Ad un certo punto, Ebrar ci chiede quasi distrattamente com’è il caffè servito a colazione a bordo della MAGNIFICA.
Per tutta risposta si scatena una ridda di grida, ululati, fischi da stadio e commenti irriferibili.
Sicché, la ragazza tira fuori l'ennesima “perla” di saggezza. Che copio ed incollo testualmente giacché registrata casualmente con la telecamera:
“Bèh… vi capisco! Io sono caffè dipendente e adoro sia il vostro espresso, sia quello della moka, al punto che ne ho una tutta mia a casa con la quale mi preparo diversi caffè al giorno. Ecco perché sono d’accordo con voi e penso che quello che vi viene spacciato per caffè a bordo, non sia altro che acqua sporca buona al massimo per lavarsi i piedi…!”.
Quanta saggezza in così poche parole!! [smilie=ok_02[1].gi:
Il bus si scatena letteralmente con risate a gogò ed applausi a scena aperta, acclamandola.
Poi qualcuno in evidente crisi di astinenza da caffeina, chiede dove sia possibile consumare un buon caffè (espresso o turco che sia) nella zona dell'escursione odierna. Ebrar non disdegna consigli, dispensandone a piene mani. E in particolare ci parla di un bar-caffetteria situato proprio nei pressi della casa di Maria, dove a suo giudizio è possibile gustare un buon caffè (specifica “buono”, non eccellente come un espresso italiano: ma pur sempre una accettabilissima soluzione di compromesso...). Tuttavia sconsiglia ai non avvezzi di consumare un tipico caffè turco. Non perché non sia buonissimo. Ma perché per berlo bisogna rispettare alcune regole di base che non tutti conoscono. Anche per non fare la fine, ci racconta, di quel crocierista che, qualche mese prima, dopo aver bevuto un caffè turco, si rivolse ad Ebrar dicendole scherzosamente: “Adesso ho capito il perché la maggior parte dei turchi ha i baffi: perché gli servono per fare da filtro quando bevono il caffè… ma che ci sta, la sabbia sul fondo della tazzina???”.
Altre risate sul bus.
Ebrar ci dice, in tal senso, che la prima e più importante regola per gustare il caffè turco è la pazienza.
Eh, sì! Perché prima di berlo bisogna attendere che la polvere di caffè si sia depositata sul fondo della tazza: non essendo filtrato, infatti, il rischio è quello di buttare giù anche i fondi. Il che non sarebbe proprio il massimo!!
Inoltre, altra regola d’oro, bisogna ricordarsi di lasciare sempre nella tazza un minimo di liquido, in modo da evitare di bere, anche in questo caso, sia pur parzialmente, i fondi residui.
Ed a proposito dei fondi di caffé... qui Ebrar si scatena ulteriormente parlandoci di sua nonna, che asserisce di essere in grado di leggere il futuro dai fondi di caffè (altra pratica diffusissima in Turchia). Tuttavia ci strappa l’ennesima sonora risata quando ci narra che la nonna, guardando nei fondi di caffè, per lei ha sempre previsto sin da quando era piccola che sarebbe diventata una grande politica Turca, si sarebbe sposata, avrebbe avuto diversi figli, avrebbe comprato una villa lussuosa e avrebbe continuato a vivere serenamente assieme alla propria famiglia. Poi Ebrar si interrompe e, dopo qualche istante di pausa (come una consumata attrice comica), guardandoci di sottecchi esclama zitta zitta: “Ecco, ora mettetevi nei miei panni. Come faccio a dire a mia nonna che per campare non faccio il politico bensì la guida turistica, sono rimasta zitella, non ho figli, me ne sono andata via di casa e a malapena posso permettermi di vivere in affitto in un piccolo appartamento??...”.
Ci sganasciamo davvero dalle risate: questa ragazza ha una verve comica innata ed è di una simpatia unica.
Il nostro autobus macina chilometri su chilometri in autostrada mentre la nostra guida ci riempie di preziosi consigli.
Poi Ebrar continua ancora la sua esposizione, dandoci altri consigli preziosissimi.
Tra questi, quello che forse è il più importante di tutti.
