Chiesa della Santissima Annunziata. Poi ci dice che il tempio è stato costruito nel 1877 ed ha subito ingenti danni in seguito ai bombardamenti cui è stata fatta oggetto nel corso dell'assedio della città da parte dell'esercito serbo a partire dal 1991. All'interno della Chiesa è custodito un vastissimo patrimonio di icone la cui datazione parte già dal 15° e 16° secolo, ma notevoli sono anche le pale ed i dipinti interni, tra i quali, spicca in particolare una maestosa "Ultima cena" che sovrasta l'altare principale.


Lo splendido altare principale della Chiesa, interamente decorato in oro zecchino, sovrastato da una maestosa "Ultima Cena".
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La sua cortesia arriva al punto che, vedendo pendere dal mio collo e dalla mia spalla telecamera e macchina fotografica, mi legge quasi nel pensiero e, nonostante sia vietatissimo, con un sorriso, mi permette anche di scattare, più o meno di nascosto, alcune foto all'interno.


Dipinto raffigurante l'Annunciazione, da cui la Chiesa prende il nome.
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Alla fine della nostra visita, torniamo verso il cortese custode che, sempre con una gentilezza disarmante, ci saluta cordialmente congedandoci con una vigorosa stretta di mano.
Io e Max guadagniamo così l’uscita e riprendiamo il nostro cammino.

Ad un certo punto, Max ha la "malsana" idea di imbucarsi in un vicoletto che si apre sulla nostra destra. Un po' preoccupato, intravedo sul fondo del vicolo una ripida scalinata, dalla sommità della quale, a dire di Max, si gode di una splendida vista dall’alto della città. Iniziamo così a risalire quella lunghissima scalinata in salita. Onestamente non saprei neanche dire quanti gradini abbiamo scalato, ma quello che posso dire è che, col senno di poi, non so se lo rifarei... :)


Mentre siamo a poco meno della metà della nostra "scalata", mi giro e scatto questa foto, che ben chiarisce la massacrante sfacchinata in cui ci siamo volontariamente impelagati io e Max: notare all'uopo l'altezza e il numero di scalini non indifferente già percorso...
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Vada come vada, pur stremati e sudati fradici, giungiamo alla fine sulla (quasi!) sommità della scalinata. E dico quasi, perché nonostante tutto, mi sembra di ricordare che quella benedetta scalinata proseguiva ancora per un bel po'!!! Diciamo che Max, che conosce piuttosto bene Dubrovnik, ad un certo punto lascia la salita e prende sulla destra, dove sbuchiamo in uno dei quartieri più alti della città. Raggiungiamo una piccola piazzola, da cui godiamo effettivamente di una vista privilegiata sul monte Srd e sulla intera cittadina croata, i cui tetti si distendono ai nostri piedi come uno splendido “pavimento” pressoché uniforme.


Ennesimo scorcio sul monte Srd e sui tetti di Dubrovnik...
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Ne approfittiamo per tirare un po’ il fiato e, dopo le classiche foto di rito, riempiamo le bottiglie di acqua fresca da una fontanella che si trova nei pressi, prima di riprendere la nostra discesa per ritornare verso Piazza del Mercato per riunirci con le nostre mogli.
Mentre riscendiamo quella infinita scalinata (300… 350 gradini?? E chi se lo ricorda??), incrociamo in senso opposto una giovane ragazza che sta disperatamente tentando di trascinare al seguito due grossi (ed evidentemente pesanti…) trolley. E’ diretta verso una sorta di B&B che abbiamo incrociato durante la nostra salita e che si trova quasi sulla sommità della scalinata. E, quasi istintivamente, vedendola così affaticata, mi pongo due domande: uno, come diamine faranno gli spazzini locali a raccogliere l’immondizia che si DOVREBBE accumulare in zona, ma di cui non c’è alcuna traccia, essendo la città assolutamente immacolata da questo punto di vista?? E, due… ma chi caspita glielo ha fatto fare a questa povera ragazza di fittare la sua stanza per le vacanze proprio qui sopra...?? ;-) Sì, lo so: quest'ultima è davvero banalissima come domanda, ma sul momento mi sono messo un po’ nei panni di quella ragazza. E fossi stato in lei, dopo essermele trascinate dietro così faticosamente, almeno in fase di discesa quelle valigie probabilmente le avrei lanciate giù per la scala, piuttosto!! Così, solo per “vendetta”, altro che trascinarmele di nuovo anche al ritorno in maniera così penosa... Sai che soddisfazione?? :-)

Dopo aver raggiunto di nuovo la via Od Puca, giungiamo alfine in Piazza del Mercato, dove ritroviamo le nostre mogli sedute comodamente all’ombra di un ombrellone ad attenderci gustandosi un gelato.


