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Costa Favolosa: Transatlantica 2013 Santos - Savona

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
mea culpa mea culpa....
proprio io che avevo proposto l'appuntamento alla fine non sono arrivata perchè.... vabbé mi sono svegliata tardi, perdonatemi ;)
Ora vedendo le foto mi rendo conto che con alcuni siamo stati per qualche giorno vicini di tavolo al ristorante duca di borgogna, secondo turno, proprio in fondo alla sala...
Bella comunque la giornata di navigazione, tanto relax e poi prendere il sole nei lettini del nostro balcone, sentire l'aria salmastra sulla pelle e il familiare rumore del mare !
Ecco qualche foto della mia cabina:

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Ilheus
La città non offre molto da vedere per cui si decide di andare a vedere la spiaggia di Itacarezinho, definita una delle più belle del Brasile, e situata in un Parco naturale bellissimo.
Scendiamo per la nostra escursione con Paolo e Magna e grazie a loro e al loro portoghese contattiamo, senza problemi e senza soprattutto farci fregare, un taxi che ci dovrà accompagnare tutta la giornata.
Arriverà Luis, un omone alto almeno 1,90 mt e con delle mani molto simili a dei badili ma con due occhi di una bontà infinita. Starà con noi tutto il giorno e ci farà anche da guida turistica: grande Luis, in tutti i sensi 
Prima di andare in spiaggia chiediamo di essere accompagnati al centro di Ilheus per comprare le immancabili calamite, qualche sigaretta (ahimè) e cambiare un po’ di euro.
Finiamo quasi per caso davanti alla Casa de Cultura di Jorge Amado, molto ben ristrutturata anche se un po’ scarna nell’allestimento, e davanti alla cattedrale di S. Sebastiano, non molto distante.
Nella piazza dove si trova la cattedrale, poi, è presente un mercatino di souvenir e dei chioschi dove è possibile vedere il seme del cacao, gustarne il sapore e farsi spiegare le fasi della sua lavorazione.
Mentre Vale e Magna fanno shopping nel mercatino, cercando i famosissimi bikini brasiliani e i coloratissimi pareo, io e Paolo, scattiamo qualche foto e facciamo qualche ripresa di questo scorcio di città.
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La cattedrale di San Sebastiano a Ilheus
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C’è caldo e ci si protegge a dovere…
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Casa de Cultura di Jorge Amado
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Stradine interne del centro storico di Ilheus


Terminato l’acquisto dei vari souvenir partiamo alla volta di Itacarezinho e iniziamo una bella chiacchierata con Luis: scopriamo che tutto il mondo è paese e anche qui i politici sono un po’, troppo, ladri e che per i lavoratori fanno poco o nulla, costretti dal potere delle lobbies del paese a curarne gli interessi esclusivi. Perfetto, per modo di dire………
Gli chiediamo poi se Itacarezinho è molto lontano e la risposta, a cui vi dovete abituare se chiedete ad un tassista brasiliano l’entità di una distanza, è: No, così così.

Si riveleranno più di 40 km di strada, un po’ dissestata ma incantevole per scenario naturalistico: palme da cocco e vegetazione lussureggiante ci accompagneranno per l’intero viaggio. Approfittiamo di una breve sosta al “Mirante”, con nostra sorpresa troviamo anche una bancarella minuscola, dove possiamo assaporare e rinfrescarci con una “agua de coco”.
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Il litorale di Itacarezinho


Arrivati a Itacarezinho scopriamo che la strada percorribile in auto per andare in spiaggia è chiusa e il tratto da fare a piedi è davvero lungo.
Sarà la nostra fortuna perché, Luis, ingranata la prima, ci porterà poco più avanti e scopriremo, per puro caso, una splendida, meravigliosa, incantevole, incontaminata, piccola spiaggia chiamata Havaizinho, paradiso dei surfisti ma anche di chi come noi cerca di fuggire dalle spiagge troppo affollate.
Un posto incredibile: si lascia la macchina sulla statale e si percorre per 15 minuti un sentiero a piedi, immersi nella Mata Atlantica, per poi sbucare in questa piccola baia talmente bella che ti sembra di essere in una di quelle cartoline che tanta invidia ti fanno provare quando le vedi appese nei negozi di souvenir.
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Passeggiata nella Mata Atlantica…
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…e arrivo a Havaizinho
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Spettacolo…
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…e ancora spettacolo!!!


