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Traghetto in fiamme nel Mar Ionio

Articdream

New member
Repubblica riporta che l'equipaggio sarebbe stato sbarcato interamente.Sarebbe rimasto solo il Comandante (con la C maiuscola) ed alcuni uomini della Marina a compiere l'ultima ispezione e le ultime formalità di rito.



Aggiorno:il Comandante ha abbandonato la nave alle 14:50,secondo un tweet della MM.
 
Ultima modifica:

giulio_lupo

Member
Repubblica riporta che l'equipaggio sarebbe stato sbarcato interamente.Sarebbe rimasto solo il Comandante (con la C maiuscola) ed alcuni uomini della Marina a compiere l'ultima ispezione e le ultime formalità di rito.



Aggiorno:il Comandante ha abbandonato la nave alle 14:50,secondo un tweet della MM.
Per fortuna non c'erano scogli su cui salire....
Tornando ai Tg, fa davvero pena il modo superficiale con cui cercano la tragedia a tutti i costi e i morti come contorno...del resto la concorrenza è numerosissima.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Il conto delle vittime, purtroppo, sta salendo; sembrerebbero 8 o 9. E risulterebbero molti dispersi; si parla di 38.

Eccezionali comunque le operazioni di soccorso; in mezzo a tante critiche cercate per nulla, un plauso a tutti coloro che hanno rischiato la vita per salvare quella di altre persone.
 

Articdream

New member
Il conto delle vittime, purtroppo, sta salendo; sembrerebbero 8 o 9. E risulterebbero molti dispersi; si parla di 38.

Eccezionali comunque le operazioni di soccorso; in mezzo a tante critiche cercate per nulla, un plauso a tutti coloro che hanno rischiato la vita per salvare quella di altre persone.
Purtroppo anche la stampa estera sta muovendo pesanti critiche.Purtroppo,come sempre ,è sempre più facile muovere critiche che operare in condizioni critiche,come ha fatto l'equipaggio e come hanno fatto i soccorritori ai quali dobbiamo porgere solo un sentito ringraziamento.
 

Alcia

New member
Purtroppo anche la stampa estera sta muovendo pesanti critiche.Purtroppo,come sempre ,è sempre più facile muovere critiche che operare in condizioni critiche,come ha fatto l'equipaggio e come hanno fatto i soccorritori ai quali dobbiamo porgere solo un sentito ringraziamento.

Che la stampa estera pensi ai propri naufragi ed incidenti.

come dite voi, è più facile fare critiche, muovere accuse che altro.
Fa più notizia una tragedia di un lieto evento.

Non dimen5icherò mai Demetrio Volcic che racconto come non riuscì mai a dare una notizia di un bomba esplosa in Russia, e si parla ancora di "Russia", quindi decenni fa..., visto che non c'erano vittime, né feriti.
ALLORA NON FA NOTIZIA, gli dissero...

E' proprio così
:-(

Grandi i soccorritori, TUTTI
 

paolocecchi

Well-known member
Leggo che due marinai albanesi siano deceduti per rottura di un cavo durante le operazione di traino.Brutta notizia che si aggiunge al numero dei dispersi e ai due camionisti italiani deceduti.
 

dodeco

New member
Leggo che due marinai albanesi siano deceduti per rottura di un cavo durante le operazione di traino.Brutta notizia che si aggiunge al numero dei dispersi e ai due camionisti italiani deceduti.

Secondo il procuratore quel rimorchiatore albanese non era autorizzato ad agganciare la nave, e sempre secondo lui dietro la possibilità di traghettare la nave in Albania ci siano delle vicende losche. Rimango allibito, queste persone si sono trovate lì per caso e per aiutare i naufraghi in difficoltà ci hanno rimesso la vita, qualcuno si permette addirittura di infangarli così. Quando la smetteranno di fare i professori da dietro una scrivania alcune categorie ?
 

Rodolfo

Super Moderatore
E se non era autorizzato, chi ha aiutato il rimorchiatore ad agganciare il cavo/i di rimorchio alla nave? Qualcuno deve essere salito in qualche modo a bordo della Norman per dar volta ai cavi? Poca chiarezza.

In ogni caso il compito dei rimorchiatori è anche questo; precipitarsi sulla "preda" per offrire i propri servizi. La famosa formula "No cure, no pay" Le storie del mare sono piene di queste storie.