La piazza del Mercato a Dubrovnik, invasa da decine di ombrelloni che garantiscono un minimo di refrigerio agli accaldati turisti.
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Indicando l'ennesima scalinata che si intravede alle nostre spalle tra la miriade di ombrelloni della piazza, Max ci dice che, se vogliamo, possiamo provare ad inerpicarci per la Scalinata dei Gesuiti, per raggiungere la Chiesa di Sant’Ignazio sita sulla sommità della stessa. Mi ritrovo a sorridere di gusto, nel pensare tra me e me "...ecco: visto che abbiamo fatto 30, facciamo pure 31 aggiungendo questa ennesima scalinata e non se ne parli più!!".
Nonostante il ginocchio malandato, mia moglie accetta a sua volta la "sfida" e, un po’ appoggiandosi a me e un po’ reggendosi ai corrimano della scalinata (che peraltro mi ha ricordato molto da vicino l’architettura della similare scalinata che sale verso Trinità de’ Monti, in Piazza di Spagna a Roma: non a caso, la Scalinata dei Gesuiti venne realizzata dall’architetto Pietro Passalacqua, manco a dirlo, originario di Roma: segno inequivocabile della profonda influenza dell’architettura italiana sulla città dalmata! :-) ), riusciamo infine faticosamente a giungere sulla sommità, ove arriviamo più che trafelati, col sudore che sgorga oramai copioso da ogni poro della pelle e inzuppa letteralmente le nostre magliette (e credetemi, non è una esagerazione...!).


Dalla piazza del mercato, si intravvede sul fondo a destra, la splendida scalinata dei Gesuiti.
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In ogni caso, ammetto che è valsa davvero la pena farsi una sfacchinata simile: ci ritroviamo infatti immediatamente davanti l’austera architettura del Collegio Ragusinum, una vecchia Università Gesuita attualmente utilizzata come seminario. Stranamente, tutto il piazzale in cui ci ritroviamo è però totalmente ricoperto di un fastidioso brecciolino, per cui, ad ogni passo dei numerosi turisti presenti in loco, si solleva una grossa nuvola di polvere che si deposita dappertutto, specie sulle ottiche delle mie apparecchiature fotografiche, la qual cosa mi costringe a proteggerle opportunamente in qualche modo.
Diamo un’occhiata nella zona: sulla nostra destra, dovremmo vedere la facciata della Chiesa di Sant’Ignazio, ma… il condizionale non è casuale, giacché la visuale è fastidiosamente ostruita da un enorme palcoscenico coperto realizzato con tralicci di acciaio, sul quale nei giorni precedenti si sono svolti una serie di concerti in occasione della festività religiosa locale. E, anche se la struttura è in via di smontaggio, purtuttavia la vista del monumento è comunque molto parziale e mi impedisce di scattare foto decenti.


Facciata della Chiesa di Sant'Ignazio: immediatamente davanti ad essa, è ancora parzialmente montato il gigantesco palcoscenico utilizzato per le band che hanno allietato la festa patronale. Purtroppo la visuale risulta parzialmente ostruita da tutte le angolazioni e questa è la migliore foto prospettica che riesco a scattare.
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Ultima modifica:
Vada come vada iniziamo la visita della Chiesa di Sant'Ignazio.
Va detto anzitutto che il frontale della Chiesa è comunque realizzato in uno splendido stile Barocco e… vi dirò: sono rimasto ad osservarla per un bel po’. Già! Perché avevo la strana sensazione che ci fosse qualcosa di oltremodo familiare, di già visto, in quella struttura. Tuttavia, sul momento, quella era solo una sensazione. Che non riuscivo a spiegarmi. Ma che poi, al mio rientro in Italia, durante una passeggiata per il centro di Roma, mi sono spiegato eccome!!! La Chiesa di Dubrovnik, infatti, non solo porta lo stesso nome, ma è pressoché una copia quasi esatta (pur in dimensioni molto minori) della omonima Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio a Roma (peraltro la mia preferita in assoluto, di tutti i templi sacri di Roma, per la presenza degli incredibili dipinti prospettici interni, su cui taccio per non rovinare la sorpresa a chi non l'ha ancora visitata e... anche per non andare OT)!! Peraltro, non a caso, mi sembra di aver letto da qualche parte che i Gesuiti la realizzarono solo poco tempo aver completato la omonima Chiesa romana.
Per comodità di esposizione e per rendere meglio l'idea, linko a seguire un paio di foto comparative della facciata dell’una e dell’altra Chiesa recuperate in Internet:


Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola - ROMA
Santo_In%C3%A1cio_-_Roma.jpg



Chiesa Di Sant’Ignazio di Loyola – DUBROVNIK
bosnia%20ignazio.jpg



Entriamo all’interno del Tempio e facciamo un giro abbastanza veloce: il tempo stringe e siamo già maledettamente in ritardo sulla tabella di marcia che ci siamo imposti.


Interno della Chiesa di Sant'Ignazio.
DSCN6196_zpst0qovkmm.jpg



Il bellissimo affresco dell'abside, dal titolo "La gloria di Sant'Ignazio".
DSCN6199_zpslv4eekb1.jpg



Giusto il tempo di scattare qualche foto al volo degli interni (la somiglianza con l’omonimo Tempio romano, anche in questo caso viene in parte confermata dalla conformazione architettonica dell’abside, pur ovviamente fatte le dovute proporzioni e pur considerando l’essenzialità – si fa per dire: siamo pur sempre nel Barocco! - del Tempio di Dubrovnik, rispetto ai decori ricchissimi e sfarzosi della corrispondente Chiesa sita nella nostra Capitale: peraltro ambo gli absidi sono decorati con i medesimi episodi tratti dalla vita di Sant’Ignazio) e già ci dirigiamo verso l’uscita.
Non prima però di restare affascinati da una ennesima “anomalia”: nei pressi dell’uscita, sulla navata di sinistra, ci ritroviamo davanti un diorama, a mio modesto giudizio un tantino fuori luogo nel contesto generale. Il diorama, noto come “La Grotta di Nostra Signora di Lourdes”, rappresenta la scena dell’apparizione della Madonna a Bernadette Soubirous avvenuta a Lourdes nel 1858. E la cosa più strana, è che questo diorama venne aggiunto all’architettura interna della Chiesa nel 1885. Insomma, è bastato invertire un “5”: prima apparizione a Lourdes nel 1858… diorama aggiunto nel 1885. Sembra più che fatto apposta!!! :-)


Il diorama rappresentante l'apparizione Mariana di Lourdes che si trova sulla destra della Chiesa, subito dopo l'ingresso.
DSCN6198_zpssmk2iv8i.jpg



Tuttavia, detto questo, pur da cattolico praticante, ho onestamente trovato un tantino “kitsch” e fuori contesto questa rappresentazione, la cui genesi e la cui ratio, sinceramente, non abbiamo avuto il tempo di approfondire...

Guadagnata l'uscita, ritorniamo sui nostri passi e riprendiamo la discesa della scalinata dei Gesuiti. Che, per mia moglie, è ancora più penosa della salita (ove possibile), per cui procediamo piuttosto lentamente e perdiamo altro tempo prezioso sulla tabella di marcia. Il tempo a nostra disposizione è infatti ormai quasi scaduto e conveniamo che è sicuramente il caso di avviarsi verso l'imbarco per rientrare a bordo della nave.

Ritorniamo così nella Piazza del Mercato e giriamo verso destra proseguendo in direzione del Porto Vecchio. Sulla strada del ritorno, ci imbattiamo comunque in altri splendidi monumenti di Dubrovnik che, però, dobbiamo accontentarci di ammirare solo dall’esterno, un po’ per mancanza di tempo materiale per approfondire meglio la visita e un po’ a causa delle file spaventose presenti praticamente in ogni dove: la città è infatti letteralmente presa d’assalto quel giorno, stante il concomitante arrivo di diverse navi da crociera (la qual cosa ci creerà qualche problemino per il rientro a bordo della MAGNIFICA, di lì a poco...).