E’ una spiaggia minuscola e poco frequentata. Ci siamo solo noi e altre 5 o 6 persone e in spiaggia son presenti 3 chioschetti dove è possibile consumare qualche bibita fresca, la tapioca e del pesce fritto.
La spiaggia è presidiata perfino da un poliziotto militare, armato ovviamente sino ai denti e che fa da deterrente ad eventuali malintenzionati. Un surfista, che fa mostra del suo fisico iper atletico che tutti i palestrati del mondo vorrebbero avere, in realtà non è altro che l’ausilio ai pescatori del posto: utilizza il suo surf per portare al largo il palamito con cui si cerca di pescare il pesce fresco che poi verrà fritto e offerto ai clienti del chiosco. Purtroppo la pesca non ha successo per cui oggi niente pesce fritto ma solo tapioca, dolce o salata.
Ma prima di gustare le specialità locali è ora di un bel tuffo nelle acque tiepide di questo posto incantato.
La sabbia dorata è finissima e l’acqua seppur agitata è limpida e pulita. Nonostante le onde, lo specchio d’acqua attiguo al bagnasciuga è perfetto anche per il nostro piccolo terremoto, che infatti non perde tempo e si fionda in acqua.
Lo scenario che si vede dal mare è incredibile: palme da cocco altissime, mata atlantica lussureggiante, rocce scolpite dall’acqua e dal vento, su cui si poggia tutta la vegetazione circostante.
Sulla sabbia è pieno di fori che sembrano fatti da degli ombrelloni mentre sono le “tane” di simpatici granchietti che circolano liberamente, solo un po’ infastiditi dalla presenza umana che gli impedisce di prendere pieno possesso di questo paradiso.
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I granchietti di Havaizinho

Ancora entusiasti del paradiso in cui ci siamo per caso ritrovati, dobbiamo fare i conti col nostro pancino, che oramai deve tenere il passo coi ritmi culinari della nostra Costa Calorica: in parole povere abbiamo fame, per cui ci avviciniamo al chioschetto e chiediamo qualcosa da mangiare. Il chiosco è gestito in tutto e per tutto da un ragazzino che avrà si e no 14 anni: fa tutto lui, ti serve le bibite, prepara le pietanze, ripulisce tutto, va a prendere le noci di cocco e, da buon brasiliano, gioca a pallone, e se giochi con lui è molto più contento. A pensare a molti ragazzini della sua età che conosco mi viene voglia di abbracciarlo e fargli i miei complimenti: se questo vede la Fornero gli tira due sberle!
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Il “nostro” barista ad Havaizinho

Luis nel frattempo che fa? Pensando a cosa farebbe un tassista qui da noi se dovesse accompagnare un gruppo di turisti per tutta la giornata lo immagino a smadonnare in attesa che le ore passino in fretta e invece lui si è preso una sdraio e si “spara” un epica pennichella sotto il fresco della mata atlantica: fantastico!
Dobbiamo svegliarlo e quasi costringerlo a mangiare qualcosa perché altrimenti non ne vorrebbe sapere. Alla fine lo convinciamo e anche lui gusta a quel punto una delle meravigliose tapioca proposteci.
Purtroppo il tempo a disposizione è poco e dobbiamo tornare alla nave ma questo posto rimarrà per sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori: mai stati in un paradiso simile. Speriamo rimanga sempre cosi incontaminato perché l’idea che venga rovinato ci fa piangere il cuore.
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Le “cartoline”……
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……del “nostro” Brasile

