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Costa Classica settembre 2012 Un itinerario splendido

Stato
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Argostoli/Cefalonia – 05/09/2012 – quarto giorno di crociera

Argostoli/Cefalonia – 05/09/2012 – quarto giorno di crociera

La sveglia era stata puntata ma a svegliarci ci pensano le catene.
La nave resta in rada quest’oggi e quando butta le ancore noi sentiamo distintamente lo sbatacchio delle catene che scorrono nell’occhio di cubia.
Ordiniamo e ci beviamo i nostri consueti due caffè espressi e ci prepariamo.
Nel taccuino mi ritrovo gli appunti che avevo già segnato.
Principali attrattive?
La bellissima spiaggia di Myrtos ad una trentina di km. dal porto.
Il famoso lago di Melissani a circa 25 km. verso nord.
Entrambi raggiungibili in comodità con taxi o noleggiando un’auto. Autobus un po meno.
Poi varie ed eventuali come la spiaggia di Petani sulla penisola di Lixuori; Fiscardo a nord ed Assos a nordovest e per finire la vicina spiaggia di Markis Gialos a circa 5 km. dal porto.
In caso di cattivo tempo avrei optato per Melissani ma la giornata è splendida come il giorno precedente. A dire il vero mi attirava molto lo spettacolo della spiaggia di Myrtos ma la sera precedente a cena abbiamo concordato un’uscita di gruppo non troppo impegnativa. La spiaggia di Markis gialos sarà la nostra meta. Noi saremo in splendida compagnia ed i bambini si divertiranno di sicuro. Poi il tempo è quello che è. 6 ore dalle 08.00 alle 14.00 quindi in realtà meno di 5 per stare nei tempi. Troppo poco per avventurarci secondo me.
Ci ritroviamo per la colazione e poi andiamo al teatro e ci mettiamo in fila per prendere il numerino. Caspita quanta gente ancora in fila.

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Prendiamo il nostro numerino 11 ed andiamo a sederci per aspettare il nostro turno.

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Alle 09.15 iniziano a chiamare il nr.1 ed a scaglioni chiamano via via gli altri numeri. Alle 09.35 arriva il nostro turno. Scendiamo al ponte 3 ma non ci fanno salire perché la scialuppa è già piena. Solita incavolatura e solita disorganizzazione. Sul tender c’è gente che è salita senza numero (non sapendo o facendo finta di non saperlo, per non dire peggio).
La cosa che da noia è che fanno tutto sto bordello di numeri ecc e poi nessuno controlla e sulla scialuppa sale chiunque.
Lascio perdere, tanto non serve a nulla.
Arriva un altro tender e si sale

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L’eccitazione dei ragazzi sulla scialuppa mi fa tornare il sorriso.
Il tragitto dura giusto qualche minuto.
Nel porto è attraccata la MSC Armonia e si sente qualcuno dire che quella compagnia è più importante perché gli hanno dato il posto nel porto mentre per la Costa no.
Non replico neanche.

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Mi metto in fila per avere una cartina dal box dell’ufficio informazioni.
Sono quasi le 10.00 e davanti a me c’era una coppia che voleva andare in autobus al lago di Melissani ed alla spiaggia di Myrtos. Mi chiedo come mai non hanno pensato di fare una capiatina anche ad Itaca. Mah.
I primi tassisti piazzati appena all’uscita dal porto fanno finta di non capire. In realtà aspettano qualche altro crocerista che gli chiede di andare a fare giri turistici o comunque più remunerativi.
Quasi tutti i taxi sono color bordeaux. Ne troviamo un altro in attesa sul ciglio opposti della strada che per i canonici 10 euro ci porterà a Markis Gialos, meglio conosciuta come “Costa Costa Beach” dal nome dello stabilimento balneare principale ma che non ha nulla a che vedere con Costa Crociere.
Di taxi ce ne sono molti ed in 2 minuti anche gli altri del gruppo prendono rotta per la spiaggia.

