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Perù: un viaggio ad "alta quota"

Continuiamo ad esplorare il monastero; entriamo nel coro dove sono sepolte alcune delle suore più ricche. Gli stalli sono stati rifatti recentemente ma sulle pareti si possono ancora vedere parte degli affreschi che le decoravano.

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Nel vecchio dormitorio, un ampio locale con soffitti a volta e formato da due corridoi disposti a croce, sono esposti diversi dipinti della scuola pittorica di Cusco risalenti al XVI e XVII secolo.

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In un ultima stanza il pezzo più prezioso conservato nel monastero: un grande ostensorio in oro massiccio e decorato con perle e pietre preziose.

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La nostra visita di questo straordinario complesso termina qui ma non la visita di Arequipa.

Intanto vi riporto un attimo indietro alla chiesa della Compagnia di Gesù di cui ho finalmente trovato le fotografie dei tre bellissimi altari dorati

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Il primo è l'altare maggiore e a sinistra si vede la bandiera peruviana mentre a destra c'è la bandiera del Vaticano che ne ha autorizzato l'esposizione in onore di Papa Francesco che è un Gesuita

Usciamo dunque dal Monastero di Santa Catalina e in strada incontriamo due donne andine in abiti tradizionali della zona di Arequipa. Ogni giorno alcune donne scendono dalle Ande in autobus con qualche piccolo di lama o di alpaca per farsi fotografare dai turisti in cambio della "comina": una piccola mancia.

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Giusto il tempo di una foto e poi via verso il Museo Santuarios Andinos
 
Il Museo Santuarios Andinos è stato istituito dall'Università di Arequipa per raccogliere ed esporre alcuni manufatti che sono stati trovati nelle sepolture rituali del monte Ampato e, soprattutto, per il corpo mummificato di una ragazza trovato in ottime condizioni di conservazione.
Il ritrovamento di questa mummia fu del tutto casuale. Nel 1995 due ricercatori salirono sul monte Ampato per effettuare studi archeologici e etnologici. Infatti su questa montagna erano già stati trovati a quote più basse i corpi di alcuni bambini sacrificati: drogati e lasciati morire per congelamento o soffocamento all'interno di buche scavate nel terreno.
I due studiosi salirono fino a 6288 m e in un cratere trovarono un involucro che era caduto dal sito inca sovrastante. A causa dello scioglimento dovuto alla cenere vulcanica del vicino vulcano Sabancaya in eruzione, molti siti funerari inca erano finiti nei crateri. L'involucro conteneva la mummia perfettamente conservata di una giovanissima donna. Inoltre trovarono disseminati lungo il fianco della montagna numerosi oggetti che erano stati lasciati come offerta agli dei Inca; tra questi oggetti c'erano statue e cibo. Dopo un paio di giorni, il tutto fu portato ad Arequipa. Il corpo fu inizialmente tenuto in un congelatore presso l'Università Cattolica.

Il ritrovamento fu considerato sensazionale e la mummia fu studiata da diversi scienziati. Tra maggio e giugno del 1996 fu esposto presso le sedi della National Geographic Society di Washington, in una teca climatizzata studiata dalla Carrier Corporation, la quale donò due di queste teche all'Università Cattolica a cui appartiene il museo.

La mummia, appartenente ad una ragazza di 12-14 anni morta tra il 1440 e il 1450 è stata chiamata "Juanita".​
Venne sacrificata con un colpo da arma contundente al cranio dopo essere stata drogata e il suo corpo fasciato in un involucro di tessuti e corde e lasciato sul ghiacciaio.

Juanita è rimasta ottimamente conservata dopo 500 anni e la conservazione permise ricerche biologiche sui tessuti di polmoni, fegato e muscoli. Queste prove offrirono nuove informazioni sulla salute e la nutrizione degli Inca durante il regno del Sapa Inca Pachacútec.

Il corpo di Juanita viene esposto da maggio a dicembre in una teca a temperatura di congelamento. Negli altri mesi viene esposta la mummia di un’altra ragazza.

Ed ecco Juanita

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In una teca è conservato anche il copricapo di Juanita, ornato da numerose piume: questo tipo di copricapo era destinato solo alla più alta nobiltà, pertanto si ritiene che Juanita fosse la figlia di un personaggio importante della nobiltà, forse addirittura una principessa.


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E' ora di salutare la guida e di andare in hotel a riposare un po' prima di uscire per cena. Andremo in un ottimo ristorante dove mangeremo Lomo de Alpaca e i Camarones: gamberi di fiume tipici della zona di Arequipa e del nord del Perù.