Giungiamo alla fine di via Od Puca e sbuchiamo in un’ampia piazza, ove sulla nostra sinistra riconosciamo l’inizio dello Stradun, mentre davanti ai nostri occhi si para in tutti il suo splendore il Palazzo del Rettore, una volta sede del governo ragusano. L’architettura esterna del Palazzo è davvero splendida con le sue arcate inferiori dominate dalle numerose finestre a bifora superiori. Girandoci a destra, invece, ci ritroviamo davanti (..o meglio, di “lato”) quello che sembra un tempio sacro caratterizzato da un loggiato su cui dominano alcune statue di santi. La tentazione di vedere di cosa si tratti è troppo forte, per cui ci avviciniamo ad esso e girandoci attorno, ci ritroviamo al cospetto della Cattedrale dell'Assunzione di Maria. L’ingresso è libero in quel momento e ne approfittiamo, per cui ci scappa anche una visita ai meravigliosi interni di questa Chiesa che, ufficialmente risulta costruita a cavallo della fine del 1600 e gli inizi del 1700 al di sopra di un preesistente tempio. Tuttavia, secondo altre fonti (che, ad onor del vero, si dice trattarsi di una leggenda locale), pare essa sia stata costruita nel XII secolo, addirittura grazie al re Riccardo Cuor di Leone, che innalzò il Tempio per ringraziare la città per l’ospitalità ricevuta durante la Terza Crociata. Le pareti interne sono riccamente decorate e, tra i vari dipinti, spicca in particolare proprio quello dell’Assunzione di Maria Vergine. Per quanto mi riguarda, resto estasiato di fronte alla bellezza del piccolo ma bellissimo organo a canne presente all'interno del Tempio. Non so cosa darei per sentirne il suono, ma purtroppo devo accontentarmi solo della più classica delle foto ricordo...


Interno della Cattedrale dell'Assunzione: il piccolo ma meraviglioso organo a canne.
DSCN6203_zpsjgo17ddh.jpg



Ritorniamo sui nostri passi e raggiungiamo di nuovo l’imbocco dello “stradun”.
Un’ultima occhiata al volo alla splendida torre dell'orologio che domina la Piazza ed alla viciniora Chiesa di San Biagio, che è già ora di lasciare la meravigliosa “Ragusa”.


La Torre dell'Orologio di Dubrovnik: l'ultima immagine della magica città croata, prima del ritorno a bordo della MAGNIFICA...
DSCN6174_zpsmugm7trm.jpg
 
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"mamma ma io ho fame"
Questa frase mia figlia l'ha ripetuta non so quante volte in 3 giorni,ma io ho perso la concezione del tempo,mi sono persa e ritrovata e ancora persa e ritrovata in quei luoghi visitati,ho sentito gli odori del bazar di Istanbul, fermato la fame con il "kebap",e bloccato qualche languorino con i turkish delight e così non mi sono proprio accorta che era ora di pranzo,poi ora di cena...
Più avvincente di Assassin's Creed:Revelations,più misterioso dell'Inferno di Dan Brown il tuo diario mi ha rapita,nonchè distratta dai miei approfondimenti per la prossima crociera che è da tutt'altra parte [smilie=marinaio[1]:
Vorrei farti i miei complimenti,non solo per le tue capacità descrittive,ma per come ti sei mostrato a noi,il tuo guardare alle cose con gli occhi di un bambino in un negozio di caramelle,il tuo abbondare di notizie senza una briciola di avarizia,il tuo metterti a nudo di emozioni,e l'educazione che trapela in ogni riga dei tuoi post è cosa sempre più unica che rara...
Grazie Grazie e ancora Grazie
Sara
 
"mamma ma io ho fame"
Questa frase mia figlia l'ha ripetuta non so quante volte in 3 giorni,ma io ho perso la concezione del tempo,mi sono persa e ritrovata e ancora persa e ritrovata in quei luoghi visitati,ho sentito gli odori del bazar di Istanbul, fermato la fame con il "kebap",e bloccato qualche languorino con i turkish delight e così non mi sono proprio accorta che era ora di pranzo,poi ora di cena...
Più avvincente di Assassin's Creed:Revelations,più misterioso dell'Inferno di Dan Brown il tuo diario mi ha rapita,nonchè distratta dai miei approfondimenti per la prossima crociera che è da tutt'altra parte [smilie=marinaio[1]:
Vorrei farti i miei complimenti,non solo per le tue capacità descrittive,ma per come ti sei mostrato a noi,il tuo guardare alle cose con gli occhi di un bambino in un negozio di caramelle,il tuo abbondare di notizie senza una briciola di avarizia,il tuo metterti a nudo di emozioni,e l'educazione che trapela in ogni riga dei tuoi post è cosa sempre più unica che rara...
Grazie Grazie e ancora Grazie
Sara