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Il tassista mi dice che sull’isola ci sono circa 130 taxi di cui almeno 70 fanno servizio nell’area di Argostoli, soprattutto quando arrivano le navi in porto. Quindi di non preoccuparsi per il ritorno. Di taxi ne troveremo sicuramente. Ed aveva ragione.

Arriviamo alla spiaggia.

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C’è da fare una stradina sterrata a piedi in discesa, ma non saranno più di 300 metri.

La spiaggia è molto bella ed ampia con al centro lo stabilimento balneare ed ai suoi lati ampia spiaggia libera. Noi andremo nella parte più vicina, quella a destra.

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Bellissimo bagno ristoratore, questa volta senza pesciolini assatanati.
L’acqua è cristallina. Davvero rilassante e tante chiacchiere in spensieratezza e giochi con i bimbi.

E’ quasi mezzogiorno. Decidiamo che vogliamo fare almeno una passeggiata nel borgo di Agostoli quindi ci prepariamo.
Qualche scatto al bagno costa costa beach,

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Ultimo sguardo alla spiaggia

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E facciamo la salitella per arrivare alla strada.
Nella pineta vediamo la polizia locale che fa controlli

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Arrivati alla piazzuola troviamo molti taxi.
Siamo in 10 e cerchiamo di convincere i tassisti ad usare 2 taxi.
Niente da fare. Visto che c’è anche la polizia in zona non vogliono rischiare. Questa volta la scusa regge. I bambini si infilano con i loro compagni negli altri taxi ed io con la consorte ci troviamo sul sedile posteriore di un mercedes. Tutti soli e soletti come sposini.
Lungo la strada vediamo molti altri taxi in coda ed in attesa di clienti del costa costa beach.

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Ci facciamo lasciare nella piazza principale del paese. Costo sempre 10 euro.
La cittadina non è niente di che. Diversi bar e stradine con negozi. Nulla di più.
Lasciamo le signore a fare “shoppingwatching” e noi maschietti ci accomodiamo ai tavolini di un bar per assaggiare un caffè shakerato e per i bimbi un meritato gelato.
L’usanza dei giovani locali è giocare a Backgammon sorseggiando bevande al fresco dei gazebo. Solo in questo bar saranno ci saranno una decina di partite in corso.

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Dopo un’attesa atavica ci portano i nostri drink ed è già tempo di andare.
Quattro passi…

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…e siamo già arrivati.
La Classica ci attende

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Cerchiamo di scorgere anche le famose tartarughe ma nisba.
Peccato. Era bello farle vedere ai ragazzi.
Saliamo sul tender non prima di aver fatto le consuete foto familiari con la nave sullo sfondo.

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A bordo faccio il solito giro per ammirare meglio i dintorni del porto.

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Mentre l’Armonia prende il largo, anche lei diretta a Kotor.

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Cerchiamo qualche posto libero “Al Fresco Caffè” ma non c’è verso. Siamo in tanti e non mi va di fare la caccia al tavolino. Poi c’è una discreta fila per hamburgher, hotdog e patatine.

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Mentre arriva l’ultima scialuppa.....

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....e salutiamo virtualmente la Grecia

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ci infiliamo al buffet per il pranzo.

Questa volta ho particolarmente apprezzato i piatti etnici proposti.
Oggi cucina “orientale” con dei “Noodles fritti” favolosi.
Alla fine ho mangiato quasi solo quelli. Al terzo giro quasi mi vergognavo.

Il pomeriggio comunque non sarà vuoto.
Io il giorno prima ho prenotato lo special tour “Dietro le quinte di Costa Classica” ma ne parlerò più diffusamente nella prossima puntata.

Riemergo dai meandri della nave e trovo la truppa in piscina a divertirsi.
Resoconto completo alla consorte sulla visita appena fatta ed è già il momento di prepararsi per la serata, non prima però del consueto appuntamento riflessivo con la scia.

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Stasera serata di gala dell’arrivederci. Un po presto visto che siamo a metà crociera ma ovviamente ci adeguiamo. I ragazzi cenano con lo squok e noi andiamo a vedere cosa ci offre il teatro.
Lo spettacolo prevede “Illusions – magia ed illusionismo con Simone Shapland”. Come da titolo improntato sull’illusionismo ed effetti speciali. Gradevole ma nella norma.

