Venerdì 29 novembre, Tangeri
Mi sveglio presto, come al solito: è nuvoloso, la giornata sembra non promettere niente di buono.
Mentre siamo al ristorante a far colazione ci accorgiamo che piove, e pure tanto!
Mannaggia, speriamo migliori….in questo ci conforta ciò che vediamo dalle finestre, in fondo in fondo il cielo pare aprirsi….incrociamo le dita!
La giornata a Tangeri prevede un tour in autonomia, in taxi, con un’altra coppia conosciuta a bordo ed è stata studiata sulla falsariga dell’escursione Costa.
Ci incontriamo con Carlo e Sonia, ci copriamo ben bene e scendiamo….piove a vento, che disastro!
Oltrepassiamo i primi tassisti che ci vengono incontro, soprattutto uno particolarmente insistente che non mi ispira nessuna fiducia, sentiamo un po’ le tariffe che propongono e continuiamo a camminare; incontriamo un gruppetto di crocieristi che contratta con un giovane dall’aria sveglia…io dico “andiamo con lui”; evidentemente sente e accetta, si contratta un minimo, ma proprio un minimo poiché siamo sotto l’acqua e si va….macchina e autista migliori non potevano capitarci: l’auto è nuova, grande e comoda per noi quattro, il tassista sveglio, loquace, parla benino italiano, ma gli chiedo di parlarmi anche un po’ in francese (quella lingua, si sa, mi piace molto).
Tempo pochi minuti e smette di piovere, pian piano il cielo si apre e la giornata assume decisamente tutt'altro aspetto!
Il primo impatto con la città è sorprendente: ordinata, pulita, moderna, sembra quasi più europea che africana….ma, naturalmente, ci renderemo conto poi, è la sintesi di tutti e due i continenti.
La via principale della Tangeri moderna è il Boulevard Pasteur
Ed ecco laggiù la nostra Serena
Ci si dirige fuori città, ci sono ville e palazzi del governo....e tanta polizia (che non mi pareva il caso di fotografare)
Prima tappa Capo Spartel
In giornate particolarmente serene da qui si vede la costa spagnola, siamo praticamente di fronte, e vicinissimi, a Gibilterra.
In questa crociera il filo conduttore pare essere l'arcobaleno, visti e fotografati almeno 4 o 5
Dromedari (giusto?) in attesa lungo la costa
Un ragazzo che si faceva fotografare con degli asinelli, ma a me interessava di più lui, proprio una faccia simpatica
Da lì costeggiando l’oceano raggiungiamo le Grotte di Ercole
Le grotte sono piene di crocieristi, troppa gente, impossibile fare foto decenti; tra urti e spintoni (evito di dire qui quello che ho detto allora) cerchiamo di guardarle, ‘ste famose grotte…in effetti, non c’è granchè, ma l’apertura sul mare è senza dubbio affascinante
Ci rimettiamo in marcia verso la città e verso la kasbah
Il tassista ci farà accompagnare da un amico all’interno dei vicoli della Medina.
Sarà stata la sua presenza, in realtà molto discreta ( ogni tanto dovevamo richiamarlo per dirgli di aspettarci), ma nessuno ci ha importunato, nessuno ci ha chiesto di entrare nei negozi, o, se l’hanno fatto, è stato in modo affatto insistente (in un negozio che assomigliava alla grotta di Aladino, avrei voluto acquistare un gioiello in argento, ma costava un prezzo esorbitante e noi non siamo molto bravi nell'arte della contrattazione.... non c’è stato niente da fare, l’abbiamo lasciato lì, sia pure a malincuore).
Gironzoliamo tra i vicoli, pieni di botteghe, di artigiani al lavoro, di donne che facevano la spesa e di bimbi che uscivano da scuola che ci indicavano l’un l’altro sorridendo…
Usciamo dalla Medina
La nostra guida, non siamo riusciti proprio a capire perché, ogni tanto apriva l’ombrello anche se non pioveva….mah!
Siamo vicini al porto
Un giro molto interessante, questa tappa è stata piacevolissima, speriamo di poter tornare.
Ma è ora di rientrare, il taxi ci riporta al porto.
Molti conosceranno senz’altro questo romanzo “Il tè nel deserto” di Paul Bowles da cui è stato tratto il famoso film di Bernardo Bertolucci
“Non si considerava un turista, bensì un viaggiatore. E in parte la differenza sta nel tempo, spiegava. Laddove, in capo a qualche settimana o mese, il turista si affretta a far ritorno a casa, il viaggiatore, che dal canto suo non appartiene né a un luogo né all’altro, si sposta più lentamente, per periodi di anni, da un punto all’altro della terra.
Un’altra importante differenza tra turista e viaggiatore è che il primo accetta la propria forma di civiltà senza discutere; non così il viaggiatore, che la paragona con le altre, e respinge quegli elementi che non trova di suo gusto.”
Continua…..