Questa.. lo sappiamo tutti..
è una Galea (o una Galera, non è possibile distinguere così le due navi.. l'unica differenza è se i rematori sono liberi o incatenati ai remi..)
Una bella Galea..
Una Galea Veneziana..
Veneziana? Siamo sicuri di questo?
Sotto le acque che abbiamo appena attraversato..
giace almeno una Galea (quella si conosce, chissà se ce ne saranno altre ndr.. ), una Galea che poteva tranquillamente avere un Leone a prua..
ma non era stata costruita a Venezia, non era stata costruita con gli alberi che hanno portato gli antenati di Tano, è stata invece costruita a Cattaro, con del legname di pregio leggermente minore (questo c'era..
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) ed armata con un equipaggio fornito dalla città, o dalla vicina Perastro..
Questa mappa riporta l'espansione di Venezia nell'Adriatico..
(da Wikipedia)
Nel 1321 Petrarca descrive così Venezia..
« [...] quale Città unico albergo ai giorni nostri di libertà, di giustizia, di pace, unico rifugio dei buoni e solo porto a cui, sbattute per ogni dove dalla tirannia e dalla guerra, possono riparare a salvezza le navi degli uomini che cercano di condurre tranquilla la vita: Città ricca d'oro ma più di nominanza, potente di forze ma più di virtù, sopra saldi marmi fondata ma sopra più solide basi di civile concordia ferma ed immobile e, meglio che dal mare ond'è cinta, dalla prudente sapienza de' figli suoi munita e fatta sicura »
(sempre da Wikipedia,
http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_di_Venezia)
Nel nostro viaggio abbiamo incontrato Dubrovnik/Ragusa e, se è vero che la città voleva rimanere indipendente, è anche vero che le sue strade si chiamano ''Stradun'' e che la sua architettura si rifà a quella Italiana, Veneziana in particolare..
Poi abbiamo incontraro Cefalonia, abbiamo visto che l'originale Assos aveva le case in stile Italiano, anzi Veneziano..
e che la città era protetta da una Fortezza Veneziana..
Di Corfù abbiamo visto, in tanti viaggi, l'impronta Veneziana..
Abbiamo poi visto come le isole Greche, per una volta libere (''Le sette isole unite'') abbiano scelto di rappresentarsi con questa bandiera..
Ed ora sappiamo che a Cattaro si producevano ed Armavano delle navi al servizio della Serenissima..
Ma Cattaro, come giustamente ha scritto Rodolfo, non era 'soggetta' a Venezia, era molto di più..
E mentre qualcuno si arrampicava...noi tranquilli tranquilli passeggiavamo per questa splendida cittadina
Ripartiamo dal portone di ingresso
ma prima di entrare notiamo un particolare
che ci fa qui?
Kotor/Cattaro è stata sotto il dominio della Repubblica di Venezia dal 1420 al 1797
Laura credo gli abitanti di Cattaro più che sudditi si sentissero "veneziani".
Perchè si sentivano Veneziani? Ad esempio per un motivo che ci dice ancora Wikipedia..
Venezia confermò gli antichi privilegi della città e ne fece sede di un Rettore e Provveditore, incaricato dell'amministrazione della giustizia civile e criminale, nonché di un Camarlingo e Capitano, cui era affidata la riscossione delle entrate e la gestione delle finanze pubbliche. Entrambi questi ufficiali, nobili veneziani eletti dal Senato per un anno, dipendevano dall'autorità del Provveditore generale e ordinario di Dalmazia e Albania, avente sede a Zara. Dopo la caduta di Scutari in mano ai Turchi, Cattaro divenne il capoluogo della cosiddetta Albania veneta comprendente i tre distretti o reggimenti di Risano, Castelnuovo di Cattaro e Budua e la comunità autonoma di Pastrovichi.
Cattaro era governata da propri statuti, i più antichi dei quali risalgono al1301 e furono pubblicati a Venezia nel 1606 con il titolo di Statuta et leges civitatis Cathari. Il governo della città era di tipo aristocratico e si ispirava al modello veneto, con un Maggior consiglio composto di soli nobili, un Minor e segreto consiglio di sei membri e un Senato (o Consiglio dei Pregati) di quindici.
