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Grande diario di viaggio della Sicilia

Rieccomi rientrato dalla Sicilia. Passate le festività primaverili (25 aprile e 1 maggio) conosciute da noi come "feste di campagna" che poi di campagna c'è poco ormai, trattasi di giornate passate in qualche villino al mare e comunque all'aria aperta. Il tempo è stato ok, non troppo caldo, direi ventilato. Il lato negativo sono i chili accumulati. Quindi da ieri [smilie=dieta[1].gi:

Ovviamente la mia fida macchina fotografica era con me e ho ampliato la raccolta del mio itinerario di Palermo aggiungendo nuove foto dei teatri Massimo e Politeama e di due antichi castelli, la Zisa e la Cuba sottana. Qualcosina ho scattato anche a Mazara, soprattutto con lo smartphone e c'è anche qualche fotina di Marsala dove io e mia moglie siamo andati a passeggiare sabato sera. Lo scopo era lo shopping di mia moglie ma la macchina ad ogni buon conto me l'ero portata. :D

A dopo per le foto, tempo di scaricarle sul PC e caricarle sul sito di condivisione che poi è "google foto".


Stralcio da alcune mie strofe scritte tempo fa:

....che se poi ti siedi a pranzo e t'invita un siciliano
dalla sedia non decolli se pur fossi un aeroplano!

Un salutone.
Fan
P.S.
A proposito mi mandereste per favore un bel ruoto di pasta gratinata con le sarde ed il finocchietto selvatico?
Grazie,
 
Scusate se torno un pochino sul discorso di Palermo, come detto ho aggiunto nuove foto al mio book personale e visto che ero stato "avaro" riguardo i due importanti teatri della città inizio da loro quotando anche le notizie che avevo dato qualche post fa:

Nel 1859, si decise di bandire un concorso internazionale per la costruzione di un nuovo teatro da intitolare a Ferdinando II. Causa lo sbarco dei mille e la cacciata dei Borboni il progetto fu varato solo 5 anni dopo nel 1864. L'amministrazione comunale bandì un concorso per la costruzione di un importante teatro lirico, che poi divenne il Teatro Massimo, ma un anno dopo si bandì un concorso per un teatro diurno polivalente. Il teatro doveva sorgere al confine del territorio urbano a fare da riferimento per l’espansione della parte moderna della città e contrariamente al teatro Massimo destinato ad un pubblico aristocratico doveva essere costruito per lo svago e il divertimento di un pubblico più popolare. Venne pertanto costruito fuori Porta Maqueda ed all'inizio della nuova strada, Via Libertà. Inizialmente si chiamava Teatro Municipale Politeama, ma dopo la morte di Garibaldi, prese il nome di Politeama Garibaldi. L’architettura è di tipo neoclassica e l’ingresso principale è caratterizzato, in cima, dalla presenza di una quadriga bronzea raffigurante il “triofo di Apollo”. Il teatro è sede della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana e per la sua grande importanza e notorietà le piazze su cui si affaccia, Ruggero Settimo e Castelnuovo, vengono comunemente definite Piazza Politeama.

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La costruzione del Teatro Massimo venne affidata Giovan Battista Filippo Basile ed ebbe inizio il 12 gennaio 1875, anniversario della rivoluzione siciliana del 1848. L’inaugurazione avvenne il 16 maggio 1897. All’epoca il Teatro Massimo era, per dimensioni, il terzo teatro lirico più grande d’Europa dopo le Opere di Parigi e Vienna. L’ingresso del teatro è caratterizzato da una scalinata e dalla presenza di 6 colonne corinzie. Il fregio in alto reca la scritta: “L’Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita”. Al vertice è caratterizzato da un enorme cupola con un diametro di oltre 28 metri. Inizialmente il teatro era affidato ad imprese private. Dal 1936 ha assunto la denominazione ufficiale di Ente Autonomo Teatro Massimo di Palermo. Il teatro è rimasto chiuso per lavori di restauro dal 1974 al 1997.