Cara Sara, il tuo gentile e delicato commento, ed i cortesi complimenti annessi, mi hanno profondamente colpito ed emozionato.
E permettimi di dire che esso, a ragion veduta, si candida per essere uno dei più belli che mi siano stati porti sinora da quando mi sono imbarcato in questa "avventura" infinita che è diventata la stesura di questo diario.
Non so se riuscire a narrare tutto con queste modalità sia un "dono" (adoro l'esempio che hai fatto: sì, mi piace guardare le cose come un bambino in un negozio di caramelle... e detto fra noi, mi piacciono da morire pure le caramelle!!! :-D ). Io lo chiamo semplicemente "istinto". Butto giù tutto ciò che mi passa per la testa, senza stare troppo lì a soppesare le frasi. E questo fa sì che il diario venga fuori effettivamente molto sentito, intimo, vero...
A dirla tutta per me tutto sommato questa cosa non è difficile.
Non a caso ho premesso sin da subito che avrei scritto questo diario prima per me, più che per chi avesse poi voluto leggerlo a posteriori. Perché, anche sulla scorta di brevi appunti buttati giù al volo in tempo reale sul momento, ho successivamente sentito l'intima necessità di cristallizzare i miei ricordi (belli o brutti che fossero) e l'esperienza che avevo vissuto prima che essa sbiadisse e diventasse opaca e lontana.

Tuttavia, avevo necessità di farlo con i miei tempi. Vale a dire quando ne avevo la possibilità e senza l'assillo della fretta e della impellenza di chiudere tutto prima possibile. E devo dire che questo mezzo è stato perfettamente congeniale alle mie esigenze.

In realtà, anch'io gradirei poter essere più spedito: capisco perfettamente quanto può essere "avido" di sapere un lettore appassionato. Ma purtroppo scrivere tutto in maniera così analitica, selezionare le foto adatte, ottimizzarle, riversarle in rete e linkarle, non è cosa semplice né immediata. E, in linea di massima, riesco a farlo solo la sera a tardissima ora. Quando i computer di casa sono liberi e non occupati per motivi di studio dai miei ragazzi.
Ed è già tanto riuscire a fornire una risposta dovutissima e in tempo (più o meno) reale mediante il mio cellulare, alle persone che, esattamente come te, con così tanta cortesia, mi onorano di un loro gradito commento.
Che mi conferma che questo diario è comunque seguito ed apprezzato. Nonostante i tempi biblici che sta richiedendo la sua stesura. Di cui non mi scuserò mai abbastanza. :-)

In tal senso, sono io a ringraziare te per avermi letto, per aver apprezzato e per le parole affettuose che mi hai indirizzato.
Grazie davvero.
Di cuore.
E a presto risentirti.
 
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Che dire... donerei a te e al ginocchio di tua moglie un giorno dei miei due passati ad Istanbul...di notte è un incanto!
buona giornata e a presto !
Sara
 