(da
http://it.wikipedia.org/wiki/Cattaro)
Quando Mate ed Arwen parlano della Dalmazia Italiana non hanno torto, anche se io mi sentirei di parlare più di una influenza Veneziana, e di Veneziani, ma in realtà, anche storicamente, quelle zone hanno anche seguito con simpatia la nascita dell'Italia (ad es. un abitante di Cattaro era nei mille)..
Visitando Korkula (Curzola), Split (Spalato) e tanti altri posti come non si può parlare di vicinanza all'Italia?
Ma questa vicinanza quanto era sentita? Bhè...a Cattaro, città legatissima a Venezia più che soggetta a Venezia, era sentita tantissimo.. e, come abbiamo visto, lo era di sicuro in tanti altri luoghi.. non erano popolazioni oppresse, ma legate alla città Lagunare, cosa ben diversa..
Poi, naturalmente, nella storia ci sono luci ed ombre, ma come negare la luce, e magari anche esserne orgogliosi?
In questo diario dovremmo incontrare due giorni molto tristi della nostra storia..
Uno dei giorni più tristi è il 17 Ottobre 1797, cosa accadde quel giorno?
Quel giorno Napoleone 'cede' Venezia agli Austriaci..
Con quella mossa finisce il mito della rivoluzione Francese e quello del suo capo che libera i popoli, con quella mossa una sinfonia, l'Eroica, si conclude con un funerale..
Ed in quel periodo si capisce davvero quando Venezia sia stata legata al suo Impero ed a Cattaro, comprendendo con ''Cattaro'' la città di Perastro..
Lo dicono Rodolfo e Mate..
Un piccolo intervento:
Chi per costrizione, chi per scelta, per convinzione, per devozione.
Grande Rodolfo, tu sai sempre dire la cosa giusta... quindi non posso che citare il "Giuramento di Perasto":
« In sto amaro momento, in sto ultimo sfogo de amor, de fede al Veneto Serenissimo Dominio, el gonfałon de ła Serenisima Republica ne sia de conforto, o citadini, che ła nostra condota pasada da queła de sti ultimi tenpi ła rende piú xusto sto ato fatal, ma virtuoxo, ma doveroxo par nu.
Savará da nu i vostri fioi e ła storia del xorno ła fará saver a tuta Europa, che Perasto ła ga degnamente sostegnudo fin a ł'ultimo ł'onor del Veneto Gonfałon, onorandoło co sto ato sołene e deponendoło bagná da el nostro universal, amaro pianto. Sfoghemose, citadini, sfoghemose pur; ma in sti nostri ultimi sentimenti,che i sigiła ła nostra gloriosa corsa soto el Serenisimo Veneto Governo, rivolgemose verso sta Insegna che ło rapresenta, e su de eła sfoghemo el nostro dołor.
Par trexentosetantasete ani ła nostra fede, el nostro vałor, ła ga senpre custodia par tera e par mar, par tuto indove che i ne ga ciamá i to nemisi, che łi xe stai pur quełi de ła Rełigion. Par trexentosetantasete ani łe nostre sostanse, el nostro sangue, łe nostre vite łe xe senpre stae par Ti, San Marco; e fełicisimi senpre se gavemo reputá, Ti co nu, nu co ti; e senpre co Ti sul mar nu semo stai iłustri e virtuoxi. Nisuni co Ti ne gá visto scanpar, nisuni co Ti ne gá visto vinti e spauroxi! E se sti tenpi prexenti, infełici par inprevidensa, par disension, par arbitrii iłegałi, par visi ofendenti ła natura e el gius de łe xenti, no Te gavese cavá via, par Ti in perpetuo sarave stae łe nostre sostanse, el nostro sangue, ła vita nostra, e pitosto che vedarTe vinto e dixonorá dai toi, el corajo nostro, ła nostra fede, se gaverave sepełio soto de ti. Ma xa che altro no ne resta da far par Ti, el nostro cuor sia ł'onoratisima to tonba, e el piú puro e el piú grando to elogio łe nostre łagrime. »
E' l'ultima battaglia combattuta per Venezia, quando Venezia, ormai, non esiste più..
Forse a leggere certe parole si viene colpiti fino ad un certo punto, ma a sentirle..
E' ben diverso..
Ed allora tra i cuori del viaggio introduciamo anche quello dei 'Veneziani' delle bocche di Cattaro..
(to be continued)
Manlio
ps: se voleste saperne di più:
http://www.letrevenezie.net/pubblicazioni/Veneto Cattaro/sommario.htm