Scattiamo una foto al campanile della cattedrale prima di cena

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e altre le scattiamo al ritorno

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La cattedrale illuminata ci lascia senza fiato
 
Giorno 6

Sveglia presto per visitare la cattedrale prima che inizino le funzioni. La cattedrale ha avuto una storia travagliata....
Quando Arequipa è stata fondata nel 1540 venne indicato con una croce il luogo in cui sarebbe sorta la cattedrale. La costruzione iniziò nel 1544 ma questa prima chiese venne distrutta da un terremoto nel 1583.
Nel 1590 la chiesa viene ricostruita ma nel 1600 viene parzialmente distrutta dall'eruzione del vulcano Quinistaquillas e 4 anni dopo un terremoto finisce di distruggere la costruzione.
La cattedrale viene ricostruita tra il 1621 e il 1656; nel 1666, 1668, 1687 e 1784 i terremoti provocano danni non strutturali.
Nel 1844 la cattedrale viene seriamente danneggiata da quello che viene ricordato come "il grande incendio della cattedrale" e viene ricostruita nel 1848.
Infine nel 2001 un terremoto ne ha danneggiato le torri

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L'interno della cattedrale è molto diverso dalle altre chiese viste finora e da quelle che vedremo più avanti: in effetti è stata costruita in pieno periodo neo classico ed ha uno stile tipicamente europeo privo ormai delle influenze della cultura incaico-peruviana. La struttura è a 3 navate delimitate da possenti colonne intervallate dalle statue dei 12 apostoli scolpite in marmo di Carrara e donate dal Belgio nel 1854.

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L'altare maggiore è stato installato nel 1850

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L'organo è del 1854 ed è stato anch'esso donato dal Belgio. Questo organo ha fama di essere il più grande del Sud America. Pare, poi, che il monumentale organo belga avesse subito un grosso danno durante il trasporto per mare, che intaccò la qualità del suono che produceva, condannando i fedeli ad ascoltare note stonate per oltre un secolo, prima che venisse sistemato. Oggi viene utilizzato nelle funzioni più importanti e anche per concerti.

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uno degli altari laterali dedicato alla Madonna che è raffigurata in stile tipicamente europeo ben diverso dalle Madonne Peruviane

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Il pulpito in legno è di fabbricazione francese ed è del 1879 e alla sua base c'è la star della cattedrale: "el Diablo de la Catedral" con ali di pipistrello e corpo di serpente.

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Marmo italiano, pulpito francese, organo belga, lampadari spagnoli...... visitare la cattedrale di Arequipa è quasi come fare un giro d'Europa

Ma è ora di partire; ci dirigiamo verso le Ande e qui inizia la "sfida" dell'altitudine

Attraversiamo la periferia di Arequipa dove le strade spesso non sono asfaltate e le case poco più che baracche

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E poi iniziamo a salire

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Ci stiamo dirigendo verso la valle del Colca zona di canyon e di miniere infatti anche qui incontriamo decine e decine di camion di combustibile o acido solforico che salgono verso le miniere di rame.

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Ci stiamo avvicinando ai vulcani che abbiamo visto da Arequipa e in lontananza vediamo il fumo che esce dal cratere di uno di questi

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In questa parte iniziale delle Ande si incontrano ancora aziende agricole; le zone non coltivate sono ricoperte di paglia delle Ande molto importante per l'ecosistema andino ma in lontananza si stagliano già le montagne più alte

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In lontananza vediamo i guanaco ma sono troppo lontani per poterli fotografare. Li abbiamo già visti quando siamo stati in Patagonia dove sono molto più presenti che qui. Sono adattati a quote più basse.
Intanto il terreno si fa più brullo

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Ed entriamo in una riserva dove sono presenti le vigogne

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La vigogna è uno dei quattro camelidi che vivono in Perù: il guanaco che si trova ad altitudini inferiori e che abbiamo visto da lontano, l’alpaca, il lama e la vigogna. Guanaco e vigogna vivono solo allo stato selvatico mentre alpaca e lama vengono allevati.
La vigogna è il più piccolo dei 4 ed è riconoscibile dal colore, dal collo molto lungo e dalla eleganza del corpo nel suo complesso. La lana della vigogna è tra le più pregiate e viene ottenuta dalla tosatura delle vigogne che ogni 2 anni vengono spinte all’interno di recinti provvisori da battute a cui partecipano centinaia di persone. Dopo la tosatura vengono nuovamente liberate in quanto specie protetta e non possono essere detenute in cattività o uccise. Ne vediamo moltissime.