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Cena ottima condita dal buonumore dei nostri commensali. Si termina con il dolce dopo aver recuperato tutta la prole al maxiclub. Erano tutti vestiti da pirati.
NB. Ora mi accorgo che la memoria mi ha ingannato. Durante la festa bianca i bimbi non erano in versione piratesca ma truccati in altro modo, mi pare sul tema tropicale ma non ne sono sicuro. Scusatemi per l’inesattezza.
Qui il menù della cena di gala dell’arrivederci.

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Con la pancia piena ci aggiriamo un po per i ponti facendo una capatina anche all’area interna più bella della nave, il salone Puccini che si trova appena dopo il casinò.
Siccome calava la palpebra un po a tutti, ce ne andiamo a dormire consapevoli che lo spostamento dell’ora ci avrebbe anche fatto guadagnare un’ora di sonno. Meglio.
L’arrivo a Kotor è previsto per le 13.30 ma già dalle 12.00 bisogna essere operativi per non perdersi la navigazione nel fiordo più grande del mediterraneo.
La nave viaggia lenta su un mare calmissimo ed ha già macinato parte delle 300 miglia marine che separano Argostoli da Kotor, la tratta più lunga di navigazione di tutta la crociera

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To bee continued.....
 
Come sempre complimenti...
Volevo precisare che la settimana che c'ero io, la nave è attraccata al porto, e la msc in rada... chissa' perchè???
 
Amadeone....sempre bello questo diario e che foto......rubate per il mio archivio.

Un salutone.
 
Amadeone....sempre bello questo diario e che foto......rubate per il mio archivio.

Un salutone.

Tano, tu puoi attingere a piene mani. Fai pure.
Anzi, in tema di ciminiere dovrei averne qualcuna con gli operai che la stanno dipingendo.
Vedrò di metterle quando arrivo a quel punto, sempre che non facciano schifo. Non le ho ancora selezionate.
Ciao
 
A bordo mi hanno spiegato che fanno sosta al porto in rada alternativamente: una settimana Costa al porto e MSC in rada; la settimana successiva il contrario. Io sono appena rientrato: mercoledì scorso eravamo noi con Costa Classica attraccati in porto e l'MSC ancorata in rada.
 
Ciao Amedeone ma che bellezza rileggere tutto il nostro giro. Noi invece a Cefalonia siamo riusciti a vedere le tartarughe (2 soltanto); Luca le ha filmate e fotografate in ogni modo e appena tornato a casa a cominciato a raccontarlo a tutti

Ciao Amedeone ma che bellezza rileggere tutto il nostro giro. Noi invece a Cefalonia siamo riusciti a vedere le tartarughe (2 soltanto); Luca le ha filmate e fotografate in ogni modo e appena tornato a casa a cominciato a raccontarlo a tutti
ops volevo scrivere ha cominciato
 
Ultima modifica da un moderatore:
Ciao Amedeone ma che bellezza rileggere tutto il nostro giro. Noi invece a Cefalonia siamo riusciti a vedere le tartarughe (2 soltanto); Luca le ha filmate e fotografate in ogni modo e appena tornato a casa a cominciato a raccontarlo a tutti
Grazie per la spiegazione. Secondo questa prassi allora la settimana in cui farò questa crociera (17 ottobre) saremo in porto. Meno pittoresco ma più facile per scendere.
 
Ciao Amedeone ma che bellezza rileggere tutto il nostro giro. Noi invece a Cefalonia siamo riusciti a vedere le tartarughe (2 soltanto); Luca le ha filmate e fotografate in ogni modo e appena tornato a casa a cominciato a raccontarlo a tutti

Ciao
Peccato che i miei ragazzi non le hanno viste.
Pazienza.