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Che ne dite, ci sta una pausa caffè al bar del teatro Massimo?

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Scusate se torno un pochino sul discorso di Palermo, come detto ho aggiunto nuove foto al mio book personale e visto che ero stato "avaro" riguardo i due importanti teatri della città inizio da loro quotando anche le notizie che avevo dato qualche post fa:



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Che ne dite, ci sta una pausa caffè al bar del teatro Massimo?

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...'na nticchia di caffè ci sta sempre bene ma dopo, me raccumanno, ammuninne ca me piace furriare cu tia!
Grazie.
 
Complimenti per il tuo siciliano Fan!!!!

Furriare è un termine usato soprattutto nella parte orientale della Sicilia, immagino avrai conoscenze di persone della zona di Catania.
 
Tempo fa avevo scritto che a Palermo c'è molto altro da vedere, indicando tra gli altri anche il Castello o Palazzo della Zisa che mi era già capitato di visitare ma sprovvisto di macchina fotografica. Giusto un paio di scatti "scarsini" con lo smartphone. Ho posto rimedio anche a questo. :D

Premesso che sono andato nel tardo pomeriggio che non è proprio il momento migliore per le fotografie in esterno, ho dovuto fare i conti con un "feroce" controluce soprattutto nel fotografare il prospetto principale dell'edificio dal lato del giardino. Se capitate a Palermo e volete visitare la Zisa (lo consiglio), per le foto andate di mattina, col sole alle spalle otterrete scatti migliori.

Iniziamo da alcuni cenni storici:
La Zisa è un edificio risalente al periodo Normanno e fu costruita durante il regno di Guglielmo I e successivamente del figlio Gugliemo II. Originariamente nasce come residenza reale estiva per il riposo e lo svago. L'influenza islamica è molto evidente, i Normanni infatti ammiravano molto l'edilizia Araba del nord africa e dell'Egitto in particolare. Non sorprende dunque che i sovrani normanni si affidassero a maestranze musulmane per la realizzazione di questo edificio ricco e fastoso come quello degli Emiri.

"Al-Aziz" è l'originale nome arabo che può essere tradotto come nobile, glorioso, magnifico. La Zisa alle origini si trovava all'interno del grande parco normanno del Genoardo (in Arabo Jannat al-arḍ), Paradiso della Terra. Ed era davvero un paradiso terrestre, più tardi quando vi parlerò della Cuba capirete perchè. la Zisa originaria purtroppo ha conosciuto radicali trasformazioni nel corso dei secoli. Nel trecento fu realizzata una merlatura che distrusse parte dell'iscrizione a caratteri cufici in lingua araba che faceva da coronamento all'edificio. Altre pesanti modifiche furono apportate nel seicento quando la proprietà del palazzo passo a Don Giovanni di Sandoval soprattutto nella realizzazione di nuovi vani negli interni. Attorno al 1800 la proprietà passò alla nobile famiglia dei Notarbartolo e infine dagli anni 50 viene gestita dalla Regione Sicilia. Una gestione "sciagurata", visto che nel totale abbandono la Zisa ha subito, nel 1971, il crollo dell'ala nord in seguito ricostruita rispettando le volumetrie originali utilizzando cemento e mattoni in cotto anzichè l'originaria pietra arenaria. (Si nota bene il alcune foto degli interni).

Comincio con qualche foto in esterno:

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Come detto il palazzo era immerso nel verde e grande protagonista era l'acqua che dalla sala della fontana scorrevano alla peschiera (nella foto in basso) e poi si riversavano nel parco, ricchissimo di piante e alberi che emanavano un intenso profumo.

Immaginate l'aria salubre che si doveva respirare tra la rigogliosa vegetazione. Il parco normanno era infatti collocato fuori le mura cittadine in aperta campagna. Dal 1860 diventa territorio urbano e quindi la continua espansione della popolazione ha comportato un notevole sviluppo edilizio che ha completamente "deturpato" questo quartiere a ridosso del vecchio centro storico.