Usciamo dunque dalla città vecchia e ci incamminiamo verso il molo del Porto Vecchio. Che, teoricamente, dista solo qualche decina di metri dal punto in cui ci troviamo.
Tuttavia, subito dopo aver guadagnato l'uscita dalla città vecchia ed essere sbucati al molo, ci ritroviamo davanti una fila paurosa che inizia immediatamente fuori dalle mura: praticamente tutti i passeggeri delle navi da crociera attraccate in quel momento al largo del porto di Dubrovnik sembrano essersi concentrati tutti nello stesso punto ed allo stesso orario, per cui la fila per l'imbarco è davvero lunghissima e penso di poterla stimare in non meno di qualche centinaio di metri. Il lungo serpentone umano si snoda formando una tortuosa "S" sulla banchina prima di incolonnarsi poi in un'unica fila solo poco prima di passare sotto i gazebo contraddistinti dal logo MSC che vedo in lontananza.
Siamo così costretti ad armarci di una buona dose di pazienza e ad attendere pazienti il nostro turno. E per fortuna che, in quel momento, una piacevole ombra dovuta alle mura cittadine che ci sovrastano, giunge in nostro soccorso per alleviare quantomeno il calore della giornata.
Io e Max ci mettiamo così a chiacchierare del più e del meno per cercare di ingannare il tempo, quando, ad un certo punto, veniamo distratti dalle chiacchiere incomprensibili di una coppia di ragazzi cinesi sui 18 o 20 anni che parlano ad alta voce esattamente dietro di noi, mentre nel contempo continuano a scattare foto a raffica a tutto e a tutti. Ad un commento divertito un po' più ad alta voce da parte di Max, uno dei due ragazzi cinesi ci sorprende rispondendo con un italiano abbastanza comprensibile dando inizio così ad una simpatica conversazione a quattro. Il ragazzo ci dice essere residente a Torino e di fare il barista per potersi pagare gli studi universitari. Insomma, ci ritroviamo davanti due persone davvero simpaticissime con le quali è un vero piacere concedersi una foto ricordo assieme prima di dividersi salendo sulle scialuppe predisposte dalle rispettive navi di appartenenza.
Un volta a bordo della lancia, mi rendo però conto che stavolta sono capitato piuttosto “maluccio”: trovo posto praticamente al centro della scialuppa, senza alcuna possibilità di prendere aria per cui inizio ben presto a boccheggiare a causa della temperatura e del tasso di umidità altissimi che rendono l’aria irrespirabile.
Per fortuna che, con un lieve scossone, la lancia si stacca dal pontile ed inizia il suo percorso al contrario per rientrare verso la nave.
Il tragitto è, esattamente come per l’andata, anche in questo caso piuttosto divertente, con l’imbarcazione che fende l’acqua tra imprevedibili “salti” e risate divertiti dei passeggeri. Ben presto giungiamo nei pressi della Magnifica dove, con una breve manovra, la scialuppa si accosta lasciandoci infine salire a bordo della nave. Superato il solito controllo di sicurezza, saliamo in cabina per lasciare gli zainetti e gli effetti personali.
Poi decidiamo di fare un salto al self service al ponte 13: l’idea è quella di gustarci la partenza da Dubrovnik da uno dei ponti esterni, ma anche quella di… ehm… fare fronte ad un certo languorino. Per cui ci concediamo uno sfizioso, ancorché sostanzioso, “break” pomeridiano...


Ehm... sì... ammetto che una volta rientrati a bordo avevamo una fame da lupi!! E a questa eccellente pizza e ad un po' di affettati misti non abbiamo proprio saputo resistere... :)
IMG-20150719-WA0016_zpsbleifhwn.jpeg



Dopodiché usciamo sul ponte esterno e faccio giusto in tempo a piazzare la telecamera e a far partire la ripresa in “time-lapse” (mentre nel contempo, con la macchina fotografica, mi dedico a qualche ultimo spettacolare scatto), che la Magnifica, con un lieve sussulto seguito dai soliti fischi di saluto della sirena di bordo, inizia la manovra di rotazione che, poco alla volta, la porta ad allontanarsi da Dubrovnik guadagnando lentamente il largo.

Inutile dire che il panorama che inizia a scorrerci davanti ha un non so che di indescrivibilmente bello, ma amaro, allo stesso tempo. Dubrovnik è davvero splendida e merita sicuramente una visita molto più lunga e approfondita rispetto a quella che, giocoforza, abbiamo potuto dedicargli. Inutile aggiungere che io e mia moglie ci promettiamo solennemente l’un l’altro di ritornarci quanto prima. Per cui ci ritroviamo mano nella mano a gustarci lo spettacolo di quel luogo meraviglioso incastonato in uno scenario naturale favoloso, che si allontana lentamente da noi quasi a volerci dedicare un ultimo struggente saluto...

La sera è prevista una serata speciale a favore dei passeggeri che, il giorno dopo, termineranno la loro crociera sbarcando a Venezia.
A Teatro va in scena lo spettacolo, dal titolo “THE BEST OF…” che, a mio modesto giudizio, è stato uno degli (se non IL più bello) show dell’intera crociera. Spettacolare, coloratissimo, divertentissimo, senza un attimo di pausa... La base ricorrente a cui gli artisti si sono evidentemente ispirati è quella degli ABBA, la cui influenza si percepisce sia nella scenografia e nei video di sfondo (a base di coloratissimi “frattali”), sia nei costumi di scena, sia nelle stesse coreografie. Oltre che, beninteso, nelle canzoni che più anni ’70-’80 non si può!!!


