DOMINICA
Dominica si trova a sole 140 miglia nautiche a sud di St. Kitts, ma ha una conformazione, delle peculiarità ed uno stile di vita completamente diverse. Viene chiamata "L'isola della Natura" essendo quasi completamente coperta da lussureggianti foreste pluviali e da una vegetazione rigogliosa. Un'isola con clima tipicamente tropicale e con ben 5 vulcani di cui uno ancora attivo.
La Summit arriva alle 8 del mattino a Roseau, la capitale dell'isola, il cui nome ricorda il passato coloniale francese. Oggi l'isola si trova sotto l'egida del Regno Unito all'interno del Commonwealth. Per noi è la prima volta da queste parti.
Il porto si trova praticamente nel centro della piccola città ma diversamente dagli altri porti della crociera non ci sono negozi, ristoranti o altre amenità. Come si può notare dalla foto precedente sono invece numerosi i taxi collettivi ed i pulmini pronti ad accogliere i crocieristi. Qui a Dominica il costo del trasporto è il più alto mai visto in tutte le isole dei caraibi e questo si ripercuote inevitabilmente anche sul costo delle escursioni organizzate. Le distanze da percorrere sono elevate, le strade messe malissimo e qui il turismo crocieristico è uno dei principali motori dell'economia vista anche la mancanza di un aeroporto internazionale. La stagione è abbastanza breve e va da dicembre ad aprile, poi le navi spariscono.
Tra tutte le isole della crociera Dominica è senza dubbio la più povera e qui le condizioni di vita sembrano veramente molto difficili. Di tipiche spiagge caraibiche nemmeno l'ombra. Mero Beach, che si trova a circa 30 minuti dal porto, ha una sabbia vulcanica nerissima che non fa per noi. Decidiamo quindi di buttarci a capofitto su esperienze ecoturistiche un po' più anticonvenzionali rispetto al solito.
Prima di partire avevo scritto a 8 persone tra tour operator e semplice taxi ed avevo trovato una guida per l'intera giornata al prezzo di 250 dollari (il più basso in assoluto). Stavolta però non ho trovato nessuno con cui condividere la giornata e così alla fine abbiamo optato per un tour di sola mezza giornata con taxi reperito in loco al costo di 100 US$. Questo tassista, che mi sembra si chiamasse Paul, a differenza di Chris ha la bocca cucita e si limita a scarrozzarci sulla sua scassatissima jeep.
Un consiglio che vorrei dare per le escursioni a Dominica è quello di evitare di scegliere luoghi troppo distanti tra loro perchè altrimenti il tempo in auto sarà superiore a quello a piedi. Per questo scartiamo la Emerald Pool che, seppur attraente, è distante almeno un'ora da Roseau. La nostra prima sosta è Champagne Reef, a circa 20 minuti dal porto. Avevo letto di un biglietto da pagare ma quando arriviamo non c'è ancora anima viva quindi passiamo oltre.
Immerso completamente nel verde, questo posto è rinomato più che altro per lo snorkeling. Per arrivare al punto di immersione c'è una passerella di legno.
Come si può notare la sabbia non esiste ma ci sono solo tanti sassi e l'accesso in mare avviene attraverso uno scivolo. Lo spettacolo della natura qui si trova sotto il livello del mare. Quotato tra le top five dello snorkeling nei Caraibi, a Champagne Reef sembra letteralmente di nuotare in un acquario con l'acqua di un blu intenso e tanti pesci colorati anche di grandi dimensioni. Ma la peculiarità sono le tante bollicine che fuoriescono dal sottosuolo a causa dell'intensa attività vulcanica. Per avere un'idea pubblico una foto del fondale marino (non scattata da me).
L'esperienza è davvero unica e anche la mia bambina più grande si è divertita tantissimo. La piccola invece tra un po' svuotava la spiaggia di sassi a forza di prenderli e gettarli in mare! Ad ognuno il suo!
Dopo aver fatto snorkeling in perfetta solitudine usciamo proprio mentre arriva l'orda dell'escursione Celebrity.
La prossima sosta è un punto di osservazione chiamato Morne Bruce, dal quale si ha una bella veduta di tutta Roseau, nave compresa.
Da qui parte un sentierino tutto in discesa e ben tenuto chiamato "Jack's Walk" che percorriamo in circa 15 minuti fino ad arrivare ai giardini botanici di Roseau.
Più che un giardino a me è sembrato un grande parco con pochi fiori e molti alberi anche di specie molto diverse l'una dall'altra.
Nei grandi prati verdi i bambini delle scuole giocano e si svagano in gare sportive di atletica ... per loro è periodo di vacanze pasquali.
L'appuntamento con Paul è all'ingresso del giardino e non si può sbagliare strada visto che ce ne è solo una! Prima di arrivare al punto di incontro passiamo davanti al monumento che ricorda il passaggio dell'uragano David nell'agosto del 1979, che con venti di 240 km orari devastò completamente l'isola lasciando senza casa il 75% degli abitanti ed uccidendo anche una cinquantina di persone.