Con un po’ di saudade ripercorriamo la mata atlantica per raggiungere il nostro taxi e imboccare la strada per il porto di Ilheus. Chiediamo a Luis, però, di portarci in una fazenda di cacao: un posto molto carino dove non è consigliato entrare se si è a dieta perché la varietà di cioccolato e di suoi derivati è tale che anche un santo perderebbe la sua aureola e si butterebbe in quel mare di profumo e sapore (per il sapore ovviamente c’è il sempre valido detto De Gustibus).
Facciamo incetta di vari cioccolatini e andiamo via. Luis ci tiene, però, che vediamo da dove nascono e come vengono prodotte quelle squisitezze che affollano i nostri zainetti per cui ci porta da chi ci può spiegare queste cose. Mi aspetto di entrare in una fabbrica invece ci porta in città e si ferma in una piazzetta, normalissima, direi umilissima, dove troviamo un gruppetto di persone che, a mio parere, stava prendendo semplicemente il fresco. Tra loro scorgiamo quello che subito mi appare come un personaggio fantastico: sembra uno di quei fumetti letti da bambino in stile Zagor, carnagione ambrata, cappellone in cuoio, stivaloni ai piedi, occhi e sorriso splendenti e un machete da paura.
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Il cacao…

Il machete non gli serve per eliminare i nemici ma per aprire il seme del cacao e spiegarci le meraviglie di questo prodotto. Non è un passante o un abitante del posto come credevo io ma è un dipendente comunale, e sta lavorando! Si occupa di promozione turistica (ce l’ha scritto nella maglia che indossa ma io sono incantato dai suoi modi e manco me ne accorgo) per cui fa vedere ai turisti com’è fatto il cacao e spiega loro come viene prodotto il cioccolato.
Ci apre un frutto e ci fa assaggiare un seme: è ricoperto da una gelatina bianca dolcissima ma appena rompi il seme ti accorgi che è di un amaro dirompente. Vorrei sputarlo da quanto è amaro ma non voglio mancargli di rispetto per cui, a malincuore, lo mando giù. Dopo il seme grezzo, ci offre una tavoletta di cacao, puro al 100% e senza conservanti e per me, che mangio solo cioccolato al latte o ancora meglio Kinder, sembra una provocazione ma ormai sono in ballo e continuo a ballare: scordatevi tutto quello che pensate sul cacao puro al 100%!
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…i suoi semi…
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…la sua pianta…


Quello che mangiamo da noi non ha diritto di chiamarsi cosi! Questo è nettare per gli dei! Udite udite: è dolce, dolcissimo, che solo un bacio della vostra amata o un abbraccio di vostro figlio può superare. Incredibile! La sensazione di amaro precedente scompare immediatamente e nel palato avverti un sapore speciale. Fenomenale (Il degustibus vale sempre).
Facciamo scorta di cioccolato puro e di semi, visto che Magna e Vale riescono a farsi dare la ricetta per preparare il liquore al cioccolato con la Cachaça e appunto i semi di cacao. Appena tornati a casa lo dobbiamo preparare!
Prima di andare via chiedo di fare una foto col machete: se gli avessi regalato 100 Reais non sarebbe stato cosi entusiasta. Mi mette il machete in mano e mentre i ragazzi mi scattano una foto attacca a cantare con stampato in faccia un sorriso e due occhi cosi felici che difficilmente dimenticherò.
Il Brasile ci sta entusiasmando: Havaizinho, Luis, il ragazzino delle tapioca, la mata atlantica, le palme di cocco, il cacao, gli occhi dei brasiliani e il loro atteggiamento nei confronti della vita sono grandiosi. Sarà la giornata che ricorderemo con più piacere del nostro viaggio, sia per il posto meraviglioso che abbiamo avuto la fortuna di trovare sia per il tipo di mentalità che stiamo scoprendo nelle persone che incontriamo: Paolo e Magna, poi, ci aiutano in questo facendoci capire meglio cosa caratterizza l’animo di queste persone.
Non so se sono tutti felici, è difficile crederlo, perché hanno davvero tanti problemi e molti di loro hanno poco o nulla, ma il loro modo di intendere la vita è diverso, ed è talmente evidente che ti arriva in faccia come uno schiaffo, ma non quelli dati per fare male ma come quelli dati per svegliarti. La domanda che mi pongo la sera prima di andare a letto è infatti perché non riesco a essere cosi sereno come le persone che sto incontrando in questo viaggio.
Risaliamo in auto, è davvero l’ora di rientrare ma Luis ancora non ne vuole sapere: dice che abbiamo ancora qualche minuto e allora ci porta a vedere una riproduzione della statua del Redentore che si trova vicino ad una spiaggia nella periferia di Ilheus. Scattiamo un paio di foto anche qui e poi scappiamo verso la nave.
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Il Bignami del Redentore…
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Costa Favolosa ci aspetta…è ora di salutare Luis


Salutiamo Luis con vero piacere e risaliamo a bordo.
 