Ricordo Costa Allegra con il rimorchio del peschereccio oceanico Trevignon o il terribile incidente dell'Amoco Cadiz.
 

matteov

Active member
Il rimorchiatore usato è un vecchio ronzino... Mono elica da 2200cv


Rodolfo credo che la norman avesse già dei cavi fuoribordo usati dal barretta...

Il trevignon si crepò i motori pur di portare la preda a destinazione... Ricordo che il francese non fece avvicinare nessuno...
Gli è andata bene... Tantissimi rischi, ma anche molti soldini
 

Rodolfo

Super Moderatore
In effetti, poteva essere che la Norman avesse cavi di rimorchio, una "Patta d'oca", già predisposti per il rimorchio; resta il fatto che nessuno glielo ha impedito di fare, visto che la nave era già sotto sequestro ed affidata alle "cure" della Società Barretta. Ripeto, poca "chiarezza".

Chissà, "dietro un angolo" quante cose avremmo potuto vedere e sentire, che non sapremo mai.
 

mao

Member
Traghetto in fiamme nel Mar Ionio

Rodolfo;896722 In ogni caso il compito dei rimorchiatori è anche questo; precipitarsi sulla "preda" per offrire i propri servizi. La famosa formula "No cure ha detto:
Ma per chi non si intende di questioni marittime, potete spiegare?.. "No cure, no pay"??
 

Rodolfo

Super Moderatore
Nessun salvataggio, nessun compenso. Ma in caso di salvataggio........ fiumi di denaro.

Giusto per ricordare. L'Amoco Cadiz, una ULC (Ultra Large Carrier, una super petroliera) ebbe, al largo della Bretagna, una avaria al timone nel mare in tempesta. Il Comandante chiese assistenza e subito dei rimorchiatori giunsero sul luogo, offrendo i loro servigi, che, in funzione di quella formula, si sarebbero trasformati per i proprietari in un esborso di denaro enorme, commisurato al carico trasportato e salvato. Poichè il Comandante aspettava indicazioni dalla Compagnia se accettare o meno, i rimorchiatori le stavano accanto senza dare assistenza; nel frattempo, in attesa di un consenso, forse mai arrivato, i venti fortissimi la spinsero inesorabilmente contro la costa, dove si verificò uno dei più grandi disastri ambientali della storia del mare.
 

Adriatic2009

New member
Rodolfo ha perfettamente ragione, persino in un normale ormeggio in porto, voltare una nave con o senza apparato propulsivo e' tutta un'altra "storia" in termini di spesa ( per l'armatore della nave) e di guadagno (per l'armatore del rimorchiatore).
 