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Complimenti per il tuo siciliano Fan!!!!

Furriare è un termine usato soprattutto nella parte orientale della Sicilia, immagino avrai conoscenze di persone della zona di Catania.

Conosco qualcuno alle falde dell'Etna ma quel verbo furriare lo usava una cugina di mia madre riferendosi al fatto che fin da "caruso mi piaceva andarmene in giro irrequieto.
Peccato, mia madre palermitana invece non ha mai parlato siciliano e neppure aveva l'accento. Lo parlava però mia nonna ed è proprio vero che le lingue s'imparano da piccoli, mia nonna l'ho persa quand'ero nico ma le parole mi sono rimaste impresse, perciò non avrei mai chiamato mio padre babbo come i toscani, vado in giro talianno, da picciriddu aio fatto camurria tanto che la povera nonnetta stava sempre a dire: "M a r i a !!!
Insomma, oggi non più, ma allora qualcuno avrebbe detto ch'ero proprio vastaso. Perciò, in quanto frutto di un connubio siculo-partenopeo mi piacerebbe acchianare stesso questa sera su un traghetto per venirti a trovare ma non ti scantare questa mia è una visita solo virtuale.
Ciao
Fan
 
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Entriamo dunque nella Zisa attraverso la grande arcata dell'ingresso principale (nella realtà l'ingresso turistico è laterale)

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L'edificio si sviluppa su tre piani e dalla facciata principale si accede al vestibolo che la occupa internamente in tutta la sua lunghezza

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All'interno troviamo il plastico del castello

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Dagli ambienti laterali di servizio del piano terra si accede alle due scale che portano ai piani superiori

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Gli interni sono caratterizzati dalle volte ogivali decorate con i muqarnas che abbiamo già incontrato ammirando il soffitto in legno della Cappella Palatina

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In alcuni ambienti del primo piano si notano facilmente le parti ricostruire con mattoni in cotto

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Se guardate nella parte in basso della prossima foto si nota una pedana in legno dietro alla quale si celano dei condotti di ventilazione. Attraverso questi condotti, l'aria calda dello scirocco, penetrando dalla torricella sud, veniva convogliata in basso verso la sala delle fontane, risucchiando l'aria stagnante dei vari piani, quindi veniva rinfrescata dalle fontane e dalle canalette a pavimento e per effetto del moto discendente veniva spinta di nuovo in alto dalla torricella nord fino ai piani superiori rinfrescando i vari vani. Delle tende tagliate a strisce poste nelle nicchie venivano bagnate periodicamente per mantenere l'umidità. Ancora oggi questi sistemi di rinfrescamento degli ambienti vengono usati negli edifici dei paesi mediorientali e vi assicuro che ancora oggi all'interno della Zisa si percepisce il fresco e la ventilazione che passa attraverso i condotti.

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Visitando gli ambienti interni ci si imbatte nelle musciarabia dall'arabo masrabiyya o mushrabiyya, tipico dell'artigianato egizio del legno. In pratica fungevano da schermo per le finestre o le aperture in genere per difendere gli interni dalla calura o dalla luce eccessiva. Avevano anche la funzione di preservare la riservatezza. Molte presentano una piccola edicola dove veniva posta al fresco la giara dell'acqua.

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Al secondo piano si trova un grande atrio centrale e una sala belvedere che si affaccia sul prospetto principale mentre ai lati troviamo due unità residenziali.

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La stanza più importante e bella del palazzo di trova esattamente sotto il grande atrio del secondo piano e occupa in altezza due piani, il piano terra e il primo piano. Si tratta della "Sala delle Fontane" dove il sovrano riceveva la corte. La grande sala è di forma quadrata con tre nicche su tre lati ed è caratterizzato dalla presenza della fontana sormontata da un mosaico fondo oro. L'acqua fuorisciva dalla fontana e scivolando sulla lastra in marmo obliqua passava attraverso la canaletta sul pavimento che taglia in due la stanza fino alla peschiera esterna. In questa stanza si apprezzano anche gli affreschi risalenti al periodo della famiglia Sandoval.