@Dani64 mi spiace potevi entrare a far parte anche tu della comitiva sarda in Brasile.... alla prossima!:cool:
 
Ultima modifica:
Senza parole! Una giornata davvero splendida, una spiaggia incantevole (detto da un sardo ci credo ciecamente, ma si vede bene anche dalle foto), il cacao e tanta serenità.
Il tassista che dice è distante così così ......mi ricorda qualcosa... solo un "paio" di km :D
 
Eh si Gandalf, il fatto é che poi i giorni son volati, spero avremo altre occasioni, non si sa mai ;) Ho avuto invece occasione di conoscere la mitica Patty ed il marito che ricordo con simpatia :)
Anche noi ad Ilheus abbiamo noleggiato un taxi e siamo andati prima in una spiaggia splendida ma purtroppo interamente noleggiata dalla Costa ed allora abbiamo proseguito verso il paesino di Itacaré dove abbiamo fatto sosta nella spiaggia locale e poi al rientro ci siamo fermati nella cittadina di Ilheus ed abbiamo fatto un giro fra le stradine del centro.
Quello che mi ha colpito di questo tratto di costa é stato il saliscendi in mezzo al verde più sfrenato e selvaggio, tratti di spiaggia bellissimi e selvaggi, una natura veramente bellissima.
Al rientro in nave poi la ciliegina sulla torta, un tramonto infuocato :)

L'arrivo ad Ilheus

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La strada verso Itacaré

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La spiaggia di Itacaré

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Ilheus

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Il rientro in nave

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Come vi avevo giá detto durante la diretta, noi siamo andati alle cascate di Tiujipe, a me piace molto la natura e quando si scende dall'autobus si percorre una strada sterrata per circa 10 minuti in mezzo a fiori che non avevo mai visto, photos che a guardare i miei a casa mi viene da piangere. L'acqua della cascata, a detta di mio marito, era calda. Non so se fosse veramente cosí o era il caldo veramente afoso che rendeva piacevole bagnarsi. Ci siamo fermati fino alle 12,30 e poi via per visitare il centro con la cattedrale ed il famoso bar Vesuvio con seduto ad un tavolino la statua di Jorge Amado.
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Cioè dimenticarsi di aver visto Rio :D

Da quanto ho capito per salire al Cristo Redentore bisogna prendere la teleferica ...deve essere un panorama mozzafiato.

fammi vedere una bitta della banchina e ti rispondo...tanto piu' di quello non vediamo...hahahah
 
Che bel diario Ragazzi !!!! Complimenti ho rivisto il Brasile che non mi ricordavo.
E ha di tutto !!!! E c´é di tutto.
Ogni foto che vedo mi transporta con l´immaginazione : E quanto da fare !!! Solo volere.
Grande paese, ma l´Argentina la supera, solo perche io sono Argentino, ma....il nazionalismo che hanno nel DNA i Brasiliani é unico al mondo !!!!
Comunque sono andato sempre con piacere in Brasile, e per la cattive lingue, non solo per le mulate, ma perche é veramente bello !!!
Ma le donne Argentine, sono piú belle, mosaico di popoli !!!!!

Un saluto.
 
Tano l'Argentina mi manca ma é nella mia lista dei desideri, prima o poi spero di relalizzare anche quel sogno ;)

Deliziosa64 per salire al Cristo si può prendere il trenino oppure, come abbiamo fatto noi, si prende un taxi che ti porta in un piazzale dove c'é la biglietteria, fatti i biglietti ci sono tantissimi pulmini che ti portano su.
La teleferica invece la si prendere per salire sul Pan di Zucchero.
 
Ecco ho fatto le ore piccole per vedere e leggere fin qui.... ora metto il "segno" e ... aspetto il resto!!! ;) Complimenti a tutti ma soprattutto a Gandalf...sei uno scrittore formidabile...... magari lo fai anche nella vita!!??!! :) :) :)

@Patty cosa è successo di sconvolgente a Rio???