Spero che alla fine il vostro rientro un po disagiato a causa della macchina sia andato a buon fine.
Un saluto
 
Dietro le quinte di Costa Classica

Dietro le quinte di Costa Classica

Ecco ora una descrizione del tour a bordo “Dietro le quinte di Costa Classica”, che come indicato prima si è tenuto nel pomeriggio della tappa di Argostoli/Cefalonia ma che, per problemi organizzativi, potrebbe essere spostato in altri giorni della crociera.
Il costo previsto è di 35 euro gli adulti, 24,50 euro i bambini 4-14 anni e 30 euro per i soci costa club. Durata circa 3 ore.
Per chi ha già fatto questo tipo di visita, abbiate pazienza.

Dopo essere rientrato a bordo, pranzato e rinfrescato in cabina, lascio ogni sorta di apparato tecnologico visto che sono vietate riprese, foto e telefoni cellulari, e vado all’appuntamento fuori dal teatro.
Saremo in 14 di cui 8 italiani, 4 tedeschi e 2 inglesi.
Il personale della security distribuisce i pass ed il personale del Tour controlla i biglietti e si parte.
Purtroppo non ho nulla da mostrare perché …

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Però riassumendo, per chi interessa la tematica, è stato un tour davvero coinvolgente.
A dire la verità in un primo momento mi sentivo un po a disagio. All’inizio i nostri ciceroni Luca e Lucia avevano un atteggiamento un po distaccato come se pensassero: “ecco il gruppo di curiosoni”. Ma in realtà sono stati di una cortesia eccezionale ma sempre attenti a cosa e come rispondevano. Lo sguardo acuto del personale della security era sempre vigile.
In effetti durante la visita ogni tanto qualche occhiata da parte di qualche membro dell’equipaggio mi faceva tornare in mente questa sensazione, ma per il resto tanti sorrisi e voglia di condividere qualche momento della “vita a bordo” con i passeggeri.

Si inizia dal teatro. All’ingresso c’era una delle ballerine che con il suo Macbook rivedeva dei video di balletti e sul porto ripassava a gesti alcuni passi della coreografia. Entriamo e saliamo sul palco. Il tecnico ci spiega una varietà di cose con passione. Riesco a focalizzare alcuni passaggi ma per il resto rimarrà arabo.
Sul bordo del palcoscenico ci sono diversi numerini fosforescenti che stanno ad indicare i punti precisi in cui devono stare i ballerini durante le esibizioni. Sul fondo poi ci sono delle frecce che indicano il punto di uscita di scena. Senza di quelle, quando sul palco si spengono le luci fra una scena all’altra, gli artisti non saprebbero dove uscire con il rischio di scontrarsi se non addirittura di cadere.
Il tecnico ci spiega che tra tutti i teatri della flotta questo è uno dei più semplici dal punto di vista strutturale ed ha una capienza di circa 630 posti. Gli altri, soprattutto per le navi più recenti, hanno molti più meccanismi, scale a scomparsa ed effetti speciali.
Dietro le quinte vediamo un corridoio stretto con molti appendiabiti per i costumi di scena che vanno appesi secondo l’ordine di uscita e del cambio.
Il camerino delle ballerine è piuttosto anonimo (ci si aspetterebbe il contrario) mentre quello dei maschietti è un vero e proprio casino. Questo perché, essendo pochi, lo usano anche come deposito, più a portata di mano degli altri.

Mi fa sorridere la tenerezza di una frase che leggo scritta con una biro sul muro laterale, nel punto di cambio abiti di scena e prima dell’uscita sul palcoscenico. I nomi non me li ricordo ma in inglese riesco a capire che una ballerina faceva i suoi migliori auguri per il debutto di una sua collega. Firmato con cuoricini e bacini, come si usa scrivere tra ragazze.
Poteva essere lì da anni o solo da qualche giorno. Ma la tenerezza della grafia non aveva tempo.
Un piccolo segno del grandissimo mondo che c’è dietro le quinte, non solo artisticamente parlando. Lasciamo il posto alle guide tedesche ed inglesi e usciamo dal teatro. La ballerina è felice che la visita sia al termine. Chiude il portatile ed entra nei camerini.
Sempre controllati da una signorina filippina della security che sarà la nostra ombra per tutto il giro, scendiamo al ponte 7ed arriviamo alla zona esterna della poppa. In pratica questa segnata in rosso.