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All'interno della Zisa è situato anche il Museo dell'arte islamica di Palermo, quindi oltre alle citate musciarabie troviamo molti altri reperti storici custoditi nelle teche nonchè svariate anfore di ogni foggia:

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il testo di questa lapide sepolcrale è redatto in quattro lingue: ebraico, latino, greco e arabo.

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...............mi piacerebbe acchianare stesso questa sera su un traghetto per venirti a trovare ma non ti scantare questa mia è una visita solo virtuale.
Ciao
Fan

Se abitassi stabilmente nella mia amata Sicilia non avrei problemi ad invitarti per venire a trovarmi, come saprai bene l'ospitalità è una delle prerogative di noi siculi. Di fatto sei il benvenuto anche nella pianura padana, non so se hai mai avuto modo di visitare la "piccola Parigi", come amano definire la loro cittadina i parmensi.
 
Grazie per l'ospitale benvenuto nel parmense ma grazie soprattutto per la visita guidata nelle meraviglie della Palermo araba.
Mi fa riflettere quella iscrizione scritta in quattro lingue (latino, greco, ebraico ed arabo) si capisce bene quale crogiolo di culture fosse la Sicilia e quante civiltà s'incrociassero lì.
Ciao.
Fan
P.S.
Se passi per Napoli e mi avverti se vuoi ci si può incontrare.
 
La Cuba, il "sollazzo" dei re Normanni è uno di quei monumenti che il turista medio a Palermo ignora ed effettivamente anche le guide turistiche lo indicano come edificio da visitare se si ha tempo. Non posso contestare totalmente questi giudizi, la Cuba di oggi appare come un imponente edificio ormai in rovina, quasi totalmente spoglio al suo interno e anche malamente tenuto e restaurato come, disgraziatamente, troppo spesso accade. Eppure ai miei occhi la Cuba emana un fascino tutto particolare, probabilmente dovuto al suo glorioso passato.

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Assieme alla Zisa rappresenta uno dei principali edifici di architettura fatimida. Di stile Arabo-Normanno, viene definita "sottana" per distinguerla dalla Cuba "soprana", posta all’interno della settecentesca Villa Napoli (ad oggi non visitabile). La Cuba era stata originariamente pensata come padiglione di delizie, ossia un luogo in cui il re e la sua corte potevano trascorrere ore piacevoli al fresco delle fontane e dei giardini, per il riposo nelle ore diurne e per le feste e cerimonie la sera. Era circondata da un bacino artificiale profondo quasi due metri e mezzo ed era collocata, come la Zisa, all'interno del giardino del Genoardo, letteralmente "paradiso della terra". A Palermo, all'interno del Villino Ida, che fu dimora del celebre architetto Ernesto Basile, esistono due dipinti di due vedute di come doveva essere il parco reale al tempo del normanno Guglielmo "il buono". Una delle due è riprodotta all'ingresso del sito della Cuba, si tratta della ricostruzione fantastica di Rocco Lentini del 1922.

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Mi piace pensare che il Genoardo fosse realmente il paradiso verde riprodotto nel dipinto e suppongo non si discosti molto dalla realtà.

La Cuba fu costruita nel 1180 per volere del re Guglielmo II, data e nome del committente si conoscono grazie all'epigrafe ritrovata nel diciannovesimo secolo, oggi esposta in una sala a parte di fianco alla Cuba. L'epigrafe è in arabo a caratteri cufici e dice:

"Nel nome di Dio clemente e misericordioso. Bada qui, fermati e mira! Vedrai l'egregia stanza dell'egregio tra i re di tutta la terra Guglielmo II re cristiano. Non v'ha castello che sia degno di lui ... Sia lode perenne a Dio. Lo mantenga ricolmo e gli dia benefici per tutta la vita".
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La costruzione è ad un solo piano diviso in tre parti e non ha appartamenti privati. Nell'arco del tempo ha subito gravi crolli ed alterazioni. In origine l'edificio rettangolare era, come detto, circondata da un laghetto artificiale quadrato, ricco di pesci e solo dall'ingresso principale c'ara una striscia di terra che la collegava alla terraferma. Si vede nel dipinto e lo si intuisce anche dal plastico che si trova all'interno del piccolo museo adiacente.