@Gandalf per quanto riguarda gli appuntamenti a volte capita che qualcuno non si presenta...è capitato anche ai "ns gruppi"......ora abbiamo imparato a scambiarci i cellulari e a dirci i numeri delle cabine a bordo..... poi se uno non vuole frequentare gli altri e starsene per i fatti suoi lo dice e .... nessuno si offende..... sono vacanze e anche costose e ognuno è libero di passarle con chi e come vuole...ma almeno...visto che qui sul forum ci si "parla" e ci "incontra"...almeno un saluto "dal vivo" ci può stare!!!!! ;) ciao ciao a domani!!!
 
@Patty cosa è successo di sconvolgente a Rio???

Annarita, quella stessa sera/notte a Rio ci hanno raccontato che c'era stato un temporale devastante che ha sradicato tantissimi alberi ed ha allagato diverse zone della cittá. Anche la salita al Cristo Redentore era in dubbio per la caduta di alberi. Danni che poi abbiamo visto di persona, anche se le strade erano state ripulite, sui marciapiedi era presente la legna degli alberi tagliata.
 
Ahhhh sìì ricordo di averlo visto al TG!!!!!!!!! :( ...... già...un disastro...e per fortuna che siete arrivati....dopo!!!!!!!!!!! ricordo adesso di avervi anche pensato..... ;)
 
Salvador de Bahia

La città è una delle più “pericolose” per i turisti: considerata la Napoli del Brasile (non voglio offendere nessuno e considero Napoli una città bellissima come tante in Italia e che come tante ha dei problemi di criminalità più o meno gravi: sto solo riportando un modo di dire sentito li, per cui spero nessuno si offenda), sin dalla prenotazione della crociera avevamo programmato l’escursione con Costa, pensando fosse più sicura soprattutto per il bambino.
Ormai il gruppo è consolidato per cui facciamo l’escursione con Paolo e Magna. A bordo del bus troviamo una guida locale molto preparata ma che assomiglia, per modo di fare, molto più ad una professoressa di storia delle scuole medie che ad una guida turistica: se non stai attento a ciò che dice volano cazziatoni e rimproveri…..abbastanza pesante!
Dopo un giro turistico in autobus per le principali vie della città a vedere vari monumenti e edifici importanti giungiamo al Pelourinho: non mi soffermo sul resto perché purtroppo, oltreché averlo visto solo dall’autobus, le spiegazioni troppo “scolastiche” della guida hanno provocato il nostro disinteresse per quello che stavamo osservando.
Il Pelourinho, invece, è molto carino.
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Scorci di Pelourinho……

E’ un bel quartiere, un tempo completamente in mano alla malavita e da cui adesso è stato “liberato”, dove si trovano tanti monumenti, chiese e tanti negozietti e dove è facile incontrare dei personaggi molto pittoreschi.
Nel chiedere un gelato per combattere l’arsura che opprime il bambino, e non solo, mi ritrovo a festeggiare il compleanno di uno di questi personaggi che dopo avermi regalato un braccialetto portafortuna mi mette al collo una collanina con ciondolo costituito da un simpatico mini-birimbao.
Nel frattempo ci siamo persi Paolo: è entrato per scattare qualche foto in una chiesa dove la comitiva Costa accompagnata da Miss Cultura Brasiliana era entrata. Noi ignorantoni, e cioè io Vale e Magna, siamo rimasti fuori, ma crediamo la visita duri poco per cui entriamo in un negozio di souvenir ma quando ne usciamo non troviamo ne Paolo ne la comitiva, ma solo una signora che anche lei aveva perso il marito (sarà per quello che sorrideva?  ) e che quando ha notato nelle nostre magliette l’adesivo Costa Crociere ha pensato bene di unirsi a noi per paura di brutti incontri.

Cerchiamo, cerchiamo, anche dentro la chiesa, ma nulla, ne Paolo ne la comitiva si vedono per cui, un po’ preoccupati ma speranzosi non siano stati rapiti dagli alieni, continuiamo a girare alla loro ricerca. Dopo qualche minuto sbucano dalla chiesa con davanti al gruppo la fiera guida che, orgogliosa, mostrava la sua palettina Costa, brandendola a mo’ di rimprovero verso di noi, rei di non averla accompagnata nell’interessantissima visita culturale.