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E’ l’unico ambiente esterno della nave riservato solo all’equipaggio e dove possono stare può in libertà. Nessuna sedia, sdraio o tavolino. Semplicemente un ponte vuoto.
Qualcuno avvisa del nostro arrivo. Alcuni membri vestiti da camerieri se ne vanno. Altri rimangono spippolando sul cellulare. Da quel ponte esterno si è ancora più vicini alla scia. Chissà quali pensieri porta all’equipaggio contemplare la scia in “privato”.

Rientriamo al coperto e ci portano al bar dell’equipaggio. Un piccolo bar anonimo con tavolini e panche. Del tutto simile a quelli visti su alcuni traghetti. Ci offrono bibite e si sottopongono al fuoco incrociato delle nostre domande. La piega del discorso varia tra la lontananza da casa e dagli affetti al come impiegano il tempo libero; dalla convivenza con etnie differenti agli intrighi sentimentali che nascono a bordo; dalla nave che preferiscono all’itinerario. Da questo punto di vista la nave che sembra avere più consensi sarebbe la Costa Atlantica perché predisposta con particolare attenzione al benessere del personale di bordo, mentre gli itinerari peggiori sono senza dubbio le crociere traghettone. Quelle che su 7 giorni hanno 4 imbarchi. Le chiamano “il giro della morte”. Dalle loro spiegazioni non gli do certo torto.

Terminati i convenevoli e dopo un’occhiata all’orologio per controllare la tabella di marcia, ci portano alla zona benessere dove c’è una palestra. Becchiamo in pieno esercizio uno dei cantanti dei piano bar che sembra parecchio indispettito dal nostro arrivo ma ovviamente è costretto a sorridere. Passando oltre c’è un’aula didattica del tutto simile a quelle aule di scuola guida. Sedie con tavolino e una miriade di segnali appese sulle pareti. In questa sala vengono fatti i vari aggiornamenti del personale sulla sicurezza di bordo e ci dicono che in pratica la prima settimana di navigazione la passano ogni giorno lì, con relativa prova finale.

Passando nei vari corridoi ci sono aree dedicate alle cabine dell’equipaggio. Vedendo il piani nave appesi alle pareti noto che nei ponti inferiori ci sono una miriade di cabine disposte ovunque. Ci fanno vedere una cabina vuota ed evidentemente inutilizzata da tempo. Abbastanza grande per la verità con bagno condiviso con una cabina attigua. Per me quella non viene mai utilizzata ed è dedicata proprio per il tour.

Facciamo la conoscenza con il cappellano di bordo (non ricordo il grado) che ci accoglie nel suo ufficio. Alle varie domande sui compiti e sulla sua attività risponde con piacere e partecipazione. Nel suo ufficio c’è una discreta libreria con tutti i volumi numerati. E’ la biblioteca dell’equipaggio. Comunque nulla a cui vedere con quella prevista per i passeggeri.

Sotto stretto occhio vigile della security scendiamo al ponte 3. In verità ho perso il conto dei ponti quindi spesso non so neanche dove caspita sono. Più o meno a centro nave c’è un’area grande dove si vedono entrambi i lati dello scafo. In quest’area viene effettuato lo stoccaggio dei rifiuti e perfezionata la differenzazione. Non si direbbe di certo visto la pulizia e l’assenza di qualsivoglia odore strano. Per convincerci ci mostrano dei macchinari ed i contenitori dove vengono accumulati ed a volte compressi i vari rifiuti. Ripassando più tardi nella stessa zona troviamo un addetto intento a differenziare i rifiuti dei bar.

Passando oltre la visita ci porta nella tipografia di bordo dove viene stampato qualsivoglia foglio, depliant o today. Nulla di eccezionale. Un semplice ufficio con tante carte e stampanti professionali. Oltre vediamo vari laboratori. Il fabbro/carpentiere era intento a sistemare un plexiglass spaccato dell’area buffet ed un tappezziere era intento a rifoderare una poltroncina di un bar. Oltre ci mostrano il deposito di tutte le divise, uniformi, tute o vestiario di tutto il personale. Sportello al momento chiuso.