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La Cuba odierna appare sgraziata anche perchè emerge tutta quella parte che un tempo era sommersa dalle acque. Cessato il dominio Normanno, la Cuba passò alla casa D'Angiò. Il suo splendore si spense rapidamente, il "paradiso della terra" venne devastato. Gli Angioini non ebbero pietà e distrussero alberi e le vigne. La Cuba cadde nell'oblio, nel sedicesimo secolo venne usata come lazzaretto e perciò il lago venne prosciugato. In seguito divenne una caserma della cavalleria borbonica. Infine, nel 1921, il palazzo passa al Ministero della Pubblica Istruzione e quindi alla Regione Sicilia. Fino al 1998 non era nemmeno visitabile, fu necessario aspettare che fosse isolata dalla adiacente caserma Tukory, con la costruzione di un muro, per renderla fruibile dai turisti.

Al suo interno la Cuba era divisa in tre ambienti allineati e comunicanti tra loro con al centro la sala che veniva utilizzata dal re per riposarsi dalla caccia e per organizzare feste, concerti e danze. Era abbellita dai muqarnas, come per la Zisa, ma oggi ne rimane soltanto uno. Le stanze laterali erano adibite a luoghi di servizio.

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P.S. Se tornate al dipinto di Rocco Lentini, noterete la presenza di vari piccoli edifici quadrati che hanno quattro archi sormontati da una cupola emisferica di stile islamico di colore rosso, di cui una all'interno del lago a cui si accosta una barca. Erano i chioschetti normanni utilizzati dal re e dalle sue dame come luogo di riposo. Oggi ne rimane solo uno all'interno della citata Villa Napoli (Cuba Soprana) oggi non visitabile per restauro. Il piccolo edificio si riesce comunque a scorgere passando da Via Zancla, una laterale di Corso Calatafimi, cinque minuti a piedi dalla Cuba.
 
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Metto un paio di foto fatte in "libertà" un sabato sera che siamo stati a passeggiare a Marsala con tentativo abortito di shopping. Marsala è il quinto comune più popoloso della Sicilia dopo Palermo, Catania, Messina e Siracusa. La notorietà di Marsala è legata allo storico sbarco di Garibaldi e dei Mille e al vino Marsala. Tra le altre cose Marsala nel 2013 è stata eletta città del vino d'europa. Personalmente ho partecipato ad una serata in tema all'aperto con degustazioni di vini intitolata "calici di stelle" che ogni anno si tiene in varie località d'italia. Te ne andavi in giro con il tuo flute ad assaggiare i vini delle cantine marsalesi. Non vi dico come stavamo alla fine del giro. :D
Per chi non lo conoscesse, il vino marsala è un vino liquoroso DOC, le regole di produzione sono dettate da una legge vera e propria. In base a tale normativa, il vino Marsala può essere prodotto e imbottigliato solo all’interno del territorio provinciale trapanese, ad esclusione di Alcamo, Pantelleria e Favignana. La storia del vino marsala è legata al commerciante inglese John Woodhouse che lo scoprì casualmente durante un approdo a Marsala e alle cantine della famiglia Florio, che furono fornitori esclusivi di Casa Savoia.