matteov

Active member
LA CONTESA DEI RIMORCHIATORI E LE MANOVRE DEI PROPRIETARI

Quattro navi albanesi, cinque italiane, due greche.
Tutte intorno al relitto della Norman Atlantic in una minuscola battaglia navale nel porto di Valona.
L’epilogo non poteva essere più atroce e grottesco, con due gruppi di rimorchiatori a contendersi questo cimitero galleggiante che custodisce, oltre i cadaveri dei dispersi, le risposte al quesito più importante: di chi sia la responsabilità della tragedia.
La Procura di Bari ha sequestrato la Norman: nessuno deve poter inquinare le prove.
E così la stampa albanese nel tardo pomeriggio titola: “Lotta per il traghetto della tragedia, vincono gli italiani. La nave a Brindisi”.
Ma sarebbe un errore interpretare la “lotta” come una questione tra Stati. E a rivelarlo è il ministro della difesa albanese, Mimi Kodheli, che nel rimorchio della Norman s’è intromesso un rimorchiatore che “non ha alcun legame ufficiale con la flotta albanese”.
Si riferisce all’Iliria che, spiega la tv albanese Top Channel, è “stata contattata dai proprietari del traghetto per recuperare il mezzo abbandonato”.
Una mossa poco gradita dalla procura che ha ufficialmente affidato ai rimorchiatori della compagnia Barretta il compito di custodire e trainare il traghetto nel porto di Brindisi.
L’incipit di questa battaglia, come rivelato ieri dal Fatto, avviene poche ore dopo il termine delle operazioni di salvataggio quando, quasi per scherzo, i tre rimorchiatori italiani vengono avvicinati dall’omologo albanese, l’Adriatik, che li stuzzica via radio dicendo: “Provo a rimorchiarlo io”.
Pensando a una semplice provocazione, i marinai italiani rispondono di provarci pure, non immaginando che l’Adriatik l’avrebbe davvero agganciato per portarlo nel porto di Valona.
Inizia il surreale inseguimento in mare, che si chiude tragicamente nella mattinata di ieri, quando un secondo rimorchiatore, l’Iliria, che inizia, a sua volta, a rimorchiare il primo, in una sorta di fila indiana.
La cima però si spezza uccidendo due marinai albanesi. La Norman resta però agganciata all’Adriatik, che non ha alcuna intenzione di mollare la “preda”, finché personale militare della nave San Giorgio non sale a bordo del traghetto per affidare il rimorchio alla compagnia italiana.
Il governo albanese è d’accordo, la procura l’ha convinto a desistere, ma poi tiene a precisare che con l’Iliria non ha nulla a che spartire, è intervenuto dopo essere stato contattato dai proprietari.
Nel frattempo, in questa guerra navale, s’aggiunge un ulteriore protagonista: il mega rimorchiatore genovese Varrazze, giunto da Malta, al quale la San Giorgio – con a bordo circa 214 persone - intima di allontanarsi di almeno un miglio dalla Norman.
In realtà, non è possibile stabilire con certezza da chi, l’Iliria, sia stato contattato: la Visemar da giorni afferma di aver affidato alla società olandese Smit Salvage, sin dal momento dell’incidente, “le operazioni di salvataggio”.
Ieri ha precisato di non avere “altro interesse che l’accertamento della verità”, che “si atterrà a ogni indicazione dell’autorità giudiziaria, anche in merito al porto di destino della nave, richiedendo alla società Smit Salvage di attenersi a tali indicazioni”.
C’è un ulteriore dettaglio, però, che il Fatto è in grado di rivelare, e riguarda proprio il rapporto tra la Smit Savage e la compagnia dei rimorchiatori Barretta.
A raccontarlo è proprio Giuseppe Barretta: “Confermo che la Smit ha avuto un ruolo operativo sin dal 28 e infatti, qui in ufficio, abbiamo una sfilza di fax con cui ci chiede propone di lavorare in sub appalto per loro”.
Ma i Barretta non accettano: “Non abbiamo bisogno dei loro soldi, gli abbiamo risposto, perché siamo andati lì per salvare delle vite e svolgere il nostro lavoro con professionalità e in autonomia, come sempre”.
A questo punto, secondo Barretta, la Smit alza il tiro: “Annunciano che, se non accettiamo, saranno costretti a inviare un loro rimorchiatore”.
Senza alcuna allusione, ma soltanto rimettendo in fila i fatti, c’è da rilevare una coincidenza: le fonti albanesi riferiscono che il rimorchiatore Ilia giunge, dopo l’Adriatik, in seguito a un generico “contatto” con la proprietà della nave.
Nel frattempo, però, è intervenuta la procura di Bari a mettere un punto definitivo: il traghetto è ufficialmente affidato ai rimorchiatori italiani, che nel tardo pomeriggio lo agganciano, e possono finalmente rimorchiarlo verso Brindisi.
“Vincono gli italiani”, titolano i tg albanesi.
Ora il punto chiave è capire davvero con chi – e soprattutto perché – s’è lottato: se con gli armatori, con la Smit, con gli assicuratori, o con i rimorchiatori albanesi.
E la Procura di Bari intende capirlo al più presto.

Antonio Massari
(da “il Fatto Quotidiano“)
 

Sandro 09

Well-known member
io sono ignorante,la Norman è territorio italiano,la procura italiana lo sequestra come logico,è pieno di prove e indizi per cercare di venire a capo alla vicenda,non si trova in pieno oceano pacifico ma dove lo devono portare se non in puglia mi pare stralogico!!!
 

matteov

Active member
La nave non era in acque italiane, e in acque internazionali o albanesi, la procura di Bari non può molto...
Discorso del rimorchio, ad oggi la nave è di proprietà della visemar... E con la propria assicurazione può decidere di portarla dove vuole...
 
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