Si passa nel reparto lavanderia. Il rumore è abbastanza elevato. All’interno numerosi “operai” sono intenti nel loro lavoro e non distolgono minimamente lo sguardo dai macchinari. Ci sono 6 lavatrici, di cui qualcuna (o tutte, non ricordo) con carico massimo di 150 kg. La stireria è nel medesimo ambiente. Mi sarei immaginato una marea di assi e ferri professionali invece ci sono un paio di macchine enormi dove vengono infilati i panni su un nastro trasportatore (largo almeno tre metri se non di più) ed escono dall’altra parte belli stirati e poi piegati all’istante dal personale che attende al termine del rullo. Lenzuola, asciugamani e teli dappertutto e ben riposti.

Approdiamo al reparto cambusa. Qui la pulizia mi pare impeccabile. Il tutto o quasi è conservato in celle frigorifere che regola la temperatura in base al prodotto conservato. La prima area che vediamo è quella riservata allo scatolame. Tutti prodotti di ditte italiane conosciute. Nessun “marchio” strano o tipo discount. Stessa cosa per la cambusa della frutta e della verdura. E’ come vedere un magazzino all’ortofrutta ma in dimensioni maggiori. Tutto stipato nelle classiche casse o cartoni e con un odorino invitante. Tutte le casse che ho potuto vedere riportano la provenienza del prodotto dall’Italia. Veneto, piemonte, campania, toscana. Tutto esclusivamente italiano. Ci dicono che a Trieste viene caricato il necessario per l’intera crociera ed in caso di necessità anche da Ancona. Passiamo poi alle vere e proprie celle frigorifere. Mi trattengo di più nel reparto carni mentre altri visitano la zona del pesce. Ogni tipologia di carne è conservata in celle separate. Solo bovino, solo pollame, solo suino ecc. Dalle etichette e dalle scatole vedo che la provenienza della carne proviene in maggioranza dalla Nuova Zelanda. Non sono riuscito a vedere in altre etichette la provenienza perché coperte dalla patina di ghiaccio o fuori portata. Le parti di carne erano separate per tipologia di taglio.
Risate e commenti sibillini hanno contagiato tutti gli italiani (personale compreso) quando abbiamo visto una delle tedesche (dire molto corpulenta è riduttivo) accarezzarsi un intero maialino facendo commenti con l’acquolina in bocca tali da far impallidire il loro interprete. Salto il reparto pesce dove riesco a vedere solo dei bellissimi tranci di tonno. Le celle erano davvero fredde con il rischio di restare attaccato a qualsiasi cosa si toccasse.
Sempre seguiti dalla security e dall’occhio vigile di un ufficiale responsabile della cambusa, arriviamo all’area bevande. Gettonatissima da tutti l’area vini e superalcolici, meno la zona delle bibite e dell’acqua. In verità nulla di eccezionale. Solo casse e casse di merce tenute ferme da reti per preservare il carico da eventuali movimenti della nave.

Passiamo alle cucine ed alla sala buffet del personale. In verità sono due. Una mensa che prepara cibi più asiatici, appunto per il personale proveniente da quella parte del globo, ed una per la cucina tradizionale nostra.
Cibi che comunque nulla hanno a che vedere con quelli previsti per i passeggeri. Vanno alla grande riso in bianco, mais e pollo. Nessuno lo ammette apertamente (orecchie tese ascoltano) ma uno dei problemi più sentiti a bordo pare sia proprio la ripetitività e banalità della mensa.