Non ce lo perdonerà mai ma ce ne facciamo immediatamente una ragione e continuiamo, con parecchia autonomia, il nostro tour.

Abbiamo schivato per un pelo 5 o 6 ragazze vestite con il classico abito bahaiano che le fa sembrare con 140Kg, che ti estorcono 10 Reais a cranio se provi a scattare una foto con loro, e ti inseguono sino alla nave se non provvedi a saldare il conto...
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Occhio alle bahaiane…
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Altro scorcio del Pelourinho…

Ci imbattiamo in un povero cristo, scalzo e mal vestito, e che a occhio e croce non mangia da un bel po’. Bastano pochi Reais per permettere a lui di comprare qualcosa da mettere sotto i denti e a noi di ricevere un grazie sentito come poche altre volte nella vita.
Questo episodio rappresenta la crudezza del Brasile per come l’ho visto io: sembra, è, un paese in profonda e veloce crescita ma qualcuno sta rimanendo indietro, molto indietro, e per me che sono in vacanza vedere che c’è chi non arriva a mettere due pasti in fila è dura…..
Il tour nel Pelourinho prosegue con l’acquisto di qualche souvenir in negozietti, alcuni al limite del fatiscente, ma molto particolari. Nel più moderno di loro ci offrono oltreché un bicchiere di acqua fresca una meravigliosa caipirinha: seppur in quantità modica per placare la nostra sete alcolica, è davvero buonissima! Se su Costa la servissero cosi buona i dollari che chiedono sarebbero anche ben spesi, invece....
Bevuta la nostra caipirinha ci ributtiamo in strada e tra una banda musicale e l’altra abbiamo modo di constatare che il vizio di mordere non ce l’hanno solo i bambini nostrani ma anche quelli brasiliani: un papà con i suoi due bambini scalmanati tenuti in braccio, li fa scendere un attimo per fargli suonare i bonghetti che un negozio espone all’esterno.
Terminata la loro esibizione musicale li riprende in braccio per portarli via e per tutta risposta uno dei due cerca di amputargli chirurgicamente un braccio ammollandogli un gran morso. Basta un occhiata di solidarietà tra papà per fargli capire che so cosa sta provando.
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Musica per le strade del Pelourinho

Scattiamo ancora qualche foto, soprattutto nella discesa del Largo del Pelourinho, acquisto un piccolo birimbao che avrò cura di dimenticarmi a bordo prima di sbarcare definitivamente dalla nave (accidenti!) e ci dirigiamo verso il Mercado Modelo, un mercato dove è possibile acquistare molti oggetti artigianali in cuoio, tessuto, ceramica e uno dei punti più decantati dell’escursione: secondo me è tutta una pagliacciata!
Una compilation di botteghine d’artigianato, tutte uguali tra loro, anche nei prezzi, e che offrono le stesse identiche cose che puoi trovare ovunque in giro per la città. La guida ci tiene a precisare che qui il prezzo va contrattato e che si riesce a spuntare sempre minimo il 20% di sconto: mai bufala fu più grande. O la guida non ci entra da un bel po’ o a Salvador hanno mangiato la foglia e sapendo che in città ci sono molti crocieristi hanno deciso di spennarli senza remore.
Visita velocissima alle botteghe, sosta tecnica al bar per una bibita fresca e per finire sosta ad ammirare lo spettacolo della capoeira: un gruppo di ragazzi ci fa ammirare le loro evoluzioni in un piccolo palco allestito all’ingresso del Mercado.