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Intanto si continua a salire e arriviamo a 4.000 m s.l.m dove ci fermiamo per una sosta in un locale dove si può mangiare e bere qualcosa.
Di fronte ci sono strane formazioni rocciose

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Ci troviamo a Patahuasi, unico segno di civiltà tra Arequipa e Chivay che è la nostra prossima meta. All'interno del locale si trovano i modellini dei tre vulcani e qui prendiamo il nostro primo mate de coca. E' un the fatto con le foglie di coca che aiuta a sopportare meglio gli effetti negativi della carenza di ossigeno. E' sostanzialmente un blando eccitante.

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All’interno del locale si trova anche un piccolo mercato artigianale con un’area in cui vengono mostrati gli attrezzi utilizzati per la lavorazione della lana di alpaca e la tessitura.

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La sosta è terminata: si va sempre più in alto
 
Ripartiamo da 4000 m e continuiamo a salire. Dopo qualche minuto ci fermiamo ad osservare da vicino i lama e gli alpaca. I lama sono più grandi, la loro lana è molto “secca” ed ispida e non adatta alla produzione di indumenti, la loro carne è molto fibrosa e dura perciò vengono utilizzati prevalentemente come animali da soma. Gli alpaca sembrano batuffoli di cotone e la loro lana può avere fino a 20 diverse tonalità di colore, dal bianco al marrone più scuro. I più pregiati sono quelli chiamati suri ed hanno una lana molto lunga che cresce in stretti boccoli. Gli alpaca vengono tosati una volta l’anno per 5-6 anni e si consumano anche le loro carni.

I lama

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gli alpaca

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l'alpaca "suri"

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Ai lama spesso vengono applicati nastri e fiocchi forse per renderli un po' più belli anche se a parer mio non hanno storia in confronto agli alpaca.

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da qualche anno ci sono programmi di assistenza per gli allevatori previsti dalle autorità centrali. In particolare vengono erogati servizi di assistenza sanitaria per gli animali e corsi di formazione sulla genetica in modo da evitare la consanguineità negli accoppiamenti e per selezionare le caratteristiche migliori del vello (colore o il tipo "suri")

La proprietaria del gregge che abbiamo visto è la signora Cristina

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Se guardate bene ha la guancia sinistra "gonfia": c’è il bolo di foglie di coca che gli andini masticano praticamente tutto il giorno insieme ad un piccolo pezzetto di calce che ha la funzione di liberare le sostanze attive presenti nelle foglie. Gli andini hanno sempre con loro una piccola sacca con le foglie di coca e quando si incontrano per salutarsi non si stringono la mano ma si scambiano un po’ di foglie di coca.

A fianco a lei due sue dipendenti che l'aiutano ad arrotondare con un piccolo mercato

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Salutiamo la signora Cristina e proseguiamo.
Incontriamo ancora delle vigogne che si fermano a farsi riprendere

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Ed arriviamo ad una piccola scuola persa nella vastità delle Ande

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La guida ci spiega che nel suo tour precedente con due insegnanti italiani si erano fermati qui e i bambini avevano chiesto un po’ di pane che qui non hanno. Così ci siamo fermati per dargli quello comprato ad Arequipa prima di partire. La scuola è piccola ma pulita, ordinata e molto colorata. E’ frequentata da 5 bambini: 2 di 6 anni, uno di 8, uno di 9 e il più grande di 12. I bambini percorrono da soli le strade andine per venire a scuola e camminano anche per 2 ore per arrivare qui. Il maestro viene tutte le mattine da Arequipa partendo in autobus alle 4 del mattino per essere qui alle 8.00.

La scuola è senza riscaldamento e i bagni sono in una casupola esterna. Anche noi abbiamo lasciato un po’ di euro alla guida per comprare qualcosa che possa servire ai bambini e da portare loro nel prossimo tour.
Tutti i bambini sono impegnati nelle loro attività e nonostante la nostra presenza continuano a fare i loro compiti. Solo se la guida o il maestro gli dicono di alzare la testa si distolgono dai quaderni.
I bambini, soprattutto una delle due più piccole, hanno il viso bruciato dal freddo e dal sole.
Il maestro è avvolto nelle coperte per stare un po' più al caldo.
Quando penso a questi bambini e al loro maestro e ai nostri figli a cui non facciamo fare neanche 2 passi a piedi per andare a scuola o chiudiamo le scuole se ci sono meno di 20°C........!!!