Ora viene il momento del controllo della security. Veniamo controllati singolarmente con metal detector prima di entrare nelle zone più sensibili della nave.
E’ incredibile constatare che nonostante i chiari avvisi di non portare alcun apparecchio video/fotografico o telefonini ecc., spuntino fuori 2 o 3 fotocamere e 6 o 7 telefonini.
Ora mi spiego meglio la diffidenza e certi atteggiamenti del personale della sicurezza.
Comunque ci portano alla sala controllo macchine. Qui davvero ho la sensazione di vivere il quotidiano del personale addetto ai motori. La sala controllo pare una centrale operativa con bancone a elle e su tutte le pareti strumenti ed indicatori vari. Mi sarebbe piaciuto capirne un po ma per me il tema è arabo. Durante la nostra visita il personale continua a effettuare verifiche e settaggi. Comunicazioni telefoniche sia in italiano che in inglese. Scatta qualche allarme con spie luminose, avvisi su monitor e qualche cicalino. Il tutto rientra nella quotidianità e sono eventi normalissimi. La sala motori viene monitorata con telecamere a circuito chiuso. Un addetto alla sala mi da spiegazioni tecniche specifiche ma purtroppo non ne farò tesoro. Mi dimentico tutto nel giro di poco tempo. La security avvisa che il tempo è scaduto e usciamo.

Saliamo al ponte 10 ed entriamo nella zona di comando.
Dal corridoio vedo diverse cabine riservate agli ufficiali. Quella direttamente attigua al ponte di comando ha uno zerbino sulla soglia con scritto welcome. E’ la cabina del Comandante. Passiamo anche davanti alla zona pranzo che pare del tutto simile ad una cucina in legno scuro con tavolone centrale. Si saluta con educazione qualche ufficiale intento a lavorare dietro le quinte e arriviamo direttamente sul ponte di comando.

La primissima sensazione è strabiliante.
Il mare si apre davanti agli occhi nella sua vastità.
Si ha la sensazione di dominare tutto a 180 gradi, se non di più.
Il comandante ci accoglie tutti e salutandoci ognuno da il benvenuto in plancia con una sentita stretta di mano. Brinda con noi con un analcolico, mentre ci viene offerto spumante, e chiede qualche info al personale dell’ufficio escursioni sulla composizione del gruppetto e dedica i primi commenti e le prime risposte agli ospiti stranieri nella loro lingua madre. Nel frattempo cerco di memorizzare il più possibile.
Mi immaginavo diversa la plancia di comando anche se, vedendo qualche video in tv relativo purtroppo ad eventi tragici, un’idea di massima l’avevo.

Sulla parete posteriore tutta una serie di crest e poi la raccolta completa di bandierine oltre a piani della nave. Nessuna sedia ad eccezione di un paio di poltroncine (mi pare) ubicate al centro di un immenso bancone dove svettano ogni sorta di aggeggio elettronico. Quello che attira la mia curiosità è una piccola treccia di aglio appesa al centro della plancia. Quando il comandante si libera, nel senso buono, dai non italici, gli chiedo il significato. Ovviamente si tratta di una delle varie forme di scaramanzia marinaresca e ad ogni visita c’è sempre qualcuno che fa questa domanda. Ed io ovviamente arrossisco un po. Ogni comandante ha, chi più chi meno, le proprie abitudini per i portafortuna. Lui ha ereditato l’aglio dal suo predecessore e ha pensato di non cambiare abitudine. Oltre all’aglio ci fa notare dei classici corni rossi appesi più verso le vetrate. Piccoli e discreti. Ci racconta che, come ognuno di noi, molti comandanti, di qualsiasi grossa nave, sia merci che passeggeri, hanno altre abitudini ma tralascio ogni approfondimento.
Devo dire che nonostante il personale della security premesse, il Comandante è stato davvero cortese e ci ha dedicato molto tempo per la visita. Spiegazioni dettagliate qua e là con tanto buonumore campano e pazienza anche per le domande più improbabili. Ci fa vedere anche la cartografia elettronica nonché quella cartacea dove espone la rotta della nave e dove gli ufficiali segnano ancora il punto nave a matita.
Emozionante l’uscita all’aperto sull’aletta di destra.
Questa per intenderci, qui ripresa durante la navigazione nel fiordo di kotor.

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Altre spiegazioni condite dall’odore del mare. Non esagero nel dire che si avvicinava di molto alla sensazione di volare.
Poi la comparsa di alcuni delfini che sguizzavano obliquamente davanti alla prua è stata la ciliegina sulla torta.
Non vicinissimi alla prua, perché dall’aletta non si vede, ma una sessantina di metri davanti.
Le pinne dorsali si vedono sul pelo dell’acqua un altro paio di volte poi un ultimo guizzo quasi totalmente fuori dall’acqua. Poi l’incanto finisce. Cerchiamo ancora di scorgere i nostri amici ma ormai hanno preso la loro strada verso ovest senza più salutarci.