La chiesa Madre di Marsala (Duomo)
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Cupola della Chiesa di San Giuseppe
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Specola del Complesso Monumentale San Pietro, oggi centro culturale polivalente della città di Marsala. Al suo interno si trovano il Museo Civico, la Biblioteca Comunale "Salvatore Struppa", il Centro Internazionale di Studi Fenici, Punici e Romani ed il Centro Internazionale di Studi Risorgimentali. Il Museo civico è articolato in tre sezioni: archeologica, risorgimentale-garibaldina e delle tradizioni popolari. La sezione delle tradizioni popolari ospita una preziosa rassegna di Pupi siciliani.
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Particolare del Palazzo VII Aprile 1860
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Veduta d'insieme di piazza Loggia con la chiesa Madre e il palazzo comunale (Palazzo VII Aprile 1860)
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La Chiesa Madre di Marsala è dedicata al santo inglese Tommaso Becket, arcivescovo di un Canterbury, fatto uccidere dal re d'Inghilterra Enrico II. Si dice che il culto fu portato dalla figlia di Enrico II, Giovanna Plantageneto, regina consorte di Sicilia che andò in sposa al re Normanno Guglielmo II, per espiare le colpe del padre.
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Il Palazzo VII Aprile sorge dove un tempo era ubicata la Loggia dei Pisani, in cui si esercitavano il cambio e il mercato. Ancora oggi la piazza antistante viene chiamata “Loggia”. L'edificio venne eretto nel XV secolo come sede del Consiglio Civico ed oggi sede del consiglio comunale della città. Il nome di Palazzo VII Aprile 1860 gli fu dato per ricordare la rivolta popolare antiborbonica che preparò il terreno alla spedizione dei Mille.

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Ciao Hornet questo diario è favoloso! Mi dici da dove carichi le foto? Io mi sono registrata su Flickr ho caricato una foto ho copiato l'indirizzo url ma non si vede:(... A Lipari quando arrivi:cool:
 
Ok, come promesso adesso posto le foto di alcune isole minori che circondano la Sicilia partendo proprio da Lipari, la più grande delle isole Eolie. Dell'arcipelago fanno parte anche Vulcano, Stromboli, Salina, Panarea, Alicudi e Filicudi. Stromboli e Vulcano sono due isole con vulcani attivi. L'arcipelago è situato nel Tirreno a nord est della Sicilia e territorialmente fanno parte della provincia di Messina. Le isole si raggiungono dal porto di Milazzo e in aliscafo si impiega circa un'ora, il doppio in traghetto. La Snav effettua collegamenti anche da Napoli.

Fino al 2005 era attiva sull'isola la cava di pietra pomice caratteristica dell'isola. La pomice è una tipica roccia magmatica molto leggera a causa della sua porosità infatti è l'unica pietra che galleggia nell'acqua.

La nostra brevissima visita di Lipari è stata nel 2011. Solo 3 giorni approfittando del ponte del 2 giugno. Considerato arrivo e partenza abbiamo avuto solo una giornata intera da dedicare al mare e non è stata nemmeno bellissima per ciò che riguarda le condizioni meteo.

Partenza, come detto, da Milazzo
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Abbiamo effettuato scalo a Vulcano per permettere la discesa dei passeggeri diretti su quell'isola
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Il nostro "modesto" alloggio che ci ha ospitato per 3 giorni/2 notti. Eravamo in 7, sei adulti e una bambina. Noterete nella prima foto sulla destra mio cugino già impegnato con il barbecue.

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Colazione al mattino

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Poi, zaino in spalla e mare. Dai colori si capisce subito che siamo su un'isola vulcanica

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Ognuno si rilassa come preferisce, chi con lo smartphone e chi con i cruciverba.

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Zona porto turistico

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In lontananza il traghetto della Siremar

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Due passi alla sera, poi cenetta tranquilla

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Il castello dell'isola

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Nel pomeriggio, causa peggioramente del tempo con brevi piovaschi, mi sono offerto di far fare il giro dell'isola alle signore con il nostro mezzo di locomozione a noleggio, una piccolissima Suzuki Maruti che a guardarla non gli davi due lire, ma che si è arrampicata su per alcuni pendii a pieno carico senza batter ciglio. :D

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