Scendiamo verso l'Agorà, l'antica piazza di Atene.
E’ il luogo dove nella Grecia Antica si svolgeva la vita quotidiana, dalle attività politiche a quelle commerciali.
Con un minimo di fantasia è facile immaginare Socrate parlare alla folla o pensare Platone e Aristotele a passeggio.
Qui, in questo luogo dove ci troviamo ora, nacque la democrazia.
Hai detto poco!
L'Agorà di Atene by
luciana lu, su Flickr
Ovunque si guardi resti di capitelli e colonnati e statue: ogni passo riporta a migliaia di anni di storia.
L'Agorà, la piazza principale della città di Atene by
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capitello corinzio by
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Nell’area archeologica, in posizione dominante, vediamo il Tempio di Efesto, il monumento meglio conservato di tutta la nazione.
L'Hephaisteion o Tempio di Efesto, Agorà by
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Da quaggiù si ha un bel colpo d’occhio sull'Acropoli
L'Agorà, nell'antichità la piazza principale della città di Atene by
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Entriamo nella bella Chiesa Bizantina
La Chiesa dei Santi Apostoli (X secolo), Agorà by
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Chiesa dei Santi Apostoli by
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All’interno possiamo osservare ciò che resta di bellissimi affreschi
interno della Chiesa dei Santi Apostoli.... by
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interno della Chiesa dei Santi Apostoli by
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interno della Chiesa dei Santi Apostoli. by
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Mi è molto piaciuta, forse anche per una certa incongruenza nel trovarla qui
interno della Chiesa dei Santi Apostoli, particolare by
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Chiesa dei Santi Apostoli, Agorà di Atene by
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Più avanti si trova la lunghissima Stoà di Attalo, che ospita il Museo dell'Agorà.
Uno splendore!
La Stoà di Attalo in origine doveva costituire una sorta di antico centro commerciale in grado di ospitare 21 botteghe su ogni piano.
Si sviluppa su due piani e risale al 138 a. C. quando fu costruito dal re di Pergamo e donato alla città di Atene.
L’edificio presenta 45 colonne in stile dorico al piano terra
Stoà di Attalo (porticato di 116,5 metri) oggi è il museo dell'Agorà by
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Stoà di Attalo by
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Stoà di Attalo, statue by
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Stoà di Attalo, Atene by
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Stoà di Attalo, statue acefale by
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All’interno, nelle sale museali, raccoglie reperti provenienti dagli scavi del sito: ceramiche, bronzi, sculture, monete, iscrizioni e molti oggetti di uso quotidiano.
interno del museo dell'Agorà by
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Forse i più suggestivi sono i cocci rotti dell’òstraka (da cui deriva la parola “ostracismo”), la condanna all’esilio dalla città, una forma di ignominia sociale; tra i cocci c’è quello che porta il nome di Socrate.
Non ci crederete, ma mi sono dimenticata di scattare le foto, ero troppo presa!
Tra il 1953 e il 1956 la Stoà fu fedelmente ricostruita dalla Scuola Americana di Archeologia con un’unica differenza: la facciata è stata lasciata in marmo naturale, mentre in origine era dipinta di rosso e blu.
il sacro e il profano by
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Con riluttanza lasciamo l’area archeologica e ci incamminiamo verso il vicino quartiere di Monastiraki, con i suoi vicoli stretti pieni di…..piccioni…un incubo!
I negozietti che vendono ogni sorta di cianfrusaglia turistica sono addossati gli uni agli altri
passeggiando per il quartiere di Monastiraki, Atene by
luciana lu, su Flickr
passeggiando per il quartiere di Monastiraki by
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passeggiando per Monastiraki by
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Non ci tratteniamo troppo, c’è poco, per noi, di interessante qui.
Pochi passi dopo, però, incontriamo la Biblioteca di Adriano con le sue belle colonne corinzie
la Biblioteca di Adriano (sullo sfondo l'Acropoli) by
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vicino c’è un’antica moschea ora museo dell’arte folcloristica
Tzistarakis Mosque (moschea ottomana del 1759) by
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Vista l’ora vorremmo concederci una sosta in un ristorantino tipico, ne vediamo un paio che ci ispirano, ma l’altra coppia vuole andare all’Hard Rock Cafè, li accontentiamo, in fondo non siamo mai stati in uno dei locali di questa catena
the Hard Rock Cafè by
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Facciamo uno spuntino veloce e intanto penso che evidentemente mi sfugge lo “spirito” del posto, a me non sembra niente di speciale, immagino sarà la prima e ultima volta che ne visitiamo uno, ci piacciono posti meno globalizzati.
hard rock cafe by
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Salvo ci dice che vicino, a due passi, c’è la stazione dove è possibile prendere il treno per tornare al Pireo (preferirei il caro vecchio taxi, ma, poiché gli altri sono d’accordo…. ubi maior minor cessat).
Il vagone è abbastanza pulito, troviamo dei posti liberi per sederci, guardo le persone intorno a noi, mi chiedo chi siano, cosa facciano, cosa pensino, c’è chi ascolta musica, due ragazze molto graziose sedute di fronte chiacchierano fitto fitto, c’è un signore avanti negli anni con un viso un tempo bello assorto nei suoi pensieri…..
Intanto Stelvio mi fa notare che stiamo passando davanti al famoso stadio di Atene (sarà famoso ma a me, a parte il nome, dice poco)
The Karaiskaki Stadium Olympiacos, Atene by
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Siamo arrivati alla nostra fermata: Pireo
stazione Piraeus (inaugurata nel 1869) della metropolitana di Atene by
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Sbuchiamo sul grande viale che costeggia il porto
Pireo by
luciana lu, su Flickr
Vediamo piccole navi e traghetti
porto dalla stazione Piraeus by
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ma Deliziosa è attraccata lontano, al terminal B, ora sì che urge un taxi.
A pochi passi individuiamo una postazione fissa, saliamo a bordo.
A guidarlo una giovane donna di origini rumene trapiantata in Grecia, simpatica, inizia una conversazione in inglese: alle classiche domande, da dove veniamo, cosa facciamo, che itinerario fa la crociera, riusciamo a rispondere poi diventa difficile, fa domande sulla situazione lavoro in Italia……tra qualche parola di italiano che capisce e il nostro inglese stiracchiato i minuti volano (niente a che vedere con il suo collega della mattina) ed eccoci arrivati sotto bordo.
Il costo della corsa è 9 euro, le lasciamo una banconota da dieci, ma insiste per darci l’euro di resto.
Risaliamo e raggiungiamo subito la nostra cabina, la giornata è stata piuttosto stancante.
Ci rinfreschiamo, poi saliamo al buffet per prendere un tè e qualche pasticcino.
Intanto ci accorgiamo che il cielo si sta tingendo dei colori del tramonto
Tramonto, le due scie by
luciana lu, su Flickr
Tramonto sul Pireo by
luciana lu, su Flickr
Tramonto sul Pireo. by
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Decidiamo di riposarci fino all’ora del teatro, stasera è previsto lo spettacolo di un ventriloquo che conosciamo bene, Renè Luden.
Le battute sono sempre le stesse, le conosciamo a memoria, è la quarta volta che assistiamo ad un suo spettacolo, notiamo però che i costumi dei pupazzi ai quali presta la voce (almeno quelli) sono cambiati.
Bravo è molto bravo, usa un tipo di comicità un po’ greve, scontata, ma il pubblico ride fragorosamente a ogni battuta.
Dopo cena rientriamo in cabina, è ora di mettere un punto a questa lunga giornata
buonanotte by
luciana lu, su Flickr
Continua….