E’ arrivato il momento di salutare il ponte di comando. Ci congediamo dal Comandante e con sollievo della security si esce dall’area riservata per dirigerci alle cucine.
Oltrepassiamo il ristorante, dove sono in atto le pulizie del dopo pranzo, e ci accolgono in cucina.
Viene offerto un assaggio di pasticcini a tutti e ci spiegano a gruppetti i vari settori. Antipasti, primi, secondi, pane e dessert. Come elencati nel menù. Così sono disposte le varie aree con la zona centrale dedicata al lavaggio stoviglie. Ci accoglie direttamente lo chef e vediamo direttamente in preparazione alcuni piatti che saranno serviti a cena da lì a poche ore. L’antipasto con cozze gratinate oppure dei tranci di pesce spada di secondo. Lo chef ci consiglia di non perderci assolutamente il secondo di carne. Mentre un cuoco è impegnato a pelare le patate a mano ho conferma del fatto che necessariamente non tutte le portate possono essere sfornate contemporaneamente, ecco il perché di alcune tavolate che finiscono prima ed altre dopo. Non è il cameriere lento ma è la cucina che fa uscire le portate a scaglioni.
Come chicca finale viene donato a tutti i “curiosoni invadenti” un grembiule da cucina, di quelli del tutto identici che indossano i camerieri durante la “serata italiana”.

La visita è finita.
Usciamo dalle zone riservate e salutiamo i nostri ciceroni che restituiscono ai “contravventori” gli apparati elettronici requisiti in precedenza.
Le tre ore son passate veramente in fretta e certamente il numero relativamente basso di partecipanti ci ha permesso di assaporare al meglio il tour. Immagino che con molte più persone sia una cosa differente.
Ho sempre con me quella sensazione di disagio verso la “privacy” dell’equipaggio ma di sicuro mi sento più ricco dentro ed anche più comprensivo rispetto a quel mondo che vediamo solo dall’altra parte della barricata.
Mentre cerco di compattare in testa tutto quello che ho visto per raccontare con dovizia di particolari il tutto alla consorte, già è tempo di preparativi per la serata di gala.
Quando rintraccio la mia dolce metà mi son già scordato metà della cose :-)
 
Ottimo racconto Amadeone !!! Molto interessante.
Il giro della morte, la crociera che nessuno vuole fare.
É vero, stupenda la scia vista dalla poppa di Classica, una volta scendevo fino il ponte delle manovre, il cinque, ma adesso hanno messo le reti anti terrorismo. Era stupendo !!!
Classica una gran bella nave. Sinceramente avrei preferito che fosse lei ad essere ristrutturata al posto di Romantica e questa lasciata come era.

Un saluto.
 
Ottimo, davvero ottimo resoconto! E' una visita che ancora non ho fatto per vari motivi, ma che farò senz'altro nella prossima crociera e tu mi ha fatto venire ancora più impazienza :)
 
ciao un'info, il dietro le quinte che giorno lo fanno?? domenica parto e mi piacerebbe farlo ma speriamo che lo fanno quando la Classica è in navigazione!!!!
 
Io ho trovato la "pubblicità" in cabina insieme al today mi pare la sera della tappa di Dubrovnik.
Quando ho prenotato mi han detto che facevano sapere loro il giorno.
Poi ho trovato nella cassettina della posta fuori dalla cabina la comunicazione dell'ora del tour.
Nel mio caso, come già scritto, dopo la sosta ad Argostoli/Cefalonia, se non ricordo male alle ore 14.30.
 
grazie, quindi se non dicono il giorno al momento della prenotazione vuol dire quasi sicuramente che la fa fanno durante le ore di navigazione per non sovrapporsi con qualche escurione prenotata giorni prima! grazie e bel diario!!!
 
Stato
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