Simbolo di quello che fu l'uragano più distruttivo della storia di Dominica, uno scuolabus che fu letteramente schiacciato da un albero secolare sollevato come un fuscello e che si trova tutt'ora nella stessa posizione. Una cosa veramente impressionante!
Saliamo in macchina e partiamo alla volta del parco nazionale Morne Trois Pitons e più precisamente alle Trafalgar Falls. Il tragitto dura circa mezz'ora e più ci si avvicina più aumenta la vegetazione.
Per entrare nel sito bisogna pagare un biglietto di 5 dollari, fatta eccezione per la bambina piccola che non paga.
Non facciamo in tempo a mettere un piede dentro che inizia il primo nubifragio e quindi tiriamo subito fuori i nostri impermeabili comprati la settimana precedente ad El Yunque.
La camminata verso le cascate è facile e breve, al massimo 15 minuti ed il sentiero è ben tenuto, ma rispetto alla foresta di Portorico qui è tutto molto più selvaggio e la vegetazione più varia e ricca e talora intricata, costituita da piante latifoglie, liane, felci, bambu, banani selvatici. Una vera e propria giungla direi.
All'entrata ci dicono che di animali veramente pericolosi non ce ne sono, zero zanzare infette, nessun serpente velenoso ... solo qualche Boa Costrictor della lunghezza massima di 4 metri! Fortunatamente se ne è stato alla larga da noi. Il punto di osservazione delle cascate è di legno e coperto, così ci liberiamo degli impermeabili che riparano si dalla pioggia, ma fanno sudare a dismisura.
Le cascate sono due Papa (sulla sinistra) e Mama (sulla destra).
Volendo è possibile scendere fino alla base della cascata attraverso un sentiero che però è molto meno semplice del precedente avendo rocce lisce e scivolose. Per questo è fondamentale indossare delle scarpette di gomma. Noi siamo attrezzati e quindi sprezzanti del pericolo ed in un momento di tregua della pioggia proseguiamo. Dopo aver scavalcato rocce e oltrepassato torrenti di acqua calda arriviamo in fondo. Il pezzo è breve ma sicuramente non facile, soprattutto per i bambini, ma il risultato vale sicuramente lo sforzo.
Ai piedi della cascata c'è anche un laghetto di acqua sulfurea calda ma non bollente nel quale alcune persone stanno facendo il bagno ... ci viene la strana idea di buttarci a mollo ma la pioggia ha nuovamente aumentato di intensità e decidiamo che è arrivato il momento di tornare alla base.
Il nostro Paul ci aspetta mangiando una banana e dopo esserci asciugati ci porta alla vicine Sulphur Springs.
Si tratta di sorgenti sulfuree prodotte dall'attività vulcanica dell'isola dove è possibile cuocere un uovo in pochi minuti. L'acqua al loro interno ribolle in continuazione facendo capire che qui il sottosuolo è tutt'altro che tranquillo e sopito.
Terminata la visita ci facciamo riportare in nave dove pranziamo ottimamente al buffet. Dopo un breve riposino in cabina scendiamo nuovamente a terra per visitare Roseau ...
Il paese non ha molto da offrire dal punto di vista monumentale e architettonico, ma è molto caratteristico e pittoresco ed una breve passeggiata tra le sue viuzze va sicuramente fatta. Proprio di fronte al pontile c'è il Museo Nazionale di Dominica, ospitato in un'antica casa del 1800, una delle poche che ha resistito alla forza di David. Al costo di ingresso è 3 dollari si osserva un'esposizione permanente con un'interessante panoramica dell'isola e della sua storia.
Dietro al museo c'è la Old Market Square, la piazzetta del mercato con bancarelle di artigianato locale, magliette, souvenir ecc. Non cercate diamanti perchè qui non ne troverete, il lusso non rientra proprio nel DNA di Dominica.
Più probabile invece trovare un intrico senza fine di cavi sopra la testa!
Dopo un giretto per le vie principali, tutte a senso unico visto che due auto contempraneamente non ci passano...
... torniamo in nave e ammiriamo nuovamente la città da una posizione privilegiata.
Mentre le donne sguazzano in piscina ...
... io mi gusto la partenza, che è sempre uno dei momenti che preferisco.
Le verdi montagne di Dominica si stanno ormai allontanando e nell'animo sento che un po' mi dispiace aver abbandonato quest'isola così strana e diversa dalle altre, con una natura incontaminata e lussureggiante come mai mi era capitato di trovare ai Caraibi. Quella che pensavo fosse la tappa debole di tutta la crociera in realtà si è rivelata una bella sorpresa ed anche qui mi piacerebbe tornare in futuro per continuare l'esplorazione.
Inizia così il viaggio verso Grenada, l'isola più a sud del nostro itinerario dove riprenderemo a pieno ritmo la vita balneare che per un sol giorno abbiamo sospeso.
Continua ...