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Per questi bambini la scuola è molto importante perchè imparare almeno a leggere e scrivere e imparare lo spagnolo saranno fondamentali per poter trovare in futuro un lavoro o comunque per potersi relazionare con le istituzioni in caso di bisogno.

Avrete notato che finora tutti gli andini che abbiamo fotografato non hanno mai accennato un sorriso: la guida ci ha detto che gli andini non sorridono mai

 
Continuiamo a salire arrivando ad una zona di acquitrini dove ci sono ancora moltissime vigogne, alpaca e diverse specie di uccelli tra cui gli ibis che purtroppo dal bus non sono riuscita a fotografare.

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Compaiono anche i cactus di diverse forme tra cui questi a forma di cuscino che possono anche arrivare ad 1 metro di diametro ed essendo legnosi e pieni di resina vengono utilizzati come combustibile e vediamo di nuovo il fumo del vulcano

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Arriviamo in prossimità di una pietraia dove, la guida ci dice, a volte è possibile vedere il coniglio andino. Si tratta di un roditore affine al cincillà, simile ad un coniglio ma con orecchie più corte e una lunga coda arrotolata. Vive tra i 3000 e i 5000 m di altitudine e si nutre di paglia andina, muschi, licheni e altri vegetali. Ci fermiamo e aguzziamo la vista e dopo un po' avvistiamo il primo esemplare mimetizzato sulle pietre. Appena la guida ci dice di averlo avvistato mi sono alzata e mi sono avvicinata velocemente al finestrino: è stato il primo momento in cui mi sono resa conto della carenza di ossigeno. Ho come avuto la sensazione di "soffocamento" e il cuore ha iniziato a battere all'impazzata ma è bastato fare due respiri profondi e tutto è passato. Ma ho fatto tesoro dell'esperienza ed ho imparato a muovermi più lentamente di quanto di solito non faccia

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Ancora qualche chilometro e arriviamo al passo che introduce alla Valle del Colca: siamo a 4910 m s.l.m.!

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Da qui è possibile vedere nuovamente i vulcani dal lato opposto ad Arequipa

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Giusto il tempo di qualche foto e iniziamo a scendere nella valle lungo una strada tortuosa

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lungo la discesa in fondo alla valle si vedono fattorie con i recinti di pietra per gli animali; le fattorie sono piuttosto isolate e spesso distanti chilometri tra loro

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E vediamo le prime patate ad essiccare al sole; subiscono una sorta di liofilizzazione naturale: la sera congelano e l'acqua si libera dalle cellule, durante il giorno sotto il sole l'acqua evapora. Le patate sono uno degli alimenti principali per queste popolazioni ed è molto importante poterle conservarle per averle a disposizione tutto l'anno

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Finalmente scorgiamo dall'alto il paese di Chivay dove ci fermeremo a pranzo

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Chivay è il centro principale nella Valle del Colca situata all'ingresso del canyon. Si trova a 3635 m s.l.m. ed ha circa 5000 abitanti. E' frequentata dai turisti che visitano il canyon del Colca e da chi va a fare bagni termali nelle acque calde che sgorgano dalle montagne circostanti.
Questo arco ci da il benvenuto

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Arriviamo al ristorante organizzato come self service dove abbiamo un ampia scelta tra verdure, carni, pesce, zuppe, riso e anche pasta

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Naturalmente sono da evitare le verdure crude ma tutto il resto è buono. Qui ho optato per riso con verdure, costine di agnello, lupini e oca (un tubero andino) ma in altre occasioni ho provato le zuppe e il pesce sempre ottime.

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Azzardiamo anche un espresso già consapevoli che ce ne pentiremo....

Terminato il pranza ci spostiamo nel centro del paese costituito praticamente da una via principale che da un lato ha negozi di souvenir e dall'altro il mercato.

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Continua....
 
Entriamo ora ad esplorare il mercato.

Il primo banco che incontriamo è quello del fioraio. La guida ci dice che sono fiori che vengono coltivati nella provincia di Arequipa.

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Il successivo è un banco di frutta dove vedo frutti a me sconosciuti

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Una bimba "aiuta" la mamma a vendere la frutta...

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Qui si vende carne di alpaca e di agnello

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Patate liofilizzate

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Mais nero utilizzato per produrre una bevanda tradizionale (chicha morada) che può essere fresca o fermentata e quindi leggermente alcolica

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foglie di coca

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e un altro tipo di mais che viene spesso servito tostato come snack prima di iniziare il pasto

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