Ovviamente sfodero la mia telecamera per riprenderli e vengo immediatamente circondato da due di loro che in quel momento non si stavano esibendo e mi vengono letteralmente estorti 10 Reais (il termine estorsione non è ne casuale ne un errore). Pare che questi ragazzi facciano parte di un programma di recupero di ragazzi disagiati e non sono amareggiato per la cifra perché è quasi ridicola ma sono molto deluso perché negli occhi dei due ragazzi non ho visto la luce, che tanto avevo ammirato nei giorni precedenti, ma un buio desolante.
La professoressa chiama per cui risaliamo sull’autobus e torniamo alla nave: la gita a Salvador è finita.
Città carina, bello il Pelourinho ma purtroppo la sensazione che la definizione di Napoli brasiliana sia azzeccato permane: non puoi andare da nessuna parte dove non ci sia un poliziotto armato sino ai denti nel raggio di 50mt che vieni assalito da qualunque personaggio, tra cui ovviamente i soliti malintenzionati.
Una citazione la voglio fare per le piscine naturali di cui gode il litorale urbano: non abbiamo provato l’ebbrezza di farci il bagno ma sicuramente sono una bella cartolina di questa città.
 
Salvador de Bahia

La città è una delle più “pericolose” per i turisti: considerata la Napoli del Brasile (non voglio offendere nessuno e considero Napoli una città bellissima come tante in Italia e che come tante ha dei problemi di criminalità più o meno gravi: sto solo riportando un modo di dire sentito li, per cui spero nessuno si offenda), sin dalla prenotazione della crociera avevamo programmato l’escursione con Costa, pensando fosse più sicura soprattutto per il bambino.
Ormai il gruppo è consolidato per cui facciamo l’escursione con Paolo e Magna. A bordo del bus troviamo una guida locale molto preparata ma che assomiglia, per modo di fare, molto più ad una professoressa di storia delle scuole medie che ad una guida turistica: se non stai attento a ciò che dice volano cazziatoni e rimproveri…..abbastanza pesante!
Dopo un giro turistico in autobus per le principali vie della città a vedere vari monumenti e edifici importanti giungiamo al Pelourinho: non mi soffermo sul resto perché purtroppo, oltreché averlo visto solo dall’autobus, le spiegazioni troppo “scolastiche” della guida hanno provocato il nostro disinteresse per quello che stavamo osservando.
Il Pelourinho, invece, è molto carino.
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Scorci di Pelourinho……

E’ un bel quartiere, un tempo completamente in mano alla malavita e da cui adesso è stato “liberato”, dove si trovano tanti monumenti, chiese e tanti negozietti e dove è facile incontrare dei personaggi molto pittoreschi.
Nel chiedere un gelato per combattere l’arsura che opprime il bambino, e non solo, mi ritrovo a festeggiare il compleanno di uno di questi personaggi che dopo avermi regalato un braccialetto portafortuna mi mette al collo una collanina con ciondolo costituito da un simpatico mini-birimbao.
Nel frattempo ci siamo persi Paolo: è entrato per scattare qualche foto in una chiesa dove la comitiva Costa accompagnata da Miss Cultura Brasiliana era entrata. Noi ignorantoni, e cioè io Vale e Magna, siamo rimasti fuori, ma crediamo la visita duri poco per cui entriamo in un negozio di souvenir ma quando ne usciamo non troviamo ne Paolo ne la comitiva, ma solo una signora che anche lei aveva perso il marito (sarà per quello che sorrideva?  ) e che quando ha notato nelle nostre magliette l’adesivo Costa Crociere ha pensato bene di unirsi a noi per paura di brutti incontri.

Cerchiamo, cerchiamo, anche dentro la chiesa, ma nulla, ne Paolo ne la comitiva si vedono per cui, un po’ preoccupati ma speranzosi non siano stati rapiti dagli alieni, continuiamo a girare alla loro ricerca. Dopo qualche minuto sbucano dalla chiesa con davanti al gruppo la fiera guida che, orgogliosa, mostrava la sua palettina Costa, brandendola a mo’ di rimprovero verso di noi, rei di non averla accompagnata nell’interessantissima visita culturale.

Non ce lo perdonerà mai ma ce ne facciamo immediatamente una ragione e continuiamo, con parecchia autonomia, il nostro tour.