Una foto ripresa col cellulare dello spettacolo "THE BEST OF...": l'influenza e l'ambientazione in stile anni '70-'80 è evidentissima!
20150719_202153_zpshbwrezvo.jpg



Il Comandante, però, prima dell’inizio dello spettacolo serale a Teatro ci anticipa che, a causa della concomitanza della festa del Redentore, attraccheremo a Marghera e che quindi ci verrà preclusa la possibilità di attraversare il canale della Giudecca ammirando da posizione privilegiata le meraviglie architettoniche di Venezia. :(
Un vero peccato, considerato che questa è notoriamente una delle indiscutibili “highlights” della crociera, la cui comunicazione viene accolta con un sonoro “Ooooooh” di disappunto da parte della platea...
Tuttavia, il Comandante aggiunge che per ovviare a tale “inconveniente”, la MSC ha predisposto un comodo trasbordo dal molo di attracco a Marghera fino a Piazza San Marco mediante vaporetti offerti a un prezzo speciale a favore dei passeggeri che non hanno prenotato visite guidate della città.
“E vabbé”, penso fra me e me, “forse è il caso di fare buon viso a cattivo gioco: alla fine poteva anche andare peggio...”.
Ma di lì ad alcune ore dopo, il mio pensiero si sarebbe rivelato assolutamente profetico. Perché sarebbe andata peggio, molto peggio...
Ma sorvoliamo per ora.

In ogni caso la serata trascorre tranquillamente senza ulteriori scossoni.
La cena al ristorante è eccellente come al solito e, dopo aver ammirato le evoluzioni dell’eccellente corpo di ballo, degli acrobati e dei giocolieri ed aver apprezzato per l’ennesima volta la splendida voce della cantante Mary, prima di rientrare in cabina passiamo in reception per acquistare i biglietti per il trasbordo in vaporetto sino a Piazza San Marco previsto per il giorno dopo (prezzo andata e ritorno 17.90 euro a persona).
Poi, dopo una bella passeggiata rilassante su e giù per i ponti della nave, rientriamo in cabina per concederci un meritato riposo.
D'altra parte, la giornata a Dubrovnik è stata davvero stancante e, stando alle parole del Comandante, quella del giorno dopo a Venezia si preannuncia ancora peggio: basti pensare che sono previsti 42 gradi di temperatura!!!
Ma per il momento, approfittiamo ben volentieri dell’aria condizionata della nostra cabina e del comodissimo letto.
E in men che non si dica, sprofondiamo in un eccellente sonno ristoratore...
 
Mi spiace tanto per Venezia! Effettivamente attraversare il Canale della Giudecca è una di quelle esperienze che si portano per sempre tra i ricordi più belli di un viaggio...
Spero tu riesca in futuro ad avere questa opportunità!
 
Mi spiace tanto per Venezia! Effettivamente attraversare il Canale della Giudecca è una di quelle esperienze che si portano per sempre tra i ricordi più belli di un viaggio...
Spero tu riesca in futuro ad avere questa opportunità!

Ciao Giulio, grazie per il tuo auspicio: lo spero anch'io. :)
Purtroppo, ti anticipo che la visita a Venezia non è stata propriamente una delle parti più belle dell'intera crociera. :(
Anzi... diciamo pure che appena arrivati in Italia è stato un incredibile "calando" progressivo. Fino all'indegno ed inatteso finale...
 
Vediamo un po’:

• Bravo vinniem, te lo hanno già scritto…
• Diario dettagliato, te lo hanno già scritto…
• Belle foto, te lo hanno già scritto…
• Ringraziamenti per i link, te lo hanno già scritto…
• Precisione nel racconto, te lo hanno già scritto…
• Complimenti all’autore, te lo hanno già scritto…
• Battibecchi vari, lo hai e te lo hanno già scritto…
• Rivisitazione di luoghi visti, te lo hanno già scritto…
• Dubbi nelle escursioni, te lo hanno già scritto…
• Incidenti di percorso, lo hai già scritto…
• Fai da te, te lo hanno già scritto…
• Ringraziamenti vari, te lo hanno già scritto…
• Bel diario, te lo hanno già scritto…
• Paragoni con i monumenti italiani, lo hai e te lo hanno già scritto….
• Rispondi citando…, te lo hanno già scritto…
• Condivisione di pensieri, te lo hanno già scritto…
• Risposte alle domande, te lo hanno già scritto…
• Diario pieno di informazioni, te lo hanno già scritto…
• Tirata d’orecchie sul diario interrotto, te lo hanno già scritto…
• Disavventure solo in Italia, te lo hanno o lo hai già scritto…
• Commenti alle foto, non ne parliamo…
• Anticipazioni per chi partirà, te lo hanno già scritto…
• Attesa altre puntate del diario, te lo hanno già scritto…
• Rimpianti, te lo hanno già scritto…
• Litigi ed educazione dei commensali, lo hai già scritto…
• Correzioni ai commenti delle foto, te lo hanno già scritto…
• …, te lo hanno già scritto…

Cosa posso domandarti?
Mmmhhh, vediamo…



… trovato: “Carina, la ragazza…
E’ una Fender?
Magari… una Stratocaster?
E’ la tua?
:rolleyes:

Marco
 
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Vediamo un po’:

•Bravo vinniem, te lo hanno già scritto…
•Diario dettagliato, te lo hanno già scritto…
•Belle foto, te lo hanno già scritto…
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•Battibecchi vari, lo hai e te lo hanno già scritto…
•Rivisitazione di luoghi visti, te lo hanno già scritto…
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•Condivisione di pensieri, te lo hanno già scritto…
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•Diario pieno di informazioni, te lo hanno già scritto…
•Tirata d’orecchie sul diario interrotto, te lo hanno già scritto…
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•Anticipazioni per chi partirà, te lo hanno già scritto…
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•Rimpianti, te lo hanno già scritto…
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•Correzioni ai commenti delle foto, te lo hanno già scritto…
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Cosa posso domandarti?
Mmmhhh, vediamo…



… trovato: “Carina, la ragazza…
E’ una Fender?
Magari… una Stratocaster?
E’ la tua?
:rolleyes:

Marco
Per favore mi dici se in Grecia a luglio fa un caldo umido insopportabile o secco?

Inviato dal mio HUAWEI G750-U10 utilizzando Tapatalk
 
Ariecchime... non sono scomparso né ho già gettato la spugna nella mia "folle" stesura di questo diario infinito! :)
Diciamo che nelle ultime 3 settimane sono stato un tantino affaccendato: mi sono sparato un tour in Canada con uno dei gruppi musicali in cui presto la mia modestissima opera come "musicante" (i musicisti, quelli veri, sono un'altra cosa...! :) ), per cui ho dovuto un po' stare giocoforza lontano dal computer per qualche settimana.
Ma rieccomi qui, pronto a continuare 'sta "fabbrica di San Pietro" in cui mi sono imbarcato, sperando di riuscire a concludere la saga entro qualche settimana al massimo.
In tal senso, nello scusarmi preventivamente con tutti per questa improvvisa interruzione, torniamo in pista rispondendo subito ad un paio di nuovi amici... ;)
 
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Cosa posso domandarti?
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… trovato: “Carina, la ragazza…
E’ una Fender?
Magari… una Stratocaster?
E’ la tua?
:rolleyes:

Marco

Caro Marco, confesso che mi hai fatto schiattare dalle risate col tuo commento!!! :D
In effetti non c'è poi così tanto da aggiungere a quanto già detto sinora. Ma anche un complimentone così simpatico ed originale come il tuo fa davvero tanta tanta simpatia!! :)
Ma visto che qualche domanda, volente o nolente l'hai posta, ti rispondo al volo andando per ordine:


Carina, la ragazza…
Ehm... quale ragazza??? :D :D


E’ una Fender?
No, è una IBANEZ. [smilie=chitarrista:


[I]Magari… una Stratocaster?[/I]
No, è una JPM100 P1 Picasso - John Petrucci Signature.


E’ la tua?
Eeeeeh, sì... è un gioiellino rarissimo di cui sono innamorato pazzo: è uno dei soli 50 esemplari esistenti in Europa.
Che uomo fortunato, eh?!!! :D :D :D


Buona giornata e grazie infinite per la tua simpatia!
 
Stato
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