“Signori, vi dico questo: andando in giro per negozi e bancarelle, specie quando domani arriverete al Gran Bazar di Istanbul, vi renderete conto che i venditori sono assillanti e tenteranno in tutti i modi possibili ed immaginabili di attirare la vostra attenzione per vendervi di tutto e di più. Inoltre, noterete che i prezzi della merce NON sono esposti…”. Poi, con un sorriso furbo aggiunge: “Eh, sì… i prezzi non sono esposti perché qui in Turchia, per poter comprare una cosa il prezzo va trattato!! Sì, sì... proprio come si faceva una volta!! Si parte da una cifra X e man mano si arriva ad una cifra Y. Diciamo che già strappare uno sconto del 30-35% sul prezzo di partenza è un ottimo risultato!! Ma chi ci sa fare può anche arrivare al 40% e oltre. In genere, la tattica migliore è fingere di andarsene: così facendo, molto spesso il prezzo crolla. Tuttavia si tratta di trattative estenuanti che possono durare anche ore!!! Diciamo che questo è un po’ lo sport nazionale turco…”.
Risate, commenti meravigliati e ringraziamenti vari per gli eccellenti consigli.
Poi qualcuno le pone la fatidica domanda: “E se io non fossi interessato ad acquistare nulla??”.
Gli occhi di Ebrar si illuminano quasi si aspettasse quella domanda e non vedesse l’ora di rispondere. E con un sorriso disarmante dice: “Guardate, voi italiani siete istintivi ed educatissimi. Mentre qua i commercianti sono assillanti ed importuni. Di conseguenza, se uno di questi vi avvicina e voi non siete interessati alla sua mercanzia, normalmente come rispondereste?? Vi verrebbe naturale rispondere con un cortese “No, grazie!”. Mi pare ovvio no?”.
Pausa.
Poi guardandoci con gli occhi furbetti e con un sorrisetto malizioso Ebrar aggiunge: “Peccato però che rispondere in questo modo, in Turchia equivale a dire “Ok, cominciamo a trattare…”. Insomma, vi assicuro che non ve ne libererete più. E allora cosa dovete fare?? Niente. La cosa più semplice da fare è infatti semplicemente ignorare il venditore e proseguire dritti per la vostra strada senza neanche guardarlo: dopo la prima proposta andata a vuoto, vi lasceranno stare...”.
Risate e applausi per l’eccellente dritta!!! [smilie=saltellare[:[smilie=saltellare[:
[B]Una serie di castelli di epoca ottomana, alcuni eccezionalmente conservati, costellano le alture che scorrono ai lati dell'autostrada E87 in direzione di Kerçuc (e questo in foto non è uno dei migliori...).[/B]
Dopo aver illustrato le caratteristiche fisiche e politiche della Turchia, Ebrar ci fa anche da “agente di cambio” e ci illustra il valore della lira turca rispetto all’Euro (in pratica, un Euro corrisponde a poco più di 3 lire turche). E ci dimostra in maniera pratica, tirando fuori una banconota dalla sua borsa, cosa è materialmente possibile acquistare con 20 lire turche: alcuni litri di latte, qualche decina di lattine di Coca-Cola, un pranzetto turistico base in un ristorantino economico, ecc.
Insomma, un ottimo sistema per entrare subito nell’ordine di idee di quello che è il potere di acquisto locale...
Poi, ritorna immediatamente istrionica e ci da’ un consiglio apparentemente scontato. Che solo dopo ci rendiamo conto essere in realtà lo spunto per l’ennesima battuta goliardica. In pratica, ci raccomanda di parlarle solo, sempre e soltanto in italiano. E qui parte a razzo con una disquisizione lusinghiera in merito a quanto è meravigliosa la lingua italiana. Ma anche a quanto sia incredibilmente complicata con le varie declinazioni dei verbi, le diverse persone, gli articoli, le desinenze, le preposizioni e così via discorrendo… Tutta roba che nella lingua turca, semplicemente... non esiste!!!
Ed aggiunge anche un’altra cosa che ci sorprende non poco: a dispetto delle convinzioni comuni, la lingua turca, con l’arabo NON c’entra assolutamente niente!!!! Anzi, fa un paragone assolutamente divertente quando dice che “tanto per farvi capire a quale ceppo linguistico apparteniamo, sappiate che noi turchi non capiamo e non riusciamo assolutamente a leggere l’arabo... in compenso però, quando andiamo all’IKEA a fare le compere, riusciamo a capire senza problemi alcune di quelle incomprensibili parole svedesi!!!!”.
Altra scarica di risate...