Abbiamo schivato per un pelo 5 o 6 ragazze vestite con il classico abito bahaiano che le fa sembrare con 140Kg, che ti estorcono 10 Reais a cranio se provi a scattare una foto con loro, e ti inseguono sino alla nave se non provvedi a saldare il conto...
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Occhio alle bahaiane…
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Altro scorcio del Pelourinho…

Ci imbattiamo in un povero cristo, scalzo e mal vestito, e che a occhio e croce non mangia da un bel po’. Bastano pochi Reais per permettere a lui di comprare qualcosa da mettere sotto i denti e a noi di ricevere un grazie sentito come poche altre volte nella vita.
Questo episodio rappresenta la crudezza del Brasile per come l’ho visto io: sembra, è, un paese in profonda e veloce crescita ma qualcuno sta rimanendo indietro, molto indietro, e per me che sono in vacanza vedere che c’è chi non arriva a mettere due pasti in fila è dura…..
Il tour nel Pelourinho prosegue con l’acquisto di qualche souvenir in negozietti, alcuni al limite del fatiscente, ma molto particolari. Nel più moderno di loro ci offrono oltreché un bicchiere di acqua fresca una meravigliosa caipirinha: seppur in quantità modica per placare la nostra sete alcolica, è davvero buonissima! Se su Costa la servissero cosi buona i dollari che chiedono sarebbero anche ben spesi, invece....
Bevuta la nostra caipirinha ci ributtiamo in strada e tra una banda musicale e l’altra abbiamo modo di constatare che il vizio di mordere non ce l’hanno solo i bambini nostrani ma anche quelli brasiliani: un papà con i suoi due bambini scalmanati tenuti in braccio, li fa scendere un attimo per fargli suonare i bonghetti che un negozio espone all’esterno.
Terminata la loro esibizione musicale li riprende in braccio per portarli via e per tutta risposta uno dei due cerca di amputargli chirurgicamente un braccio ammollandogli un gran morso. Basta un occhiata di solidarietà tra papà per fargli capire che so cosa sta provando.
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Musica per le strade del Pelourinho

Scattiamo ancora qualche foto, soprattutto nella discesa del Largo del Pelourinho, acquisto un piccolo birimbao che avrò cura di dimenticarmi a bordo prima di sbarcare definitivamente dalla nave (accidenti!) e ci dirigiamo verso il Mercado Modelo, un mercato dove è possibile acquistare molti oggetti artigianali in cuoio, tessuto, ceramica e uno dei punti più decantati dell’escursione: secondo me è tutta una pagliacciata!
Una compilation di botteghine d’artigianato, tutte uguali tra loro, anche nei prezzi, e che offrono le stesse identiche cose che puoi trovare ovunque in giro per la città. La guida ci tiene a precisare che qui il prezzo va contrattato e che si riesce a spuntare sempre minimo il 20% di sconto: mai bufala fu più grande. O la guida non ci entra da un bel po’ o a Salvador hanno mangiato la foglia e sapendo che in città ci sono molti crocieristi hanno deciso di spennarli senza remore.
Visita velocissima alle botteghe, sosta tecnica al bar per una bibita fresca e per finire sosta ad ammirare lo spettacolo della capoeira: un gruppo di ragazzi ci fa ammirare le loro evoluzioni in un piccolo palco allestito all’ingresso del Mercado.

Ovviamente sfodero la mia telecamera per riprenderli e vengo immediatamente circondato da due di loro che in quel momento non si stavano esibendo e mi vengono letteralmente estorti 10 Reais (il termine estorsione non è ne casuale ne un errore). Pare che questi ragazzi facciano parte di un programma di recupero di ragazzi disagiati e non sono amareggiato per la cifra perché è quasi ridicola ma sono molto deluso perché negli occhi dei due ragazzi non ho visto la luce, che tanto avevo ammirato nei giorni precedenti, ma un buio desolante.
La professoressa chiama per cui risaliamo sull’autobus e torniamo alla nave: la gita a Salvador è finita.
Città carina, bello il Pelourinho ma purtroppo la sensazione che la definizione di Napoli brasiliana sia azzeccato permane: non puoi andare da nessuna parte dove non ci sia un poliziotto armato sino ai denti nel raggio di 50mt che vieni assalito da qualunque personaggio, tra cui ovviamente i soliti malintenzionati.
Una citazione la voglio fare per le piscine naturali di cui gode il litorale urbano: non abbiamo provato l’ebbrezza di farci il bagno ma sicuramente sono una bella cartolina di questa città.
 
Stato
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